Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - NEGOZIATO SULLE PROSPETTIVE FINANZIARIE DELL’UNIONE EUROPEA 2007-2013

giovedì 24 novembre 2005


POSIZIONE DELLA CONFERENZA SUL

NEGOZIATO SULLE PROSPETTIVE FINANZIARIE DELL’UNIONE EUROPEA 2007-2013

 

 

La Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome esprime la propria preoccupazione per l’andamento del negoziato relativo alle prospettive di bilancio dell’Unione Europea per il prossimo periodo 2007-2013.

In particolare, si sottolinea la necessità di pervenire alla definizione di una posizione italiana nell’ambito dello stesso negoziato, che si presenti forte e condivisa tra Stato e Regioni, che tenga conto delle necessità di rilancio dello spazio economico e sociale italiano e della situazione congiunturale del territorio: un’Europa debole nel mondo, sia rispetto alle economie consolidate che a quelle in rapido sviluppo, un’Italia che a sua volta manifesta forte debolezza nel quadro europeo.

Si tratta, dunque, ora di definire metodi, regole e lavorare per le necessarie corrispondenti risorse, in un approccio partecipato, finalizzato a sostenere il rilancio del sistema paese, a partire sia dalle potenzialità che dalle necessità delle imprese e delle famiglie.

Si ritiene fondamentale, infatti, che la posizione italiana da esplicitare nel quadro del negoziato europeo debba essere prioritariamente volta a realizzare i presupposti per la continuità delle politiche di sviluppo intraprese sia a livello nazionale che regionale, pur e proprio in presenza di una prospettiva al ribasso delle risorse disponibili.

In tal senso è necessario che la posizione italiana sia di vero respiro europeo, riprenda e sviluppi gli orientamenti della strategia di Lisbona e di Goteborg, si ponga a fondamento di un’azione forte, strutturata e sinergica che punti sulla strutturazione e infrastrutturazione volte allo sviluppo della competitività del sistema paese, sull’innovazione, quale fattore non-prezzo per sostenere la competizione internazionale alla quale sono sottoposte le produzioni europee in generale e italiane in particolare, sulla qualificazione e valorizzazione delle risorse umane, anche e soprattutto in un’ottica di miglioramento delle prospettive occupazionali, fondamento per un meccanismo virtuoso a garanzia della sostenibilità degli strumenti di welfare.

Si tratta quindi di delineare e condividere una posizione che punti realmente a massimizzare la ricaduta dei fondi destinati alla Coesione sul paese e non sia solamente volta al contenimento del cofinanziamento nazionale, da interpretare non come semplice voce di costo, rappresentando invece un vero ed irrinunciabile strumento di investimento finalizzato allo sviluppo dei sistemi territoriali.

Le Regioni italiane richiedono, quindi, di partecipare alla definizione della posizione italiana in previsione del Consiglio Europeo del prossimo 15-16 dicembre, dando attuazione finalmente a quanto disposto dalle Leggi 131 del 2003 e 11 del 2005; a tal fine sollecitano l’intervento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi, ai sensi della Legge 11 del 2005, art. 5 comma 10, per illustrare la proposta negoziale italiana prima del Consiglio Europeo di dicembre.

In seguito a tale informativa, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome potrà procedere alla valutazione di quanto proposto. Già fin d’ora si richiede un incontro specifico con i Ministri competenti, nel quale confrontare la posizione espressa dal Governo con quella delle Regioni e Province Autonome; si sottolinea la necessità che tale incontro avvenga con un congruo anticipo rispetto al Consiglio Europeo.

A partire dalla considerazione che lo sviluppo del paese non può che derivare da un’azione concertata tra Stato e Regioni, che la definizione delle strategie di intervento costituisce il momento “originale” nel quale mettere a punto un’accorta e responsabile programmazione, le Regioni italiane stanno ormai da tempo intensamente lavorando ai documenti programmatici di livello sia nazionale che regionale quali i DPEF regionali, i DSR e il QSN, il Programma Nazionale di Riforma per il rilancio della strategia di Lisbona: occorre ora un attento lavoro comune per dotare programmi e strategie degli strumenti finanziari adeguati e coerenti con gli obiettivi fissati e con la situazione congiunturale del paese.

A tal fine le Regioni italiane auspicano che, a partire dai due incontri sopra evocati e richiesti, sia possibile costituire un dialogo politico che consenta un continuo confronto su un tema di grande importanza e delicatezza la cui interpretazione, elaborazione e la susseguente azione non può avere origine e significati differenziati tra Stato e Regioni.

 

Roma, 24 novembre 2005