CONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE
AUTONOME
Le Regioni e le Province
autonome premesso che:
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la sempre più attenta e
giustificata attenzione che il Parlamento Europeo dedica al consumo dei prodotti
da fumo, per i connessi problemi salutistici, non può portare a conseguenze
negative sul sostegno comunitario alla coltivazione del tabacco fino a che
permangano gli attuali livelli di importazione; una produzione europea
indirizzata verso più elevati livelli qualitativi, anche attraverso la ricerca
e la diffusione della innovazione, garantisce un prodotto migliore rispetto a
quello proveniente da Paesi terzi;
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la coltura del tabacco e
l’intera filiera rivestono essenziale importanza per l’economia di alcuni
sistemi locali in termini occupazionali, sociali, economici ed ambientali
interessando, solo in Italia, circa 140.000 addetti direttamente coinvolti nella
produzione e prima trasformazione, senza tener conto della considerevole
importanza socio-economica per tali distretti dell’indotto e della filiera a
valle;
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la stessa Commissione
Europea in occasione dell’ultima riforma dell’O.C.M. affermava: “Non
esistono alternative agricole economicamente valide a questa coltura, che non
utilizza buone terre. Promuovendo il mantenimento in loco delle popolazioni,
l’'aiuto alla tabacchicoltura consente di far vivere il tessuto rurale e
produce un’attività industriale che contribuisce alla sopravvivenza di
regioni minacciate dalla desertificazione e dall'esodo dalle campagne. Gli
stabilimenti di trasformazione si trovano molto spesso in prossimità dei luoghi
di coltivazione e sovente l’importanza economica della filiera tabacco per
queste regioni in difficoltà è cruciale...” ed ancora “Il tabacco
procura oltre la metà dei redditi delle aziende in cui viene coltivato e, senza
di esso, la quasi totalità delle 135.000 aziende interessate non sarebbe più
economicamente valida. ... La sopravvivenza del settore della trasformazione in
Europa è peraltro direttamente connessa con il mantenimento della coltura del
tabacco nella Comunità”.
-
che a tutt’oggi
permangono le condizioni evidenziate nel documento della Commissione riportate
al punto precedente e sostanzialmente confermate nel documento Eurostat “Venti anni di agricoltura in Europa: La filiera del tabacco e
l’occupazione nelle regioni svantaggiate”,
pubblicato il 20 luglio 2001, dove si ribadisce che la legislazione comunitaria
vigente “… non contrasta con la politica sulla salute in vigore, dal
momento che (i) la filiera deve trovare strade per ridurre la pericolosità del
tabacco e (ii) solo il 20% del tabacco consumato nell’Unione europea viene
dalla Comunità (così che ogni riduzione nella produzione verrebbe sostituita
da un aumento delle importazioni)”.
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il tabacco è una
coltivazione tipicamente mediterranea il cui ridimensionamento avrebbe gravi
ripercussioni sia in aree già obiettivo 1 che in altre attualmente classificate
obiettivo 2;
si chiede che il Ministro
delle Politiche Agricole e Forestali e quindi il Governo si faccia carico di
rappresentare alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo le seguenti
proposte anche al fine di dare certezza agli operatori del settore:
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mantenimento dell’attuale
livello di sostegno alla produzione di tabacco per un periodo adeguato alla
elaborazione di nuove strategie settoriali e, comunque, nessuna modificazione
dell’attuale sistema prima della verifica dell’O.C.M. tabacco già prevista
per il 2002, come la stessa Commissione ha proposto nella sua comunicazione al
Consiglio Europeo di Göteborg (COM (2001) 264 def. del 15 maggio 2001, pagina
12);
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determinazione per il
triennio 2004-2006 (fase di completamento di Agenda 2000) di strumenti adeguati,
volti in particolare a favorire :
a)
la riconversione interna
alla filiera verso le varietà maggiormente apprezzate dal mercato o
suscettibili di essere valorizzate attraverso la tipicità;
b)
lo sviluppo di metodi e
l’adozione di disciplinari di coltivazione più rispettosi dell’ambiente;
c)
l’individuazione di
attività alternative, di sostegno alla riorganizzazione della filiera che,
comunque, garantiscano equiparabili livelli occupazionali e di reddito;
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attivazione di strumenti di
intervento di politica industriale e sociale che accompagnino l’inevitabile
ristrutturazione della filiera senza traumatiche conseguenze sul piano economico
e occupazionale dei territori interessati;
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coinvolgimento delle
Regioni produttrici nella attuazione e per il conseguimento degli obiettivi del
“fondo comunitario di ricerca e di informazione” per il tabacco e per
l’efficace utilizzazione dello stesso.
Roma, 8 novembre 2001