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Regioni: Audizione al Senato su revisione direttiva Bolkestein

giovedì 23 marzo 2017
Roma, 23 marzo 2017 (comunicato stampa) Si è tenuta oggi un’audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni presso la Commissione Industria, commercio, turismo del Senato, in merito alla revisione della direttiva “Bolkestein” sulla Cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno. La delegazione era composta da Maria Lo Bello (Assessore regione Siciliana) Coordinatrice vicaria della Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni e da Flavia Franconi, (vicepresidente della regione Basilicata).
“Abbiamo innanzitutto sottolineato – afferma Lo Bello – la correttezza della base giuridica della proposta di direttiva, aver svuotato il campo da possibili interpretazioni sulla competenza dell’Unione europea è già un passo in avanti. L’Ue può agire sul mercato unico dei servizi, fissando parametri e procedimenti. Detto questo però la proposta di direttiva appare sì rispettosa dell’intervento dell’Unione europea, ma sembra ancora porre problemi sul pieno rispetto del principio di sussidiarietà. Infatti la nuova disciplina europea, una volta approvata, interverrebbe direttamente nei procedimenti normativi e amministrativi degli Stati membri, che risulterebbero sospesi fino al termine dell’attività di valutazione da parte della Commissione europea. Questo meccanismo di notifica preventiva – ha spiegato Lo Bello - rischia di limitare la libertà di impresa e gli investimenti e di condizionare le stesse competenze degli Stati. Nell’attuazione della libera circolazione dei servizi si configura una invasività dei poteri dell’Unione europea, che ha già un forte strumento di controllo nella procedura di infrazione. Mentre quello che viene descritto è una forma preventiva di controllo, ex-ante, del progetto che incide così sulle procedure di adozione delle disposizioni da parte degli Stati membri e delle Regioni.
Invece di semplificare si rischia di complicare ulteriormente gli iter di adozione delle leggi. Invece di dare certezze nei tempi e nelle modalità si corre il pericolo di fornire un quadro di riferimento normativo non definito ed incerto.
Inoltre si incide in modo non proporzionale rispetto all’adeguatezza della normativa proposta. Con l’adozione delle disposizioni normative non sono chiare le conseguenze nei confronti dei destinatari sugli atti adottati da parte degli Stati e delle Regioni, un quadro che si complica in una situazione di assenza o non corretta notifica.
Infine, nel caso di un vizio procedurale sostanziale di natura grave per quanto riguarda il suo effetto sui singoli – conclude Lo Bello - la proposta di direttiva non specifica né la legittimazione a far valere tale vizio, né quali siano le conseguenze, anche sotto il profilo di un eventuale risarcimento del danno”.



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