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News


Covid-19 e Fase 2: Bonaccini, nel DPCM accolte molte proposte delle Regioni.

Restano 4 questioni aperte, serve un'agenda condivisa

 

Roma, 26 aprile 2020 (comunicato stampa) “Condividiamo l’approccio graduale e prudenziale del Governo e il Dpcm ha recepito molte richieste delle Regioni”, questo il commento del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini.

“Aprono dal 4 maggio i cantieri edili, in condizioni di sicurezza, in particolare per l’edilizia scolastica, per quella residenziale pubblica e per far fronte al dissesto idrogeologico.

Sarà consentito ad alcune filiere, in particolare quelle rilevanti per l’export – ha aggiunto Bonaccini - di riprendere la produzione. Resta sostanzialmente limitata la mobilità interregionale”.

“Ma ora – sottolinea il Presidente della Conferenza delle Regioni - ci vuole un’agenda condivisa con le Regioni per una programmazione delle riaperture per tutti settori che non potranno ripartire il 4 maggio. Serve una road map che consenta alle economie dei territori di pianificare logistica e interventi necessari per la ripartenza.

Per questo abbiamo avanzato al Governo la richiesta di un confronto, a partire da domani, sulle fasi successive.

Infine 4 temi – ha concluso Bonaccini - su cui nei prossimi giorni occorreranno chiarimenti e azioni condivise:

1) va superato l’embargo per le mascherine, verificando la loro obbligatorietà. Così come sarà urgente verificare con il Ministro della Salute i criteri dei monitoraggi dei dati e l’attivazione di app;

2) interventi per la gestione familiare, con un’attenzione particolare ai bambini, con la verifica delle azioni per i centri estivi e nidi. Occorre poi una concertazione fra gli assessori e il ministro dell’Istruzione per la più efficace futura ripresa delle attività scolastiche.

3) semplificazione profonda per le opere pubbliche e gli appalti

4) confronto con il ministro dell’economia per l’utilizzo degli avanzi vincolati di bilancio e un eventuale ricorso ai finanziamenti in entrata.










Bonaccini (Regioni) al Governo: poste 4 priorità per la “ripartenza”

sabato 18 aprile 2020
Oggi si è tenuta, in modalità di videoconferenza, la “cabina di regia Governo-Regioni-Enti locali” per l’emergenza Covid-19.  “Abbiamo posto al Governo alcune questioni relative alla ‘fase 2’, soprattutto perché riteniamo necessaria una condivisione fra l’esecutivo e le Regioni su “come” affrontare la fase della riapertura, in base ad indicazioni precise del comitato tecnico-scientifico e della task force diretta da Vittorio Colao”, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini.
 
“Le questioni poste – ha spiegato Bonaccini - riguardano essenzialmente 4 aree.
 
1. Coordinamento delle fasi della “ripartenza”
 
Bisogna che siano adottate linee guida nazionali, previo accordo con le parti sociali, che fissino le regole di carattere generale per la riapertura secondo fasi ben precise e graduali, lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole specificità regionali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali. Definire modalità (dispositivi di protezione, test, app, ecc.) che devono essere omogenei su tutto il territorio nazionale per evitare confusione; valutare obbligo per tutta la popolazione dei dpi, anche prevedendone la diffusione presso la grande distribuzione organizzata, anche per calmierare i prezzi.
 
2. Revisione dei tempi delle città
 
Bisogna graduare la riapertura delle attività lavorative e dei servizi delle città e riorganizzare la mobilità della popolazione, prevedendo l’adeguamento del trasporto pubblico locale per far fronte alle esigenze della riapertura. Occorre considerane – sottolinea il Presidente della Conferenza delle Regioni - la necessità di distanziamento, Dpi (dispostivi di protezione individuale), eventuale scaglionamento degli orari di lavoro, diversi flussi; da qui il maggiore costo economico a cui far fronte. E’ necessario posticipare, rispetto alla prima fase della riapertura, la mobilità extraregionale.
 
3. Riavviare il motore economico del Paese
 
Si può prevedere a tale scopo – ha proseguito Bonaccini -  la possibilità di riapertura, anche dal 27 aprile:
- dei cantieri edili, in particolare quelli all’aperto; valutare una procedura semplificata per la ripresa immediata dei cantieri del terremoto attraverso norme in grado di far ripartire gli investimenti
- di alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, per evitare la sostituzione di tali quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri.
Più in generale, bisogna poi superare la disciplina di apertura e chiusura delle attività produttive sulla base dei codici ateco e del regime autorizzatorio delle prefetture; risulta preferibile prevedere una disciplina organizzata sulla pianificazione della riapertura di alcune filiere produttive - particolarmente rilevanti o maggiormente sicure - per il territorio e/o di settore, con la collaborazione di Regioni e Prefetture e la partecipazione delle rappresentanze delle parti sociali, delle Aziende Sanitarie e delle INAIL. Serviranno invece modalità omogenee, concordate e programmate, per una prossima e graduale riapertura degli esercizi di somministrazione al pubblico (bar e ristoranti). Così come emerge una necessità sempre più forte di programmare per le modalità e i tempi di riapertura delle attività turistiche. Infine, è necessario prevedere misure efficaci di sostegno allo smart working.
 
4. Infanzia e scuola
 
Occorre affrontare le riaperture tenendo conto del sostegno all’infanzia, verificando soluzioni per la cura dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini. C’è poi – ha concluso Bonaccini - la necessità di concordare col ministero dell’Istruzione progetti specifici per la riapertura delle scuole da definire in netto anticipo rispetto alle date che verranno fissate, per consentire appunto una adeguata programmazione di tutte le attività necessarie correlate”.


Bonaccini: subito un gruppo di lavoro sulla fase 2, le Regioni pronte con le prime proposte

venerdì 10 aprile 2020
Roma, 10 aprile 2020 (comunicato stampa) Dopo la riunione della Cabina di Regia Governo-Regioni-Enti locali per l’emergenza Covid-19 arrivano le prime proposte delle Regioni.
“E’ quanto mai opportuno prevedere una proroga sino al prossimo 3 maggio delle misure di contenimento dell'emergenza COVID-19”, ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini,” ma dobbiamo sfruttare questo periodo per verificare le modalità che ci potranno portare alla riapertura graduale delle attività e dei servizi. Per questo oggi abbiamo chiesto al Governo l’immediata attivazione di un gruppo di lavoro sulla ‘fase 2’. E abbiamo già sintetizzato le nostre prime proposte in 9 punti prioritari”.
Queste in sintesi le proposte e le richieste delle Regioni
1) Occorre che il prossimo decreto comprenda: le misure restrittive sub-regionali adottate dalle regioni (zone rosse) e le azioni restrittive regionali sulle attività produttive. Le misure restrittive adottate dalle regioni siano nuovamente adottate con ordinanze regionali (la decorrenza del dpcm dal 14 consente alle Regioni di lavorarci).
2) Serve un vademecum di regole chiare, applicabili a tutta la popolazione e in tutto il territorio nazionale, che disciplinino il distanziamento sociale e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale distinguendo a seconda della diversa tipologia di uso (fabbrica, lavoro, supermercato).
3) E’ necessario un intervento per le attività produttive, con specifico riferimento alle singole filiere. Bisogna armonizzare l’attività di deroga delle Prefetture attraverso una normativa che permetta ai Presidenti di Regione di poter concordare sulla pianificazione della riapertura di alcune filiere produttive particolarmente rilevanti per il proprio territorio
4) Occorre prevedere la possibilità di smaltimento dei prodotti giacenti in magazzino per quelle attività produttive che operino esclusivamente salvaguardando le misure di prevenzione del contagio.
5) In vista di una riapertura graduale delle attività produttive e degli esercizi commerciali è fondamentale poter disporre di un numero adeguato di dispositivi di protezione individuale appropriati in riferimento all’attività svolta. Allo stesso modo è necessario assicurare la disponibilità dei DPI anche per la popolazione. Un obiettivo che va perseguito anche superando le disposizioni attualmente vigenti che prevedono la confisca dei dispositivi acquistati sul mercato internazionale per consentire alle imprese di dotare i propri lavoratori degli opportuni strumenti di protezione. Va chiarita la modalità per la produzione approvvigionamento e immissione in commercio dei dispositivi, assicurando con tempestività le necessarie autorizzazioni a quelle imprese che intendano produrli.
6) Necessità di avviare una massiccia campagna di screening sierologici, al fine di garantire maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, individuando i test più appropriati ed efficaci sulla base delle evidenze scientifiche e le categorie a cui sottoporre lo screening. A tale riguardo si ritiene necessario definire a livello nazionale la tipologia di App più appropriata per tracciare gli spostamenti della popolazione al fine di limitare i contagi.
7) Valutare possibili sperimentazioni pilota di riapertura di attività su alcune zone a minor rischio in modo da costituire benchmark per gli altri territori.
8) Consentire alle imprese di utilizzare il tempo che intercorre fino alla riapertura per procedere all’adeguamento delle strutture alle condizioni di sicurezza.
9) Avviare il confronto – nel rispetto delle normative di prevenzione - sulla riapertura di alcune attività fondamentali a partire dalla manutenzione del territorio ai fini della prevenzione degli incendi boschivi; delle reti idriche; dei cantieri per la ricostruzione post sisma; dei cantieri stradali e ferroviari.



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