Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Isole minori: Documento Regioni

giovedì 2 luglio 2009


in allegato il documento in formato pdf

 

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

09/056/CR/C11

 

DOCUMENTO “ISOLE MINORI”

 

Le Isole minori presenti in sette Regioni: Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana e costituite da 36 Comuni, esprimono una superficie di Kmq. 919,19 ed una popolazione di circa  200.000 abitanti.

Rappresentano, nel contesto italiano, un momento di fermento particolare e costituiscono una esperienza unica come innovazione istituzionale e come modello di sviluppo realizzato.

Questa consapevolezza ha portato alla conclusione che fosse necessario associarsi per cercare, con un agire comune e quindi rafforzato, la soluzione ai problemi caratterizzano le piccole Isole italiane.

 

Nel 1990 veniva presentato – a Roma – il “Progetto strategico delle Isole minori” integrato da un allegato sulla Sanità.

Esso partiva dalla consapevolezza del valore unico delle Isole, sotto il profilo naturalistico, ma anche delle tradizioni e culture conservate, pressoché intatte, grazie all’insularità.

Con la consapevolezza che i normali strumenti ed i soli abitanti delle Isole non possono fare sentire le loro voci con la forza necessaria a risolvere i loro problemi, venivano, auspicati interventi speciali.

 

Nel 2000 è stato approvato un Accordo quadro per lo sviluppo economico

- Sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri come impegno per tutti i Ministeri;

- Sottoscritto dai Presidenti delle sei Regioni nel cui territorio ci sono Isole ed Integrato ( marzo 2006) dalla Regione Liguria;

- Sottoscritto dal Presidente ANCIM quale impegno per tutti i Sindaci delle Isole minori;

- Sottoscritto dal Presidente della Federazione parchi quale impegno per i parchi e le Aree marine protette.

-Venne assegnato un primo finanziamento CIPE, a valere sul Fondo aree sottoutilizzate, di 100 miliardi per dare attuazione all’Accordo quadro.

- Un secondo finanziamento -  di pari importo – da parte del Ministero delle Attività produttive per un bando 488/92 esclusivamente dedicato alle Isole minori e con procedure – in parte – riviste secondo il PIST (programma integrato di sviluppo territoriale)

- Un finanziamento di circa 52 milioni di euro nella finanziaria del 2002 che è gestito dal Ministero dell’Interno.

- E’stato creato un Marchio, quale simbolo di contraddistinzione non solo dei prodotti delle Isole minori italiane, ma anche degli eventi.

Questi gli atti fondamentali che hanno caratterizzato e l’agire comune delle Isole minori.

Il DUPIM ed il suo strumento attuativo (PIST) ha costituito una novità e una sfida fondata sulla sussidiarietà

Iniziative pubbliche e private monocomunali, pluricomunali all’interno della stessa realtà geografica e plurinsulari di realtà geografiche diverse.

Interventi privati, non solo coerenti con gli obiettivi di sviluppo individuati, ma – in qualche caso – interagenti con gli interventi pubblici.

Innovativo è stato anche lo strumento per risolvere gli eventuali conflitti, infatti è stata indicata la procedura di mediazione conciliazione (ADR).

Sperimentale è stato anche il ruolo con una Banca – che ha affiancato l’attività Comunale – a titolo gratuito – e valutato i progetti non considerando solo le garanzie reali che il soggetto poteva prestare.

Il DUPIM ed il PIST hanno trovato un ulteriore rafforzamento giuridico amministrativo all’interno di Delibere regionali e Delibere CIPE.

In alcune Regioni essi sono stati inseriti nei POR o nei PIT.

La Costituzione europea dedica specifica attenzione sia alle Isole che alla Montagna ritenendole aree bisognose di particolare tutela.

Il trattato di Maastricht ribadisce gli stessi concetti.

E’ stato attivato un dialogo con le altre Isole minori dell’Europa e con la loro Associazione (ESIN) con l’obiettivo di elaborare un programma operativo comune.

Un raccordo è stato attivato anche con le Isole del Mediterraneo (in particolare CIPRO e MALTA)

 

In cosa consiste la sfida dei 36 Comuni delle piccole

Isole italiane:   

- superare l’emarginazione;

- superare i gap legati all’insularità: scuola - sistema socio sanitario – infrastrutture (materiali ed immateriali) – trasporti.

- superare la prassi di uno sviluppo incentrato quasi esclusivamente sul turismo attraverso la valorizzazione delle tradizioni socio culturali e dei prodotti tipici di qualità;

- superare le azioni di sviluppo frazionate nelle 36 realtà comunali per ricuperare la forza di un agire comune e di un agire integrato.

 

GLI ASSI DI SVILUPPO individuati sono:

■  riqualificazione dei centri abitati e ricupero degli edifici pubblici da destinare ad iniziative socio-culturali e centri polivalenti;

■  difesa delle coste e rifacimento delle spiagge;

■  produzione di energia elettrica applicando nuove tecnologie, combustibili non inquinanti e RES per migliorare il rapporto con l’ambiente;

■  recupero a funzioni turistiche e culturali del patrimonio storico;

■  adeguamento delle effettive esigenze della popolazione residente e turistica delle infrastrutture e dei servizi, con particolare riguardo alla mobilità interna a ciascuna isola e tra le isole facenti parte di un medesimo arcipelago o sistema di area protetta, all’approvvigionamento idrico, alla gestione dei rifiuti, alla depurazione e recupero delle acque reflue;

■  funzionalità e potenziamento degli approdi e dei servizi marittimi;

  realizzazione  dei centri di interesse e di promozione del turismo anche attraverso l’adeguamento e la riqualificazione della ricettività;

■  rilancio delle attività produttive tradizionali con individuazione del rispettivo marchio di qualità;

■  studio e realizzazione di un sistema di rete materiale ed immateriale.

Più volte è stato auspicato che questa sperimentazione e queste peculiarità trovassero un rafforzamento in una legge specifica, pertanto l’iniziativa del Senato di procedere all’approvazione di una legge sulle Isole minori è particolarmente importante.

I ddl all’esame partono tutti dalla valutazione delle problematiche delle Isole, ma alcuni si differenziano nelle soluzioni e soprattutto nell’individuazione della sede di riferimento: alcuni propongono il Ministero dell’Interno, alcuni il Ministero dell’Ambiente alcuni prevedono che il Ministero del Turismo predisponga un programma triennale di interventi.

Per la trasversalità dei problemi delle Isole si ritiene che il Comitato di coordinamento, più opportunamente, debba essere collocato presso la Presidenza del consiglio dei Ministri.

Infatti anche l’Accordo quadro, come sottoscritto a suo tempo, è

stato firmato dal Presidente  del Consiglio dei Ministri come

garanzia di orizzontalità. Il Comitato deve prevedere una composizione paritetica tra ministeri, regioni e comuni.

Quindi se sette sono le Regioni, sette devono essere i Comuni e sette i Ministeri. Il Comitato dovrebbe avere le funzioni esplicitate nell’Accordo quadro.

La previsione, in qualche disegno di legge, di Intese di programma, di APQ vedrebbe vanificato l’attuale assetto che ha dimostrato tutta la sua funzionalità nell’impegnare e spendere celermente i fondi. Fatto riconosciuto da più Ministeri e soprattutto dall’economia.

Le volte che si è derogato dal percorso previsto nell’Accordo quadro, i tempi di impegno e spesa dei finanziamenti è stato molto più lungo, non integrato con la programmazione organica del DUPIM e di difficile valutazione nei suoi effetti.

Sembrerebbe anche di utilità, come previsto in un ddl, che il Presidente dell’ANCIM faccia parte della Conferenza Unificata come rappresentante dell’attività e delle problematiche unitarie dei 36 Comuni delle isole minori.

La previsione di contributi su passeggeri, veicoli e su limitazione flussi andrebbe normata come possibilità attuativa in modo che siano i Comuni a valutare il se applicarlo, quando ed in che misura in considerazione  che i trasporti onerosi influiscano negativamente sul turismo.

Quindi, una politica dei trasporti più facilitata per i residenti, ma anche per i turisti permetterebbe di attivare il contributo per passeggeri e veicoli.

Condivisibile e fondamentale per dare concretezza ad una specifica legge sulle Isole minori è la previsione di un fondo specifico pluriennale da assegnare alle Regioni, sede di isole, che lo erogheranno in attuazione del DUPIM e dello stato di avanzamento dei progetti in esso delineati.

A questo proposito si cita l’esperienza positiva realizzata con il primo fondo assegnato dal CIPE mentre procedure diverse hanno dimostrato la loro lentezza a supportare un processo programmatico sperimentale quale quello posto in essere.

 

 

 

 

Roma, 2 luglio 2009

isoleminori2lu09.pdf