Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Trasporto pubblico locale tra finanziaria '06 e legge obiettivo

giovedì 26 gennaio 2006


MANCATO RECEPIMENTO DELLE PROPOSTE DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME IN MATERIA DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE NELLA LEGGE FINANZIARIA 2006: EFFETTI E CONSEGUENTI INIZIATIVE

 

 

 

La totale disattenzione verso il mondo del TPL e verso i problemi che lo attanagliano è stata confermata in occasione della approvazione della Finanziaria 2006.

 

Tutte le proposte avanzate dalla Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio e tradotte dalla Conferenza delle Regioni nel Documento sulla Finanziaria 2006, presentato al Governo, sono state ignorate.

 

Le prospettive purtroppo non sono incoraggianti: la Finanziaria 2006 ha altresì effettuato pesanti tagli agli investimenti che finiranno per compromettere anche il completamento dei lavori già avviati per infrastrutture del settore stradale, come di quello ferroviario, come di quello marittimo, e l’esecuzione dei programmi di manutenzione per strade e ferrovie.

 

Sono stati, in particolare, ridotti gli stanziamento in favore dell’ANAS S.p.A., per i pagamenti delle spese di investimento. L’ANAS riuscirà, quindi, a coprire solo le spese di funzionamento e l’avanzamento dei cantieri in corso e anche questo non senza gravi problemi di cassa, che già si ripercuotono sul comparto delle imprese di costruzione e sul relativo indotto.

 

A fronte dell’ambizioso programma di potenziamento della rete stradale e autostradale nazionale, approvato nel Piano Pluriennale ANAS 2003-2012, (che include anche le infrastrutture strategiche della Legge Obiettivo), in cui si prevedono interventi per un totale di 170 miliardi di euro, di cui:

-           50 miliardi sulla rete di interesse nazionale o interregionale;

-           43 miliardi sulla rete ANAS in ambito regionale;

-           60 miliardi sulla rete autostradale in concessione;

-           10 miliardi sulla rete autostradale in gestione diretta ANAS;

-           7 miliardi di euro per la sicurezza e la manutenzione straordinaria,

si configura un anno di stand-by sia per la realizzazione di nuove opere – non è stato approvato neanche il Contratto di Programma Triennale ANAS, che doveva individuare i finanziamenti del primo triennio – sia, addirittura, per l’avvio di nuove progettazioni, per le quali non sono state stanziate risorse.

 

Anche la gestione delle infrastrutture stradali esistenti sarà notevolmente penalizzata, in quanto sono state praticamente dimezzate le risorse per la manutenzione ordinaria e non sono state assicurate le risorse necessarie per la manutenzione straordinaria: ciò, naturalmente, comporterà un significativo abbassamento dei livelli di qualità e sicurezza della circolazione.

 

Per quanto concerne poi il trasporto pubblico, si osserva che proprio nella fase in cui le scelte di mobilità dei cittadini sembravano orientarsi sempre più verso il trasporto collettivo e la programmazione e pianificazione regionale hanno in tale ambito privilegiato il ferro ed anche, in alcune realtà, il mare, proprio ora il miglioramento e lo sviluppo del trasporto pubblico medesimo sono fortemente messi in discussione dall’atteggiamento del Governo.

 

Le proposte avanzate dalle Regioni intendevano conseguire tre obiettivi, ritenuti quelli minimi per garantire il livello attuale dei servizi ferroviari e su gomma e per superare le gravi difficoltà societarie e finanziarie incombenti sulle imprese ferroviarie regionali.

 

Gli obiettivi erano :

1.     garantire un pacchetto di provvedimenti che consentisse una maggiore agibilità al settore :

 

1.a)  confermando quanto già disposto con la legge n. 350/2003 per il triennio 2001-2003 circa il rimborso alle Regioni dell’IVA sui contratti di servizio( tra l’altro, per inciso, non ancora erogati e trattasi di 282 M€) come del resto lo Stato ha provveduto nel proprio contratto di servizio con Trenitalia per i treni-notte, anche per gli anni 2004 e successivi, evitando così di determinare per le Regioni una perdita netta di risorse e rispettando nel contempo i principi su cui si fondano i meccanismi di compartecipazione all’IVA ai sensi del Decreto legislativo n. 56/2000.

 

1.b)  sottraendo le spese riguardanti i servizi di trasporto di interesse regionale e locale alle limitazioni imposte dalle esigenze connesse al rispetto del patto di stabilità, per evitare di pregiudicare l’erogazione di servizi “fondamentali” quale quello del trasporto pubblico regionale e locale in palese contraddittorietà con gli obiettivi comunitari e nazionali di incentivare il trasporto pubblico per i benefici effetti trasversali in termini di decongestionamento del traffico nei centri urbani, tutela dell’ambiente e della salute e di miglioramento delle condizioni generali di vivibilità.

 

1.c)  riconoscendo alle Regioni una quota dell’accisa sul gasolio per autotrazione nella misura di 0,10 euro per litro per riequilibrare i gettiti riconducibili al tributo proprio regionale finalizzato al sostegno del TPL.

 

1.d)  assumendo iniziative fiscali finalizzate all’incentivazione dell’uso del TPL con il riconoscimento alle imprese che provvedono all’acquisto dei titoli di viaggio per i propri dipendenti di un credito di imposta corrispondente in sede di pagamento IRPEG e ai cittadini che vi provvedono direttamente la detrazione in sede di denuncia IRE.

 

2.     procedere al riequilibrio fra i compiti trasferiti alle Regioni in materia di trasporto ferroviario e le relative risorse finanziarie, sia in termini di adeguamento all’inflazione  ( le risorse trasferite sono cristallizzate ai valori 1999 per le ferrovie regionali ed al 1997 per FS spa), sia in termini di sostegno ai nuovi servizi.

 

2.a) emanando il Decreto interministeriale Infrastrutture e Trasporti  ed Economia che adegua  il trasferimento alle Regioni delle risorse per le ferrovie regionali nel rispetto  delle norme di legge e nei valori determinati nella Relazione firmata dal Ministro dei Trasporti sulla base delle risultanze dei tavoli interministeriali e regionali di monitoraggio.

 

2.b)  provvedendo all’incremento delle risorse  che riguardano i servizi assegnati a FS spa sia per l’adeguamento delle stesse all’inflazione programmata, sia per consentire l’attivazione dei nuovi servizi ferroviari conseguenti ai potenziamenti di rete realizzati, ai piani di sviluppo di RFI e alla disponibilità di maggiori tracce a seguito della progressiva attivazione della rete AV/AC.

 

3.     emendare quei provvedimenti nella Finanziaria che costituivano limitazioni agli investimenti per l’acquisto di beni e servizi finalizzati all’esercizio del trasporto pubblico:

 

3.a)  modificando la norma ( art.3 L. 350/2003) che per un verso prevede che costituisce indebitamento l’assunzione di obbligazioni il cui peso economico resta in capo allo Stato e, per altro verso, non consente alle Regioni di destinare alle imprese di trasporto fondi per l’acquisto di beni essenziali per l’espletamento del servizio.

 

3.b) ripristinare la dotazione di risorse per l’acquisto di autobus e di altri mezzi di trasporto, ridotte di 40,2 M€/anno per il triennio 2006 – 2008 ( tab. E ed art. 1, comma 604) per scongiurare le gravissime ripercussioni per le Regioni che hanno assunto obbligazioni finanziarie.

 

Nessuna delle proposte formulate è stata presa in considerazione per cui le prospettive per il TPL sono drammatiche e, ricordiamo, solo per inciso, che si aprirà a brevissimo la stagione delle rivendicazioni sindacali per il 2° biennio  del Contratto Autoferro.

Tutte le Regioni sono in serie difficoltà a mantenere l’attuale livello dei servizi, sia quelli ferroviari che quelli su gomma, tanto che in diverse realtà già si programmano per il 2006 riduzioni dei servizi.

Tale situazione ha riflessi ancora più gravi per il Mezzogiorno che già sconta un livello di servizi  molto più ridotto rispetto alle Regioni del Centro Nord.

Tutto ciò, inoltre, è in palese contraddizione con i piani di potenziamento  delle reti, per cui siamo al paradosso di aver realizzato ed avere in corso di realizzazione nuove infrastrutture  e di non essere nelle condizioni di attivare i servizi per l’effettuazione dei quali tali infrastrutture sono state realizzate e si stanno realizzando. I miliardi di euro spesi dalla Legge Obiettivo, dalle Leggi 910 e 211, dai FAS, dal POR, dal PON non si traducono in nuovi servizi e  ad oggi, non portano alcun beneficio. L’assenza di programmi di intervento per lo sviluppo del TPL e di piani per il reperimento di risorse da destinare allo sviluppo pone il legittimo interrogativo sul senso degli investimenti effettuati, in corso e programmati.

 

Al Governo le Regioni presentano questo punto di domanda che è centrale, rappresentano nei suoi termini drammatici la realtà del sistema del TPL in crisi, con prospettive di riduzione progressiva dei servizi offerti in tutte le modalità di trasporto, nonché del sistema viario che rischia un decadimento dei livelli manutentivi e quindi della sicurezza.

Le Regioni a questo punto pretendono risposte urgenti e concrete.

Le Regioni destinatarie di gran parte delle deleghe in tale materia non possono restare inerti rispetto a questa situazione che si configura come una vera e propria “Emergenza Nazionale”, che rischia di avere conseguenze irreparabili per gli anni futuri, per cui aprono una vera e propria vertenza per tutti i comparti riguardanti la mobilità delle persone e delle merci.

 

 

 

Roma, 26 gennaio 2006