Aula - Stralcio Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021 - Interrogazione a riposta immediata: Riordino complessivo del settore dello spettacolo

venerdì 5 marzo 2021


Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 303 del 04/03/2021

 

Interrogazioni a risposta immediata

 

Atto n. 3-02313

Pubblicato il 3 marzo 2021, nella seduta n. 302

MONTEVECCHI - Al Ministro della cultura. -

Premesso che:

si apprezzano gli sforzi di sostegno economico messi in campo per far fronte all'emergenza imposta dall'epidemia da COVID-19 e dalla conseguente battuta di arresto delle attività culturali. In particolare, le misure messe in campo per il settore della danza e quelle più recenti per la musica dal vivo;

nel comparto della cultura, in particolare in quello dello spettacolo dal vivo, la pandemia da COVID-19 ha fatto emergere con drammaticità le lacune esistenti a livello normativo, tra le altre in materia di welfare;

l'ampia varietà di professionalità nel mondo dello spettacolo dal vivo, la precarietà, l'intermittenza intrinseca di alcune figure professionali, la forte presenza di contratti atipici e sostanzialmente l'assenza di un impianto normativo previdenziale e assistenziale ad hoc rendono questi lavoratori particolarmente fragili, anche al cospetto di shock esterni;

la 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato ha approvato il 15 gennaio 2020, nell'ambito di un affare assegnato promosso dall'interrogante, una risoluzione riguardante i criteri di riparto del FUS. Il Ministero non ha ancora provveduto a rivedere complessivamente i meccanismi di riparto del fondo in coerenza con tale atto di indirizzo. In questo contesto, ai finanziamenti FUS si sono aggiunti quelli extra FUS e quelli di altro tipo, il che nell'insieme non dà luogo ad un sistema coordinato, trasparente e completamente efficace;

un altro importante lavoro parlamentare in fase conclusiva è quello dell'indagine conoscitiva su lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo presso la Camera dei deputati a cura dell'on. Alessandra Carbonaro;

in questo quadro si evidenzia la mancata emanazione di taluni decreti attuativi di cui alla legge n. 175 del 2017, "codice dello spettacolo", e il mancato avvio dell'emanazione del disegno di legge collegato alla manovra di bilancio per il 2020 recante disposizioni in materia di spettacolo, industrie culturali e creative e turismo;

considerato che:

è quindi essenziale colmare le lacune normative che nei decenni si sono stratificate, non solo attraverso il sostegno economico emergenziale teso ad accompagnare il settore fuori dalla crisi, ma anche attraverso un'azione che abbia un respiro oltre l'emergenza e ponga le basi per una virtuosa e solida ripartenza;

tale nuovo impianto normativo deve essere basato sul riconoscimento di un sistema che ponga al centro il benessere dei lavoratori, garantisca adeguate forme contrattuali, una retribuzione equa e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché adeguate forme di previdenza e assistenza sociale;

alla Camera dei deputati è stato presentato il disegno di legge "Disposizioni per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo" a firma delle onorevoli Gribaudo e Carbonaro, di cui sarebbe opportuno un inizio tempestivo dell'esame, magari abbinandovi testi successivi al fine di evitare un procedere caotico dei lavori ed una frammentazione normativa a detrimento della redazione di un impianto normativo coerente, organico e dunque efficace;

i finanziamenti erogati tramite FUS, extra FUS e altri bandi non hanno in alcuni casi ristorato tutte le categorie che ne avevano bisogno, si veda per esempio il caso del settore della discografia emergente e indipendente, mentre in altri casi hanno alimentato diseguaglianze, come nel caso dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche che, secondo l'opinione dell'interrogante, sono stati assoggettati a misure di fondo integrativo salariale, per esempio, a fronte di una dubbia necessità di essere raggiunti da queste iniziative,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del quadro esposto e quali iniziative intenda intraprendere, tra quelle di sua competenza, per raggiungere gli obiettivi enunciati nella presente interrogazione, tra cui quello di dotare il settore dello spettacolo dal vivo di un sistema di welfare e di un'organizzazione adeguati.

 

 

 

 

PRESIDENTE. La senatrice Montevecchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-02313 sulla necessità di un riordino complessivo del settore dello spettacolo, per tre minuti.

 

 

MONTEVECCHI (M5S). Signor Presidente, signor Ministro, l'emergenza socio-sanitaria in corso ha imposto la chiusura di tutti i luoghi della cultura e dello spettacolo dal vivo per lungo tempo. Tutta la filiera culturale è stata improvvisamente investita da questa emergenza, che non ha precedenti. Sono certamente apprezzabili gli sforzi e le misure di sostegno economico messi in campo dal governo Conte e dal suo Ministero, volti sia a sostenere il reddito sia a prevedere forme di riapertura, laddove possibile. Ciononostante, sono emerse criticità con riferimento, ad esempio, alla mancata inclusione di alcuni codici Ateco e a taluni ritardi amministrativi.

Questo shock ha reso ancora più fragili i lavoratori del mondo dei beni culturali e dello spettacolo dal vivo (argomento di oggi, nello specifico): precarietà, intermittenza intrinseca del lavoro di alcune figure, talune situazioni di esternalizzazione, la forte presenza di contratti atipici e, sostanzialmente, l'assenza di un impianto normativo previdenziale e assistenziale ad hoc hanno alimentato una generale condizione drammatica per questi lavoratori.

Sono poi emerse criticità sui criteri di ripartizione del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) e dell'extra FUS. Altri bandi non hanno in alcuni casi ristorato tutte le categorie che ne avevano bisogno: è il caso, per esempio, della discografia emergente indipendente; invece, in altri casi si sono alimentate disuguaglianze, come per i lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche, che, a parere dell'interrogante, hanno immotivatamente ottenuto i contributi del Fondo d'integrazione salariale (FIS); oppure parliamo di circoli e associazioni culturali rimasti penalizzati.

Già prima della pandemia, proprio sul FUS avevo personalmente promosso un affare assegnato in 7a Commissione ed è stata votata una risoluzione per rivedere i criteri di riparto. Purtroppo devo rilevare che il Ministero non ha ancora prodotto una proposta che tenga conto complessivamente degli indirizzi espressi. Alla Camera dei deputati è stato presentato un disegno di legge, a firma delle onorevoli Gribaudo e Carbonaro, sulla tutela del lavoro nello spettacolo e altre proposte si sono aggiunte successivamente.

Le chiedo quindi, alla luce di questo contesto, quali iniziative il Ministero stia intraprendendo per le parti di diretta competenza e quali stia promuovendo in sinergia con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale al fine di raggiungere gli obiettivi preposti e condivisi, inclusa la ripresa della revisione del codice dello spettacolo. (Applausi).

 

PRESIDENTE. Il ministro della cultura, onorevole Franceschini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

 

FRANCESCHINI, ministro della cultura. Signor Presidente, naturalmente gli interventi legati all'emergenza, come ha sottolineato la senatrice Montevecchi, possono avere avuto aspetti che hanno funzionato bene e altri meno, anche perché siamo in un terreno assolutamente inesplorato.

Nel settore dello spettacolo, l'assoluta differenza e varietà di tipologie di contratti (gli intermittenti, gli stagionali o i precari) senza un censimento ci ha messo in condizione di intervenire, da una parte, in modo piuttosto semplice, cioè con l'estensione della cassa integrazione, come ho citato prima; dall'altra, con un'esigenza che è stato possibile concretizzare attraverso i primi bandi per le misure dei 600 euro e dei successivi 600 e poi dei 1.000 e degli altri 1.000 euro, abbiamo potuto censire i lavoratori del settore, anche in questo caso, per la prima volta. Sono così emersi numeri e tipologie di contratto che adesso consentiranno di affrontare il tema che più volte il Parlamento si è posto, quello cioè della regolarizzazione e tipizzazione dei contratti nel settore dello spettacolo sulla base di numeri certi, cioè quelli che hanno ricevuto i fondi dell'emergenza, che hanno fatto le domande. Abbiamo quindi sia una quantificazione sia caratterizzazioni rispetto a queste tipologie così variegate e poco conosciute. Credo che questa sia un'esigenza fondamentale, però abbiamo strumenti da portare a termine, naturalmente al di là degli interventi per l'emergenza che continueranno, come ho detto prima.

Più in generale, come l'interrogante ha chiesto, in relazione ai decreti legislativi di cui alla legge n. 175 del 2017, si tratta di deleghe che erano già scadute prima dell'inizio del mio mandato nel settembre 2019 e la presentazione del disegno di legge collegato alla manovra di bilancio 2020 è stata ovviamente superata dalle vicende dell'emergenza. In ogni caso, è mia intenzione presentare il disegno di legge collegato alla manovra di bilancio 2021, con il quale intendiamo riaprire la delega prevista dalla legge n. 175 del 2017 in materia di spettacolo, mediante la revisione del codice dello spettacolo. Quella sarà l'occasione, con un meccanismo partecipativo, per censire le varie tipologie di lavoratori e capire, al di là delle misure di ristoro per l'emergenza, quali possono essere le garanzie da mettere a disposizione di un settore i cui lavoratori hanno diritto di essere regolamentati, garantiti e tutelati come gli altri, cosa che non è mai avvenuta in modo preciso nel mondo dello spettacolo dal vivo. (Applausi).

 

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Montevecchi, per due minuti.

MONTEVECCHI (M5S). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, devo dire di non essere del tutto soddisfatta della risposta, perché è vero che le deleghe erano scadute, ma veniamo dalla legislatura precedente, in cui Ministro era colui che aveva portato a termine il codice dello spettacolo: quindi, questa non mi pare una grande giustificazione. Che si debba aspettare un nuovo disegno di legge di revisione del codice, quando ce n'è già uno, collegato alla manovra di bilancio del 2020, non lo trovo francamente opportuno, visti anche i tempi e le urgenze, quindi riprenderei quel testo. Se comunque è in arrivo un nuovo testo, va bene: lo valuteremo.

Sono invece soddisfatta per la parte in cui, finalmente, grazie alla pandemia, siamo arrivati ad avere numeri e tipologie certi e quindi, sicuramente, una base solida su cui ripartire. Signor Ministro, la invito anche, quando sarà votato il documento finale, a prendere visione dell'indagine conoscitiva promossa dall'onorevole Carbonaro alla Camera dei deputati, che credo le sarà molto utile per una ripartenza solida, perché non andrà tutto bene, se sarà tutto come prima. (Applausi).