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Linee Guida valorizzazione cultura: collaborazione pubblico-privato
Documento della Conferenza delle Regioni del 22 novembre

(regioni.it) La Conferenza delle Regioni del 22 novembre ha approvato il seguente documento di Linee Guida sulla valorizzazione della cultura attraverso la collaborazione pubblico-privato (in allegato la versione integrale). Di seguito le premesse delle Linee Guida che sono state pubblicate integralmente nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it:
"Il presente documento intende fornire alcune linee guida che rappresentino un punto di riferimento flessibile e adattabile da parte delle diverse Amministrazioni pubbliche, per la definizione di ambiti e procedure finalizzate ad una migliore e più agevole collaborazione pubblico/privato nelle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
Dopo una prima sezione di inquadramento dei principali attori coinvolti e dei rispettivi ruoli, si è proceduto ad analizzare gli aspetti normativi e fiscali a scala nazionale e regionale associati alle sponsorizzazioni e alle erogazioni liberali dei soggetti privati quali imprese, fondazioni bancarie ed altre organizzazioni, rilevandone le criticità e avanzando alcune proposte migliorative. Si sono quindi individuate le condizioni che possono favorire l’instaurarsi di partnership efficaci e durature fra pubblico e privato, nella fase di progettazione dell’iniziativa culturale. Il tema del rapporto fra mondo dell’impresa e cultura è oggetto di interesse da parte di tutti i soggetti che hanno partecipato alla stesura del documento, i cui contenuti nascono dal confronto tra la Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni e alcuni rappresentanti delle imprese che aderiscono all’Associazione Civita. Quest’ultima, sollecitata dal suo Comitato "Comunicare la Cultura: nuovo media per le imprese", nel 2010 ha condotto la ricerca "Il Valore della Cultura", finalizzata a misurare l’investimento nel settore da parte dei privati, indagare le molteplici ragioni che spingono le imprese ad investire in cultura, e comprendere i cambiamenti intervenuti o necessari per migliorare il rapporto tra pubbliche amministrazioni e soggetti privati. Tra le problematiche rilevate vi è la differenza di fondo tra i due mondi dovuta alla scarsa conoscenza reciproca di logiche, dinamiche e finalità specifiche, alla complessità delle procedure e difficoltà di accesso alle informazioni rispetto alle erogazioni liberali, alle sponsorizzazioni, alla mancanza di dati relativi agli esiti delle iniziative oggetto di sponsorizzazioni. Ricerca i cui esiti in qualche modo costituiscono il punto di partenza delle riflessioni che seguono.
Il tema in questione risulta piuttosto complesso e le ragioni per le quali la dialettica pubblico-privato e gli strumenti attraverso i quali questa si realizza svolgono un ruolo determinante nella valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese sono da ricercarsi nelle caratteristiche proprie del sistema dei beni culturali e nella profonda evoluzione che, più in generale, ha riguardato il rapporto tra interesse pubblico e privato in questo ambito. Con riferimento in particolare a quest’ultimo aspetto, il superamento del dualismo tra "attore pubblico" quale interprete e garante esclusivo degli interessi generali e "soggetto privato" quale portatore - solo ed esclusivamente - di interessi legati al mero profitto ha attribuito rilevanza al contributo offerto dal privato a beneficio di un settore culturale afflitto da una progressiva riduzione delle risorse pubbliche a disposizione, favorendo inevitabilmente anche l’affermazione di realtà intermedie "private" cui il pubblico ha riconosciuto importanti poteri di intervento diretto nel settore e che talvolta assumono il ruolo di veri e propri operatori culturali. Se, dunque, il mondo della cultura sta vivendo una faticosa evoluzione interna, si rileva come i molteplici soggetti che a diverso titolo e ai vari livelli - amministrativi, finanziari e gestionali - vi prendono parte non sempre sono nelle condizioni di comunicare agevolmente fra loro e di sfruttare efficacemente le significative potenzialità che questo nuovo "pluralismo culturale" è in grado di esprimere.
( red / 26.11.12 )

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