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Regioni.it

n. 4214 - venerdì 14 gennaio 2022

Sommario
- Pnrr e infrastrutture: al Sud 33,8 miliardi di investimenti, 56% risorse
- Covid-19: i dati della cabina di regia Iss-ministero
- Scuola, pandemia e vaccinazioni
- Pandemia: Bonaccini, Emilia-Romagna sperimenta autotest
- Monitoraggio Sentenze Corte Costituzionale novembre-dicembre 2021
- Digitalizzazione e banche dati al centro delle conferenze interistituzionali fra novembre e dicembre

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Covid-19: i dati della cabina di regia Iss-ministero

Le ipotesi per un diverso calcolo dei ricoverati. L'impatto Omicron nello studio Iss-Ministero salute e Fondazione Kessler

(Regioni.it 4214 - 14/01/2022) Sono 13 le regioni (o province autonome) che risultano classificate a rischio alto, di cui 3 a causa dell'impossibilità di valutazione, 8 quelle che risultano classificate a rischio moderato, secondo il dm del 30 aprile 2020. Tra queste, cinque sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto, secondo lo stesso DM  Quasi tutte le regioni riportano almeno una singola allerta di resilienza, ma  dieci  ne riportano molteplici.
E' quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute sul Covid-19. allerte di resilienza.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 17,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio) rispetto  al 15,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 6 gennaio).
Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 27,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio) rispetto al 21,6% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 6 gennaio).
Raddoppia il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (649.489 vs 309.903 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in forte diminuzione (13% rispetto al 16% la scorsa settimana). È in diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% rispetto al 50%) ed aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (39% rispetto al0 34%).
Intanto dopo le sollecitazioni dei giorni scorsi affinché si possano escludere i pazienti ricoverati per cause diverse ma positivi al Covid dall'elenco dei ricoveri e quindi dal relativo calcolo dell'occupazione dei posti letto in area medica, Governo e Regioni sono al lavoro sui criteri da seguire nel conteggio dei ricoveri Covid. Rispetto però alle prime indiscrezioni su una possibile circolare del ministero della Salute , il dicastero guidato dal ministro Roberto Speranza ha precisato con una nota "che nessun atto formale è stato disposto al momento da parte del ministero della Salute. Fermo restando quanto riconosciuto ieri dall'Istituto superiore di sanità è ovviamente sempre aperta l'interlocuzione con le regioni". E ieri l'ISS ha spiegato che "L’importanza di monitorare i casi attraverso la sorveglianza non va confusa con i criteri con cui si decidono le indicazioni per casi e contatti".
Le Regioni non hanno ricevuto alcuna circolare dal ministero della Salute relativa alla gestione dei casi Covid negli ospedali e alle modalità con le quali questi devono essere conteggiati nei bollettini. Probabilmente sono circolate bozze di lavoro ma - ribadiscono sia fonti regionali che di governo - non c'è alcuna circolare né al momento saranno effettuate modifiche che andranno ad incidere sull'attuale sistema di conteggio dei casi. Il dibattito sulla questione e l'interlocuzione tra governo e regioni resta comunque aperto e, secondo quanto riportato dall'Ansa, ogni eventuale modifica dovrebbe in ogni caso essere prima essere condivisa con palazzo Chigi.
L'orientamento emerso nel corso della riunione di oggi del Comitato tecnico scientifico in merito alla richiesta  di modificare le modalità con le quali vengono conteggiati i pazienti Covid negli ospedali sarebbe quello di non modificare i criteri dell'attuale bollettino. Gli esperti, secondo fonti del Comitato riportate dall'agenzia Ansa, avrebbero ribadito la necessità di continuare a conteggiare anche gli asintomatici che entrano in ospedale per altri motivi ma che risultano positivi al virus per monitorare l'andamento della pandemia e identificare le varianti.
Il Comitato tecnico scientifico ha invece dato il via libera al protocollo messo a punto nella riunione tra il Governo e le Regioni alla quale hanno partecipato anche i vertici del Coni e della Lega di Serie A. Il protocollo - che prevede tra l'altro il blocco dell'intero gruppo squadra nel caso in cui si raggiunga un numero di positivi superiore al 35% dei componenti - ha l'obiettivo di individuare regole "sicure e condivise" per "assicurare parità di trattamento e dare certezza al prosieguo delle attività sportive".
Il documento stabilisce inoltre che i soggetti positivi debbano rimanere in isolamento, monitorati e controllati in base all'attuale normativa. I 'contatti ad alto rischio', a prescindere dallo stato vaccinale, devono invece essere sottoposti a test antigenico ogni giorno per almeno 5 giorni e hanno l'obbligo di indossare la mascherina Ffp2 ad eccezione di quando si svolge l'attività sportiva. Per quanto riguarda infine i 'contatti a basso rischio', nei loro confronti si applicano le misure previste dalle indicazioni del ministeriali ed è comunque raccomandato l'utilizzo della Ffp2.
"La notizia della nuova circolare del ministero della Salute, che toglie i pazienti ricoverati in ospedale per cause diverse dal Covid che risultino positivi ai test per il virus Sars-Cov-2 ma asintomatici, dal conteggio tra i ricoveri dell'Area Medica Covid sarebbe stata un'ottima notizia, purtroppo smentita dal ministro della Salute Speranza. Noi andremo avanti con la nostra proposta per cambiare il conteggio dei dati, che speriamo possa presto diventare realtà senza ulteriori indugi", scrive in una nota il presidente
della Liguria, Giovanni Toti.
"E' logicamente condivisibile il fatto che gli ammalati di Covid presenti in ospedale, se ricoverati non a causa del virus ma per altre ragioni, non vengano computati nel bollettino giornaliero. Tuttavia questo
non risolve il problema della pressione sulla rete ospedaliera". Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
In un'intervista al Corriere della Sera Luca Zaia, presidente della regione Veneto, ha sosyenuto l'esigenza di modificare "la definizione di caso Covid", chiedendo "con il massimo rispetto" al  Comitato tecnico scientifico se sia possibile rivedere la classificazione seguendo le indicazioni dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sui parametri con cui si raccolgono i dati relativi ai contagi. Oggi "perché un soggetto sia classificato come caso Covid è sufficiente che risulti positivo ad un tampone". Dall'Ecdc, "ci viene proposta un'altra soluzione. Le condizioni devono essere due", cioè "avere una malattia respiratoria o una sindrome influenzale e, sottolineo e, essere positivo ad un tampone". Questo vuol dire "che non dobbiamo più considerare gli asintomatici e concentrarci su chi sta davvero male". Inoltre l'Ecdc "da tempo sostiene che di fronte alla forte circolazione del virus bisogna far ricorso ai tamponi fai da te". In Germania, Inghilterra e Francia "li consegnano addirittura ai ragazzi che vanno a scuola".
Tesi che trovano riscontro nell'opinione di alcuni virologi. All'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive  all'ospedale San Martino di Genova, commenta così la possibilità che si  arrivi a una modifica del conteggio dei casi asintomatici in ospedale: "Lo ripeto da un bel po' di tempo:  chi è in ospedale ed è asintomatico per la patologia respiratoria da  Covid, ma ha un tampone positivo senza però aver un nessun sintomo  compatibile dovrebbe considerato alla pari di tutti gli altri malati.  Deve essere isolato, chiaramente, ma non può essere considerato come  patologia Covid e messo nel bollettino quotidiano".
"Se l'obiettivo è capire la  sostenibilità del Servizio sanitario nazionale di fronte alla  pandemia, il livello di stress sul sistema, è giusto allora  conteggiare solo i ricoveri dei pazienti sintomatici. E' questo gruppo che ci può dire in che direzione stiamo andando, il livello di  ospedalizzazione e di mortalità. Riusciremo anche a capire se davvero  questa ondata si sta trasformando in un'influenza o invece è ancora  troppo presto", a sostenerlo all'Adnkronos Salute, è Mauro Pistello, direttore  dell'Unità operativa di virologia dell'Azienda ospedaliera  universitaria Pisana.
A Bologna spiegano che quando arriverà la circolare del ministero della Salute sul nuovo conteggio dei ricoverati per cause diverse dal Covid, positivi asintomatici al virus, la Regione Emilia-Romagna ovviamente indicherà nel bollettino quotidiano i dati così come deciso a livello nazionale. Al momento, viene precisato dalla stessa Regione, la circolare non è stata ancora ricevuta.
Il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, interpellato dall'Ansa, sottolinea  "Noi seguiamo le indicazioni che arrivano dal governo e dal ministero della Salute, quando sarà trasmessa la circolare, se verrà fatta, ci adegueremo immediatamente. Eventualmente, siamo pronti".
Nella giornata odierna sono stati anche diffusi i risultati definitivi dell'indagine rapida condotta dall'Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler In Italia il 3 gennaio scorso la variante Omicron era predominante, con una prevalenza stimata all'81%, con una variabilità regionale tra il 33% e il 100%, mentre la Delta era al 19% del campione esaminato.  Nell'indagine precedente, e relativa ai casi del 20 di dicembre 2021, la prevalenza di Omicron era stata stimata pari al 21%. "Questi risultati, per quanto non privi di limiti e bias - si sottolinea nell'indagine rapida flash survey dell'Iss - mostrano una rapida diffusione della variante omicron, in linea con quanto già descritto recentemente in altri Paesi Europei". Inoltre, "non bisogna trascurare il fatto che la variante Delta co-circola nel Paese, sia pure con una prevalenza che sta diminuendo progressivamente nel tempo, che suggerisce uno svantaggio competitivo nei confronti di Omicron". Nell'attuale scenario, conclude l'Istituto superiore di sanità, "è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali circolanti e/o emergenti, ed in particolare, di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate ad una potenziale evasione della risposta immunitaria". Per l'indagine, spiega l'Iss, è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/Province autonome in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all'indagine tutte le Regioni e Province autonome e complessivamente 120 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità Militare e sono stati sequenziati 2632 campioni.


( red / 14.01.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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