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Istat: Annuario

(regioni.it) L’Italia invecchia ma sta bene. L'Istat fotografa la situazione del nostro Paese attraverso l’annuario statistico: al 31 dicembre 2005, i residenti erano quasi 59 milioni, con mezzo punto percentuale in piu' rispetto all'anno precedente, ma il tasso di crescita naturale e' tornato negativo (-0,2 ogni mille abitanti), dopo la parentesi positiva del 2004, il che significa che muoiono piu' persone di quante ne nascano; l’Italia e' il Paese piu' vecchio dell'Ue, con un indice di vecchiaia (rapporto fra popolazione over 65 e la popolazione 0-15 anni) stimato al primo gennaio 2006 era di 140,4% (137,8% l'anno precedente).
Si tratta di un quadro sintetico e aggiornato del Paese e della sua evoluzione più recente.
I dati pubblicati, generalmente riferiti al 2005 e disaggregati a livello regionale, sono accompagnati da un confronto con i quattro anni precedenti. Accanto ai tradizionali dati sugli istituti di cura e il numero di posti letto, sono presenti nuovi indicatori sanitari forniti dal Ministero della salute: medici e pediatri di base, ambulatori, laboratori, sevizi di guardia medica e Asl, macchine e strumenti per le analisi.
Da segnalare inoltre la tempestività dei dati relativi all’indagine sugli aspetti della vita quotidiana (svolta nel febbraio di quest’anno) pubblicati in cinque sezioni del volume (Ambiente e territorio, Sanità e salute, Attività culturali e sociali, Famiglie e aspetti sociali, Trasporti e telecomunicazioni).
La versione elettronica dell’Annuario e le tavole statistiche allegate sono disponibili sul sito web dell’Istat all’indirizzo
http://www.istat.it/dati/catalogo/asi2006
Popolazione
Alla fine del 2005 i residenti in Italia sono 58.751.711, circa 290.000 in più rispetto all’anno precedente. Tale incremento si deve esclusivamente al saldo attivo del movimento migratorio (+302.618 unità), dato che il movimento naturale torna ad essere negativo (-13.282 unità) dopo che l’anno precedente aveva fatto registrare, per la prima volta dal 1992, un saldo positivo.
La fecondità delle donne italiane è pressoché stabile rispetto all’anno precedente (da 1,33 figli per donna nel 2004 a 1,32 nel 2005). Nell’UE15 l’Italia rimane uno dei paesi meno prolifici, mentre se si considera l’UE25 sopravanza molti paesi dell’Europa dell’Est che hanno livelli di fecondità ancora più bassi (dall’1,28 per donna dell’Ungheria all’1,22 della Slovenia).
Rimane stabile anche il numero di matrimoni, che passa da 250.764 del 2004 (anno in cui si era raggiunto il minimo storico) a 250.968 del 2005.
Prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: al 1° gennaio 2006 l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione ultrasessantacinquenne e quella con meno di 15 anni) registra un ulteriore incremento, raggiungendo il valore di 140,4 (nel 2005 era pari a 137,8), il più alto dell’Unione Europea. Ormai quasi un italiano su cinque è ultrasessantacinquenne e anche i “grandi vecchi” (dagli ottanta anni in su) sono in continuo aumento: essi rappresentano più del 5% del totale della popolazione.
Sanità e salute
Nel 2003 sono oltre 47.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, circa 8,2 ogni 10.000 abitanti, rapporto che rimane sostanzialmente stabile fra il 1999 e il 2003. Cresce invece l’offerta di medici pediatri: se ne contano oltre 7.300, circa 9 ogni 10.000 bambini fino a 14 anni.. In leggero aumento anche gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati, che passano da 23,8 ogni 10.000 abitanti nel 1999 a 25,1 nel 2003. Cala invece l’offerta dei servizi di guardia medica : i medici addetti scendono a 25 ogni 10.000 abitanti nel 2003 dai 26,1 del 1999, però aumentano leggermente, da 6.800 a 7.000, le ore annue di servizio prestate. L’assistenza domiciliare integrata è sempre più importante in una società come quella italiana, caratterizzata da un evidente processo di invecchiamento. Su 197 Asl sono 189 quelle che offrono questo servizio nel 2003 (erano 175 nel 1999). Aumentano anche i pazienti assistiti al proprio domicilio: da circa 236.000 nel 1999 a quasi 316.000 nel 2003; gli ultrasessantacinquenni ne rappresentano una quota rilevante (l’82,5% del totale).
Il sistema ospedaliero italiano prosegue il processo di razionalizzazione delle risorse e delle attività.
Nel 2003 i posti letto ordinari sono 4,2 ogni mille abitanti (4,9 nel 1999). Alla diminuzione dell’offerta di posti letto corrisponde un’ulteriore riduzione delle degenze in regime ordinario (che scendono a 8,4 milioni nel 2003 dai circa 9,8 milioni del 1999) mentre aumenta il ricorso al day hospital: la dotazione di posti letto per questo servizio passa da 26.818 nel 1999 a quasi 33.000 nel 2003 (14% circa del totale dei posti letto ordinari).
Nel 2006 il 73,1% della popolazione residente in Italia valuta buono il proprio stato di salute (era il 73,4% nel 2005), con differenze di genere a svantaggio delle donne (69,5% contro 76,9% degli uomini). La presenza di patologie croniche costituisce un importante indicatore per comprendere lo stato di salute della popolazione. Il 36,6% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, mentre il 19,6% ne dichiara due o più. Quelle maggiormente riferite sono l’artrosi/artrite (18,3%), l’ipertensione (14,2%), le malattie allergiche (8,7%) e l’osteoporosi (7,2%).
Aumenta il consumo di farmaci, che riguarda nel 2006 il 39,0% della popolazione (37,3% nel 2005); tra gli anziani la percentuale sale all’84,6%. Sono più le donne degli uomini a prendere farmaci (43,7% contro 34,1%).
Famiglie e aspetti sociali vari
Nel 2006 rimane stabile la percentuale di persone di 14 anni e più che si dichiarano poco o per niente soddisfatte della propria situazione economica: 47,5% contro il 47,8% del 2005 e il 33,2% del 2001. La quota più bassa di insoddisfatti si registra al Nord (39,6%) mentre si attesta al 46,8% al Centro e al 58,1% nel Mezzogiorno.
Pur con un leggero miglioramento, nel 2006 resta alta la quota di famiglie che denuncia difficoltà di accesso ad alcuni servizi di pubblica utilità, specialmente il pronto soccorso (il 54,8% delle famiglie), le forze dell’ordine (39,4%), gli uffici comunali (il 35,2%) e i supermercati (il 30,9%). A livello territoriale persiste una forte differenziazione nei livelli di accessibilità ai servizi. Le famiglie meridionali sembrano particolarmente sfavorite nel caso del pronto soccorso (il 63,0% delle famiglie lamenta tale disagio), delle forze dell’ordine (45,9%) e degli uffici postali (33,6%).
I tempi di attesa per l’erogazione dei servizi sono più lunghi nelle Asl, dove il 43,8% degli utenti è stato in fila per oltre 20 minuti. Negli uffici postali le attese più lunghe riguardano le persone che devono ritirare la pensione (50,8%) o effettuare un versamento in conto corrente (42,0%). In generale, rispetto al 2005, sale leggermente la percentuale di utenti che dichiarano tempi di attesa superiori ai 20 minuti per quasi tutti i servizi di sportello.
Nel 2006 l’8,8% delle persone di 14 anni e più partecipa alle attività gratuite di volontariato, il 9% a riunioni di associazioni culturali mentre il 17,1% si limita a versare soldi a una associazione.
Contenuti dell'Annuario statistico italiano 2006
L'Annuario può essere consultato per capitoli.
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