periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 489 - Roma, 25, 26, 27, 28 e 29 marzo 2005

Sommario

Regioni su disciplina trasporto con autobus a noleggio

Riforma Costituzione: i commenti dei Presidenti delle Regioni

Scuola; Buffardi: no a "licealizzazione" istituti tecnici

Greenpeace e le "Regioni amiche delle foreste"

Un libro sul futuro del federalismo fiscale in Italia

Articoli sulla Costituzione Europea e sul trattato istitutivo

Riforma Costituzione: i commenti dei Presidenti delle Regioni

''Una delle grandi riforme che ci attendevamo è venuta, e ne sono felice''. Cosi' il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan ha commentati l'approvazione della riforma costituzionale. ''Si tratta ora - ha aggiunto - di applicare nel modo migliore una grande riforma che darà sostanza al federalismo e aiuterà le regioni ad affermarne i valori''. 
Il presidente della Regione Molise Michele Iorio ha invece sottolineato che ''Il federalismo rappresenta una grande occasione di crescita per le regioni e va sostenuto da tutte le forze, senza riserve mentali o calcoli politici perché va incontro ad una esigenza primaria ovvero far diventare protagonisti attivi i cittadini''.  Criticando poi l'atteggiamento della sinistra che anche in Molise, a suo dire, starebbe organizzando proteste contro la riforma costituzionale ha detto: ''Si tratta di una posizione strumentale e demagogica in quanto la riforma approvata prevede una clausola di garanzia affidata al governo che può bloccare le leggi regionali che dovessero essere in contrasto con gli interessi nazionali''.
Anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha espresso soddisfazione per il voto in Senato sul Ddl per la riforma federalista. ''La Regione Lombardia - ha detto - si e' sempre battuta in maniera più forte rispetto a chiunque altro per avviare anche in Italia una riforma federalista, partendo dalla devoluzione, cioè dalla attribuzione alle regioni di competenze in materia di sanita' e istruzione dando così più potere ai cittadini''. ''E' una riforma equilibrata - ha proseguito Formigoni - e articola il centralismo dello stato rendendo l'organismo più snello e flessibile''. Formigoni ha quindi sottolineato che la riforma ''non farà male a nessuna regione del sud e permetterà all'Italia di diventare moderna anche dal punto di vista della sua costituzione statuale''. ''Sappiamo - ha concluso Formigoni - che mancano due passaggi in Parlamento e che poi ci sarà il referendum popolare, ma mi auguro che arrivino presto i tempi di un concreto e realizzato federalismo''.
Di parere diametralmente opposto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, 'Pretendere di cambiare la Costituzione in questo modo è un grave errore. Si tratta di un  disegno privo di equilibrio, con seri problemi di coerenza, che riduce pesantemente il ruolo del Parlamento e del Presidente della Repubblica, che rende complicato e ingestibile lo stesso procedimento legislativo''.''Il centrodestra dimostra in questo modo - ha detto Errani - di privilegiare i problemi interni invece di pensare a rendere più utili e funzionali le istituzioni. Così si fa un danno al Paese, alla sua unità, alla qualità delle relazioni istituzionali, alla possibilità di rispondere in modo efficace alle sfide competitive di oggi e di domani. Se si andrà avanti così, anche in seconda lettura, si rendera' indispensabile la bocciatura da parte dei cittadini di questo pasticcio''.
''C'e' davvero poco da gioire - ha affermato la  Presidente dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti,e  molto di che essere preoccupati. La riforma approvata dal  parlamento, la cosiddetta devolution null'altro e' che un insieme confuso di norme, frutto soltanto di un patto irresponsabile con la Lega''. ''Questa riforma - ha proseguito Lorenzetti - danneggia il Paese perche' introduce elementi falsamente federalistici che puntano, invece, a destrutturare l'unita' nazionale e il ruolo del servizio pubblico in settori chiave come la sanita' e la scuola. Comunque, noi continueremo la nostra battaglia politica  perche' a questo disegno contrapponiamo la nostra idea di federalismo, un federalismo rigoroso e solidale che, chiamando tutti, ciascuno per la sua parte, a chiare e precise assunzioni di responsabilita', consenta a tutte le Regioni di crescere in autonomia, ma senza lasciare indietro nessuno - ha concluso - perche' vogliamo essere parte fondamentale di questo Paese, con il nostro protagonismo e la nostra autorevolezza''.
''La Toscana proporra' ad altre Regioni di aderire alla richiesta di un referendum che annulli la  riforma costituzionale voluta dal centrodestra''. Lo ha dichiarato Claudio Martini, presidente della Regione Toscana. ''La nuova forma di Stato disegnata dalla riforma del centrodestra - ha detto Martini - con il capo del Governo sempre piu' forte e gli organi di garanzia, Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Magistratura sempre piu' deboli e' un orizzonte che mette a rischio la qualita' della nostra democrazia''. 'La riforma - ha aggiunto Martini - andra' anche ad intaccare i diritti individuali affermati nella prima parte della Costituzione, con una devolution che disarticola lo Stato e crea disuguaglianze intollerabili tra i cittadini delle diverse regioni del nostro paese''. Martini ha ricordato che ''ogni riforma costituzionale dovrebbe essere condivisa e non essere frutto di un'imposizione''. Per questo,  contro la ''controriforma'' del centrodestra ''e' ora necessario che  la societa' civile organizzata, le associazioni, le istituzioni localie tutti quanti hanno a cuore la difesa dei principi costituzionali di uguaglianza e liberta', si uniscano per tutelare e difendere i valori fondamentali della Costituzione. ''La Regione Toscana - ha concluso Claudio Martini - fara' la sua parte, proponendo ad altre Regioni, fino a raggiungere il numero di 5, cosi' come previsto nella Costituzione, di promuovere il referendum che annulli la riforma del centrodestra''.
La devolution votata in Senato, "penso non sarà pubblicata mai sulla Gazzetta ufficiale". Questo e' il commento di Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania, sulla riforma della Costituzione votata ieri in Parlamento. "Raccoglieremo firme per il referendum per dire no a questa riforma un minuto dopo la sua eventuale approvazione in terza e quarta lettura -dice - ma e' evidente che già il voto del 3 e 4 aprile è un primo appuntamento per esprimersi sul tema della devolution che riguarda direttamente il Sud, per dire no a una riforma sbagliata che rischia di creare confusione e caos istituzionale". Secondo Bassolino, la riforma non entrerà mai in vigore "perche' attraverso il voto milioni di italiani, tanti e tanti meridionali di centrosinistra e di centrodestra, a differenza dei parlamentari nazionali, si esprimeranno contro questa riforma, anzi contro questa controriforma della Costituzione".
E nel frattempo  il Governo provvede ad aggiornare il dossier dedicato alla devolution sul proprio sito proprio con il testo della Riforma passata in Senato.
(red)

Articoli sulla Costituzione Europea e sul trattato istitutivo

Riflessioni e approfondimenti on line (su www.costituzionalismo.it ) sull'Unione Europea e e sul Trattato relativo alla Costituzione. Sono stati infatti pubblicati tre articoli sull'argomente: Il Trattato che istituisce la Costituzione dell’Unione europea di Giuliano Amato (nella foto);  Il Trattato che istituisce la Costituzione dell’Unione europea di Raniero La Valle; Spunti internazionalistici di riflessione sul Trattato "costituzionale" e sulla natura dell'Unione europea di Giuseppe Palmisano.
La newsletter dell'Aic (l'Associazione italiana dei costituzionalisti) pubblica invece un articolo di Armando Nania sulla
High Court ed il principio di territorialità della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo e dello UK Human Rights Act del 1988.
Sempre nella newsletter dell'Aic va sottolineato anche l'articolo di Daniele Piccione "L'inemendabilità della legge di autorizzazione alla ratifica della Costituzione europea e il falso mito del "principio di non regressione".
(red)

Regioni su disciplina trasporto con autobus a noleggio

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni, nel corso dell'ultima riunione ha espresso, in sede di Stato-Regioni,  la propria intesa  sulla Disciplina dell'attività di trasporto viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente" (legge 218/2003, procedura  di accertamento per violazione dei principi comunitari in materia di concorrenza) "a condizione - si legge nel documento consegnato dalla Conferenza - che siano accolte le seguenti modifiche al testo proposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, approfondito in sede di riunione tecnica istruttoria il 9 febbraio scorso:
- al punto 1, lettera c), sostituire il riferimento temporale al “31 dicembre 2003” con le parole “alla data della presente intesa”;
- al punto 1, lettera b), aggiungere alla fine del periodo le parole “con l’eccezione per i servizi ai disabili che non rivestono natura strettamente commerciale”.
(red)

Greenpeace e le "Regioni amiche delle foreste"

Greenpeace lancia una sua particolare proposta alle Pubbliche Amministrazioni italiane. Si tratta di una "prima cyberazione" - così la definisce l'associazione - attraverso un sito dedicato, dotato di strumenti e opportunità di  lavoro pratico.
Un forum telematico fornirà "dal vivo" supporto e  risposte a domande e dubbi. Greenpeace ha scritto a tutti i sindaci d'Italia proponendo loro di fare ogni città "Amica delle Foreste" con un impegno a usare solo carta riciclata e legno certificato FSC. Ediverse Amministraizoni comunali di citta' i hanno raccolto l'appello.
Greenpeace ha anche presentato una mozione "Regioni amiche delle foreste" nella quale si sottolinea che "le foreste primarie sono un tesoro della Terra e sono insostituibili per l'equilibrio ecologico e climatico del nostro pianeta" e che "nell'ambito dei paesi G8 e nell'ambito dell'Unione Europea l'Italia ha assunto l'impegno ad eliminare il mercato del legno illegale". Considerato che- sottolinea Greenpeace - "gli acquisti pubblici rappresentano circa il 14% del mercato per prodotti come il legno e la carta, e possono rappresentare un potente fattore di promozione e orientamento per tutto il mercato".
(red)

Scuola; Buffardi (Campania): no a "licealizzazione" istituti tecnici

Il Consiglio dei Ministri ha varato il 24 marzo su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'Università e della ricerca, Moratti, due distinti decreti legislativi in attuazione di deleghe conferite al Governo dalla legge n.53 del 2003:
1) il primo introduce nel nostro ordinamento l'alternanza scuola-lavoro, gia' prevista e sperimentata positivamente nei principali Paesi europei. Gli studenti compresi fra i quindici ed i diciotto anni di età che frequentino il sistema dei licei o il sistema dell'istruzione professionale potranno scegliere questa modalità di formazione per acquisire maggiore consapevolezza delle proprie scelte attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Questi particolari percorsi formativi saranno attuati sulla base di convenzioni con le imprese, con enti pubblici e privati, con le camere di commercio, con il mondo del non profit;
2) il secondo decreto legislativo interviene sull'obbligo scolastico (sancito dalla Costituzione) e sull'obbligo formativo ridefinendoli ed ampliandoli come diritto-dovere all'istruzione ed alla formazione per almeno dodici anni e, comunque, fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Obiettivo del provvedimento e' il recupero nel sistema formativo dei ragazzi che ora ne sono fuori, cosicché tutti ne escano con un titolo spendibile sul mercato del lavoro.
Entrambi i provvedimenti, a proposito dei quali il Consiglio dei Ministri aveva recentemente deliberato il proseguimento dell'iter di perfezionamento della delega pur in mancanza dell'intesa con la Conferenza unificata.
“Si contraddicono l’uno con l’altro i due decreti, sul diritto-dovere e sull’alternanza scuola lavoro, approvati oggi dal Consiglio dei Ministri: a scuola fino a 18 anni o al lavoro già a 15 anni? Infatti - sostiene l’assessora Adriana Buffardi - se le risorse sono del tutto insufficienti a garantire il prolungamento dell’obbligo, l’alternanza scuola lavoro, lungi dall’essere una modalità didattica che introduce il saper fare ed il lavoro in tutti i percorsi formativi, si configura come l’ennesimo canale gerarchizzato di formazione. Ma il disegno della scuola italiana abbozzato da questi due decreti si definisce meglio alla luce del decreto legislativo sulla secondaria superiore, elaborato dal Ministero. Decreto che separa nettamente in due il sistema, licealizza l’istituto tecnico facendo sparire esperienze e competenze importanti, definisce unilateralmente e per decreto i programmi, invade le competenze proprie delle Regioni in tema di formazione professionale. Siamo così sempre più lontani da una scuola moderna ed europea che garantisca diritto allo studio e all’apprendimento, una istruzione di base di qualità e quindi una articolazione paritaria di percorsi, in un sistema formativo unitario al di là delle diverse competenze istituzionali. I due decreti appena approvati dal Consiglio dei Ministri avevano registrato il parere negativo della Conferenza stato-regioni: corre lo stesso rischio il decreto sulla secondaria se la Ministra Moratti non ne ridefinisce l’impostazione stessa come hanno da tempo richiesto sia Regioni Province e Comuni sia i rappresentanti delle parti sociali.”
Sempre in tema di scuola la newsletter QuiRegione della Puglia pubblica il
 Piano Regionale di riordino della rete scolastica per l’a.s. 2005/2006, Approvato, con delibera di Giunta regionale.
(red)

Un libro sul futuro del federalismo fiscale in Italia

Il volume “Verso un nuovo federalismo fiscale” raccoglie gli atti di un convegno svoltosi a Rivoli. organizzato dalla Regione Piemonte nell'ambito dei lavori dell’osservatorio sulla Riforma amministativa. Il volume, scrive Luca Antonini che ne ha curato l'edizione, si "apre con un'introduzione di Enzo Ghigo, Presidente della  Regione Piemonte e Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni" che  fa il punto sullo “stato dell’arte” del federalismo fiscale in Italia ed evidenzia le preoccupazioni per i difetti che l’attuale sistema (quello stabilito dal d,lgs. n, 56 del 2000) sta dimostrando nella sua applicazione concreta.
"Gli interventi successivi - spiega ancora Antonini - provengono sia da autorevoli esperti sia dai componenti dell’Alta Commissione. Nelle relazioni di questi ultimi
(Vitaletti, nella foto, - Presidente, Antonini - Componente, Mazzillo - Presidente del Comitato scientifico, Buratti - componente dei Comitato scientifico) si esplicitano alcune conclusioni cui, dopo un anno di lavori, è pervenuta la Commissione".
Il libro è dunque un'utile guida per comprendere i i principali orientamenti dell’Alta Commissione, laddove vengono ipotizzate le grandi linee di quello che potrebbe essere il futuro assetto del federalismo fiscale in  Italia (cfr.  l'indice e l'introduzione di Enzo Ghigo).
(red)

 

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