periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 100 - Roma, 14  agosto 2003

Sommario

Avvertenza: il Cinsedo chiude per una breve pausa estiva dal 13 al 26 agosto.
Le attività riprenderanno regolarmente il 27 agosto 2003.

regioni.it
prosegue le sue pubblicazioni anche in tale periodo, ma le notizie utilizzate saranno esclusivamente "notizie di archivio".
Dal 27 agosto riprenderanno ad essere pubblicati riferimenti e notizie legate all'attualità.
La Redazione

Umbria: protocollo contro dispersione scolastica Campania: sicurezza area Vesuvio
Sanità: la rivista "Tendenze nuove" Emilia-Romagna: un "buono" per l'affitto
Liguria: due bandi per impianti fotovoltaici e solari termici Piemonte: tenere sotto controllo i ghiacciai
Umbria: protocollo contro dispersione scolastica

Prevenire, contrastare e recuperare gli insuccessi e la dispersione scolastica e formativa di quei giovani che, dopo la terza media, non intendono proseguire gli studi, garantendo un’offerta sperimentale di istruzione e di formazione professionale. E‘ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa tra Regione Umbria, Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica e Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che è stato siglato dall’assessore regionale all’istruzione, Gaia Grossi (nella foto), e dai sottosegretari Valentina Aprea e Pasquale Viespoli, alla presenza del direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Anna Maria Dominici.

“Soddisfazione” è stata espressa dall’assessore Grossi per la “capacità dell’Umbria di aver saputo individuare un percorso che è in grado di fornire ai ragazzi certezze e concrete prospettive di formazione e istruzione".  Il protocollo – ha spiegato l’assessore – è un provvedimento ‘ponte’, conseguente alla mancata emanazione dei decreti attuativi della legge delega ‘Moratti’ che, con l’abrogazione della legge ‘9/2000’, riportava l’obbligo scolastico alla terza media. Veniva così preclusa, almeno per un anno, la strada della formazione professionale (l’età minima per accedere è di 15 anni) a quanti non intendevano proseguire l’iter scolastico ‘normale’. Si determinava il cosiddetto ‘anno vuoto’, che con il provvedimento ‘ponte’ della Regione viene colmato, almeno temporaneamente”. L’iniziativa è conseguente all’Accordo quadro, fortemente voluto dalle Regioni, e siglato dalla Conferenza unificata Stato-Regioni nello scorso mese di giugno, che stabiliva l’attivazione di un’offerta formativa sperimentale triennale, già a partire dall’anno scolastico 2003-2004, in attesa dell’emanazione dei decreti attuativi della delega legge sull’istruzione (“legge Moratti” n. 53 del 28/03/2003).

Le attività previste nel protocollo, saranno realizzate dalle istituzioni scolastiche regionali, attraverso apposite convenzioni con i Centri di formazione professionale o con le Agenzie formative accreditate nell’obbligo formativo. Previsti dei corsi di durata triennale che consentiranno di acquisire competenze di base e tecnico professionali, assicurando a tutti pari opportunità per raggiungere elevati livelli culturali e per sviluppare competenze, conoscenze ed abilità adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche tenendo conto delle vocazioni del territorio. (gs)

Sanità: la rivista "Tendenze nuove"
Pubblicato da Il Mulino "Tendenze nuove" è un bimestrale diretto agli operatori sanitari (fondato dalla Fondazione Smith Kline) e rappresenta uno degli strumenti per approfondire i temi di politica ed economia sanitaria. Nel bimestrale si da spazio ad esperienze originali e significative a livello ospedaliero e territoriale, sono pubblicati i risultati di indagini epidemiologiche di elevato impatto nel contesto della medicina preventiva e di comunità. Sotto la lente di ingrandimento anche il sistema sanitario nazionale, con particolare riferimento alle possibili strategie per migliorare efficienza ed efficacia dei servizi, anche in relazione alle soluzioni adottate da altri paesi. Fra gli articoli pubblicati nell'ultimo numero si segnalano :  Il modello "fiduciario" di direzione delle aziende sanitarie di Cesare Catananti; Il costo di un anno di salute. Implicazioni allocative e distributive di Vittorio Mapelli; Fragilità e "devolution": appunti sulla protezione dei deboli in un sistema sanitario regionalizzato e oltre di Marco Trabucchi. (red)
Liguria: due bandi per impianti fotovoltaici e solari termici
  È importante non confondere il "fotovoltaico" con il "pannello solare termico", che cattura l'energia solare per produrre acqua calda da utilizzare per la casa, per scaldare le piscine, per le esigenze di alberghi, scuole, impianti di balneazione. In quest'ottica di sensibilizzazione e di promozione dell'energia alternativa, la Regione Liguria ha indetto due bandi che riguardano il cofinanziamento per la realizzazione di impianti fotovoltaici e di impianti solari termici.
Per quanto riguarda i tetti fotovoltaici, i contributi complessivi ammontano a € 820.412,00, grazie a un cofinanziamento regionale e statale. Le domande per la richiesta di finanziamento possono essere inoltrate all'Ufficio Protocollo della Regione dal 24 luglio fino al 7 ottobre 2003.
Le domande di contributo per la realizzazione di impianti solari termici si possono presentare dal 31 luglio al 14 ottobre 2003, in questo caso le risorse disponibili ammontano a € 588.809,80.
Solare termico: apertura bando 2003/2004 ; Tetti fotovoltaici: apertura bando 2003/2004 ; Tetti fotovoltaici: le domande più frequenti sono le pagine del sito della regione liguria dove trovare in modo semplice e veloce chiarimenti sull'utilizzo e i vantaggi dei tetti fotovoltaici (gs)
Campania: sicurezza area Vesuvio

Occhi elettronici per la sicurezza nell'area vesuviana, accanto a iniziative di educazione alla legalita' e ad altri strumenti che saranno decisi dai sindaci. E' quanto prevede, con investimenti per un milione di euro tra il 2004 e il 2006, il protocollo di intesa firmato questa mattina a palazzo Santa Lucia dall'assessore regionale Maria Fortuna Incostante (nella foto), dal prefetto di Napoli Renato Profili, dai 18 sindaci della zona, dal presidente dell'Ente parco del Vesuvio, Amilcare Troiano, dal presidente della Provincia Amato Lamberti e dall'esperto per la legalità e la sicurezza del Por, Antonio Ruggiero.
'Questo protocollo - ha sottolineato Troiano, - rappresenta la volonta' delle amministrazioni di collaborare per risollevare il nostro territorio che e' martoriato dalla criminalita' e dal degrado. Il Vesuvio e' e deve essere una risorsa: la salvaguardia dell'ambiente e il recupero della legalita' devono essere i punti cardine della nostra opera per creare anche possibilita' di sviluppo ecosostenibile sul nostro territorio''.
Il progetto prevedera', inoltre, azioni per l'emersione del lavoro dal mercato nero e la valorizzazione di antichi mestieri. Un ulteriore obiettivo e' la costruzione e successiva realizzazione di un progetto pilota denominato ''Parco Nazionale del Vesuvio'' nell'ambito del programma operativo nazionale ''Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d'Italia''. ''E' in questo modo, attraverso lo sforzo di molti soggetti per un unico progetto di legalita', che si realizzano veramente - sottolinea l'assessore Incostante- le condizioni di maggiore sicurezza dei cittadini. La Regione Campania garantirà un adeguato coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e governerà i processi di realizzazione dell'intero progetto''
. (gs)

Emilia-Romagna: un "buono" per l'affitto

Sono oltre 38.500 le famiglie che nel 2003 riceveranno dalla Regione un buono per pagare le spese per l’affitto. Le domande di contributo sono state presentate ai Comuni sulla base di un bando pubblico uscito lo scorso mese di marzo.
Per il quarto anno consecutivo in Emilia-Romagna si ripropone questo importante strumento di aiuto alle famiglie il cui reddito non è sufficiente per pagare il canone d’affitto della casa in cui vivono.
Nella nostra regione, in quattro anni il numero delle famiglie che hanno ricevuto il contributo si è quasi raddoppiato, passando dalle 20.400 del 2000 alle 38.500 del 2003; rispetto al 2002, quest’anno l’aumento è stato di circa 3.000 unità.
Ciò sta a significare che anche in Emilia-Romagna, dove non c’è una emergenza abitativa acuta, esiste comunque una fascia di famiglie che deve fare i conti con un mercato dell’affitto che non si concilia con il loro reddito. Quest’anno per le famiglie a basso reddito - con un reddito ISE (indicatore di situazione economica) non superiore a 10.200 euro e una incidenza del canone sul reddito familiare non inferiore al 14% - il contributo massimo è stato stabilito in 3.100 euro.
Per le famiglie della fascia di reddito superiore, con un valore ISE compreso tra 10.200,01 e 30.000, 00 euro e un’incidenza del canone sul reddito non inferiore al 24%, l’importo massimo del contributo è stato fissato in 2.325 euro.
Per assegnare a tutti gli aventi diritto il contributo massimo previsto, occorrerebbero più di 75,75 milioni di euro. A fronte di questo fabbisogno lo Stato ha trasferito poco più di 25 milioni di euro, un terzo di quanto necessario
“Il fondo sociale per l’affitto - ha detto Pier Antonio Rivola, Assessore regionale alle politiche abitative - si è rilevato uno strumento molto utile per ridurre la pressione dei canoni sui redditi e dare un aiuto ad un numero rilevante di famiglie. Ma uno strumento utile, gestito con efficienza, non riesce a produrre il massimo dei suoi effetti a causa dell’insufficienza delle risorse di cui dispone. Lo Stato, nel 2000, ha stanziato 33 milioni di Euro. Il fondo si è poi ridotto anno dopo anno: 31 milioni nel 2001, 28 nel 2002 e quest’anno saranno solo 25”.
Anche con le risorse regionali (5,6 milioni di euro) e con quelle messe a disposizione dei Comuni (5,3 milioni di euro), il divario tra quanto sarebbe necessario e le disponibilità finanziarie attuali resta rilevante e tende a crescere da un anno all’altro: quest’anno è di 50 milioni di euro, contro circa i 30 dell’anno precedente e i 20 del 2001.
In Emilia-Romagna le famiglie che vivono in affitto sono circa 350.000 (escluse quelle alle quali sono state assegnate abitazioni di proprietà pubblica).
“Tenuto conto delle risorse che ci trasferisce lo Stato – ha proseguito Rivola - abbiamo cercato di conseguire due obiettivi: intervenire sul maggior numero possibile di famiglie che incontrano difficoltà a pagare i canoni di mercato; rendere efficace il nostro intervento, concedendo contributi di importi tali da incidere significativamente, abbassandole, sulle percentuali dei redditi assorbite dal pagamento dei canoni. Poiché le nostre scelte dovevano essere fatte senza potere aumentare i fondi a disposizione, questi due obiettivi erano in una certa misura alternativi: il proposito di ampliare la platea dei beneficiari sarebbe potuto andare a discapito del contributo erogabile ad ogni famiglia, e viceversa”.
Nel 2003 il Fondo per l’affitto contribuisce a ridurre il peso dei canoni in più del 10% dei contratti di locazione.
Una ricerca realizzata dal Nucleo di Valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione (Nuval) ha poi messo in luce le caratteristiche demografiche, sociali, economiche e di provenienza geografica dei beneficiari del fondo per l’affitto.
Le elaborazioni svolte dal Nuval sulle famiglie che hanno beneficiato del fondo nel 2001 evidenziano il soddisfacente livello di efficacia conseguito nella gestione del fondo. Prima dell’intervento del fondo le famiglie impiegavano in media il 36% del loro reddito annuo per il pagamento degli affitti. L’integrazione economica al pagamento dei canoni ottenuta dal Fondo ha permesso alle famiglie di abbattere questa percentuale di ben 11 punti; il livello di efficacia conseguibile con l’azione del fondo sarebbe stato anche più elevato, se ogni famiglia avesse potuto ottenere il contributo massimo: in questo caso la percentuale del reddito necessaria a pagare il canone si sarebbe ridotta al 20,6%. (red)

Piemonte: tenere sotto controllo i ghiacciai

Il ridimensionamento dei ghiacciai è un problema serio e diffuso su tutto il pianeta. Negli ultimi 20 anni si sono ridotti del 40% con conseguenze gravissime sia per il venir meno delle riserve idriche, sia per le ripercussioni di carattere ambientale ed economico che il fenomeno comporta. "Le problematiche connesse alla progressiva riduzione dei ghiacciai - ha dichiarato l’Assessore regionale alla Montagna Roberto Vaglio (nella foto) - sono estremamente complesse ed articolate. Per queste ragioni l’Assessorato alla Montagna già dall’anno scorso collabora con il Centro Nazionale delle Ricerche - IRPI (Istituto regionale per la protezione idrogeologica) di Torino e con la Società Metereologica Subalpina per studiare gli scenari evolutivi dei settori glacializzati del territorio piemontese in relazione alle dinamiche in atto. La nostra intenzione è disporre di tutti gli elementi scientifici che ci consentano di fornire una valutazione obiettiva su questi fenomeni, senza creare allarmismi ingiustificati, ma mantenendo il giusto livello di guardia. La Regione Piemonte, inoltre, è presente nel Comitato glaciologico italiano a cui è stato affidato il compito di predisporre il catasto aggiornato dei ghiacciai alpini." (red)

 

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