periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 105 - Roma, 22 Agosto 2003

Sommario

Avvertenza: il Cinsedo chiude per una breve pausa estiva dal 13 al 26 agosto.
Le attività riprenderanno regolarmente il 27 agosto 2003.

regioni.it
prosegue le sue pubblicazioni anche in tale periodo, ma le notizie utilizzate saranno esclusivamente "notizie di archivio".
Dal 27 agosto riprenderanno ad essere pubblicati riferimenti e notizie legate all'attualità.
La Redazione

Diritti sociali nel riparto di competenze del Titolo V Costituzione Veneto: nuova metodologia per difesa coste
UE: Monitoraggio degli interventi strutturali 2000/2006 La riclassificazione sismica in Friuli-Venezia Giulia
I "sapori" della Calabria in Veneto Emilia-Romagna: Digicittà alla mostra del Cinema di Venezia
Diritti sociali nel riparto di competenze del Titolo V Costituzione

“Competenza, finanziamento e accountability in ordine alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni dei diritti civili e sociali” è il titolo di un articolo di Luca Antonimi, pubblicato dalla “rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze” (fasc.1  del 2003) edita da Giuffrè.
Nel suo articolo Antonini affronta il tema de “I diritti sociali nel riparto di competenze dettato dal nuovo Titolo v della Costituzione italiana”. Fra gli argomenti più usati per “descrivere i vantaggi che una gestione decentrata dei servizi sociali comporterebbe rispetto ad una accentrata”, scrive Antonini, rientrano quelli che “fanno riferimento alla vicinanza tra governanti e governati e alla conseguente maggiore possibilità di monitorare il legame tra costi e benefici”, ma “l’obiezione che viene normalmente mossa alla realizzazione di un simile disegno” è quella di porre “in pericolo l’uguaglianza fra i cittadini nel campo dei diritti fondamentali. Si sostiene, infatti, che a questo livello «l’uguaglianza deve essere assoluta: non vi può essere differenziazione nel godimento dei diritti fondamentali o nell’adempimento dei doveri costituzionali”.  E secondo alcuni “un’accentuazione del processo di decentramento, che inevitabilmente comporterebbe autonomia decisionale circa la tutela dei diritti sociali, potrebbe ampliare il divario tra le popolazioni residenti nelle varie zone del Paese”.
Per Antonini questa obiezione merita di essere liberata dal circolo vizioso dei presupposti ideologici altrimenti «enfatizzando l’eguaglianza, finiamo necessariamente per ritornare a uno Stato accentrato, salvo poi renderci conto che neppure esso, proprio perché inefficiente produce l’eguaglianza sperata”. L’esperienza italiana, infatti, rivela l’incapacità dello Stato accentrato di produrre l’uguaglianza. “Non i può dunque escludere che sia più proficuo, proprio per rendere effettivi i diritti sociali, scommettere sulle autonomie, «essendo pronti ad accettare anche divergenze maggiori nella normativa di riferimento, per poter ottenere maggiore omogeneità nei trattamenti concreti». L’esperienza, prima citata, di casi regionali in cui si sono avviati circoli virtuosi tra pluralismo territoriale e pluralismo sociale porta, quindi, ad escludere l’esistenza di un’aprioristica antinomia tra «federalismo e Stato sociale, e quindi con il principio di eguaglianza».
Ciò premesso, diventa indispensabile individuare i limiti e le misure delle differenze che possono realizzarsi nelle azioni delle Regioni dirette a soddisfare i bisogni delle rispettive popolazioni. In Italia sarebbe difficilmente praticabile un modello di federalismo slegato da momenti di solidarietà tra i diversi livelli di governo e che pretendesse di esasperare le asimmetrie tra le entità locali, in nome di una malintesa esaltazione dell’autonomia e della diversità . A un simile sviluppo si opporrebbero i valori di fondo della solidarietà, della dignità umana e dell’uguaglianza sostanziale, contenuti nella Prima parte della Costituzione.
Ciò che non deve essere messo in pericolo dai processi di devoluzione è tuttavia l’effettività e universalità del contenuto essenziale dei diritti sociali, che deve essere identico per chiunque, ma i livelli ulteriori a quello essenziale potranno invece ben differenziarsi nel loro contenuto, a seconda delle esigenze che si paleseranno nei vari territori regionali e della politica clic i governi locali vorranno perseguire. È il sistema stesso ad esigere una simile conclusione: non si capirebbe altrimenti perché i cittadini vengano chiamati a eleggere e consiglieri regionali, presidenti (li province e sindaci, se tutti costoro dovessero limitarsi a scegliere i modelli organizzativi per fornire prestazioni uniformi. «L’elezione popolare si giustifica solo in quanto vi sia la possibilità di apprezzare diversamente i bisogni, di modo che ad esempio vi saranno Regioni che privilegeranno l’assistenza domiciliare ed altre che daranno più spazio a ricoveri in istituti. Queste precisazioni rendono quindi urgente verificare quale tipo di rapporto debba intercorrere tra Stato e Regioni nella realizzazione delle politiche sociali, valutando il quadro positivo dei soggetti responsabilizzati, dal punto di vista legislativo, nella garanzia dei diritti sociali all’interno del nuovo titolo V della Costituzione. A fronte di diritti sociali rimessi alla competenza esclusiva dello Stato (come la previdenza sociale, dove dal legislatore costituzionale l’esigenza dell’uniformità è fatta prevalere su quella dell’autonomia), il catalogo dei diritti sociali s’innesta con diversa gradualità tra la competenza concorrente (istruzione, tutela della salute, previdenza complementare e integrativa) e quella primaria regionale (assistenza sociale). In ogni caso allo Stato, indipendentemente dal titolo di competenza (concorrente o esclusiva) assegnato all’ambito regionale (e quindi anche a prescindere dall’ulteriore sviluppo possibile rappresentato dal Ddl. sulla cd. devolution o dall’applicazione dell’art. 116, comma 8), rimane una competenza destinata a costituire una (rete di salvataggio rispetto all’eccesso di differenziazione del sistema. Si tratta della competenza a determinare i «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale  prevista dalla lettera m) dell’articolo 117, comma 2, Cost. Il suo carattere di «principio valvola», la sua struttura e le sue modalità applicative necessitano di essere debitamente approfondite, risultando possibile, altrimenti - conclude Antonini - che in base a tale clausola, di enorme potenzialità e trasversalità, si sviluppino pericolosi equivoci e potenti processi di ricentralizzazione delle funzioni.(sm)

UE: Monitoraggio degli interventi strutturali 2000/2006
Sono state pubblicate sul sito del Ministero dell'Economia e delle finanze alcune tabelle che prospettano, attraverso i dati di programmazione e di attuazione, lo stato di avanzamento al 31 dicembre 2002 dei programmi strutturali comunitari approvati in Italia per il periodo 2000/06. I dati, articolati per obiettivo prioritario di sviluppo e per intervento, sono elaborati con cadenza trimestrale.
obiettivo 1
obiettivo 2
obiettivo 3
programma Urban II
programma Leader+
programma Equal
programma Sviluppo Rurale
azioni innovative
docup Pesca
programmi Fuori obiettivo (red)
I "sapori" della Calabria in Veneto
I "Sapori di Calabria" si sono presentati nel cuore delle Dolomiti bellunesi, a Pian dei Buoi di Lozzo di Cadore, luogo di pascoli e alpeggio d’alta montagna ad una quindicina di chilometri dal capoluogo comunale. E’ stata una presentazione indubbiamente inconsueta ma affollatissima, promossa dalla Regione Calabria e dalla sua Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in Agricoltura (ARSSA), presente con il suo presidente Antonio Pizzini, alla quale hanno dato il loro patrocinio la Regione del Veneto, rappresentata dall’assessore all’agricoltura Giancarlo Conta (nella foto), e il Comune di Lozzo (c’era il vicesindaco Giosuè Baldovin). Alla manifestazione è intervenuto tra gli altri anche il vicepresidente della provincia di Belluno Max Pachner. Per alcune ore le montagne bellunesi si sono insomma arricchite dei profumi e dei gusti di una Regione che sta dall’altra parte d’Italia, accompagnati dalle musiche e dai balli di un gruppo folcloristico calabrese, ammirato con favore e stupore dai numerosi presenti. E’ un avvenimento che però potrebbe non rimanere unico: l’auspicio – ha detto proprio l’assessore Conta nel portare il saluto del presidente Giancarlo Galan – è che possa essere il primo di una serie, che potrà articolarsi anche con la presentazione di produzioni agroalimentari venete in Calabria. Come Regione del Veneto – ha ricordato Conta – stiamo lavorando con impegno sul versante della promozione delle nostre produzioni e iniziative di questo tipo vanno in tale direzione, ma soprattutto sono foriere di ulteriori scambi, nell’ambito di una collaborazione di tipo enogastronomica da allargare anche all’economia, al turismo, alla cultura, anche alla politica, nel contesto di una più vasta collaborazione Veneto – Calabria. (dan.rus.)
Veneto: nuova metodologia per difesa coste
La Regione intende attivare una nuova metodologia, quasi in via sperimentale, per realizzare e mantenere le opere di difesa delle coste, finanziando gli interventi ma prevedendo che i Comuni svolgano una parte attiva non secondaria nell’assicurare la gestione del bene spiaggia. E’ questo il senso dei protocolli d’intesa che saranno sottoscritti con i Comuni di Caorle, Eraclea e Rosolina, i cui testi sono stati approvati oggi dalla Giunta veneta. I lavori indicati nei protocolli – ricorda l’assessore ai lavori pubblici Massimo Giorgetti (nella foto) – sono stati già discussi e confrontati a livello locale e sono stati approvati per quanto riguarda la Valutazione d’Impatto Ambientale. Essi rappresentano anche un segno tangibile delle nuove competenze in tema di demanio marittimo trasferite alla Regione a partire dal 2000. In buona sostanza, il Protocollo con il Comune di Caorle riguarda la realizzazione delle opere di difesa costiera II stralcio – I lotto, per un importo di 2 milioni 830 mila euro, che poi proseguono con le opere di difesa costiera II stralcio II lotto in Comune di Eraclea, per un importo di 2 milioni 350 mila euro. Si tratta di interventi finalizzati al riordino della fascia litoranea e alla riqualificazione turistica del tratto compreso tra le foci del Piave e del Livenza, che consistono sostanzialmente nella realizzazione di nuovi pennelli in roccia trasversali alla linea di costa, più lunghi e distanziati di quelli attuali, e con il ripascimento delle spiagge mediante sabbia proveniente da cave marine del litorale. Il protocollo relativo al Comune di Rosolina riguarda invece la continuazione progettuale e funzionale e l’integrazione di analoghi interventi di difesa del litorale e delle attrezzature turistiche, realizzati dal Comune di Rosolina e dalla Regione; i nuovi lavori comportano una spesa di un milione 750 mila euro. In tutti e tre i casi si tratta di opere di notevole interesse sia per l’amministrazione regionale sia per i tre Comuni interessati. Per tali interventi – ricorda ancora Giorgetti – è fondamentale la manutenzione, per garantire nel tempo la funzionalità dei lavori; va infatti tenuto presente che alla normale obsolescenza dei manufatti si aggiunge l’azione di erosione del mare, che sottrae continuamente sabbia ai litorali e richiede frequenti interventi di ripascimento, i quali a loro volta devono essere effettuati in maniera mirata e coerente con le esigenze di utilizzazione della spiaggia a fini turistici. Proprio per questo, nell’ottica di un diverso approccio al problema, coi protocolli si prevede che la Regione partecipi alla realizzazione delle opere, assicurando la copertura finanziaria a cofinanziamento, la progettazione e la direzione dei lavori, mentre i Comuni dovranno garantire lo svolgimento delle procedure amministrative e la manutenzione e gestione degli interventi realizzati.(gs)
La riclassificazione sismica in Friuli-Venezia Giulia
Con un'ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri dello scorso 20 marzo, è stata approvata la nuova classificazione sismica del territorio nazionale e conseguentemente le nuove norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. La Regione Friuli-Venezia Giulia ha approvato , su proposta dell'assessore all'Edilizia ed ai Lavori pubblici Gianfranco Moretton (nella foto), il recepimento di tale ordinanza deliberando nel contempo di non introdurre l'obbligo della progettazione antisismica nella cosiddetta Zona 4, "riservandosi di provvedervi eventualmente in un momento successivo".
Tutti i Comuni italiani e, dunque, anche quelli del Friuli-Venezia Giulia sono stati inseriti in Zone, definite da 1 a 4 a seconda del grado di sismicità (dal più alto al più basso). In questa nuova classificazione i Comuni di Zona 4, e quindi esclusi dall'applicazione delle nuove norme antisismiche, sono quelli di Aquileia, Cervignano del Friuli, Fiumicello, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Ruda, Terzo d'Aquileia, Torviscosa, Villa Vicentina (provincia di Udine), Grado, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, San Canzian d'Isonzo, San Pier d'Isonzo, Staranzano, Turriaco (provincia di Gorizia) e tutti i Comuni della provincia di Trieste. La Regione, infatti, attende nel 2006 la nuova mappa di riclassificazione sismica del territorio regionale, che sarà realizzata dall'OGS di Trieste e dai due atenei di Trieste ed Udine, mentre fra un anno (come indicato dall'ordinanza governativa) sarà predisposta dallo Stato la nuova mappa nazionale di "pericolosità" che fisserà i criteri e gli indirizzi tecnico-applicativi da adottarsi nelle costruzioni per la sicurezza e l'incolumità delle persone. La delibera approvata dalla Giunta regionale indica che per i Comuni inseriti nelle Zone 1 e 2 continuano a valere le stesse tecniche costruttive già previste per i Comuni definiti sismici dalla precedente classificazione, mentre per i Comuni di Zona 3 (per lo più Bassa Friulana e Basso Pordenonese) si applicano da subito, e cioè con la prossima pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, le nuove norme di progettazione per gli edifici e le infrastrutture considerate "strategiche", come ad esempio ponti, acquedotti, scuole, municipi, caserme e chiese. (gs)
Emilia-Romagna: Digicittà alla mostra del Cinema di Venezia
Il Consorzio Digicittà, gruppo di 12 imprese emiliano romagnole e la Cineteca del Comune di Bologna, che operano nell’ambito audiovisivo e della produzione multimediale, insieme ad Emilia-Romagna Film Commission, Bologna Film Commission, Acantho, Sony e Nazionale Cantanti, saranno di nuovo presenti, raddoppiando le location, con lo spazio Uke-Chill Out in Venice 2003, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, alla prossima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dal 27 agosto al 6 settembre 2003.
Gli spazi di Uke-Chill Out in Venice 2003 di quest’anno sono due: l’Area Cinema Garden al Lido di Venezia - un giardino di oltre 1000 mq adiacente il Casinò del Lido ed il B.Bar, all’Hotel Bauer di Venezia, sul Canal Grande, che ospiterà B. Lounge in Venice, allestiti entrambi con tessuti pregiati.
Anche quest’anno con la direzione artistica di Andrea Gropplero di Troppenburg, dopo il successo della passata edizione, Uke-Chill Out in Venice si prepara a divenire l’ambientazione più originale ed esclusiva della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Spazio culturale con conferenze istituzionali, presentazioni e incontri con gli autori ed i registi dei film in concorso, dove si svolgeranno anche tutta una serie di eventi mondani, quali ad esempio le feste dei vari film in concorso, i cocktail party, i ricevimenti, e luogo di relax, patria di ritmi nu jazz e lounge, giardino affollato da dj internazionali . Completa il quadro una zona dedicata al massaggio shiatsu.
Circa 60.000 gli ospiti che nella precedente edizione hanno visitato e utilizzato lo spazio: dai più importanti produttori italiani, con i loro cast, come Domenico Procacci, ai registi Paolo Virzì, Giuseppe Bertolucci. Attori come Marco Muller, Chiara Caselli, Francesca Neri, Michele Placido, Stefano Accorsi. Ancora Gino Strada con la conferenza di Emergency. Tutti i direttori dei festival di Cinema ed in particolare il direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2002 – ed attuale direttore - De Haden. Tra i tanti ospiti intervenuti, un pubblico assolutamente eterogeneo anche nell’età (25-50 anni), fatto di star, registi, produttori, distributori, giornalisti, personaggi istituzionali, e anche ovviamente cinefili e curiosi.
“Sul tema del cinema – ha affermato l’assessore regionale alla Cultura Marco Barbieri (nella foto) – questa Regione deve fare sempre di più, perché è necessario che qui si sviluppi un polo tecnologico che possa offrire occasioni imprenditoriali”. “Molti importanti produttori – ha annunciato Barbieri – mi hanno manifestato la volontà di lavorare in Emilia-Romagna. Il cinema è un mezzo straordinario di promozione del territorio e questa regione è depositaria di una grande tradizione testimoniata dai tanti registi che qui sono nati. Dobbiamo dunque rafforzare il livello attuale con delle iniziative concrete e investimenti. Ad esempio, io ho proposto all’Associazione dei Comuni che si riesca ad omogeinizzare il rapporto con le produzioni superando le distinzioni a seconda dei diversi territori comunali”.
Molti saranno gli eventi e le celebrazioni legati quest’anno alla Regione Emilia-Romagna ed ospitati nello spazio veneziano: la chiusura del Centenario Zavattiniano, il decennale della scomparsa del grande regista Federico Fellini promosso dalla Fondazione Fellini di Rimini, il Premio Solinas, che sarà presentato come progetto triennale da novembre con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Cineteca di Bologna, Itc Movie; il progetto in ambito multimediale relativo al piano telematico e alla rete ad alta velocità per far viaggiare sul web materiale multimediale e il sistema evoluto di video conference, promosso da Consorzio Digicittà, Regione Emilia-Romagna e Acantho, che troverà una sua prima applicazione spettacolare connettendo Uke-Chill Out in Venice e i suoi protagonisti con Bologna; Emilia-Romagna Film Commission presenterà la quarta edizione della nuova Guida alla Produzione, che arricchirà ulteriormente la Guida alle Locations, fondamentale supporto e punto di riferimento per tutti coloro che scelgono il territorio emiliano-romagnolo come set di produzioni audiovisive, quest’ultima già in distribuzione da circa un anno; i due cortometraggi – uno sul mondo della notte e l’altro sulle location più suggestive di Bologna realizzati dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Bologna con gli allievi dei Laboratori Sperimentali Audiovisivi, in collaborazione con Bologna Film Commission.
La programmazione musicale sarà di altissimo livello: molti i dj e i musicisti  tra i più importanti della scena internazionale, che si alterneranno in consolle tra ritmi lounge, nu jazz ed electro. In programma, solo per citarne alcuni, i dj set e i live di Madrid de Los Austrios da Vienna, Mo’ Horizons da Hannover, The Dining Room da Milano, Buscemi da Bruxelles, Nicola Conte.
Due  i momenti quotidiani dedicati alle degustazioni di prodotti tipici della regione Emilia-Romagna, in tarda mattinata e all’aperitivo serale. Qui saranno protagonisti alcuni tra i più importanti prodotti gastronomici della regione, accompagnati da pregiati vini friulani, piemontesi, siciliani. (sm)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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