periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 180 - Roma, 5 Dicembre 2003

Sommario

Ghigo su crisi settore Trasporto Pubblico Locale Montecitorio cambia legge su sito scorie radioattive, Cavallera su Kjoto
Politiche sociali: regioni intendono far valere loro ruolo Sanità: Colozzi su mobilità, Sirchia e Formigoni su spesa
Regioni su Senato federale; Presidenti Ulivo con sindacati contro Finanziaria Seconda fase piano e-government
Ghigo su crisi settore Trasporto Pubblico Locale

“E’ di tutta evidenza lo stato di crisi del settore del Trasporto Pubblico Locale. Abbiamo avuto tutti modo, lo scorso 1° dicembre, di constatare per l’ennesima volta i gravissimi disagi che lo sciopero degli autoferrotranviari determina non solo e in particolare ai cittadini utenti dei mezzi pubblici, ma anche al sistema economico nel suo complesso”. Lo ha scritto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, in una lettera inviata ai ministri delle infrastrutture, Pietro Lunardi, e del lavoro e politiche sociali, Roberto Maroni.

“A questo punto - scrive Ghigo - è necessario un intervento in tempi rapidi che coinvolga tutte le parti interessate ciascuna per gli aspetti di propria competenza, poiché ogni ulteriore rinvio non potrà che aggravare la già delicata situazione con pesanti conseguenze e ricadute per i cittadini, in ordine alla qualità del servizio e alla disponibilità dello stesso e per i lavoratori del settore in relazione ai problemi occupazionali e di tutela delle condizioni contrattuali.

Diverse sono le questioni aperte nel settore del Trasporto Pubblico locale: in primo luogo quella legata alla stabilità di risorse finanziarie congrue per dare una prospettiva di sviluppo al comparto. Negli ultimi anni si è assistito ad una costante riduzione dei finanziamenti destinati al trasporto Pubblico Locale. In secondo luogo non è stato definito un sistema di regole adeguato a governare i processi di messa a gara del servizio. In ultimo, ma non meno importante, non è stata ancora conclusa la vertenza per il rinnovo del II biennio economico del CCNL autoferrotranvieri, ormai scaduto da due anni.

Ad avviso delle Regioni, nella consapevolezza che la materia trasporti attiene alle competenze regionali, la questione del trasporto pubblico locale per trovare adeguate e strutturali soluzioni deve essere affrontate con un approccio sistemico, coinvolgendo tutti i soggetti interessati sia a livello centrale che locale. Richiede, pertanto,anche un intervento del Governo in quanto si tratta di una questione che assume carattere nazionale per quanto riguarda la qualità di un servizio fondamentale per lo sviluppo economico, la sicurezza, il contenimento degli enormi costi ambientali e delle conseguenze sulla salute dei cittadini, derivanti anche dalla crescita ormai insostenibile del trasporto con le auto private.

Con particolare riferimento alle problematiche legate al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri le Regioni ritengono improcrastinabile dar corso agli impegni assunti nel novembre 2000, con la sottoscrizione del protocollo di intesa tra le Regioni, le Province, i Comuni, il Ministero dei Trasporti e il Ministero del Lavoro, volto ad assicurare la copertura finanziaria degli oneri legati al rinnovo del contratto.

Al fine di scongiurare nell’immediato ulteriori azioni di mobilitazione e di lotta dei lavoratori del settore, le Regioni ritengono necessario dare avvio al confronto di cui al richiamato protocollo d’intesa”.
(gs)

Politiche sociali: regioni intendono far valere loro ruolo
Politiche sociali a rischio. La conferenza delle Regioni ricorrera' alla Corte costituzionale contro la direttiva del ministro del welfare Roberto Maroni relativa ai criteri e alle modalita' di finanziamento dei progetti sperimentali a favore dei disabili e, in particolare, per la costruzione di nuove strutture di assistenza.
''Ricorreremo in quanto questa direttiva - ha chiarito l'assessore Antonio De Poli, coordinatore degli assessori alle politiche sociali per la conferenza delle Regioni - va in contrasto con quanto definito dalla legge quadro sulla disabilita': gli interventi del ministero devono essere inseriti nella programmazione territoriale e regionale per poter dare diritti e garanzie a questa fascia importante della nostra societa'. La direttiva proposta correrebbe il rischio di intervenire a macchia di leopardo bypassando la programmazione territoriale''.
E' stata invece accolta positivamente la notizia dell'approvazione da  parte della Commissione Bilancio della Camera dell'emendamento  alla legge finanziaria 2004 che incrementa il Fondo sociale di  232 milioni di euro. Antonio De Poli, esprimendo ''soddisfazione" - spiega che "l'incremento e' stato  specificamente indirizzato, come richiedevano espressamente le  Regioni, alle politiche per la famiglia, in modo particolare,  per gli anziani e i disabili (70 milioni di euro), per  l'abbattimento delle barriere architettoniche (20 milioni di  euro), per i servizi di integrazione scolastica degli alunni  disabili (40 milioni di euro)''. De Poli rilancia (nella foto): ''attendiamo adesso -  prosegue - che venga quantificata esattamente la consistenza  globale del fondo sociale nazionale che non puo' essere  inferiore, a nostro parere, al fondo sociale 2003. Inoltre -  aggiunge - le Regioni intendono far valere fino in fondo il loro  ruolo nelle politiche sociali, che e' di piena titolarita',  secondo quanto stabilito dal titolo quinto della Costituzione.  Tale ruolo e tali piene competenze devono essere rispettate e  non svalutate da una logica che tende a riproporre in maniera  piu' o meno strisciante la gestione accentrata dello Stato in  diversi settori delle politiche sociali.
Inoltre - ribadisce e conclude - le Regioni intendono far valere fino in fondo il loro ruolo nelle politiche sociali, che è di piena titolarità, secondo quanto stabilito dal titolo quinto della Costituzione. Tale ruolo e tali piene competenze devono essere rispettate e non svalutate da una logica che tende a riproporre in maniera più o meno strisciante la gestione accentrata dello Stato in diversi settori delle politiche sociali”.
''Vista la ristrettezza dei tempi el'obiettiva esiguita' delle risorse - controbatte il sottosegretario Sestini in risposta al ricorso annunciato dalle regioni- il bando tiene conto della progettazione regionale cosi' come del coinvolgimento delle associazioni e del terzo settore''.  ''Ai fini dell'ammissione del progetto al cofinanziamento -spiega- si tiene conto in via prioritaria della coerenza al contesto territoriale di riferimento e in particolare al piano di zona regionale, comunale e provinciale.  Nonche' della capacita' del progetto di poter proseguire nello svolgimento delle attivita' oltre la prima fase di sperimentazione''.
(sm)
Regioni discutono su Senato federale; Presidenti Ulivo aderiscono a manifestazione sindacati contro Finanziaria
Contestualita' tra l'elezione del Senato e del Consiglio regionale; stralcio dell'incompatibilita' per gli esponenti dei governi territoriali a candidarsi al Senato federale; rappresentanza diretta dei presidenti delle Regioni; il fondamentale aspetto delle competenze Senato federale e devolution.
Sono alcuni dei punti affrontati dai presidenti delle Regioni nel corso di una conferenza straordinaria.
Si è anche discusso del cambiamento di sede. Di riforme costituzionali se ne discuterà ancora la prossima settimana, il 10 dicembre, per approfondire alcuni temi e trovare una posizione unitaria sul testo di riforma costituzionale varato dal Consiglio dei ministri e che ora si trova in Commissione al Senato.
''Noi abbiamo espresso fin dall'inizio -
ha spiegato Enzo Ghigo, presidente della Conferenza delle Regioni - un parere su quello che avrebbe dovuto essere, secondo noi, il modello di riferimento, che e' quello tedesco. Cosi' non e' stato ma abbiamo convenuto di dare il nostro contributo propositivo al percorso di riforme che e' iniziato in commissione Affari Costituzionali del Senato. Oggi non abbiamo definito una linea comune di intervento perche' il tema e' complesso e un ulteriore approfondimento, anche di carattere politico generale, e' utile per far maturare una posizione che sia comune da parte delle regioni forse anche al di la' dell'appartenenza di ognuno di noi al proprio schieramento politico. Questo - ha concluso Ghigo - e' l' obiettivo che cerchiamo di perseguire; non e' detto che e' il punto a cui arriveremo, ma comunque approfondiremo questi aspetti e ci aggiorneremo alla prossima settimana''. 
Per Vasco Errani (nella foto) - vice presidente della Conferenza delle Regioni e presidente dell' Emilia-Romagna - ''siamo di fronte a una proposta confusa e contraddittoria. Bisognerebbe iniziare a ragionare del completamento delle riforme in senso federalista, senza ricatti, pensando a come l' insieme delle istituzioni riesca a garantire l' efficacia alle funzioni di governo. Facciamo il federalismo - ha aggiunto Errani - per essere maggiormente in grado di rispondere ai cambiamenti. Ma basta con i ricatti''.
Anche per il presidente
Regione Marche Vito D'Ambrosio ''questa riforma, cosi' come sta procedendo, non va. Il Senato federale - ha osservato D' Ambrosio - cosi' come e' stato pensato e' un sorvegliante delle regioni e non la tribuna di rappresentanza degli interessi regionali. Inoltre, non c'e' chiarezza sulla devolution ne' sulle prospettive future del federalismo fiscale. Queste carenze, cosi' vistose - ha proseguito D' Ambrosio - sono state al centro del nostro dibattito. Il nostro modello ideale rimane quello tedesco, ma mi sembra che in Parlamento si stia delineando una posizione bipartisan in cui non c'e' alcuna voglia di dare poteri alle regioni''.
E' da segnalare anche un'altra iniziativa, l'adesione promossa per domani a Roma dai presidenti di centro-sinistra che  governano sette Regioni e che hanno lanciato un appello per la  partecipazione alla manifestazione nazionale contro la Finanziaria indetta dai  sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Antonio Bassolino  (Campania), Filippo Bubbico (Basilica), Vito D'Ambrosio  (Marche), Vasco Errani (Emilia-Romagna), Riccardo Illy (Friuli),  Maria Rita Lorenzetti (Umbria) e Claudio Martini, (Toscana)  hanno espresso la loro adesione alla manifestazione nazionale  del 6 dicembre ed invitano i cittadini ''a partecipare ad un  evento che denuncia gli errori e le insufficienze della politica  finanziaria del governo: una politica centralista, che spoglia  Regioni e Enti locali di responsabilita' e di autonomia; una  politica di tagli nel campo sociale, che colpisce i cittadini  nei loro diritti fondamentali, dalle pensioni all'assistenza,  dalla casa alla scuola, dalla sicurezza sul lavoro alla  ricerca''.
''Una politica di una tantum e di condoni - hanno spiegato  nell'appello - che sottrae futuro ai giovani e all'Italia  intera. Per questo esprimiamo il nostro dissenso rispetto a  questa Finanziaria e ribadiamo l'impegno nostro e delle Regioni  che rappresentiamo a contenerne al massimo l'impatto negativo  sui cittadini e a perseguire il confronto e la piu' ampia  partecipazione alle scelte di governo del paese''.
(red)
Montecitorio cambia legge su sito scorie radioattive; Cavallera su Kjoto
La scelta del sito unico che raccogliera' le scorie nucleari dovra' essere fatta d'intesa con la Conferenza Stato-regioni. E' la principale novita' del decreto legge sullo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, cosi' come e' uscito dall'Aula di Montecitorio, che ha apportato molte e sostanziali modifiche al provvedimento varato dal governo.
Scompare dal decreto il comune lucano di Scansano Jonico, il commissario straordinario avra' un anno di tempo per indicare il sito idoneo a raccogliere le scorie e sara' coadiuvato da una commissione tecnico-scientifica. La Camera ha aumentato il
numero dei membri della commissione. Ai sedici previsti inizialmente (che saranno nominati da governo e Regioni) se ne aggiungono tre designati dall'Enea, dal Cnr e dall'Apat.
Altra novita' importante e' la differenziazione dei rifiuti radioattivi: per stoccare definitivamente quelli di prima e seconda categoria (cha vanno da una bassissima a una media radioattivita') si utilizzeranno le procedure ordinarie; per le scorie di terza categoria (le piu' pericolose perche' ad alta radioattivita') resta la figura del commissario che provvedera' alla messa in sicurezza dei rifiuti e all'individuazione di un sito nazionale unico.
''La battaglia democratica  sviluppatasi nel nome di Scanzano ha segnato nuovi, importanti  punti a suo favore in sede di conversione del famigerato  decreto-legge sulle scorie radioattive'', ha detto il presidente della
Regione Basilicata Filippo Bubbico.
''Anche se la riscrittura del decreto attraverso emendamenti  ha sicuramente prodotto un testo legislativo non esente da  carenze e da incoerenze - ha proseguito Bubbico -, e' tuttavia  indubbio che la Camera dei Deputati ha notevolmente corretto i  gravissimi errori di partenza del testo governativo, superando  la scelta dogmatica e dissennata del deposito unico e della  soluzione geologica, recuperando il concetto della  differenziazione dei trattamenti dei diversi tipi di rifiuti, denegando l' eccezionalita' dei poteri conferiti al commissario  straordinario, ripristinando la centralita' del confronto e  della concertazione con le Regioni e le autonomie locali''.
Sempre su temi ambientali ma su un altro importante argomento d'attualità è intervenuto Ugo Cavallera:
''Le Regioni svolgono un ruolo decisivo nella strategia di sviluppo sostenibile delineata dalla Convenzione sul clima e dal protocollo di Kioto'': lo ha affermato l'assessore piemontese Ugo Cavallera (nella foto), coordinatore degli assessori regionali all'Ambiente. Il ruolo giocato dalle Regioni, ha sottolineato Cavallera, e' importante ''non solo per le competenze normative e amministrative loro attribuite'', ma anche e soprattutto perche' ''il raccordo con gli Enti Locali, la societa' civile, quella scientifica, produttiva ed economica del loro territorio consente di tradurre indirizzi internazionali, europei e nazionali in iniziative concrete, di recepire nelle loro leggi i punti di forza per raggiungere gli obiettivi, di integrare nei loro piani le diverse politiche''.
(red)
Sanità: Sirchia, Colozzi e  Formigoni
La Conferenza dei presidenti delle  Regioni ha approvato un documento in materia di mobilita'  sanitaria interregionale. 
''E' una grossa partita che finalmente dopo anni si e' chiusa  - ha commentato l'assessore al bilancio della regione Lombardia  Romano Colozzi (nella foto) - e questo consente di regolare tutte le  questioni della mobilita' ancora aperte''. 
Nel documento sulla mobilita' sanitaria interregionale -  messo a punto dal coordinamento degli assessori alla sanita' -  si definiscono i 'centri di eccellenza'  come 'centri di elevata  qualificazione', ovvero strutture dove ''per motivi oggettivi  una certa patologia puo' essere diagnosticata e trattata con  appropriatezza e forse con maggiori probabilita' di successo'';  si definiscono quali sono le prestazioni che vengono  classificate come 'alta specialita'', si affronta la  problematica delle aziende miste e si appronta una ipotesi sulle  tariffe della specialistica ambulatoriale.
Inoltre per martedi' prossimo il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha annunciato che incontrera' i rappresentanti delle Regioni ''per avviare il percorso di riordino del Servizio sanitario nazionale''. Uno dei passaggi fondamentali di questo riordino e' rappresentato dalla ''riorganizzazione della medicina di base, a partire dalle cosiddette Unita' territoriali di assistenza primaria. Strutture complesse autogestite con propri budget e obiettivi negoziali'', dove operano gruppi di medici ''non piu' sottoposti a continui e inutili controlli, ma autonomi e quindi piu' responsabilizzati. Un primo passo, questo, per sciogliere la matassa del riordino del Ssn''.
Inoltre
Sirchia in un convegno sulla spesa sanitaria pubblica e privata, ha parlato anche della necessita' di una ''moralizzazione'' dell' uso del farmaco. Il ministro ha parlato  della necessita' di un uso consapevole dei farmaci al fine di eliminare sprechi ed abusi. Un esempio? ''Ci sono persone - ha detto - che si nutrono in modo eccessivo e poi usano le statine per abbattere il colesterolo, mentre otterrebbero un risultato migliore facendo semplicemente delle camminate a piedi ogni giorno''. Non sempre cioe', e' il messaggio di Sirchia, ''bisogna tutelare la salute con i farmaci; spesso la salute si tutela infatti prevenendo le malattie con stili di vita adeguati''.
Quanto al nodo della spesa farmaceutica, il ministro ha sottolineato come questa sia stata ''fuori controllo per alcuni anni: e' stato necessario riportarla entro un tetto fissato recentemente intorno al 16% ed i risultati sono buoni visto che, ha concluso, ad eccezione di quattro regioni la spesa e' oggi sotto controllo''.
Durante la stessa manifestazione
il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha sottolineato quelli che lui definisce ''i numeri dell'ingiustizia''. Anche quest'anno non tutti i cittadini italiani sono stati trattati allo stesso modo nell'assistenza sanitaria. Se si analizza, infatti, la ripartizione del Fondo sanitario nazionale si scopre che chi vive in Liguria riceve 1.438 euro pro-capite, chi vive in Emilia 1.391, ma i residenti della Toscana ne ricevono 1.366, mentre i lombardi appena1.315.
''In termini di trasferimenti per la sanita' - aggiunge - c'e' una differenza di 76 euro in meno fra un lombardo e un emiliano, e di 132 fra un lombardo e un ligure''. Il governatore della Lombardia, richiama quindi la necessita' di ''lavorare duramente per aggiornare l'accordo dell'8 agosto 2001 fra Governo e Regioni che ha imposto a queste ultime di coprire i disavanzi sanitari generati''. Quanto poi ai Livelli essenziali di assistenza (Lea), secondo Formigoni ''non possono piu' essere decisi a livello centralista in Parlamento ma dalle Regioni stesse''. E ancora: ''la battaglia - dice - e' quella per arrivare a dare alle Regioni piena autonomia sulla sanita'''.
La domanda sanitaria in Italia e in Europa, ha rilevato Formigoni, ''e' destinata ad aumentare a causa dell'invecchiamento della popolazione''. I dati e le proiezioni parlano da soli: nel 2050, ha sottolineato Formigoni, nei Paesi della Ue gli ultra ottantenni saranno passati dai 14 a 38 milioni, in Italia, nello stesso periodo, gli ultra sessantenni passeranno dall'attuale 24% al 40%. Il ''semplice effetto dell'invecchiamento - ha commentato - portera' ad un aumento della spesa pubblica per la sanita' compreso tra lo 0,7% e il 2,3% annuo a seconda dei paesi, tra il 2000 e il 2050; cio' significa un 25-30% di spesa sanitaria in piu' nel 2050 rispetto ad oggi''.
Chiara quindi la necessita' di reperire nuove risorse da destinare alla sanita' e di ottimizzare l'uso di quelle gia' disponibili: ''La riforma federalista sarebbe indubbiamente uno strumento prezioso a questo riguardo, ma soltanto - ha concluso Formigoni - se comprendesse il federalismo fiscale poiche' il tutto ha senso solo se alle Regioni e' anche affidato l'intero prelievo fiscale attuale e il potere discrezionale di ripartire le risorse tra i vari settori di spesa''.

(red)
Seconda fase piano e-government
Egov il 9 dicembre a Roma: un convegno nazionale - segnalato dalla newsletter di Forum PA - con il Ministro Stanca e il Presidente Storace che presenterà per la prima volta la seconda fase del piano e-government. Il giro nelle regioni italiane del Ministro per l'Innovazione e Tecnologie fa tappa presso la Regione Lazio. L'appuntamento, realizzato come di consueto in partnership dalla regione ospitante e dal MIT con il supporto di FORMEZ e la segreteria organizzativa di FORUM P.A. à l'appuntamento è presso la sede della Regione in Via Rosa Raimondi Garibaldi. E' necessario comunque iscriversi on line (i moduli saranno pronti tra pochissimi giorni su www.crcitalia.it e www.forumpa.it ).
(red)
 

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