periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 67 - Roma, 28,29,30 giugno 2003

Sommario

Disabili: proposte  e richieste Regioni Veneto: verso nuova classificazione sismica
Ghigo: politiche per disabilità sono "differenziale politico" Istituto Superiore di Sanità: gli impegni di Luglio
3 Luglio: Stato-Regioni su 56/00 (federalismo fiscale) Black out: per Scarpa colpa enti locali, per Bersani frutto centralismo
Disabili: le proposte  e le richieste delle Regioni

Nell'anno europeo delle persone con disabilità, la Conferenza delle regioni ha approvato – durante una sessione straordinaria ad Abano Terme - un Documento di proposte e richieste da sottoporre all’attenzione di Governo e Parlamento. Secondo la Conferenza è fondamentale una sinergia tra Regioni, Governo, Parlamento e Associazioni dei disabili. Serve una concertazione e una forte collaborazione fra i diversi livelli istituzionali e di governo per attuare politiche concrete a sostegno dei disabili. In tal senso è iniziato il lavoro del "Tavolo" interistituzionale (insediato il 28 maggio u.s.) con l’individuazione di alcuni temi (Conferenza Unificata del 19 giugno.). In estrema sintesi le richieste delle Regioni nei confronti del Governo sono le seguenti: 1) approvazione dei nuove modalità di accertamento della disabilità; 2) approvazione della delega ex art. 24 legge 328/2000; 3) disciplina di nuove forme di intervento per la non autosufficienza; 4) Rifinanziamento della legge 13/89 in materia di eliminazione delle barriere architettoniche; 5) rifinanziamento per un triennio del progetto Dopo di Noi; 6) Adottare idonei interventi per facilitare il sostegno scolastico, ai fini di un corretto inserimento dei disabili; 7) Adottare possibili agevolazioni sull'IVA a strutture turistiche che agevolano i disabili; 8) Estensione del "lavoro usurante", ai lavoratori che accudiscono quotidianamente a domicilio un figlio disabile grave; 9) norma che influisca sulla eliminazione del cumulo tra pensione sociale e indennità, nonché sulle reversibilità dei genitori. La richiesta infine delle Regioni al Parlamento è di operare in sintonia e in particolare: 1) Regioni e Parlamento possono valutare con il Governo la elaborazione di un  "testo unico" sugli interventi per la disabilità;  2) per la semplificazione delle agevolazioni fiscali e tributarie a favore dei disabili si propone di adottare un'interpretazione organica di tutte le norme e gli atti amministrativi  in materia, che  possa essere introdotta anche nel Testo Unico; 3) infine si i chiede l'emanazione del provvedimento che introduce la figura dell'Amministratore di Sostegno. (gs)

Ghigo: politiche per disabilità sono "differenziale politico"

''Sulla disabilita' c'e' da recuperare un ritardo di anni, qui nessuno può alzarsi e dire 'scaglio la prima pietra'; se qualche politico lo fa, beh io non sono tra questi''. Lo ha affermato il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini (nella foto), intervenendo a MonteGrotto al meeting regionale veneto sui problemi della disabilità. ''Credo che tutti - ha aggiunto Casini - abbiano un serio esame di coscienza da fare, perché i ritardi accumulati negli anni non hanno colore politico, sono responsabilità di tutti''.
"Ha ragione il Presidente della Camera Casini: sulle politiche per i disabili c'è da recuperare un ritardo di anni. Per godere di pieni e pari diritti i disabili vanno innanzitutto tutelati dalla discriminazione. Devono quindi avere risposte non solo sui servizi, ma soprattutto in merito all'integrazione sociale e professionale, sui diritti delle persone, sulla dignità e la pari opportunità come cittadini. Le politiche sociali, e in particolare quelle verso i disabili, sono il vero metro di misura del grado di civiltà di un Paese. E' un "vero differenziale democratico". E nel nostro Paese basta applicare nei fatti l'articolo 3 della Costituzione". Lo ha dichiarato il Presidente  Enzo Ghigo, commentando i lavori della Sessione straordinaria della Conferenza delle Regioni tenutasi Abano Terme.
"Infatti tra i nostri compiti primari come amministratori c'è quello costituzionale di rimuovere gli ostacoli, e non solo le barriere architettoniche, che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, di tutti i cittadini.
Sappiamo che oggi - ha aggiunto Ghigo - la condizione del disabile è ancora fortemente penalizzata, sia sul piano occupazionale, sia nella partecipazione sociale e culturale. Pensiamo pertanto ad aiuti concreti: dall'assistenza domiciliare ad un fondo per l'autosufficienza delle persone
disabili per aiutare concretamente le famiglie, ad iniziare da quelle che hanno persone con gravi handicap e con anziani non autosufficienti. Si deve inoltre lavorare sempre, anche in Conferenza Unificata nell'apposito tavolo già istituito il 19 di giugno, per migliorare il coordinamento e la collaborazione tra Associazioni, Enti locali, Regioni e lo Stato per continuare a promuovere la piena integrazione sociale dei diversamente abili.
Bisogna cercare anche di razionalizzare la legislazione che interessa gli invalidi civili o le altre leggi che ancora non terminano il loro iter parlamentare.
E le Regioni per quanto riguarda le risorse chiedono che il Fondo Sanitario Nazionale raggiunga lo standard europeo di rapporto con il PIL, e quindi di passare dal 5,85% ad oltre il 6%: Così come è da prevedere, nell'arco dei prossimi tre anni, un incremento aggiuntivo del Fondo sociale di un terzo in più rispetto agli attuali finanziamenti.(red)

3 Luglio: Stato-Regioni su D.Lgs.56/2000 (federalismo fiscale)

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome si terrà giovedì 3 luglio 2003 alle ore 12.00 presso la Segreteria della Conferenza dei Presidenti - Via Parigi, 11 – Roma. Fra i punti all'ordine del giorno tutti temi che saranno trattati con il Governo nel corso delle riunioni pomeridiane della Conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata e alcune  questioni relative a problematiche connesse alle risorse finanziarie e alle competenze regionali in materia di Pesca e Acquacoltura (su richiesta del Presidente della Regione Toscana).
All'ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni, convocata dal Ministro La Loggia (nella foto) l'intesa che le regioni sono chiamate a dare sullo Schema di DPCM concernente la determinazione delle quote previste dall'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56 (sul federalismo fiscale). (red)

Veneto verso nuova classificazione sismica
Per la Regione Veneto ben venga la nuova classificazione sismica nazionale. E’ il commento dell’assessore ai lavori pubblici del Veneto Massimo Giorgetti (nella foto) all’adozione delle direttive regionali che applicano la nuova classificazione sismica del territorio. Il provvedimento passa ora all’esame del Consiglio regionale per la definitiva approvazione. Fino ad ora e sulla base delle disposizioni esistenti – ricorda Giorgetti – in Veneto risultavano classificati in zona sismica 86 comuni, con indice di sismicità corrispondente alla 2° categoria. Tale classificazione corrispondeva all’utilizzo di precisi requisiti per tutte le costruzioni, che sono sempre stati rigorosamente verificati e applicati. Ora lo Stato, con Ordinanza pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’8 maggio scorso, ha rideterminato i criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche: in sostanza tutto il territorio nazionale viene considerato sismico e viene ripartito in quattro zone, riferite a diversi livelli di rischio decrescente da 1 a 4. Dunque anche il Veneto viene interamente classificato sismico e incluso nelle zone 2, 3 e 4. Di qui il provvedimento che la Giunta regionale ha adottato e che prevede l’assegnazione di tutti i comuni ad una delle zone sopraindicate. Contestualmente è stata adottata la direttiva relativa alle costruzioni, in applicazione delle nuove regole tecniche.  (red)
Istituto Superiore di Sanità: gli impegni di Luglio

Calendario denso di impegni nel mese di Luglio per l'Istituto Superiore di Sanità.
Martedì 1 luglio: Aula Pocchiari  ore 9,00,Convegno internazionale:"La lotta alla malaria. Nuove strategie". Interverranno tra gli altri: Giancarlo Majori, dell’Iss, sullo “Stato attuale della malaria in Africa: aumento della mortalità e resistenza crescente ai trattamenti disponibili”; Piero Olliaro, dell’Oms, che presenterà iRisultati clinici della sperimentazione dell’ACT in Africa”; Christa Hook, di Msf, su “Il cambiamento della politica sulla malaria di MSF: le nuovi fonti identificate”.
Giovedì 3 luglio: Aula Pocchiari ore 9,00: Convegno "
Salute e inquinamento atmosferico urbano". Sarà presentata una ricerca dell’Istituto superiore di sanità ha analizzato le polveri e le sostanze presenti nell’aria delle nostre città, ne ha studiato le conseguenze sulla salute umana (su una categoria di cittadini particolarmente a rischio: i benzinai e i vigili urbani) e ha poi comparato le emissioni dei motori alimentati a gasolio con quelle dei motori a metano. Si tratta dello studio “Aspetti igienico-sanitari dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane”, realizzato dall’Iss in collaborazione col Ministero dell’Ambiente negli anni 1998-2002, i cui risultati verranno presentati nel corso dell’evento.
Venerdì 4 luglio: Aula Pocchiari ore 9,10. Workshop:
"Killer invisibili? Indagine sugli inquinanti che alterano il nostro sistema ormonale". Sono previsti, tra gli altri, i seguenti interventi: Stili di vita e rischio espositivo a “endocrine disrupters”, a cura di Leopoldo Silvestroni, dell’Università di Roma “La Sapienza”; Genetica e Farmacogenetica nella risposta estrogenica, a cura di M. L. Brandi, dell’Università di Firenze; Valutazioni di miscele complesse di distruttori endocrini, a cura di Anna Maria Colacci, dell’Agenzia regionale prevenzione ambiente dell’Emilia Romagna; Impatto sulla funzione tiroidea dell’esposizione a pesticidi, a cura di Antonella Olivieri, dell’Iss
Venerdì 18 luglio: Aula Pocchiari ore 8,30 Workshop: L’ipotiroidismo congenito in Italia. Interverrà, tra gli altri:
Samuel Refetoff, dell’Università di Chicago (Usa) a proposito di “Genetic defects of the thyroid are associated with a variety of neuropsychological abnormalities”. (sm)

Black out: per Scarpa colpa enti locali, per Bersani frutto centralismo

"Le interruzioni di corrente elettrica registrate in questi giorni - scrive Carlo Scarpa (professore straordinario di Economia Politica presso l'Università di Brescia) in un articolo pubblicato da www.lavoce.info  - rivelano un rischio “crisi californiana” per l’Italia. Dove si produce poca energia e dove i progetti per costruire nuove centrali o nuove linee per l’importazione sono bloccati da comunità e enti locali. Poco lungimiranti, questi ultimi, di fronte a opere necessarie, ma forti dei poteri che la riforma costituzionale del 2001 ha loro attribuito sull’intero sistema energetico nazionale". "La radice del problema - continua Scarpa - è che in Italia si genera poca energia elettrica. La crisi californiana degli anni 2000-2001 ha insegnato che un Paese (o una regione) non può pensare di rifiutarsi di costruire centrali elettriche, contando che siano altre zone a supplire al suo deficit. I californiani hanno pagato duramente l’idea che le centrali dovessero essere costruite ma "not in my backyard", non dietro casa mia: l’Italia sta correndo un rischio analogo. Ma non fermiamoci a identificare il problema. Cerchiamo -continua Scarpa - i "colpevoli". Costruire una nuova linea significa imporre a chi abita nella zona di confine un costo in termini ambientali anche rilevante, e il primo nemico di queste importazioni sono proprio le comunità locali che (comprensibilmente, se si vuole) si oppongono". E se si considerano le  centrali di generazione. "anche qui il primo problema è legato alle resistenze locali". Il Governo aveva provato a intervenire con il cosiddetto decreto sblocca-centrali del febbraio 2002, che introduceva la autorizzazione "unica", snellendo le procedure per impianti di questo genere. Provvedimento probabilmente opportuno: dall’inizio del 2002 risultano autorizzati impianti per circa 11.000 MW di potenza (se fossero effettivamente costruiti, la capacità installata aumenterebbe del 15 per cento), e risultano essere in lista d’attesa centrali per altri 37.000 MW". Ma per Scarpa "la questione forse più importante: quasi tutte le autorizzazioni del Governo sono state impugnate dagli enti locali, forti della tragica riforma costituzionale del 2001, che ha attribuito loro competenze enormi sull’intero sistema energetico nazionale. Occorre che la sicurezza energetica del Paese consenta al Governo interventi più incisivi, e invece ci troviamo ancora con le luci spente. La riforma costituzionale è stata un errore, e una contro-riforma in tal senso si rivela sempre più urgente". 
Di diverso avviso l'ex Ministro dell'Industria Pierlugi Bersani (nella foto) responsabile economia DS, che alla domanda (pubblicata in un'intervista rilasciata a La Repubblica del 30 giugno) :"Lei sta dicendo che il Governo di cui fa parte la Lega sta fallendo nella politica energetica per un eccesso di centralismo, perché tutto il peso decisionale è stato spostato a Roma senza ascoltare la voce dei poteri locali ?", ha risposto  "Esattamente questo ma il centralismo di cui parliamo è un centralismo illusorio, un centralismo che porta solo alla paralisi. la strada percorribile era ben diversa. Occorreva utilizzare lo strumento della Conferenza Stato-Regioni. Trovare l'accordo su una quota elettrica che ogni regione si doveva impegnare a produrre. fissare un sistema di incentivi e disincentivi che rendesse la scelta conveniente. E solo a quel punto ipotizzare un potere sostitutivo in caso di inadempienza delle Regioni. Le centrali si possono fare solo con questa larga concertazione".(red)
 

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