periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 75 - Roma, 10 luglio 2003

Sommario

Bruxelles: Summit Assessori alla sanità La Loggia: quale ruolo per Senato Regioni
Turismo all'estero: consigli Aduc Marche: sviluppo nei Balcani
Liguria: Statuto prorogato di un anno La Riforma della Politica agricola comune
Bruxelles: Summit Assessori alla sanità
Con l'allargamento dell'Unione europea la libera circolazione dei pazienti rischia di diventare una vera e propria emergenza, motivo in più perché si pongano le basi per governare il problema. Su questo tema si è discusso nella riunione degli assessori regionali italiani alla sanità che, per la prima volta, si sono riuniti a Bruxelles, con il ministro della salute Girolamo Sirchia, all'apertura della Settimana europea della salute organizzata dalle Regioni Veneto, Lombardia e Liguria con la collaborazione di Toscana ed Emilia-Romagna. Il fenomeno, finora scarsamente monitorato, è molto diversificato: a chi per motivi di studio, di vacanza o di lavoro si trova in un paese diverso dal proprio ed e' bisognoso di cure, si e' aggiunto nel tempo anche chi spesso e' stato costretto a spostarsi per prestazioni che non poteva ricevere nel proprio paese. In quest'ultimo caso più volte e' dovuta intervenire la Corte di giustizia UE per autorizzare cure che il paziente non avrebbe potuto ricevere nel luogo di residenza. A questa situazione si e' aggiunta una terza realtà: quella di quei paesi, come ad esempio l'Inghilterra, che hanno cominciato ad acquistare prestazioni in Francia o in Germania e da poco tempo anche in alcune regioni italiane, come il Veneto e la Lombardia. ''Ormai - ha spiegato l'assessore veneto Fabio Gava, coordinatore degli assessori regionali italiani - in tutte le regioni del centro nord il saldo di mobilità europeo è diventato attivo''. Se per evitare lunghe liste di attesa - anche 300 giorni in Inghilterra - la mobilità diventa una pratica consolidata, al tempo stesso, si fa notare, e' necessario che il problema sia quanto prima governato. Ma la soluzione non sembra facile: tra gli Stati membri si sono già create due posizioni contrapposte,da una parte chi non accetta intromissioni nelle decisioni nazionali in fatto di sanità e dall'altra chi invece è convinto che il problema deve essere affrontato, prima che la Corte UE non li obblighi a farlo per i ripetuti ricorsi. Tra gli assessori italiani a questo proposito c'e' coralitàdi intenti. Anzi, c'e' chi come il toscano Enrico Rossi si spinge ad affermare che la ''sola circolazione delle persone è una questione minimalista e che il vero problema e' stabilire il livello minimo di assistenza da garantire a tutti i cittadini''. Intanto sul fronte del riconoscimento delle competenze reali che le regioni italiane hanno nel settore della sanita', oggi gli assessori hanno compiuto un passo avanti strappando a Sirchia il riconoscimento di poter partecipare come  ''osservatori'' ai futuri Consigli dei ministri Ue, forse già da quello di Milano: la questione sarà esaminata in una delle prossime riunioni della conferenza Stato-Regioni.
Una iniziativa sottolineata anche dall'assessore alla sanità della regione Campania, Rosalba Tufano (nella foto) : ''Le Regioni italiane e in particolare quelle del Sud devono contare di più nel processo di integrazione delle politiche sanitarie dei Paesi dell'Unione Europea in modo da poter garantire a tutti i cittadini equivalenti opportunità di cura, indipendentemente dal luogo di residenza''. Ecco perché ''come Regioni - ha aggiunto la Tufano - abbiamo chiesto a gran voce di poter essere presenti alle prossime riunioni dei ministri della salute dei Paesi europei. Il nostro come molti altri servizi sanitari degli Stati membri vedono gran parte delle questioni sanitarie di competenza delle Regioni.  Una questione molto delicata e' stata inoltre posta dall'assessore alla Sanità della Campania in merito alla possibilità di avere criteri e percorsi di valutazione della qualità dei centri di eccellenza comuni all'interno della dimensione comunitaria, unitamente a equivalenti parametri per la tariffazione delle prestazioni". L'assessore Tufano ha sottolineato infine l'esigenza di rafforzare l'attenzione da parte dei Quindici verso interventi di politica sanitaria nelle regioni dell'area mediterranea, alla luce dei flussi migratori intercontinentali e dell'imminente  allargamento dell'Unione verso est". (dan.rus.)
Turismo, Assistenza sanitaria all'estero: i consigli dell'Aduc
Per gli italiani che per turismo si recano all’estero, l'Aduc fornisce un quadro di sintesi per conoscere il tipo di assistenza sanitaria offerto dal luogo prescelto.
Tre le "tipologie" di Paese identificate dall'associazione: 1) appartenente all’Unione Europea (UE) o allo Spazio Economico Europeo (SEE); 2) che ha siglato un accordo convenzionale per l’assistenza sanitaria con l’Italia; 3) che non fa parte dell’Unione Europea o con il quale non esistono accordi bilaterali.
Nel primo caso il cittadino iscritto negli elenchi del Servizio Sanitario Nazionale può richiedere alla Asl di residenza, il modello E111, rilasciato per un periodo non superiore ai 6 mesi –rinnovabili- e da’ diritto a cure gratuite in caso di urgenza.  E’ obbligatorio presentare tutte le ricevute e la documentazione sanitaria.
Nel secondo caso le regole per ottenere il rilascio del modulo apposito dalla Asl per le cure all’estero (in forma diretta e solo per cure urgenti o impreviste) sono le medesime viste per i Paesi comunitari. Con alcuni Stati esistono accordi bilaterali che prevedono la copertura delle cure urgenti, in forma diretta.
Nel terzo caso relativo ai Paesi con cui non ci sono accordi il turista paga direttamente le spese mediche e ospedaliere. (red)
Liguria: Statuto prorogato di un anno
Terza proroga per l'approvazione del nuovo Statuto della Regione Liguria. Il presidente della commissione statuto, Rinaldo Magnani, ha chiesto che il termine slitti di un anno.
La proposta, sostenuta anche dal vicepresidente della commissione, il consigliere Giancarlo Mori, e' stata accolta all' unanimita' dall' intero consiglio regionale.
''La commissione - ha spiegato Magnani - sta ancora valutando la bozza, che ha richiesto numerose riunioni e discussioni. E' nostra intenzione, appena conclusa questa fase e prima di assumere ogni decisione definitiva, sottoporre il testo ad una serie di consultazioni esterne. Per questo chiedo che venga accordata una proroga di un anno''.
''E' fondamentale - ha commentato Giancarlo Mori - che il nuovo documento sia approvato con netto anticipo rispetto alle elezioni del 2005, per consentire un regolare svolgimento della consultazione con le eventuali nuove modalita' che verranno stabilite''.
''Se cambia lo statuto e il Presidente non sara' più eletto dai cittadini non mi ricandidero'''. Cosi' Sandro Biasotti (nella foto), Presidente della Liguria, è intervenuto nel dibattito sul nuovo sistema elettorale che potrebbe essere introdotto dalla revisione dello statuto regionale.
(gs)
La Loggia: quale ruolo per Senato Regioni
Per Enrico La Loggia (nella foto) ''Il Senato delle Regioni deve essere una vera e propria camera di compensazione tra i diversi interessi delle realtà territoriali, che a volte si presentano fortemente contrapposti''. Stabilito che ''il sistema bicamerale perfetto non funziona più e che occorre quindi cambiarlo'', La Loggia (che oggi sarà impegnato a presiedere la Conferenza Stato-Regioni) ha invitato i rappresentanti delle assemblee regionali, prima ancora di discutere della composizione del senato delle Regioni, a stabilire quale dovrà essere il ruolo di questo nuovo ramo del parlamento. ''Dobbiamo immaginare - ha detto La Loggia - il Senato delle Regioni come qualcosa di diverso da quello di oggi -ha spiegato il ministro- pensare di trasformare il nostro sistema bicamerale per semplificarlo. Non mi appassiona sapere percio' se ci sara' un senatore in piu' o in meno. Bisogna capire quale ruolo gli diamo''.
Anche per
il presidente della commissione bicamerale per gli Affari Regionali, Carlo Vizzini si tratta di uno scontro tra conservatori e riformatori: ''La verita' - ha detto Vizzini - e' che siamo allo scontro  finale tra coloro che hanno sempre pensato che rompendo un  anello del federalismo si tornasse al centralismo e chi pensa di voler andare verso una organizzazione federale dello Stato. Pensate quanti ministeri dovrebbero diventare semplici dipartimenti presso la Presidenza del Consiglio se si realizzasse il federalismo: in Italia si sono aboliti i ministeri per referendum, salvo poi reintrodurli con nome diverso''.
"Noi vorremmo prima la 'bicameralina' - ha invece ribadito Riccardo Nencini, coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali - come anticamera del Senato delle Regioni da far decollare nel 2006 con la prossima legislatura''. Al termine dei lavori la Conferenza che raggruppa i parlamenti regionali ha approvato all'unanimita' un ordine del giorno che rilancia l'istituzione del Senato delle Regioni. (gs)
Marche: sviluppo nei Balcani
Il progetto che vede le Marche regione capofila nelle iniziative a favore dello sviluppo nei Balcani si chiama 'Rete Clas' - Promozione e realizzazione di una rete di centri locali di assistenza e servizio alle imprese - e conta tra i partner Emilia-Romagna, Abruzzo e Provincia di Udine. E' destinato alle imprese operanti in Romania, Bosnia, Croazia, Serbia e Montenegro.
Accanto ai partner italiani, vi sono quelli dei Paesi cui l' intervento e' destinato, sia pubblici che privati, nella logica comunitaria di far conoscere le iniziative che vengono finanziate per far crescere anche le capacita' progettuali.        
L' altro progetto al quale partecipa la Regione Marche - insieme a Calabria, Lazio, Molise, con l' Abruzzo capofila - e' l' Agenzia del buon governo territoriale, che mira a rafforzare istituzioni e organismi locali, in particolare nei settori economico e delle infrastrutture per le aree industriali, oltre a favorire lo sviluppo di sistemi a rete per servizi e strutture di pubblica utilita'. (red)
La Riforma della Politica agricola comune

Recentemente i ministri europei dell'agricoltura hanno approvato una radicale riforma della politica agricola comune (PAC), che rivoluzionerà il modo in cui l'UE sostiene il settore agricolo. La nuova PAC sarà orientata verso gli interessi dei consumatori e dei contribuenti e, nello stesso tempo, lascerà gli agricoltori liberi di produrre ciò che esige il mercato. Per evitare l'abbandono della produzione, gli Stati membri possono scegliere di mantenere ancora una certa correlazione tra sovvenzioni e produzione, a precise condizioni ed entro limiti chiaramente definiti. La concessione di questo nuovo "pagamento unico per azienda" sarà subordinata al rispetto delle norme in materia di salvaguardia ambientale, sicurezza alimentare e protezione degli animali. I fondi che si renderanno reperibili grazie alla riduzione dei pagamenti diretti a favore delle grandi aziende saranno messi a disposizione degli agricoltori per realizzare programmi in materia di ambiente, qualità o benessere degli animali, . Il Consiglio ha inoltre deciso di rivedere i settori del latte, del riso, dei cereali, del frumento duro, dei foraggi essiccati e della frutta a guscio. Al fine di rispettare gli stretti vincoli di bilancio fissati per l'UE a 25 da qui al 2013, i ministri hanno convenuto di introdurre un meccanismo di disciplina finanziaria. La riforma rafforzerà anche la posizione negoziale dell'UE nelle trattative commerciali in corso nell'ambito dell'OMC.(red)

 

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