periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 156 - Roma, 1, 2 e 3 novembre 2003

Sommario

Formigoni: Stato si decida a pagare debiti Storace prepara ricorso a condono edilizio
Vegas: assistenza immigrati regolari non incrementa spesa - Regioni rispondono Martini: allargamento UE non sposti baricentro
Regioni e Corte Costituzionale Emilia-Romagna: per Corte dei Conti “accorta” la gestione finanziaria
Formigoni: Stato si decida a pagare debiti
Mentre le Regioni attendono contenuti e segnali positivi dall'incontro con il ministro dell'Economia Tremonti - previsto a Roma il giorno 5 novembre alle ore 18 presso la sede del Ministero - si discute sempre dell'impatto della Finanziaria 2004 nelle singole Regioni e delle difficoltà che sono da affrontare.
In Lombardia è stato spiegato che anche se non dovesse arrivare il pagamento da parte dello  Stato dei debiti nei confronti della regione, la pressione fiscale rimarra' comunque del tutto invariata e la qualita' dei servizi  del tutto garantita. Quando arrivera' il pagamento dei debiti ci  saranno nuovi interventi nei settori dell'edilizia residenziale  e del riassetto idrogeologico del territorio.
''Le cose in Lombardia non cambiano grazie alle anticipazioni di denaro da parte della Regione - ha spiegato Formigoni - Ma non possiamo andare avanti a lungo a sostenere l'impatto e possiamo coprire economicamente solo il prossimo esercizio''. Per il
presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: ''Le anticipazioni di cassa per la sanita' ammontano a 2 mld e aspettiamo che lo Stato colmi il debito che ha con noi. La prossima settimana saro' dal presidente del Senato Marcello Pera e anche a lui chiedero' che alle Regioni sia dato cio' che e' di competenza delle Regioni. Non facciamo miracoli ma e' il massimo che si puo' fare, abbiamo anche mantenuta inalterata l'addizionale Irpef nonostante l'inflazione. Ma se lo Stato non si decide a pagare i debiti, non potremo fare interventi nei settori piu' deboli: dal riassetto del territorio, alla casa, all'edilizia scolastica''.
Pressione fiscale invariata,  ''piena'' adesione al Patto di stabilita' interno e sostegno  all'economia tramite l'aumento degli investimenti pubblici. Sono  queste le linee guida della manovra finanziaria 2004-2006 della  Regione Lombardia approvati dalla Giunta guidata dal  presidente Roberto Formigoni.
L'entita' complessiva della manovra di bilancio e' di 20  miliardi e 239 milioni di euro. La spesa sanitaria ammonta a 12  miliardi e 361 milioni di euro. ''Nonostante le difficolta'  economiche e finanziarie che si delineano a livello nazionale -  ha spiegato Formigoni  - la Lombardia ha  elaborato una manovra che va controcorrente. Con uno  straordinario sforzo di bilancio abbiamo deciso di sostenere  concretamente l'economia lombarda portando gli investimenti nel  triennio a quasi tre miliardi di euro''.
''Nonostante il contenzioso con il governo - ha ribadito il  presidente Formigoni - siamo riusciti ad elaborare questa Finanziaria''. 
''La manovra - ha poi aggiunto l'assessore al Bilancio,  Romano Colozzi - si caratterizza anche per il contenimento della  spesa corrente nell'ambito dei parametri utili per il rispetto  del Patto di stabilita'; la spesa corrente complessiva nel 2004  e' pari a 1541 milioni di euro''. Formigoni ha quindi dichiarato  che un'attenzione particolare e' stata riservata al sistema  della autonomie locali e funzionali: i trasferimenti sono  aumentati del 31% rispetto al 2003.
Infine il fondo di solidarieta'. ''La Lombardia - ha  precisato Formigoni - continua a sostenere piu' del 55% del  fondo. Uno sforzo non indifferente se si considera che lo Stato  non ha ancora erogato alla nostra Regione circa 2 miliardi e  mezzo di euro nel settore sanitario''.

(gs)
Vegas: assistenza immigrati regolari non incrementa spesa sanitaria - Regioni rispondono con Gava
Errare è umano, ma perseverare.... Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, definisce la protesta delle Regioni sulla presunta sottostima degli oneri sanitari come "una valutazione erronea'':  'l'assistenza sanitaria degli immigrati regolari, contemplata nell'ambito della cosiddetta legge Bossi-Fini, non consegue un incremento della spesa sanitaria''. Vegas sottolinea anche come ''riguardo ai trasferimenti finanziari tra lo Stato e le Regioni e' attualmente in corso una trattativa volta a superare talune divergenze emerse in relazione alla spesa sanitaria''.
Le Regioni hanno ribadito la loro contrarieta' ed espresso ''stupore'': ''Come si fa a dire -  chiede a nome delle Regioni il coordinatore degli Assessori alla  Sanita' per la Conferenza delle Regioni, Fabio Gava - che  l'assistenza sanitaria agli immigrati regolari contemplata nell'  ambito della cosiddetta Bossi-Fini non comporta un incremento  della spesa sanitaria? Forse si parte dal presupposto che i  cittadini extracomunitari siano dotati di una salute di ferro,  non abbiano eccessivo bisogno di assistenza socio-sanitaria, di  medico di famiglia, di medicinali, di cure ospedaliere''.
“Le dichiarazioni del
Sottosegretario Vegas stupiscono per due motivi – ha affermato l’Assessore della Regione Veneto (nella foto), Fabio Gava, coordinatore degli Assessori alla Sanità per la Conferenza delle Regioni. “Prima di tutto perché c’è una costante relazione fra le Regioni e il Sottosegretario all’Economia e quest’ultimo che ci ha aiutato a costruire l’accordo dell’8 agosto 2001 sa benissimo cosa quel patto preveda. Sa, ad esempio, che chiunque contribuisca fra Stato e Regioni a determinare scelte che comportano aumento di spesa deve assumersene la responsabilità.

Allora è sorprendente – e arrivo al secondo motivo – che il Sottosegretario all’Economia parli con riferimento alla regolarizzazione di diverse centinaia di migliaia di cittadini extracomunitari di “valutazione erronea” senza spiegare poi dove è l’errore".
(gs)

Regioni e Corte Costituzionale

E' stato pubblicato su Quaderni Costituzionali, un contributo firmato da Roberto De Liso (Consigliere parlamentare e consulente giuridico della regione Campania) intitolato "Le Regioni nella Corte Costituzionale: già oggi è possibile : "Per quanto concerne la presenza delle Regioni nella Corte costituzionale - scrive De Liso - si deve ritenere che tale esigenza può trovare risposta, già oggi, in costituzione e può essere soddisfatta con l’attuale meccanismo di Composizione della Corte. Si leggano, gli articoli 5, 91, 114 e 134 della Costituzione in modo unitario e coordinato. Da la lettura emergerà il criterio di fondo che deve orientare il Presidente della Repubblica nella nomina dei giudici costituzionali : il criterio della rappresentanza dei vari livelli istituzionali della Repubblica. Infatti se le nomine dei Parlamento in seduta comune, con il particolare quorum richiesto, esprimono il criterio dell’indirizzo politico-costituzionale e quelle espresse dalle supreme magistrature la garanzia della coerenza interpretativa della legge in una una posizione di subiezione (in tal caso alla norma costituzionale), le nomine presidenziali danno ingresso nel collegio alla pluralità degli interessi istituzionali che, unitariamente, sostanziano  l’interesse nazionale. Quest’ultimo profilo consegue al nuovo articolo 114 che introduce la pari dignità istituzionale di Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, tutti elementi costituenti la Repubblica. Fatto costituzionale nuovo e di grande portata rispetto alla precedente norma per cui la Repubblica si ripartiva in Regioni, Province e Comuni. Il Presidente della Repubblica ha quindi il compito, nel nuovo assetto, di portare la voce di tutti i livelli istituzionali all'interno della Corte costituzionale, arricchendo il collegio di quelle prospettazioni clic possono scaturire dalla vita e dal funzionamento di un ordinamento policentrico. Ovviamente è il sistema delle autonomie in quanto tale che deve essere "rappresentato" (il termine è tuttavia improprio), non già la sua contingente connotazione politica. In questo senso la nomina presidenziale più ancora di un'elezione (sia pure, nella migliore delle ipotesi, da parte di una Camera delle autonomie) può garantire l’istanza federale. (sm)

Storace prepara ricorso a condono edilizio
"Abbiamo portato la questione  del condono edilizio in giunta  - ha annunciato stamani il presidente della Regione Lazio  Francesco Storace,- e unanimemente abbiamo dato  mandato all' Avvocatura regionale di preparare il ricorso alla  Corte costituzionale, che poi dovra' essere approvato con una  delibera dalla giunta stessa''. 
Storace ha inoltre riferito: ''Ho dato mandato all'  assessore all' urbanistica Dionisi di verificare tra la proposta  di legge preparata dall' opposizione e le iniziative in cantiere  che giacciono negli uffici del nostro assessorato, come poter  sanare eventuali danni al territorio''.
Storace ha poi spiegato i motivi del suo 'no' al condono:  ''Esso e' un danno sicuramente per il territorio, pero' se c'e'  un ristoro economico, lo si puo' anche spiegare alla gente: puoi  costruire case, strade. Con questa finanziaria - ha spiegato -  non vediamo invece alcun ritorno; diventa percio' difficilmente  spiegabile al cittadino cosa comporti questa misura''.
''La presa di posizione di Storace  sul condono edilizio e' un atto di grande coraggio e spero che  di questo l'opposizione si renda conto''. Lo ha affermato l'assessore  regionale ai Rapporti Istituzionale Donato Robilotta. ''Invece di perdersi in inutili distinguo, come sta gia'  facendo qualcuno, ritengo che - ha aggiunto - anche l'  opposizione dovrebbe schierarsi al fianco del presidente della  Regione, in una battaglia importante per tutti i cittadini del  Lazio''.
(red)
Martini: allargamento UE non sposti baricentro
Il presidente della Repubblica Ciampi ha affermato nel messaggio di saluto alla conferenza organizzata in Italia dal Comitato delle  Regioni U.E. sul ruolo del Mediterraneo nella nuova Europa che ''l' internazionalizzazione dei processi e l' apertura dei mercati  rendono essenziale il ruolo sussidiario delle realta' locali per  avvicinare le istituzioni ai singoli, tutelandone i diritti e le  aspettative''. ''Il partenariato fra l' Ue e la  riva sud del Mediterraneo, rappresenta, nello spirito degli  accordi di Barcellona, il fattore chiave per favorire la  creazione di zone di libero scambio in uno spazio comune di  pace, stabilita' e prosperita' condivisa''.
Per il presidente della Regione Toscana, Claudio  Martini, che è intervenuto alla Conferenza internazionale ''Per un  nuovo spazio euro-mediterraneo'', organizzata dal Comitato delle  Regioni dell' Unione Europea: ''L' allargamento dell' Unione  europea e' un fatto importante, ma non si deve perdere la sfida  di mantenere la centralita' del Mediterraneo all' interno del  nuovo scacchiere europeo''. 
Martini ha poi ribadito che ''Spostare troppo verso nord-est il baricentro dell' Europa  sarebbe un errore - ha proseguito Martini - mentre invece  mantenendo il Mediterraneo come cerniera e frontiera verso il  Medio Oriente e il Nord Africa renderebbe l' Europa un soggetto  mondiale, dal quale potranno trarre vantaggio anche i paesi non  europei che si affacciano sul Mediterraneo''. Infine, il  presidente della Regione Toscana ha spiegato che ''l' Europa  deve rafforzare il suo impegno nella cultura, nella formazione e  nella conoscenza che sono le vere armi con le quali competere  con il resto del mondo e in questo il Mediterraneo crocevia di  culture e dialogo multiculturale puo' davvero rappresentare un  punto di riferimento fondamentale anche per la nuova Europa''.
 ''Il vostro impegno di amministratori  e' fondamentale per  lo sviluppo della solidarieta', del dialogo interculturale, della sostenibilita' delle tecniche produttive e delle risorse  ambientali. Rafforza il progetto di un' Europa della  cooperazione fra processi locali e globali, fra pubblico e  privato, per il superamento delle ineguaglianze e il  miglioramento delle condizioni di vita''. 
(red)
Emilia-Romagna: per Corte dei Conti “accorta” la gestione finanziaria
Positivo il giudizio della Corte dei Conti sull’ “accorta” gestione finanziaria operata dall’Amministrazione regionale dell'Emilia-Romagna che ha permesso, senza fare ricorso ad inasprimenti tributari, sia il rispetto dell’equilibrio di bilancio che il contenimento del livello degli oneri da indebitamento e della spesa. La newsletter della Corte dei conti ha infatti reso noto che la Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna ha approvato la relazione sulla gestione finanziaria e l’attuazione della programmazione del bilancio 2002 nella Regione. 
La Corte ha, quindi, rilevato un “buon grado di coerenza tra le allocazioni operate in sede di bilancio preventivo e quelle scaturite a consuntivo”, una sostenuta capacità di impegno (indice che denota il grado di realizzazione dei programmi regionali) e un aumento della spesa per il personale “ampiamente al di sotto del tasso di inflazione programmata”, grazie al ricorso al lavoro a tempo determinato. Da segnalare l’anomalo incremento dei residui attivi relativi alla competenza generato dal mancato riversamento da parte dello Stato di Irap, addizionale Irpef e compartecipazione Iva di competenza (ricordiamo che, a seguito delle sentenze della Corte costituzionale nn. 296 e 297 del 26 settembre 2003, né l’Irap, né le tasse automobilistiche possono essere considerate tributi regionali). Benché la gestione finanziaria 2002 abbia risentito della delicata fase in cui versa l’intera finanza pubblica e “dell’incerto cammino verso un assetto concretamente federalista del sistema fiscale”, il puntuale rispetto dei vincoli di finanza pubblica da parte della Regione ha indotto la Corte a promuoverne la gestione economico finanziaria per esercizio 2002.
Relazione della Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna
(sm)
 

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