periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 140 - Roma, 10 ottobre 2003

Sommario

Riforme: i giudizi su incontro con Berlusconi UE: Marche, Umbria, Puglia e Sicilia presentano iniziative semestre
Finanziaria: critiche da Regioni ed enti locali Emilia-Romagna: accordo con ministero beni e attivita' culturali
Veneto e Friuli ricordano Vajont Entrate tributarie gennaio-agosto 2003: dati competenza
Riforme: i giudizi su incontro con Berlusconi
I Presidenti delle regioni e i rappresentanti degli enti locali hanno incontrato ieri il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (nella foto). All'ordine del giorno la riforma della costituzione, il cui schema è stato licenziato il 16 settembre. Poco prima si era svolta, presso la sede del  Ministero delle Riforme, una riunione tra alcuni presidenti di  Regione del centrodestra e il leader della Lega, Umberto Bossi.
Al termine dell'incontro è arrivato un giudizio positivo dal Presidente della conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo.  ''Il Governo -
ha spiegato Ghigo - ci ha dato delle aperture, ed ha preso l'impegno a presentare una serie di emendamenti in  Senato. Il dibattito parlamentare sara' lungo ma si e' aperta  una buona stagione'. 'E il Presidente della Conferenza disegna anche uno scenario possibile del futuro Senato Federale in un'intervista rilasciata a La Stampa: "oltre ai 200 senatori previsti dalla riforma dei quattro saggi, si aggiungeranno 40 rappresentanti delle autonomie locali e delle regioni. Nel senato potranno entrare anche Presidenti e sindaci delle grandi città. le regioni non hanno pregiudiziali verso i rappresentanti degli enti locali".
Diverso, per toni e contenuti, il giudizio del Vicepresidente della Conferenza,
Vasco Errani, al termine dell'incontro con il premier. ''La riforma, così com'è - ha ribadito Errani - è sbagliata, confusa e pasticciata. nel corso dell'incontro c'e' stata un'apertura su  alcune questioni, come il Senato federale e l'interesse  nazionale'', ma per Errani, ''la ragione per cui viene approvato questo  testo e' nota: vi sono alcuni condizionamenti nella maggioranza  che non consentono di fare una discussione libera e serena. Noi verificheremo le novità; le parole non sono sufficienti. Se per  esempio - ha concluso Errani - il Senato federale sarà l'opposto di quello che è oggi nello schema di Ddl, sarà già un passo avanti''. Per il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, si è, invece, "messo in moto un positivo  meccanismo di confronto: la Casa delle libertà ha un atteggiamento positivo nei  confronti delle nostre proposte. 'Le ragioni che abbiamo portato - spiega Formigoni - sono   state prese in considerazione e ci sono state anche delle  positive aperture. Ora si e' aperto un processo: la proposta del  governo ci e' nota, noi Regioni proponiamo degli emendamenti che  vanno inseriti nel contesto. Certo, nessuno di noi pretende di  avere una risposta immediata su ciascun emendamento, ma mi aspetto che nell' incontro di questo pomeriggio con il Presidente del Consiglio si possa avere conferma della positività del lavoro iniziato''. ''Certo - ha osservato Formigoni - sarebbe stato più opportuno che il Governo rimandasse di qualche giorno la presentazione del testo in Consiglio dei  ministri o che si lavorasse in queste ore per approntare degli  emendamenti. Il Governo non ha ritenuto di farlo e quindi domani  sarà approvato un testo che non ci soddisfa. Tuttavia, ha osservato il Presidente della Lombardia, c'è l'impegno del Governo a presentare emendamenti su quattro punti  essenziali per le Regioni e ''la situazione e' quindi potenzialmente positiva''.  Formigoni ha spiegato che i quattro punti riguardano: la  contestualita' tra le elezioni del Senato federale e quella dei Presidenti di Regione e dei Consigli regionali; la presenza degli esecutivi regionali nel Senato federale, l'ampliamento delle materie di competenza del Senato federale anche alle leggi di bilancio e finanziarie e ad altre materie concorrenti tra Stato e Regioni. Infine sono state accolte le richieste delle Regioni a statuto speciale.  ''La situazione - ha ribadito - concludendo Formigoni - è quindi nuova e potenzialmente positiva; attendiamo di vedere gli emendamenti che il Governo presentera' in Senato. Se alla buona volontà di oggi farà seguito un lavoro comune potranno esserci  evoluzioni positive''. 
Anche il Presidente della Regione Puglia,
Raffaele Fitto,  giudica ''positivo'' il confronto, mentre  il giudizio del presidente della Regione Lazio Francesco Storace, è stato preceduto da un botta e risposta con il Ministro bossi sul ruolo della capitale ''Sono a disagio perché sono davanti ad un Ministro che giornalmente insulta la mia citta' ''...Ma io faccio solo provocazioni politiche avrebbe risposto il ministro Bossi.
''Avremmo preferito che si seguisse un  percorso diverso: il fatto che si approvi questo testo in  Consiglio dei ministri non ci sembra convincente'': questo il commento del Presidente dell'Anci, L
eonardo Domenici, "tuttavia, ha aggiunto Domenici, vi sono alcuni punti che potrebbero essere migliorati in particolare al riguardo del  Senato Federale e della sua composizione. ''Mentre per la  verità il ministro per le Riforme Umberto Bossi non ha fatto  particolari aperture nei confronti degli enti locali, comuni e province - ha osservato Domenici - Berlusconi ha detto che gli pare logico che in un Senato Federale questi siano rappresentati. Mi pare un risultato interessante che auspico foriero di buoni benefici''. Più categorico il Presidente dell'Unione delle Province d'Italia  Lorenzo Ria il quale ha anche riferito che ''Berlusconi ha  privilegiato l'accordo politico con la coalizione piuttosto che  il corretto rapporto con gli altri livelli istituzionali''. In sostanza il ddl va all'esame del Consiglio dei  Ministri senza alcuna modifica rispetto alle richieste avanzate  da Regioni e Enti Locali. ''Il confronto invece - ha concluso  Ria - avrebbe potuto introdurre alcune modifiche che invece non  ci sono state".
"L'unica disponibilità data dal governo e' stata su alcune modifiche al testo di riforma costituzionale nella parte relativa al Senato federale" : lo affermato la presidente della  Regione Umbria,
Maria Rita Lorenzetti, ''Come ho avuto modo di dire nel corso della riunione - ha affermato Lorenzetti - non sottovalutiamo questa apertura rispetto ai 'titoli' delle modifiche annunciate. Ovviamente per  un giudizio compiuto attendiamo di conoscere il testo che sarà  approvato dal governo''.
"C'e' stata un'apertura da Berlusconi nell'ascoltare le  ragioni delle Regioni - ha osservato
Cuffaro -. Noi guardavamo  al processo di riforma con perplessità, ma ora si comincia a  profilare un Senato Federale più legato alle Regioni anche se non è ancora proprio quello che volevamo. Speriamo di poterlo perfezionare durante l'iter legislativo''.
''Anche se ci sono esigenze di  coalizione modifiche costituzionali cosi' incisive richiedono la necessità di trovare accordi piu' ampi''. A sottolinearlo, e' stato il  Presidente della Regione Marche,
Vito D'Ambrosio che ha aggiunto di augurarsi che la disponibilità mostrata dall'esecutivo si traduca nel ''sedersi e discutere e non dirci di prendere o lasciare sulla base di un orologio che scade''.
''Serve un Senato federale che abbia uno stretto contatto con il territorio; le novita' emerse oggi  dall'emendamento che il governo presentera' sulla riforma costituzionale vanno in questa direzione, oggi e' stato fatto un grandissimo passo avanti''. E' il commento del Presidente ligure,
Sandro Biasotti,  ''Il fatto che il governo proporra' un sistema misto per il Senato federale, i cui membri siano in parte espressione diretta dei territori e che i senatori della Repubblica verranno eletti contestualmente ai consiglieri regionali costituisce una novità da non sottovalutare'', ha affermato Biasotti che ha espresso soddisfazione anche sui compiti del futuro Senato. ''Sia Berlusconi, sia Bossi - ha aggiunto il Presidente della  Liguria - si sono impegnati per far si' che il Senato si occupi  anche di finanziaria e di bilancio, vale a dire di federalismo  fiscale.
Anche il Presidente del Veneto
Giancarlo Galan ha espresso un giudizio positivo sull'incontro durante il quale, a suo avviso sono stati fatti rilevanti progressi. ''Lo giudico più che positivamente - ha detto Galan -per due motivi: rispetto al punto di partenza sono stati fatti sostanziali passi in avanti perché il governo si e' impegnato a far proprie da domani alcune delle richieste avanzate dai Presidenti di regione. La più importante delle quali è senza  dubbio il fatto che del Senato Federale farà parte una  rappresentanza degli esecutivi regionali. Ci sarà anche la contestualità tra elezioni del Senato ed elezioni regionali.  Altri  punti recepiti dal Governo riguardano gli statuti e leggi  finanziarie delle regioni a statuto speciale ''.  ''Il secondo motivo che mi fa giudicare molto bene questa riunione - ha proseguito il Presidente del Veneto - è
l'auspicio espresso dal Presidente del Consiglio che da parte di  Regioni, Province, enti locali si continui a  portare avanti  emendamenti che saranno certamente recepiti nel corso dell' iter parlamentare''.
Il Presidente del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo
Illy ha  illustrato le richieste di tutte le Regioni a Statuto speciale e  delle Province autonome, raccolte in un documento unitario, frutto di un lavoro coordinato dal Friuli-Venezia Giulia. Rivolgendosi al presidente del Consiglio ed ai ministri Bossi  e La Loggia, Illy ha quindi chiesto l' introduzione nella legge che domani sarà approvata dal Consiglio dei ministri, anche di norme di salvaguardia che garantiscano alle Regioni speciali il mantenimento delle condizioni di maggiore autonomia di cui già godono, rispetto a nuove attribuzioni alle Regioni ordinarie. Illustrando la posizione unitaria delle Regioni ad autonomia  differenziata, Illy ha quindi spiegato che esse sono favorevoli alla creazione di un Senato federale sul modello di quello tedesco, che prevede una composizione che deriva da una rappresentanza strettamente legata al 'sistema regionale''.
'Personalmente traggo un giudizio  positivo nonostante questo testo di riforma costituzionale che  domani va al Consiglio dei Ministri, abbia suscitato forti  perplessita' ''. E' stato questo il commento del presidente   della Regione Abruzzo,
Giovanni Pace,   ''I quattro punti su cui si appuntano le considerazioni dei  presidenti delle Regioni - ha proseguito Pace - sono il Senato federale, il concetto di Unità nazionale, la Corte costituzionale e il meccanismo di partecipazione elettiva al  Senato federale. In questo senso - ha aggiunto - il sistema  delle Regioni ha delle proposte emendative su questi argomenti, dimostrando di avere le idee chiare. Per questo ritengo che la bozza finale debba essere il frutto del confronto che non  contenga emendamenti, ma sia il punto d'incontro di questa  disponibilità che Governo e Regioni stanno mettendo in campo su questo tema. Anzi, ritengo che l'esperienza che stiamo maturando su questo delicatissimo punto possa in futuro diventare modello comportamentale per altre importanti trattative istituzionali e  amministrative''. (sm)
Finanziaria: critiche da Regioni ed enti locali

Le richieste delle Regioni ''sono  infondate'' perché esse ''hanno una montagna di soldi e devono  imparare a gestirli''. Il relatore in Senato al decreto che  accompagna la finanziaria, ,Ivo Tarolli (nella foto) replica così alle  critiche delle Regioni e alle loro esigenze. ''Hanno avuto negli  ultimi due anni un budget superiore al 6% del Pil - ha detto - Le Regioni dovrebbero chiarire perché non sono in grado di gestire i servizi sanitari cui sono deputate e perché la spesa  farmaceutica e' cresciuta fino al 16% del totale della spesa  sanitaria''. Venire in Senato ''a chiedere altri soldi e' una scorciatoia  comprensibile - ha aggiunto il relatore - ma non è la strada  maestra per le Regioni'

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni  ha espresso stupore per le dichiarazioni rese alle agenzie di stampa dal Senatore Tarolli, relatore per il maxi-decreto collegato alla Finanziaria.

Si riteneva di aver spiegato già abbastanza bene, questa mattina, in un’audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, le ragioni tecniche e politiche che sono alla base del documento che le Regioni hanno elaborato e approvato all’unanimità sulla manovra finanziaria 2004. A leggere le dichiarazioni del Senatore Tarolli pare che il quadro non sia ancora sufficientemente chiaro. Resta l’amarezza per le affermazioni del Relatore per il maxi-decreto collegato alla Finanziaria, Senatore Tarolli, cui saremmo stati lieti di replicare nella sede propria e cioè nel corso dell’audizione di questa mattina. Forse allora il Senatore Tarolli avrebbe compreso le nostre ragioni e si sarebbe reso conto che dietro la montagna di soldi c’è solo un topolino.

Eppure si ritiene che tutti i Commissari abbiano compreso che più che con una montagna di soldi le Regioni si trovano a fare i conti con una montagna di crediti verso lo Stato e una sottostima pesante e gravosa - di cui finora solo le regioni hanno sopportato il carico – relativa alle risorse per la sanità. Disavanzi che sono legati alla necessità di finanziare quello che il Governo stesso insieme alle Regioni ha stabilito come ammontare dei costi legati ai livelli essenziali di assistenza in sanità garantiti dalle Regioni. Il Tavolo Governo-Regioni, che ha concluso i suoi lavori in luglio, ha individuato un disavanzo di 3,9 miliardi di Euro relativi al 2001. Le Regioni hanno già segnalato che nel 2004 si è di fronte ad una sottostima di circa 5 miliardi di Euro. A tutto ciò va aggiunto che le Regioni non hanno strumenti impositivi per poter recuperare questa situazione, poiché è stata loro già bloccata la possibilità di utilizzare le leve fiscali (IRAP e Addizionale IRPEF).

Le Regioni l’8 agosto del 2001 hanno siglato un accordo con il Governo ed hanno adottato tutti gli strumenti che quell’accordo prevedeva per la razionalizzazione e il contenimento della spesa sanitaria. Quell’accordo non teneva conto, né poteva, della successiva Legge Bossi-Fini, che con la regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ha evidentemente comportato un aumento della spesa legato alla necessità di garantire un’assistenza sanitaria agli stessi.

Infine, bisogna ricordare che esistono problemi seri relativi alla cassa per cui le Regioni attendono ancora 7,8 miliardi di Euro relativi al 2002 e 4 miliardi di Euro relativi ai primi 10 mesi del 2003 dallo Stato. Ciò significa che alle situazioni cui si faceva riferimento bisogna aggiungere l’impossibilità di contare su un quadro di risorse certe.
Martedi' prossimo saremo chiamati a  dare il parere sulla finanziaria e li' espliciteremo, dal punto di vista tecnico, la nostra politica emendativa''. Lo ha detto  il Presidente della Conferenza delle regioni, Enzo Ghigo, che ha aggiunto che a Berlusconi è stato anche presentato il documento approvato dai Presidenti delle Regioni sulla finanziaria. ''Per mantenere i livelli essenziali di assistenza - ha concluso Ghigo - e' necessario fare sforzi maggiori da parte di tutti. Noi chiediamo la compartecipazione  al percorso decisionale sulla finanziaria".  ''Le nostre richieste - ha spiegato il Presidente della  Lombardia, Roberto Formigoni, sono che il Governo mantenga con noi l'impegno ad ampliare il fondo sanitario nazionale in  seguito all'ingresso di alcune centinaia di migliaia di  extracomunitari nel nostro Paese e che ci possa essere un  intervento sulla cassa: le Regioni stanno pagando interessi al  sistema bancario perché lo Stato non passa loro le cifre che dovrebbe''. Per ogni cittadino, ha chiarito Formigoni, il Fondo sanitario  nazionale prevede 1.250 euro che moltiplicato per i circa  700.000 extra-comunitari porta alla cifra di 2.000 miliardi  delle vecchie lire. Per quanto riguarda invece gli impegni che i  precedenti Governi hanno assunto con le Regioni, ha concluso Formigoni, si parla di circa 20.000 miliardi di lire sulle quali  le Regioni pagano interessi dal 4% in su. Per quel che riguarda il nodo "condono" l
a  situazione, secondo Riccardo Illy (Presidente del Friuli  Venezia Giulia)  meta' delle regioni italiane troverà il modo di bloccare il condono. Le altre lo faranno"
Le richieste avanzate oggi dalle Regioni ''non sono in linea con gli accordi presi.''. Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, replica così ai Presidenti che chiedevano all'esecutivo più risorse per le spesesanitarie e la restituzione dei debiti pregressi. ''Noi siamo adempienti - aggiunge Vegas - e siamo in linea con gli accordi che sono stati sottoscritti anche da loro unanimemente e non ci sono motivi per cambiarli''. ''Il federalismo deve essere a costo zero'', ha affermato Vegas sottolineando che ''il problema degli immigrati non esiste. Le spese previdenziali per gli immigrati regolarizzati erano gà' state previste nell'accordo del 2001. Quanto ai debiti pregressi, quelli antecedenti al 2001 sono già stati quantificati e pagati, mentre sul 2002 si sta completando la verifica sugli adempienti e sugli inadempienti e sul 2003 sono in corso pagamenti a tranche''. Il Sottosegretario all'Economia Vegas ha poi tenuto a ricordare ai Presidenti delle Regioni che gli enti locali hanno ricevuto soldi in più per i contratti e le esternalizzazioni dei servizi.

Forti critiche anche dagli enti locali (confermate da un'intervista di Leonardo Domenici al Corriere della sera)  "La manovra comporterà per i Comuni  una ulteriore riduzione dei trasferimenti rispetto alla  Finanziaria 2003. Secondo i calcoli dell'Anci, ascoltata oggi dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, ''il totale dei  tagli alle risorse provenienti dai soli capitoli del ministero  dell'Interno e' di circa 790 milioni di euro''. Minori entrate -  rilevano i Comuni - che si sommano alla riduzione delle spese di 1.800 milioni, derivante dal patto di stabilità interno, e al   blocco delle addizionali Irpef e delle maggiorazioni Irap. L'Anci rileva, ancora, che il Fondo per le politiche sociali scende da 1.528 milioni di euro nel 2003 a 1.219 milioni circa per il 2004. Il Fondo per il sostegno alle locazioni abitative viene mantenuto ai livelli 2003, considerato però che ''per  problemi di assestamento e di cassa sono stati gia' tagliati 12  miliardi di euro su quello previsto dalla Finanziaria 2003''. Per dare un'idea di quanto questi tagli incidano sui conti dei Comuni, l'Anci ha calcolato la differenza della spettanza tra il 2003 e il 2004. Per Milano, per esempio, la differenza è del 7%, per Bologna del 7,3%, ma per alcuni piccoli Comuni la differenza negativa arriva a due cifre.
Una manovra blindata, la contrazione  dei trasferimenti a cui non ha fatto seguito l'avvio del  federalismo fiscale, il patto di stabilita' che impedisce agli enti di amministrare: questi i nodi sulla finanziaria che l'Unione delle Province d'Italia ha presentato all'audizione con la commissione finanze del Senato di oggi.   ''Questa - ha detto ai senatori il presidente dell'Upi, Lorenzo Ria - e' una finanziaria che lascia aperti pochissimi spiragli di confronto, sia per i governi locali che per lo stesso Parlamento. La scelta di inserire gli interventi più incisivi nel decreto legge, chiude la porta ad una vera discussione. E poi agli enti locali si chiede un impegno  economico che non sono più in grado di sostenere''.  ''All'ennesima contrazione dei trasferimenti, al mancato riconoscimento del tasso di inflazione programmata si aggiungono i vincoli di un patto di stabilità che impedisce a Province e Comuni la piena autonomia amministrativa, li imbriglia, li penalizza e rischia di portare alla paralisi gli enti locali''. L'unica soluzione in grado di assicurare nuovo ossigeno alle casse degli enti locali, il federalismo fiscale,  ''continua ad essere rimandata'', ha lamentato Ria. ''Anzi - ha concluso il presidente dell'Upi - ormai viene considerata dal Ministro Tremonti alla stregua di una scomoda e fastidiosa  'sperimentazione'''. (red)

Veneto e Friuli ricordano Vajont
Il tema della memoria "non tanto e non solo come riconoscimento del passato, ma per trarre da esso la forza e l'insegnamento per guardare al futuro" è stato il motivo portante della breve quanto intensa visita che il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha compiuto alla diga del Vajont per rendere omaggio alle vittime dell'immane disastro avvenuto proprio 40 anni fa. Rendendo omaggio alla "gente di montagna forte e coraggiosa anche nelle sventure", il Presidente Ciampi ha ricordato una visita privata al luogo del disastro avvenuta pochi anni dopo quell'evento e si è ripromesso di accogliere appena possibile l'invito del sindaco di Erto e Casso, Luciano Pezzin - col quale era presente anche il sindaco di Vajont, Felice Manarin, il paese nato proprio in conseguenza del disastro - di percorrere il percorso realizzato sulla diga.
“Oggi a 40 anni di distanza dall’immane tragedia che ha sconvolto questa terra ho l’onore di annunciare - ha dichiarato il presidente della giunta veneta Giancarlo Galan (nella foto) - la partecipazione della Regione del Veneto alla costituzione, quale socio fondatore, della "Fondazione Vajont 9 ottobre 1963" con sede a Longarone". "I principali scopi della Fondazione riguardano lo studio dell’ambiente montano - ha spiegato il presidente della Regione -  in particolare della zona del Vajont, la ricerca in materia di difesa e valorizzazione della montagna, lo studio idrogeologico della montagna e relativi rischi, anche in relazione allo sfruttamento o attraversamento del territorio per la produzione  e la conduzione di risorse energetiche, nonché l’individuazione dei rischi idrogeologici". "In breve la "Fondazione Vajont 9 ottobre 1963" - ha affermato -  si occuperà di tutto quello che renderà impossibile il ripetersi di un altro Vajont in Italia e nel mondo".
Una cerimonia essenziale, quella che si è svolta a Erto e Casso, alla quale hanno partecipato anche  in rappresentanza della Regione Friuli Venezia-Giulia  il presidente del Consiglio, Alessandro Tesini, e l'assessore alle Finanze, Augusto Antonucci - presenti molti altri esponenti regionali e amministratori provinciali e comunali del Friuli Occidentale -, che in precedenza avevano partecipato anche alla cerimonia svoltasi a Longarone.
Sia il presidente Tesini che l'assessore Antonucci -  commentando la cerimonia - hanno sottolineato l'importanza della stessa. "La presenza del Presidente Ciampi - ha affermato Tesini - ha fatto sentire a queste popolazioni la vicinanza dell'intero Paese, segno che anche dopo 40 anni la memoria di quei tragici eventi, frutto di una ingiustizia ampiamente dimostrata, è viva. E ricordare oggi quella violenza scatenata dall'uomo significa ammonire tutti, istituzioni e cittadini, che non si può procedere con uno sviluppo senza regole".
Anche per l'assessore Antonucci "la presenza e le parole del Presidente della Repubblica sono le testimonianza che il Paese non dimentica un'immane tragedia, le cui conseguenze umane sono ancor'oggi evidenti e che devono spronare noi tutti a procedere sulla via dell'innovazione senza dimenticare mai i valori che sono alla base del vivere civile".
(red)
UE: Marche, Umbria, Puglia e Sicilia presentano iniziative semestre

I ministri Frattini e La Loggia e i presidenti delle Regioni Marche, Umbria, Puglia e Sicilia hanno presentato a Palazzo Chigi le iniziative  promosse in occasione del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea per approfondire i temi di politica estera legati alla politica euromediterranea e balcanica.
Il ministro degli Esteri Frattini ha sottolineato come le quattro iniziative comuni meritino interesse e attenzione e realizzino concretamente quel rapporto di leale e proficua collaborazione che si è instaurato tra Regioni e Ministero. Le linee di azione comuni sono state concordate in uno specifico incontro con i Presidenti delle Regioni, al fine di attuare forti iniziative che rafforzino il sistema Italia.
Questa azione congiunta sviluppata durante il semestre di presidenza italiana è importante perché i rapporti con le regioni mediterranee e balcaniche rientrano nelle priorità della politica estera italiana. I risultati di questi incontri saranno rappresentati al vertice euromediterraneo di Napoli del 2-3 dicembre 2003, al quale prenderanno parte – ha detto Frattini – 38 ministri e le Regioni italiane saranno presenti con una loro delegazione ufficiale.
La Loggia, da parte sua, ha affermato che la collaborazione tra Governo e Regioni rafforza l’iniziativa dell’Italia nel mondo. E’ il modello che vorremmo seguire e indicare all’Europa, perché il patto di cittadinanza europea si fonda  sul rapporto cittadini/Stati/Unione europea.
La Conferenza di Ancona – ha sottolineato il presidente della regione Marche D’Ambrosio (nella foto) – persegue lo scopo di preparare il terreno alla politica di prossimità dell’Unione Europea, che ha l’obiettivo di far funzionare meglio gli strumenti di collaborazione e partenariato. Vogliamo aiutare governi e popoli a collaborare con noi, rimodulando anche i Fondi europei. Abbiamo l’ambizione di lasciare una traccia nei riguardi dei confini a sud-est dell’Europa.
I quattro seminari – ha poi aggiunto D’Ambrosio - saranno anche il luogo di confronto sia per gli attori istituzionali (presidenza italiana, commissione europea, ministeri interessati alla cooperazione con i paesi non comunitari) sulle prospettive della cooperazione decentrata, sia per i paesi coinvolti nella realizzazione dei migliori e più significativi interventi.
Il Presidente della Regione  Siciliana, Salvatore Cuffaro, ha annunciato che presiedera' a partire da domenica,  un incontro tra le due ''anime'' dell' Isola di Cipro, quella  greca e quella turca, in vista delle prossime elezioni che  saranno decisive per l' ingresso di Cipro nell' Unione Europea. 
''E' questo lo spirito nuovo - ha sottolineato Cuffaro - con cui governo nazionale e  regioni, in occasione del semestre di presidenza italiana dell'  Unione europea, hanno voluto affrontare le questioni della  politica euromediterranea, nello spirito degli accordi di  Barcellona e in preparazione della conferenza intergovernativa  di Napoli del 2 e 3 dicembre'' ha commentato il Ministro degli  affari esteri, Franco Frattini, aprendo oggi la conferenza  stampa in cui le regioni italiane hanno illustrato il loro  impegno per la buona riuscita del semestre di presidenza  italiana.
Sono sette gli appuntamenti siciliani nell' agenda dell'  ultima fase del semestre europeo: il 15 ottobre a Ragusa si  riuniranno i rappresentanti di tutte le regioni frontaliere del  Mediterraneo; il 25 ottobre a Erice si confronteranno i  rappresentanti istituzionali di tutte le isole; il 7 novembre a  Catania riunione dei rettori di tutte le universita'  mediterranee; il 10 novembre, sotto il patrocinio dell' Onu, e'  prevista una sessione di studio sulla politica di tutela  ambientale; il 21 e il 26 ottobre si discutera' del contributo  delle donne al processo di integrazione; il 14 e 15 novembre, a  Palermo, si parlera' di tutela del patrimonio culturale  attraverso il partenariato interregionale; il 27 e il 28  novembre, infine, la conferenza interistituzionale dei popoli  uniti dal Mediterraneo.

La ''diplomazia tra Stati come garanzia di pace edi sicurezza preliminare allo sviluppo del Mediterraneo'': e' quantoha premesso la presidente dell'Umbria
Maria Rita Lorenzetti nelpresentare la conferenza di Perugia del 19 novembre sul Medio Orienteche dovra' portare a una dichiarazione comune fra i rappresentantidegli enti territoriali isreliani e quelli palestinesi.
Il
presidente della Puglia, Raffaele Fitto, ha invece sottolineato come in materia di politiche migratorie, al cuiargomento sara' dedicata una conferenza a Bari il 23 e 24 ottobre,l'impegno profuso negli anni abbia portato a ''una situazione oggi valutata come un'opportunita', anche per la crescita democraticainterna a certi Paesi, da una situazione che poco piu' di dieci anni fa era tragica''. All'appuntamento barese parteciperanno sette Paesi dei Balcani e 10 del Mediterraneo.

Ecco i materiali "linkabili" delle Regioni consegnati in Conferenza Stampa:

UE-Regioni-Balcani: - Umbria; - Marche;- Puglia; - Sicilia

(gs)

Emilia-Romagna: accordo con ministero beni e attivita' culturali
Procedure piu' rapide e snelle per  le autorizzazioni paesaggistiche in Emilia-Romagna, ma,  soprattutto, ''stop'' a quei conflitti e sovrapposizioni di  competenze tra poteri statali e locali di cui spesso a far le  spese era il cittadino. Un esempio: il parere negativo della  Sovrintendenza che di fatto arrivava a bloccare, al termine di  un iter lungo e complesso, la concessione edilizia rilasciata  dal Comune. E' questo il risultato dell'accordo - il primo di  questo genere in Italia - firmato a Roma tra il Ministro per i  beni e le attivita' culturali Giuliano Urbani, il presidente  della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e Antonio Gioiellieri  per il coordinamento delle Autonomie locali dell'Emilia-Romagna.    
''Il nostro paese ha risorse straordinarie da tutelare e  valorizzare - ha commentato Errani - e questo accordo e'  importantissimo. Voglio affermarlo con forza, perche' tante  altre volte questa collaborazione con il Governo purtroppo non  c'e' stata. Una cosa e' chiara: questo accordo e' oggettivamente  opposto alla logica del condono che, come e' noto, io non  condivido''.
L' accordo riguarda la realizzazione di opere pubbliche e  private (da una abitazione, alla semplice installazione di  un'antenna) in aree soggette a vincolo perche' di particolare  pregio paesaggistico (parchi, boschi, aree fluviali...) e punta  a introdurre criteri omogenei e condivisi laddove prima finiva  con il prevalere la sovrapposizione di diverse competenze  statali e locali. IL testo parla infatti di ''pianificazione  condivisa''. In altre parole Sovrintendenze, Regione, Province e  Comuni si impegnano a concordare a monte quali criteri applicare  e in che modo nella tutela del paesaggio emiliano-romagnolo, per  evitare che contrasti successivi e in corso d'opera blocchino 
per lunghi periodi la realizzazione di un intervento. La  concertazione avverra' a tutti i livelli: tra Regione e  Sovrintendenza regionale per quanto riguarda il Piano  territoriale paesaggistico regionale, tra Province e singole  Sovrintendenze al momento della revisione dei Piani di  coordinamento territoriale provinciale e ancora tra  Sovrintendenze e Comuni ( a partire da quelli in cui si  riscontra un valore paesaggistico del territorio particolarmente  alto) nell'ambito dei Piani regolatori comunali. Non solo:  Comuni e Sovrintendenze si impegnano anche a sottoscrivere un'intesa per semplificare e accelerare il procedimento  autorizzativo per determinate categorie di opere, mentre viene  rafforzato il ricorso alle Conferenze dei ervizi con la 
partecipazione delle Sovrintendenze per le opere pubbliche. 
L'accordo infine attua una complessiva revisione del sistema  vincolistico valido sul territorio emiliano-romagnolo in base a  una serie di principi e obiettivi concordati tra le parti.  Prevede anche specifiche attivita' di alta formazione in accordo  con le Universita' e gli Ordini professionali, rivolte ai  componenti delle commissioni comunali per la qualita'  architettonica e il paesaggio e ai professionisti pubblici e  privati.

(red)

Entrate tributarie gennaio-agosto 2003: dati competenza

Sono stati resi noti i dati di competenza delle entrate tributarie gennaio-agosto 2003. Il MEF (ministero dell'economia) ha comunicato che nel periodo gennaio - agosto 2003 sono state accertate entrate tributarie dello Stato, calcolate secondo il criterio della competenza, per un ammontare pari a 215.253 milioni di euro, in aumento di 11.812 milioni di euro (+5,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno 2002.
Nel solo mese di agosto le entrate sono ammontate a 27.670 milioni di euro, con un incremento di 2.368 milioni di euro (+9,4%) rispetto allo stesso mese del 2002.
Le entrate relative al condono 2003 ammontano, fino al mese di agosto, a 6.489 milioni di euro. Il gettito è ancora parziale poiché rappresenta solo la parte che dalla tesoreria è stata già riversata sul bilancio dello Stato. Al netto delle entrate da condono l’incremento delle entrate totali del periodo gennaio-agosto 2003, rispetto allo stesso periodo del 2002, sarebbe stato pari al 2,7%.
Imposte dirette. Le imposte dirette del periodo gennaio-agosto 2003 sono state pari a 111.997 milioni di euro, in aumento di 5.960 milioni di euro (+5,6%) rispetto allo stesso periodo del 2002. Il gettito IRPEF è stato di 81.858 milioni di euro (+3.271 milioni,+4,2%), mentre quello IRPEG è ammontato a 13.545 milioni di euro ( –742 milioni, -5,2%).
Imposte indirette. Le imposte indirette hanno assicurato un gettito pari a 103.256 milioni di euro, in aumento di 5.852 milioni di euro (+6,0%).
La crescita delle imposte indirette è stata favorita dall’andamento dell’imposta di registro, 2.774 milioni (+278 milioni, +11,1%); dell’IVA, 61.843 milioni di euro (+2.173 milioni, +3,6%); dell’imposta di bollo, 2.330 milioni di euro, (+128 milioni, +5,8%); dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali, 13.228 milioni di euro (+869 milioni, +7,0%); dell’imposta di consumo sul gas metano, 2.495 milioni di euro (+277 milioni, +12,5%) e dell’imposta sui tabacchi, 5.277 milioni di euro (+306 milioni, +6,2%).
L’IVA sugli scambi interni ha prodotto un gettito di 54.491 milioni di euro (+2.095 milioni, +4%), mentre quella sulle importazioni di 7.352 milioni di euro (+78 milioni, +1,1%). (red)

 

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