periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 143 - Roma, 15 ottobre 2003

Sommario

Finanziaria: sindaci in mutande e condono gonfiato Pezzotta:  federalismo può aiutare Mezzogiorno
Vendemmia povera ma buona Formigoni e Biasotti su spesa sanitaria
Marche: scambio di informazioni con il Viminale Sanità sempre più "salata" e proteste Istituti zooprofilattici
Finanziaria: sindaci in mutande e condono gonfiato

I sindaci protesteranno in "mutande". Quella della foto provocatoria è una delle iniziative che i Comuni intendono promuovere contro la Finanziaria. L' 82% dei sindaci ritiene  infatti ''inaccettabile'' il taglio del 3% dei trasferimenti ai comuni  previsto dalle legge Finanziaria (23% inaccettabile, 59% del tutto inaccettabile). E' quanto emerge da un sondaggio  telefonico compiuto su un campione rappresentativo dei sindaci. Il dato è stato rivelato dal presidente dell' Anci, Leonardo  Domenici (nella foto), alla vigilia della XX assemblea annuale che si tiene a Firenze (15-18 ottobre). Finanziaria e riforme, per l'Anci, vanno di pari passo  perché dipenderà dalla prossima manovra di bilancio ''far  vivere le riforme che devono portare alla crescita  dell'autonomia finanziaria delle amministrazioni locali'', ha  detto Leonardo Domenici, presidente dell'Anci. Secondo il sondaggio, al 37% dei sindaci contattati la  Finanziaria non piace per niente e l' 85% afferma che i comuni  sono gia' in difficoltà adesso. Se il taglio del 3% dovesse  essere confermato, secondo i sindaci, ne risentiranno le spese  per i servizi sociali per anziani, per l' infanzia, le attivita'  culturali e sportive e le spese per la manutenzione delle strade  e dell' illuminazione pubblica.
Sul capitolo riforme costituzionali  il 45% non  condivide la bozza presentata dal governo in settembre (2% non  la condivide, 23% non la condivide per niente), mentre e'  condivisa dal 29% (5% condivide del tutto, 24% la condivide), ma  secondo il 38% la riforma rappresenta ''un federalismo sbiadito  e incompiuto''.  Una nota anche per quanto riguarda il condono edilizio: la stragrande maggioranza è contraria al provvedimento di sanatoria. Il 74% dei sindaci e' contrario al condono, mentre il 21% e'  favorevole per piccoli abusi e solo il 3% e' favorevole.
Intanto i tecnici del Senato che stanno vagliando il provvedimento hanno rappresentato forti perplessità sulla reale entità degli introiti derivanti dal condono. Ciò che giungerà effettivamente nelle  casse dello Stato dall'
operazione di condono edilizio potrebbe  essere minore rispetto alle previsioni
, e cosi' quelli derivanti  dall'operazione di cartolarizzazione. E' il parere dei tecnici  del Senato che sollevano in questo modo seri dubbi proprio sui  tre provvedimenti contenuti nel decreto che accompagna la  finanziaria e che dovrebbero portare il maggior gettito:  concordato, condono e cartolarizzazione.
Il condono, secondo le previsioni del Governo, dovrebbe  portare maggiori entrate per 3,5 miliardi di euro nel 2004. I  tecnici del servizio bilancio del Senato, però, osservano che  ''le modalità di calcolo riportate nella relazione tecnica sono  basate su una serie di ipotesi difficilmente verificabili''. E'  infatti indefinita l'estensione delle superfici sanabili,  perché una parte di queste potrebbero rientrare nelle zone  sottoposte a vincoli non condonabili.
''E' evidente - si legge nella nota di lettura dei tecnici,  che chiedono maggiori chiarimenti al Governo - che la  considerazione di una seppur minima quota di unità non sanabili  porterebbe ad una stima inferiore del gettito atteso''.
E nel frattempo Il Sole 24 ore rende noti i risultati di alcuni dati forniti dal Cresme sulla distribuzione dell'abusivismo, ed elaborati da Radio 24, secondo cui il no di alcune regioni al condono porterà ad un ammanco di circa 1,2 miliardi di euro rispetto alle entrate previste dalla manovra Finanziaria. (gs)

Vendemmia povera ma buona
Una vendemmia tra le piu' povere, in termini quantitativi, degli ultimi 50 anni regala quest'anno  al mondo del vino italiano un'annata qualitativamente  eterogenea, ma certo migliore di quella 2002. Ci sarà una produzione sui 792 mila ettari  della superficie nazionale di uve da vino di 44 milioni 900 mila  ettolitri, lontana dagli oltre 53 milioni di ettolitri della  produzione media tra il 1998 e il 2002.
La raccolta delle uve, la più anticipata  (in Puglia e Sicilia era iniziata ai primi di agosto) e la più breve dal dopoguerra secondo Assoenologi.
Tra i vini, i bianchi offriranno produzioni di buon livello  senza meraviglie particolari mentre per i rossi aumenteranno le  punte di ottimo in quelle zone in cui settembre ha fatto il  proprio dovere. In campo regionale a soffrire maggiormente la  flessione produttiva sono state Toscana e Marche con un calo del  15 per cento, Lombardia Abruzzo e Campania (10 per cento), Emilia Romagna e Lazio (5). In aumento  del 10 per cento gli  ettolitri di Veneto, Friuli e Sardegna, del cinque per cento  quelli del Piemonte, Trentino, Puglia e Sicilia. La produzione  italiana di vino rimane in ogni caso con il 30 per cento la  protagonista della scena europea i cui Paesi producono  globalmente il 61 per cento del vino mondiale. (red)
Marche: scambio di informazioni con il Viminale

Scambio di informazioni tra la  Regione Marche e il Viminale sull'andamento della criminalità,  le situazioni di disagio e di degrado urbano; sale operative  interconnesse tra polizia di Stato e polizia locale, corsi  periodici di aggiornamento per il personale delle forze  dell'ordine che operano nella regione. Questi i contenuti del  protocollo d'intesa, per innalzare il livello di sicurezza sul  territorio, firmato al ministero dell'Interno, da Giuseppe  Pisanu (nella foto) e dal presidente della regione Marche, Vito D' Ambrosio.
Per D' Ambrosio l' accordo attua  una linea di stretta collaborazione tra Ministero e Regioni e  costituisce un buon segnale in un settore delicato della  convivenza civile. ''Nelle Marche si vive bene - ha detto il  presidente - ma vogliamo raggiungere migliori risultati in modo  che i nostri concittadini si sentano più sicuri''.
D'ambrosio si e' anche detto soddisfatto ''per l' impegno  che il ministro Pisanu ha assunto a venire nelle Marche non  appena terminerà il semestre di presidenza italiana della Ue.  Utilizzeremo la sua presenza - ha annunciato - per mettere a  punto i programmi legati all' attuazione del protocollo e  illustrare ai cittadini ciò che si sta facendo e quello che si  potrà fare per consolidare la loro sicurezza''.
L'intesa, riferisce il Viminale, ''s'inquadra nell'ambito  delle iniziative di sicurezza partecipata volte a produrre  maggiori livelli di sicurezza grazie anche all'apporto congiunto  delle varie componenti istituzionale e sociali presenti sul  territorio e alle sinergie che tale collaborazione e' in grado  di attivare'' (sm)

Pezzotta:  federalismo può  aiutare il Mezzogiorno
''Il federalismo può aiutare il Mezzogiorno dando protagonismo e responsabilità alle  Amministrazioni locali che operano in determinate realtà": lo  ha detto Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl.
''Occorre però - ha aggiunto Pezzotta - che il federalismo  non sia competitivo ma cooperativo e solidale. Non e' possibile,  infatti, fare federalismo a piu' velocità in cui le Regioni  ricche possono andare in un certo modo e quelle meno ricche  siano rallentate. Per questo io credo che bisognava accompagnare  alla riforma istituzionale la riforma fiscale, che sembra invece  abbandonata in altri luoghi''.
Indirettamente arriva una risposta dal Ministro per le riforme istituzionali, Umberto Bossi (nella foto), che in un'intervista  a La Repubblica, fra l'altro afferma: "Dico che si sente sempre dire "fate attenzione al federalismo", rispondo che è bene che il nord stia attento. Io non so quale sia il palazzo del potere. Certo che dietro c'è un sistema. Posso pensare che Cè a forza di sentire che Ciampi parlava contro le riforme abbia dedotto...Di sicuro dietro ci sono i palazzi: massoneria, pezzi di Confindustria, poteri forti, un po' di Vaticano. Dietro alla manovra che puntava a delegittimare Berlusconi e voleva portare ad un governo tecnico non so' se ci siano persone, ci sono i palazzi". (red)
Formigoni e Biasotti su spesa sanitaria
La Tesoreria dello Stato ritarda ad  inviare i soldi alla Regione per la sanita' e la Lombardia  decide di fare da sola. La Giunta regionale, infatti, ha deciso  di stanziare 2 miliardi di euro affinche' le Asl lombarde  possano pagare tutti i loro fornitori. Lo ha annunciato il  presidente della Regione, Roberto Formigoni, il quale ha  sottolineato: ''Possiamo fare questa operazione straordinaria  grazie alla bonta' dei nostri bilanci''.
Quella che ha messo in campo la Regione e' un'operazione di  anticipo di cassa: ''Abbiamo fatto i conti e dato che abbiamo un  buon bilancio - ha spiegato Formigoni - facciamo questa  iniziativa straordinaria che vuole essere un'operazione di  trasparenza. A tutti coloro che hanno avuto rapporti con gli  enti sanitari della Regione mandiamo un messaggio chiaro: lo  Stato e' in ritardo ma noi provvediamo a pagare il dovuto. Poi  e' chiaro che la Regione si fara' sentire con lo Stato. Voglio  sottolineare che la Lombardia e' l'unica Regione che ha preso 
questa iniziativa''.
Formigoni ha quindi spiegato: ''Conosciamo tutti le  difficolta' economiche su scala europea e non solo italiana,  tuttavia sono per l'assoluta trasparenza nel rapporto tra Stato  e Regioni. Noi non chiediamo un centesimo in piu' in questa  finanziaria ma chiediamo che gli impegni che vari governi hanno  assunto nei confronti delle Regioni vengano soddisfatti''.
L'assessore al bilancio, Romano Colozzi, ha spiegato che in  media il ritardo dei pagamenti e' di un anno: ''Con questa  operazione cerchiamo di fare rientrare i pagamenti nei tempi  commerciali''.
E
la Regione Liguria, sempre p
er quanto riguarda i fondi necessari per coprire il deficit della Sanita', ha reso noto che ha diverse strategie:  ''il problema c'e' - ha spiegato il Presidente della regione Biasotti (nella foto)- perche' mancano 5 miliardi per le spese  correnti nazionali - ha premesso - ma le soluzioni ci sono. La  Liguria, intanto, ha avviato una trattativa con lo Stato,  insieme alle altre Regioni, per ottenere quanto promesso - ha  detto Biasotti - e ha inoltre avviato una discussione con alcune  Regioni del Nord per la quota dei rimborsi delle spese dei  liguri che vanno a curarsi fuori dalla Liguria''. (red)
Sanità sempre più salata e proteste Istituti zooprofilattici
La sanità è sempre più salata per  anziani e famiglie a basso reddito. Picco in alto anche per le  spese sanitarie delle famiglie più ricche: +14% . In soli 5  anni anni gli over 65 hanno visto aumentare di un terzo le spese  in farmaci non rimborsabili dal servizio pubblico, ticket e  ricoveri, per le famiglie a basso reddito gli aumenti in media  sono stati del 9%. 
Nel caso degli anziani single la spesa media procapite è aumentata da 87 euro mensili nel 1997 a 116 euro nel 2001. Le  coppie di anziani hanno avuto sborsare da 124 euro a 162 euro. 
In sostanza, secondo il primo rapporto Sanita' 2003 (parte 1 e parte2) - Ceis  (centro di studi internazionali sull'economia e lo sviluppo)  dell'Universita' di Roma Tor Vergata, le politiche di  contenimento della spesa sono andate a colpire la parte più debole della popolazione e quella a reddito più alto che però  ha aumentato anche i consumi sanitari privati. La spesa sanitaria pubblica, in  assenza di correzioni di rotta, quest'anno potrebbe generare  nella migliore delle ipotesi un disavanzo di 6,5 miliardi di  euro nel 2004, 1,5 miliardi in più rispetto a quanto stimato  dalle Regioni.
''A meno di forti accelerazioni nello sviluppo economico del  Sud - si legge nel documento - e' facile prevedere che gli  aumenti delle quote di compartecipazione diverrebbero presto  insostenibili in molte regioni, considerando che, secondo il  modello del CEIS, al 2010 le compartecipazioni necessarie per  tenere in equilibrio finanziario il sistema dovrebbero essere 3  volte le attuali''.
Critica la situazione della Campania, che negli ultimi anni ha  registrato una crescita della spesa particolarmente sostenuta  (+9,3% in media annua fra il 1995 e il 2001), in larga quota per  effetto di un aumento della spesa in convenzione. Simile la situazione in Calabria ed entrambe le regioni,  osservano gli economisti, sarebbero anche le più colpite (con  la Puglia) sul versante delle entrate, per effetto dei nuovi  metodi di perequazione fiscale previsti dal decreto legislativo  56 del 2000, qualora dovessero andare a regime. Nel Mezzogiorno d'Italia rimangono, quindi, forti rischi sul  versante della finanziabilità del settore sanitario, in larga  misura attribuibile a quote di spesa in convenzione  apparentemente fuori controllo (la Sicilia e' seconda solo al  Lazio per il ricorso al convenzionamento/ accreditamento); la  sola Regione Puglia sembra avere iniziato un processo di  risanamento e, insieme alla Sardegna, già oggi registra trend  di crescita molto contenuti. Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, con Veneto e Friuli,  sono le Regioni maggiormente al riparo da problemi di  sostenibilità finanziaria a medio termine.
Intanto si continua a parlare dei tagli alla sanità e in particolare protestano
gli Istituti zooprofilattici  per i tagli alla ricerca, e minacciano di non dar  corso ad alcuna attività di sperimentazione finalizzata per il  2003 ''se le ricerche che hanno superato con una valutazione  positiva il giudizio della Commissione per la ricerca sanitaria  non verranno finanziate per intero''.
Lo hanno deciso i presidenti dei consigli di  amministrazione degli Istituti zooprofilattici sperimentali di  Lombardia ed Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Valle d' Aosta,  Lazio e Toscana, Umbria e Marche, Campania e Calabria, Puglia e Basilicata, Sicilia e Sardegna. In un documento congiunto i  presidenti lamentano un trattamento ''palesemente  discriminatorio e penalizzante riservato dal ministero della  Salute agli Istituti per quanto concerne i finanziamenti  destinati alla ricerca finalizzata''. (red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11    00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
e-mail:
redazione@regioni.it

 
 


per iscriversi alla mailing list e ricevere regioni.it alla tua casella di posta elettronica

 


link

no copyright. per pubblicare le notizie di regioni it "clicca"