periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 132 - Roma, 30 settembre 2003

Sommario

Consulta su Fondazioni bancarie Emilia-Romagna: Festival Teatro di interazioni sociali
Ghigo all'Europa: no alla contaminazione accidentale da OGM Basilicata: valorizzazione prodotti agroalimentari
Black out: Formigoni, Errani, Martini, Bassolino, Galan... Lazio: riforma intramoenia
Corte costituzionale su Fondazioni bancarie
Il Tesoro non può regolare i settori di intervento delle  Fondazioni e negli organi di indirizzo delle stesse devono  essere rappresentati in prevalenza gli enti, pubblici e privati,  espressione delle realtà locali. Incostituzionali anche gli atti  di indirizzo emananti dall'ex ministro del Tesoro Visco.
La Corte costituzionale ha dichiarato  illegittima la norma che attribuisce al Tesoro il potere di  modificare con proprio regolamento i settori ammessi per  l'intervento delle Fondazioni bancarie.
La Corte costituzionale ha dichiarato  la parziale illegittimita' costituzionale degli articoli 11  (commi 1 e 4) della riforma Tremonti e dell'articolo 10 (comma  3) della legge 153 del '99 sulle Fondazioni bancarie  ''dichiarando inoltre non fondate con pronuncia in parte  interpretativa le ulteriori questioni di legittimita' sollevate  dal Tar del Lazio''.
Gli atti di indirizzo generali, come  quello emanato dall'ex ministro del tesoro, Vincenzo Visco, sono  stati dichiarati ''costituzionalmente illegittimi'' nella parte  in cui attribuiscono all'Autorita' di vigilanza il potere di  emanare atti di indirizzo di carattere generale, vincolanti per  le Fondazioni.
La
Corte Costituzionale riconosce  piena autonomia alle Fondazioni, come si evince anche da un articolo del quotidiano "la Repubblica".
La  Consulta riconosce che il distacco tra fondazioni e banche, se  non completamente compiuto, e' di fatto attuato sebbene si sia  ancora in un regime transitorio. 
''Cio' che conta ormai - scrive la Corte nella sentenza 300  di cui e' stato relatore Gustavo Zagrebelsky - e' la  qualificazione degli enti in questione quali fondazioni-persone  giuridiche private indipendentemente dall'eventuale perdurare di  loro coinvolgimenti in partecipazioni bancarie che la legge  ancora consenta per ragioni particolari, accanto all'esercizio  prioritario delle proprie funzioni finalizzate al perseguimento  degli scopi di utilita' sociale e di sviluppo economico, secondo  le previsioni dei loro statuti''.
Per tutte queste ragioni la Consulta non ha ritenuto fondati  i ricorsi presentati dalle Regioni. (sm).
Ghigo all'Europa: no alla contaminazione accidentale da OGM
No alla contaminazione accidentale da OGM (organismi geneticamente modificati).Lo ha detto con forza ai partner europei, oggi a Bruxelles,  il presidente della regione Piemonte Enzo Ghigo, in veste di  capodelegazione per l'Italia, al Consiglio dei ministri  dell'agricoltura dell'Ue. Ghigo e' stato relatore sul tema della coesistenza tra agricoltura convenzionale e biologica e OGM su espresso invito del ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno, presidente di turno del Consiglio agricoltura che si e' aperto questa mattina a Bruxelles.
Per Ghigo, nella prospettiva della coesistenza tra produzioni  convenzionali e biologiche e produzioni transgeniche, ''la  tolleranza zero e' fondamentale al fine di assicurare il  mantenimento della stessa agricoltura biologica''.
Non potra'  esservi vera coesistenza, ne' potra' essere garantito che  nessuna forma di agricoltura sia esclusa dal territorio della Ue  ''se gli stati membri non potranno adottare tutte le misure che  ritengono necessarie affinche' la produzione di coltivazioni  transgeniche avvenga all'interno di filiere di produzione  separate rispetto a quelle convenzionali e biologiche''.
Ghigo ha tenuto a sottolineare che le misure per  poter assicurare la effettiva coesistenza ''non potranno essere  applicate a livello aziendale, ma ad una scala piu' ampia  riferibile ad ambiti geografici particolari quali, ad esempio,  ''le aree agricole omogenee'' o, in alternativa, aree 'Ogm free.  Queste zone andrebbero individuate in base alle condizioni  produttive, strutturali agricole, ambientali e climatiche che le  caratterizzano.
Per Ghigo e' comunque ''indispensabile disciplinare a livello  europeo il quadro delle responsabilita', ed in particolare, la  possibilita' di indennizzo delle perdite economiche connesse ad  un'eventuale contaminazioni genetica''. Fermo restando, ha  concluso, che ogni paese membro in assenza di specifiche  normative nazionali, verifichi l'opportunita' di predisporre di  adeguate disposizioni in materia, come sta effettuando l'Italia.
''
Non siamo disponibili aprendere in considerazione soglie di tolleranza per sementicontaminate da Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Per le agricolture biologiche deve valere il principio della tolleranzazero'', ha detto il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo nel corso della riunione del Consiglio dei ministri agricoli dell'Ue. (gs)
Black out: Formigoni, Errani, Martini, Bassolino, Galan...
''La gestione ottimale  del black out  in Lombardia e' stata possibile grazie ad  un uso intelligente della risorsa idroelettrica che ci ha  permesso di uscire dalla crisi in poche ore''. Lo ha detto il  presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.
Formigoni si e' dichiarato d'accordo con  quanto detto dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio  Ciampi a proposito della necessita' di costruire nuove centrali.  ''Ciampi - ha detto Formigoni - ha ragione e noi in Lombardia  abbiamo gia' un piano energetico in via di realizzazione, basato  su due pilastri principali: da una parte l'ammodernamento delle  centrali che gia' esistono e che hanno bisogno di manutenzione e  dall'altra parte la costruzione di tre nuove centrali di  dimensioni medio-piccole pari a 400 megawatt ciascuna''.
Formigoni ha spiegato che la costruzione delle  tre nuove centrali elettriche ''permettera' di diminuire la  dipendenza dall'estero e, in prospettiva, anche di abbassare il  prezzo dell'energia che per gli operatori economici italiani e'  piu' alto rispetto a quello dei loro concorrenti europei''.
Il
presidente della Regione Toscana  Claudio Martini ha invece dichiarato che ''Il Governo non puo' nascondere dietro le Regioni i suoi  ritardi e le sue responsabilita' nella politica energetica del  Paese - ha aggiunto Martini - cercando, nel contempo, di imporre  una nuova linea energetica non compatibile con l' ambiente''. ''D' altra parte - ha precisato il presidente della Toscana -  noi non abbiamo competenze dirette in materia energetica e  comunque, per quel che ci compete, stiamo facendo la nostra  parte: abbiamo dato via libera al potenziamento di due centrali, ferme per responsabilita' nazionali, e alla realizzazione di un  nuovo impianto. E' curioso che questo Governo, che su tutti i  grandi temi della Finanziaria non ci prende mai in  considerazione, ora dichiari che sulla politica energetica, di  cui noi non abbiamo dirette responsabilita', la colpa e' delle  Regioni''.
Per il presidente della Campania,
Antonio   Bassolino, il black out ''ha evidenziato alcuni difetti e problemi  organizzativi. Ancora non e' ben chiaro che cosa e' successo. Si  tratta di capirlo bene per evitare che si ripeta una cosa del  genere''.  Per Bassolino sono necessari investimenti ''concordati tra  governo, regioni e comuni. L'appello che proprio ieri ha fatto  il presidente della Repubblica Ciampi - ha osservato - e' del  tutto giusto''. Per il presidente della Regione Campania  ''bisogna fare di piu' in tutto il Paese, in primo luogo  in  materia di infrastrutture".
Le Regioni sono quindi pronte a fare la  propria parte sul fronte delle centrali elettriche ma questo  deve avvenire in tutte le parti del Paese, con investimenti  concordati tra governo, regioni e comuni. Le Autonomie rimandano al mittente le critiche 
espresse nei confronti degli enti locali dal ministro delle  Attivita' Produttive Antonio Marzano.
Per quanto riguarda invece l'energia nucleare. ''Produrla per noi e' troppo tardi - osserva  Giancarlo Galan, presidente del Veneto - io sono uno di quelli  convinti che noi abbiamo, allora, sbagliato, ma oggi e' troppo  tardi; oggi parlare di nucleare non e' piu' possibile. La  demagogia, gli errori nella politica energetica, sono cominciati  proprio allora''. Galan esprime la speranza di poter costruire  altre centrali nel Veneto: ''che ci siano 50 richieste - auspica  - poi individueremo le migliori, che sono necessarie''. Anche Tommaso Franci, assessore della Toscana e coordinatore  della Conferenza dei presidenti delle Regioni per l'Energia, e'  contrario al nucleare ''per motivi ambientali ma anche economici".
In Emilia Romagna sono gia' stati decisi nuovi  investimenti per ristrutturazioni e nuovi impianti  complessivamente per 3.800 MW di potenza installata, ''con il  serio e responsabile coinvolgimento degli enti locali - osserva  il presidente della Regione, Vasco Errani - e con le necessarie  valutazioni territoriali e ambientali''.
Secondo Errani, ''e' triste che ancora una volta, di fronte  ad una questione tanto grave come il black out, il ministro  Marzano non trovi altro da fare che scaricare tutto sulle  Regioni e gli Enti locali. C'e' bisogno di una seria assunzione  di responsabilita' ''. ''C'e' bisogno - prosegue Errani - di un  piano energetico nazionale costruito con le Regioni e le  autonomie locali. La Regione Emilia-Romagna e' disponibile a  questo impegno ed e' pronta. Insomma basta con lo scarica  barile''. Se si vuole affrontare seriamente il tema del  fabbisogno energetico, c'e' una strada e una sola: la  cooperazione con le Regioni e gli Enti locali. Questa comune  azione di governo - ha concluso Errani - alla quale i cittadini  ci chiamano, tra l'altro, e' anche la sola via per affrontare il  tema delle energie alternative, gia' ben risolto da alcuni  grandi paesi europei. E' disponibile il governo a questa azione  comune?''.
''Occorre che il governo sblocchi le  leggi che consentano alle Regioni l' autonomia in materia   energetica'':  ha detto  l'
assessore alle attivita'  produttive e energia della Regione Puglia, Pietro Lospinuso  (An), interpellato per sapere come mai la Puglia, pur producendo  notevoli quantitativi di energia con la presenza sul suo  territorio di varie centrali e di una megacentrale a Brindisi,  durante il black out e' stata una delle regioni maggiormente  penalizzate. "'Esiste l' accordo della Conferenza  Stato-regioni del settembre 2002 - ha detto Lospinuso - che ha previsto di assegnare le  competenze in materia alle Regioni affinche' siano disciplinati  gli impianti di produzione di energia. Cio' comporta una  revisione della legge nazionale n.55 del 2002 che prevede che vi  sia una autorizzazione del ministero alle attivita' produttive e  un parere, non vincolante, dei Comuni''.
''In Sicilia sabato notte non  c'era una scarsa produzione di energia, come sostiene il Gestore  della Rete, in realta' le centrali erano spente''. Lo ha detto  l'assessore regionale all'Industria, Marina Noe', che ha  convocato una conferenza stampa per cercare di fare luce sul  black out nell'isola.
Secondo la Noe' ''di tutto questo deve rispondere il Grtn''.  ''La Sicilia ha pagato il prezzo di scelte precise - ha  continuato - si tengono spente le centrali per acquistare  energia dalla Francia a costi piu' bassi, ma alla fine non  cambia nulla nelle bollette dei consumatori. E' evidente che  qualcosa non funziona''. Noe' ha annunciato che il governo Cuffaro si ''fara'  promotore di incontri con le altre regioni per mettere un po'  d'ordine a questo sistema''.
L
'Anci (associazione nazionale comuni italiani) prende posizione sulla questione energetica e mette sul tavolo  le sue richieste al governo. Per l'Anci  ci sono punti che vanno garantiti a partire dal decreto legge  'sblocca centrali'', in scadenza il 31 dicembre di quest'anno.
(red)
Emilia-Romagna: Festival Teatro di interazioni sociali

Il 2003, Anno Europeo delle Persone con Disabilità, tiene a battesimo l’edizione numero uno di TIS Festival (Teatro di interazioni sociali), che si svolge a Bologna, Faenza, Ferrara e Parma, dal 5 al 14 ottobre. Dieci giorni di spettacoli, performances teatrali e musicali, laboratori, dimostrazioni, talk show, convegni, tavole rotonde, incontri per portare all’attenzione della gente le poetiche e le problematiche di un teatro non sempre visibile sulla scena ufficiale. TIS non è una vetrina, ma un’opportunità per scrutare fra le pieghe del teatro d’oggi, per cercare di capire quando i disagi si fanno arte, in che modo la realtà del nostro quotidiano cerchi espressione e conforto nella rappresentazione. TIS propone un teatro che comprende consolidati percorsi di ricerca, ma anche numerose esperienze “marginali”, nascoste.
Il festival, unico in Italia, vuole essere soprattutto un’occasione reale di incontro e confronto per teatranti, studiosi, operatori, spettatori, amministratori e per quanti sentano la necessità di osservare la scena contemporanea senza perdere di vista i molteplici paesaggi del sociale. Tocca quattro città dell’Emilia-Romagna e si articola in sezioni tematiche: a Bologna gli “Artefici”, a Faenza i “Promotori di nuove usanze”, a Ferrara gli “Inventori”, a Parma un “Link” con il festival Natura Déi Teatri.
Diversi sono i lavori teatrali e le interazioni proposte (carcere, disagi sociali, handicap fisico e psichico, risvegli, anoressia) ma anche i momenti di approfondimento teorico.
“Il tema assolutamente straordinario che affrontiamo con TIS – ha affermato l’assessore alla Cultura, Marco Barbieri – è la capacità della sofferenza di creare bellezza. Con questa operazione mettiamo i riflettori su elementi preziosi che ci sono nella nostra regione e che i cittadini non conoscono: qui vengono messe in evidenza problematiche storiche quali la psichiatria ed il carcere, ma anche nuove come l’anoressia e la bulimia”. Il Festival TIS, ha aggiunto l’assessore alle Politiche sociali, Gianluca Borghi, “è un importantissimo strumento in grado di abbatere stereotipi e pregiudizi”.
(red)

Basilicata: valorizzazione prodotti agroalimentari
Terza esposizione di prodotti  agroalimentari della Basilicata, ''Naturalmente lucano'', che  si svolgera' a Tito Scalo (Potenza), dal 2 al 5 ottobre  prossimo.
I Consorzi di tutela dell' agroalimentare lucano promuovono  una decina di prodotti certificati: fagioli di Sarconi  (Potenza), formaggio canestrato di Moliterno (Potenza),  melanzana rossa, prodotti da forno, salumi e pecorino del Parco  nazionale del Pollino, fagiolo poverello di Rotonda (Potenza),  olio del Parco delle chiese rupestri di Matera.
Saranno presenti ''15 tour operator,  dei quali quattro stranieri provenienti da Olanda, Svezia,  Norvegia e Germania'', per coniugare la promozione del  territorio con la valorizzazione dei prodotti lucani all' estero. Ci sono in Basilicata ''26 progetti  che mirano ad organizzare consorzi di prodotti certificati''.
(red)
Lazio: riforma intramoenia
La Regione Lazio decide di introdurre la reversibilita' della  scelta per i medici tra struttura privata e pubblica.
Di fatto i medici che avevano scelto l'intramoenia, cioe'  l'esercizio dell'attivita' privata, al termine del proprio turno  lavorativo, nella struttura pubblica, potranno tornare sui  propri passi e optare per l'extramoenia (l'attivita' privata  svolta nelle strutture private); lo stesso varra' anche per chi  aveva abbracciato quest'ultima strada.
Per il presidente della Regione Lazio Francesco Storace, si  tratta ''della riforma della riforma. Un modo per dare liberta'  ai medici e risposte a quello che e' un problema vero''. (red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11    00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
e-mail:
redazione@regioni.it

 
 


per iscriversi alla mailing list e ricevere regioni.it alla tua casella di posta elettronica

 


link

no copyright. per pubblicare le notizie di regioni it "clicca"