periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.114 - Roma, 4 settembre 2003

Sommario

"Bozza Lorenzago". Ghigo:" Servono modifiche". Errani  "E' un pasticcio" Bonus per scuole private. Formigoni: va bene, ma la lombardia da più risorse
Circa 6700 posti nella P.A. UE: Fondi strutturali e Fondo di Coesione
Emilia-Romagna: link "federalisti" Sanità: mancano 8 miliardi di Euro per finanziare i LEA
"Bozza Lorenzago". Ghigo:" Servono modifiche". Errani  "E' un pasticcio"

Fa ancora discutere la "bozza di Lorenzago" che prevede una riforma ulteriore della Costituzione. Ieri si è tenuto un incontro fra alcuni Presidenti di regioni ed alcuni esponenti della Casa delle Libertà (incaricati di redigere tale bozza) .
Uno degli argomenti toccati è l'assenza di riferimenti , nel testo elaborato, a Roma capitale. Secondo quanto riferito da alcuni quotidiani (Cfr. , ad esempio,
La Stampa, Corriere della sera, La Repubblica
) la questione sarebbe stata affrontata dal presidente della Regione Lazio, Francesco Storace: «Perché il Lazio dia il suo consenso in Conferenza Stato-Regioni a questa riforma, servono le modifiche che trovino il mio consenso. Ci avete presentato un testo blindato? «Tu non rappresenti il Lazio, devi tener conto della maggioranza», sarebbe stata la risposta del Senatore D'Onofrio (nella foto). "Non sono un abusivo, che io rappresento il Lazio, lo dice la Costituzione...», la replica di Storace. Secondo il Presidente del Lazio della riforma si deve discutere con Berlusconi: "manca quello che anche Ghigo ha correttamente ricordato, il molo di Roma capitale come città-Regione. Secondo: i giudici costituzionali sono nominati dalle Regioni o dal Senato regionale, come prevede la bozza? E' una cosa completamente diversa. Terzo: manca l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione sul federalismo fiscale, Quarto: l’interesse nazionale E’ giusto porre il problema, ma non mi piace che sia il Senato federale a bocciare le leggi regionali. con 240 giorni di ‘passione” su ogni provvedimento prima che diventi legge. Allora è meglio che si affidi al Capo dello Stato un potere in più, quello di promulgare le legge regionali. per Enzo Ghigo, Presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, "E' statta una riunione politica, che ha trovato ampi consensi su un buon lavoro. Semmai, la nostra vittoria è stata quella di non mettere più in discussione la riforma del Titolo ‘V’ ,già avviata». Poi ammette: «Ci è stato chiarito che i grandi principi non si discutono, fanno parte dell’accordo di maggioranza: Senato federale, premierato. Consulta regionalizzata. Noi diciamo sì all’impianto generale, ma sui particolari vogliamo modifiche, come sul sistema elettorale per il Senato e sul modo dì controllare le leggi».
Critico sul metodo ("è la prova che ad animarli non è lo spirito istituzionale, ma l'esatto opposto.. tutto viene mantenuto dentro i confini della casa delle libertà"...Dicono di essere aperti al confronto, ma poi si vede come vanno avanti") e duro sui contenuti, il Vicepresidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, in un'intervista rilasciata a l'Unità: "da quello che sappiamo finora, il Senato federale, in nome dell'interesse nazionale, può bloccare le leggi regionali anche su materie di esclusiva competenza legislativa delle Regioni. il che vuol dire, intanto che se Governo e Senato federale hanno la stessa maggioranza, le leggi proposte dalle regioni guidate dalla coalizione di minoranza, rischiano di essere tutte bloccate. Questo non è un equilibrio istituzionale corretto. se le cose andranno come sembra ora, questo senato federale non sarà un vero senato federale che è la sede nella quale si realizza la reale sintesi e cooperazione istituzionale, il luogo dove voi è la vera rappresentanza dei territori". Invece secondo Errani ci si trova di fronte ad "un mix infernale che causerà pesanti conflitti tra federalismo e centralismo" (sm)

Circa 6700 posti nella P.A.

"Governo.it" rende noto che dal primo settembre 2003 le pubbliche amministrazioni sono state autorizzate ad assumere 6967 persone, di cui  5601 destinati a rafforzare gli organici delle forze armate, della polizia e dei vigili del fuoco. E' quanto prevede il Decreto del Presidente della Repubblica, emanato il 31 luglio 2003 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 agosto scorso, attuativo dell'art.34 della legge finanziaria per l'anno 2003. Tra le Amministrazioni interessate allo sblocco ci sono ministeri, agenzie, enti pubblici non economici, università ed enti di ricerca. (red)
http://www.governo.it/governoinforma/dossier/autorizzazione_assunzionipa/index.html

Emilia-Romagna: link "federalisti"
Logo Ermes La Regione Emilia-Romagna ha posto nel suo sito ufficiale due link riguardanti il Federalismo e l'altro sui lavori per il varo del nuovo  Statuto regionale. E' da segnalare per l'attuazione della riforma del nuovo Titolo V della Costituzione anche il punto Conferenza Regione Autonomie locali come strumento di raccordo con gli Enti locali. Sono inoltre presenti tutta una serie di riferimenti sia interni che esterni alla regione.
Ricordiamo
l'art. 123 della Costituzione della Repubblica italiana:
"Ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo e i princìpi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Lo statuto regola l'esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali.
Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi. Per tale legge non è richiesta l'apposizione del visto da parte del Commissario del Governo. Il Governo della Repubblica può promuovere la questione di legittimità costituzionale sugli statuti regionali dinanzi alla Corte costituzionale entro trenta giorni dalla loro pubblicazione.
Lo statuto è sottoposto a referendum popolare qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio regionale. Lo statuto sottoposto a referendum non è promulgato se non è approvato dalla maggioranza dei voti validi."
Link esterni: Osservatorio sul federalismo (A cura dell'Associazione "Osservatorio sul federalismo e i processi di governo") ; ASTRID (A cura dell' Associazione per gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull'innovazione nelle amministrazioni pubbliche) UPI (Sito dell'Unione delle Province d'Italia) ; Lega autonomie locali ; Decentramento amministrativo (A cura del Centro studi e documentazione autonomie locali)
Una nuova legge per il governo regionale
La Giunta approva il pdl per riformare il sistema amministrativo in accordo con la Costituzione (30 luglio 2003)  Una firma per un federalismo solidale Realizzato un patto tra Regione, Province e Comuni. Il testo dell´accordo (21 luglio 2003)
Archivio notizie pubblicate
 Le istituzioni del federalismo (Rivista bimestrale della Direzione generale Affari istituzionali e legislativi).
La regione in rete
 Assessorato innovazione amministrativa e istituzionale, autonomie locali
Attualità:
Comunicati stampa
dell'assessorato innovazione amministrativa e istituzionale, autonomie locali
Verso il nuovo Statuto 

I lavori della Commissione Revisione dello Statuto sul sito Internet del Consiglio regionale 
Legge 9 Novembre 1990, n.336 Statuto Regione Emilia-Romagna  Principi fondamentali
 
Organi della Regione Attività legislativa Iniziativa popolare e referendum Rapporto con gli Enti locali Amministrazione regionale Finanza, Bilancio, Demanio Revisione dello Statuto  Testo integrale dello Statuto (gs)
Bonus per scuole private. Formigoni: va bene, ma la lombardia da più risorse
"E' solo un inizio, ma va nella direzione giusta ", è questo il commento del Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni (in un'intervista rilasciata a La Repubblica) al provvedimento del Governo che prevede contributi alle famiglie che iscrivono i propri figli nelle scuole non statali.
"E' solo un inizio soprattutto perché il finanziamento è quello che , 30 milioni di euro, mentre la Lombardia ne stanzia 35 da tre anni.
Ma si avvia finalmente - afferma Formigoni (nella foto) - anche da parte dello Stato una politica di parità, di pluralismo scolastico che io valuto positivamente. (gs)
UE: Fondi strutturali e Fondo di Coesione

La Commissione ha recentemente adottato una comunicazione relativa a "I Fondi strutturali e il loro coordinamento con il Fondo di Coesione. Orientamenti indicativi riveduti", lo rende noto Eurolabio, newletter del Formez.
Secondo Eurolabio la Commissione si sarebbe mossa su 4 piani: i Consigli europei - il seguito dato dalla Commissione; le politiche che hanno subito modificazioni del loro quadro normativo; le politiche comunitarie di cui la Commissione ha proposto modificazioni; le misure volte a rafforzare l'efficacia dell'attuazione dei Fondi strutturali.
Con il documento si fa il il punto sulle modifiche intervenute nelle politiche dell'Unione europea che possono pesare sulla programmazione dei Fondi strutturali. L'obiettivo è qanche quello di aiutare le autorità nazionali e regionali nella eventuale revisione degli interventi. (red)

Sanità: mancano 8 miliardi di Euro per finanziare i LEA
I Lea costano troppo: il"buco 2001" è di 8 miliardi di euro rispetto ai finanziamenti. A sostenerlo è il settimanale Sole 24 ore Sanità, sulla base dell’ultima rilevazione di Regioni e Governo. "La spesa  è stata di 79,58 miliardi, il fondo sanitario di 71,27 miliardi. Un disavanzo ben più alto di quello a cui le Regioni hanno fatto fronte con le manovre di rientro messe in pista secondo i parametri indicati nell’accordo dell’8 agosto 2001 (3,6 miliardi circa). E questo - scrive ancora il settimanale del Gruppo Il Sole 24 ore -  per due ragioni. La prima è che i dati della Relazione sui costi dei Lea (ufficializzata alla fine di luglio al Tavolo di monitoraggio di cui fanno parte Regioni e ministeri dell’Economia e della Salute e messa a punto dalla segreteria della Conferenza Stato-Regioni) sono a consuntivo,mentre quelli del monitoraggio sulla spesa erano a preconsuntivo:alla fine, quindi, tutti i costi sono venuti al pettine. La seconda è che le Regioni hanno via via coperto di tasca propria parte delle spese in più. Un buco di fronte al quale le Regioni sono pronte ancora una volta a sottolineare la sottostima del fondo sanitario e l’insufficienza dei finanziamenti previsti nel patto di stabilità,che da tempo chiedono di rimettere in discussione. (sm)
 

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