periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  351 - Roma,  12 agosto 2004

Sommario

Ghigo : Regioni non sono "Anti-Stato" regioni.it torna on line il 26 agosto
Immigrazione: coinvolgere le Regioni Olimpiadi: Ghigo ad Atene.
Oggi giornata internazionale della gioventù
Regione Toscana replica a Il Giornale Aumenta popolazione Emilia-Romagna
Ghigo : Regioni non sono "Anti-Stato"

La Stampa di oggi pubblica un articolo di Enzo Ghigo (nella foto), Presidente della Conferenza delle Regioni dedicato al tema delle riforme e degli Statuti. "Forse - scrive Ghigo - non c’è da stupirsi se, soprattutto d’estate, qualcuno torna a scoprire l’acqua calda. E’ però impressionante constatare come l’accelerazione che molte Regioni hanno saputo imprimere per l’elaborazione e il varo degli Statuti abbia generato tanta preoccupazione. Personalmente- prodegue Ghigo - sono convinto che il legislatore a partire dallo stesso Costituente che nel 1948, con l’istituzione delle Regioni, aveva immaginato, evidentemente, qualche diversità, qualche differenza, qualche diversa esigenza fra una Regione e l’altra del nostro Paese.
Non capisco quindi, e mi sembra ingiustificato dal punto di vista istituzionale, ancorché comprensibile sul piano della strumentalizzazione politica, l’allarme che qualcuno lancia rispetto alla tenuta complessiva del “sistema Paese” una volta terminata la fase costituente dei nuovi Statuti. L’Italia non è nuova alla emanazione degli Statuti regionali. Il nostro Paese - ricorda il Presidente della Conferenza delle Regioni - ha già vissuto l’esperienza della “diversificazione legislativa” nei primi anni ’70. Qualcuno insomma dimentica che esistono già venti Statuti diversi e che ciò non ha compromesso in alcun modo l’unità e gli interessi del “sistema Paese”.
Va poi tenuto presente che l’elaborazione dei nuovi Statuti non è un’invenzione dovuta alla iniziativa di qualche Presidente di Regione, ma è il logico corollario di un diverso assetto delle Istituzioni sancito con l’approvazione da parte dei cittadini italiani, con referendum, di un nuovo dettato costituzionale. E’ ovvio che la scrittura degli Statuti abbia risentito di diverse sensibilità istituzionali, politiche, culturali, territoriali, ma forse tutto ciò ha più conseguenze positive che negative proprio sul piano della responsabilizzazione politica.
Non bisogna dimenticarsi che, anche grazie alla introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Regione, saranno i cittadini a dover e poter giudicare della iniziativa istituzionale intrapresa.
Per Ghigo i problemi che si aprono con la nuova stagione degli Statuti sono piuttosto riconducibiloi al dibattito sull'ulteriore riforma della Costituzione. "L’assetto delle competenze, previsto dall’articolo 117, vede le Regioni - scrive Ghigo -  disponibili al confronto, cercando di fare chiarezza, soprattutto in quelle materie che vedono una competenza legislativa concorrente, anche identificando alcuni settori che potrebbero essere riallocati nell’ambito delle competenze legislative esclusive dello Stato. La seconda questione è quella legata all’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione. E’ chiaro che occorre dare segnali concreti ed immediati per l’attuazione del federalismo fiscale. La terza questione è invece connessa al Senato federale.
E sul tema delle riforme interviene con due interviste a Il Sole 24 ore (Materie concorrenti, il Ddl cambiera') e a Il Giornale (Calderoli- sulla devoluzione un accordo entro fine mese) il Ministro per le Riforme Roberto Calderoli, preannunciando un nuovo testo, con controproposte alternative a quelle formulate nei giorni scorsi dall'Udc, tese soprattutto a fare ordine nella ripartizione delle competenze fra Stato e Regioni.
(sm)

regioni.it torna on line il 26 agosto
regioni.it sospende la pubblicazione per un breve periodo di pausa estiva. Tornerà regolarmente on line, giovedì, 26 agosto. Ringraziamo i lettori (che ci hanno seguito e sostenuto con suggerimenti e proposte) e gli uffici stampa che con l'invio dei comunicati stampa e delle necessarie informazioni hanno reso più completo il nostro lavoro.
Per chi avesse necessità di continuare a seguire le attività delle istituzioni regionali proponiamo una tabella di link diretti ai comunicati stampa di ogni Regione o Provincia autonoma (con l'esclusione di Regione Liguria e Regione Calabria i cui siti sono attualmente in fase di manutenzione, ma di cui comunque rammentiamo l'indirizzo istituzionale).
 

Clicca e vai ai comunicati stampa della Regione:

ABRUZZO 

MOLISE

BASILICATA

PIEMONTE

BOLZANO (Provincia autonoma)

PUGLIA

CALABRIA ( www.regione.calabria.it )

SARDEGNA

CAMPANIA

SICILIA: Comunicati presidenza  e altri comunicati

EMILIA-ROMAGNA

TOSCANA

FRIULI - VENEZIA GIULIA

TRENTINO ALTO ADIGE

LAZIO TRENTO (Provincia autonoma)
LIGURIA ( www.regione.liguria.it ) UMBRIA
LOMBARDIA VALLE D’AOSTA
MARCHE VENETO

(sm)

Regione Toscana replica a Il Giornale

''Nessuna ambasciata. Solo una sede adeguata, e per altro condivisa con altre Regioni italiane,per poter cogliere appieno tutte quelle occasioni e potenzialita' legislative e finanziarie che l'Unione Europea offre anche a livello regionale''. Lo precisa, in una nota, la giunta della Regione Toscana riferendosi a quanto pubblicato da il Giornale circa gli stanziamenti per l'acquisto di immobili a Bruxelles.
La Regione Toscana, prosegue la nota, ''è stata tra le prime a aprire una propria sede nella capitale europea, in Rond-Point Schuman 6. In seguito all'intenzione della proprieta' di aumentare in modo considerevole l'affitto dei locali, la Toscana, insieme alle Regioni Marche e Umbria, ha deciso di cercare una soluzione alternativa e il 12 luglio scorso ha firmato il compromesso per l'acquisto di una parte dell'immobile di Rond-Point Schuman 12, angolo Rue Archimede, dove si trasferiranno anche gli uffici a Bruxelles della Regione Lazio''.
''Il prezzo di acquisto complessivo - prosegue la nota -  ammonta a 12.450.000 euro, di cui 7.781.250 a carico della Regione Toscana. Niente 'caccia alle ambasciate' quindi, ma una scelta ragionevole per proseguire un lavoro che sta dando frutti importanti per la comunita' toscana, come dimostrano i risultati conseguiti il cinque luglio scorso quando la giunta regionale si e' riunita in seduta straordinaria proprio a Bruxelles,incontrando i massimi vertici europei e il presidente della Commissione Romano Prodi''.
Il Giornale prosegue comunque la sua inchiesta sulle spese di Regioni ed enti locali (cfr.
Veneto, 100mila euro per il Condottiero; Scandalo al sale in Sicilia: minatori pagati da 14 anni per non lavorare ).
La Repubblica propone invece una pagina, con un editoriale di Paolo Valentini Sardegna, una scelta contro l'anarchia edilizia, dedicata all'iniziativa intrapresa dalla Regione Sardegna (e alle reazioni) intitolata "Sardegna, la rivolta dei sindaci del Polo" con la delibera che sospende per tre mesi qualsiasi attività di costruzione in una fascia di due chilometri dal mare, in attesa di un Piano paesistico da adottare entro un anno.
(red)

Immigrazione: coinvolgere le Regioni

"La Giunta (del Veneto, ndr) ha già varato la propria Legge sul governo dei Flussi. Il Governo Nazionale e il Parlamento devono legiferare in materia affinché la Bossi Fini possa essere applicata al fine di garantire quella linea di rigore necessaria a permettere il contrasto dell'illegalità e della clandestinità, dando certezza nelle espulsioni soprattutto per chi attua reati nel nostro territorio". E' questa l'opinione dell'assessore regionale ai flussi migratori, Raffaele Zanon sul tema dell'adeguamento Legge Bossi Fini. "La linea del contrasto - aggiunge - è di competenza dello Stato mentre le Regioni e i sistemi di autonomie locali possono avere un ruolo nell'affiancamento alle Questure e Prefetture per velocizzare le pratiche e rendere più credibile il sistema di integrazione degli immigrati. Procedimenti più celeri e definiti consentono infatti maggiore integrazione e maggiore contrasto all'illegalità". Zanon è convinto che le Regioni non siano competenti solo in materia di definizione delle quote di ingresso per rispondere alla richiesta del mercato del lavoro, ma debbano anche saper constatare la reale rispondenza del tessuto sociale al fenomeno immigratorio. "In molti casi gli Enti Locali, devono sopportare costi e oneri di una immigrazione selvaggia che è il retaggio negativo delle Leggi del passato".

''Che cosa impedisce, in fase di revisione della legge Bossi-Fini, di prevedere una più attiva partecipazione delle regioni nella gestione delle quote d'ingresso che riconosca delle quote-premio alle regioni con una crescita piu' sostenuta del loro Pil''? A chiederselo è il deputato di Forza Italia,Osvaldo Napoli (nella foto), sulla base dell'art. 17 della legge che ''stabilisce che il decreto annuale ed i decreti infrannuali devono essere predisposti in base ai dati sulla effettiva richiesta di lavoro suddivisi per regioni e per bacini provinciali di utenza''. Il parlamentare azzurro ricorda che ''lo stesso articolo riconosce alle regioni la facoltà di trasmettere, entro il 30 novembre di ogni anno, alla presidenza del Consiglio dei ministri, un rapporto contenente le indicazioni previsionali relative ai flussi sostenibili nel triennio successivo in rapporto alla capacita' di assorbimento del tessuto sociale e produttivo''. Considerato che una stima basata sulle previsioni''e' sempre molto incerta e soggetta a variabili legate alla congiuntura internazionale'', Napoli si domanda se non sia meglio ''immaginare, sempre all'interno delle quote annuali stabilite per decreto, una parte di esse affidata in diretta gestione alle regioni sulla base della crescita misurata sul Pil regionale''. Secondo il deputato azzurro, che cita un articolo di Magdi Allam sul 'Corriere della sera', cio' ''significa, creare anche un vincolo territoriale per il lavoratore stagionale extracomunitario: fatte salve le garanzie costituzionali sulla liberta' di movimento,sarebbero in primis le regioni, e gli organi territoriali di governo, a rispondere per quei lavoratori''.
''Le Regioni e di conseguenza i   territori da tempo chiedono di avere la gestione delle quote in
base alle esigenze di lavoratori immigrati delle aziende e delle  famiglie, monitorate zona per zona dalle stesse Regioni. E lo  ribadiranno anche nel  nel prossimo futuro''. Cosi'
Antonio de
Poli,
fino a pochi giorni fa Coordinatore degli assessori regionali alle politiche sociali, interviene nel dibattito sull' immigrazione. La sede per il rinnovo di questa richiesta dovra' essere quella della Conferenza Stato-Regioni, rileva ancora l'esponente Udc, che ha appena dato le dimissioni da assessore regionale veneto in quanto eletto con l'Udc a parlamentare europeo, restituendo cosi' al Presidente Giancarlo Galan anche la delega  per il suo ruolo di Coordinatore.
Le Regioni si attendono  di essere coinvolte alla ripresa dei lavori istituzionali, aggiunge, ''nella rivisitazione della Bossi-Fini o tramite un' ulteriore indicazione legislativa sul tema, su cui certo devono essere interessate le Regioni per certi aspetti, le autonomie locali e l'Anci per altri''.
Quanto all' ipotesi di affidare ai Comuni la gestione dei  permessi di soggiorno, ''credo che serva un coordinamento nazionale e di programmazione regionale - rileva -: poi può essere che, su questa base, i Comuni gestiscano direttamente le esigenze, come i terminali che sono a piu' diretto contatto con il cittadino e con l'azienda. Ma questo appunto in un quadro di riferimento e di programmazione regionale, per evitare che si creino situazioni a macchia di leopardo. E' una sinergia che ci deve essere tra programmazione a livello regionale e gestione diretta da parte dei comuni. Ma credo che questo sia anche nella nella logica della proposta fatta dal ministro - aggiunge De Poli, con riferimento al documento di revisione della Bossi-Fini elaborato al Viminale -, che credo passi attraverso questi contesti di programmazione alla luce della modifica del titolo V della Costituzione''. Sull'ipotesi di un prolungamento a due anni dei permessi di  soggiorno, infine, De Poli per ora non si esprime: prioritario e' definire questi principi generali, spiega, che daranno i riferimenti operativi per definire anche quella questione.
Uno degli snodi su cui forte è l'imoegnoi dlle regioni anche per contrastare il fenomeno dell'immigrazione è quello della cooperazione.
E proprio in questo ambito va sottilinaeto che è stato pprovato dal ministero degli Esteriil programma proposto da tre Regioni italiane - Emilia-Romagna, Marche e Puglia - per rafforzare le politiche sociali minoriliin Albania, dove i giovani e gli adolescenti sono tra le categorie considerate piu' a rischio di tutta Europa e dove nonesiste il Tribunale dei minori. A tal fine il ministero assicurera' un finanziamento triennale di 1,5 milioni di euro, a partire dal 2005, a cui si aggiungera' quello delle altre tre Regioni.
(gs)

Olimpiadi: Ghigo ad Atene. Oggi giornata internazionale della gioventù
Dopo la visita, sabato mattina, al villaggio olimpico insieme al presidente del Coni Gianni Petrucci,il capo di Stato Carlo Azeglio Ciampi sarà ricevuto la sera a 'CasaItalia Torino 2006', lo spazio dedicato a Torino e al Piemonte alle Olimpiadi di Atene. Ad accoglierlo sarà il Prresidente piemontese Enzo Ghigo che sara' nella capitale greca da domani al 16 agosto.  Ad aprire il calendario di appuntamenti 'olimpici' delpresidente della Regione Piemonte sara' il ricevimento con i capi di Stato a cui seguira' la partecipazione allacerimonia di inaugurazione dei Giochi di Atene 2004. Altriappuntamenti istituzionali sono quello di domenica mattina con Gordon Campbell, il premier della British Columbia, la regione che ospitera' le Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010, e la cena offerta all'ambasciatore d'Italia Gian Paolo Cavarai. In qualita' di coordinatore del Comitato di Regia degli Enti Locali per Torino 2006,inoltre, Ghigo incontrera' il presidente del Cio Jacques Rogge.
Dalle olimpiadi ai giovani. Oggi giovedì 12 agosto, come ogni anno si celebra la "Giornata internazionale della gioventù". Quest'anno, l'iniziativa sostenuta dall'Assemblea Generale dell'Onu, si svolge all'insegna del motto "i giovani in una società intergenerazionale". La competente assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur sottolinea l'importanza del lavoro svolto con e per i giovani.
Il motto "i giovani in una società intergenerazionale" vuole mettere l'accento sull'importanza della solidarietà tra le generazioni. A tutti i livelli, dalla famiglia alle istituzioni. "Proprio alla luce di questa considerazione - commenta l'assessora Kasslatter Mur (nella foto) - diventa sempre più importante il lavoro con i giovani. Da questo punto di vista, negli ultimi anni, si è riusciti a creare una rete di organizzazioni e strutture capace di soddisfare esigenze e bisogni dei giovani nei più svariati ambiti: dalla cultura, al tempo libero, al sociale. Tutto ciò è particolarmente importante, in quanto può anche aiutare i giovani ad uscire da situazioni difficili e momenti di crisi". A questo proposito, l'assessora provinciale sottolinea l'ottimo lavoro comune svolto dai centri giovanili, dai servizi giovani, e da tutte le altre organizzazione attive sul territorio altoatesino. La giornata internazionale della gioventù, come stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si celebra ogni 12 agosto.Il tema di quest’anno é: “I giovani in una societa’ intergenerazionale”. Scegliendo questo tema, le Nazioni Unite vogliono sottolineare l’importanza della solidarietà tra generazioni a tutti i livelli – nelle famiglie, nelle comunità e nelle nazioni.  Questo giorno è un opportunita’ per promuovere la partecipazione dei giovani e affrontare temi che li riguardano.  Ecco le diverse attivita’ che si svolgeranno durante la giornata internazionale della gioventù in varie parti del mondo:  I giovani leaders si riuniscono per la Quinta Conferenza Internazionale della giornata della gioventù a Manila, nelle Filippine.  I giovani possono partecipare al Festival mondiale australiano della gioventù, uno spazio interattivo da utilizzare per festeggiare la giornata internazionale della gioventù. La Sri Lanka United Nations Friendship Organisation progetta attività per la giornata internazionale dei giovani 2004!
(red)
Aumenta la popolazione dell'Emilia-Romagna

L'ufficio di statistica della Regione Emilia-Romagna distribuisce oggi agli Enti locali, alle Camere di commercio e alle associazioni imprenditoriali e sindacali, con un supporto multimediale, i risultati dell'indagine relativa alla popolazione dell'Emilia-Romagna.
Ogni anno la Regione raccoglie i dati della popolazione residente per sesso, singolo anno di età e Comune, con lo scopo di monitorare l'andamento demografico e la struttura per età e per disporre di una base conoscitiva certa da utilizzare per il riparto dei fondi regionali. La rilevazione è effettuata in collaborazione con gli uffici statistici delle Province che raccolgono presso i Comuni del proprio territorio i dati di fonte anagrafica riferiti al 1° gennaio dell'anno in corso. Il federalismo "statistico" dei territori consente di mettere a disposizione della collettività informazioni corrette e attendibili poiché si presidia il processo di rilevazione ed elaborazione dei dati. Emergere uno scostamento con il dato rilevato dall'Istat al quale sfuggono circa 21.000 persone probabilmente sia per l'utilizzo di procedure diverse sia per l'effetto sanatoria dell'anno 2002 legato alla legge Bossi-Fini, le cui domande sono state presentate tra il 10 settembre e l'11 novembre 2002. In Emilia-Romagna durante tale periodo sono state presentate 57.059 domande di regolarizzazione di cui circa l'85% (circa 48.000) accolte positivamente entro dicembre 2003. Questo dato appare di estrema importanza se si fa riferimento alle risorse del fondo sanitario nazionale che in parte vengono distribuite fra le Regioni italiane sulla base della popolazione residente.
La popolazione dell'Emilia-Romagna continua ad essere in espansione registrando 4.101.324 residenti al 1° gennaio 2004 contro le 4.059.416 unità del 1° gennaio 2003 (+ 41.908 individui).
L'aumento è imputabile al fenomeno dell'immigrazione proveniente sia dalle restanti regioni italiane sia dall'estero a fronte di un saldo naturale ancora negativo. Si sottolinea che rispetto al 1° gennaio 2000 la popolazione è aumentata, in termini assoluti, di circa 120.000 unità La crescita registrata è il risultato di un aumento generalizzato che ha riguardato in proporzioni differenti le popolazioni provinciali. La provincia che ha avuto il numero maggiore di nuovi residenti è Reggio Emilia con 8.982 unità pari al 21,4% della crescita complessiva, seguita da Modena e Bologna, aumentano le cinture attorno alle città di Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini e la seconda cintura di Bologna. La popolazione diminuisce nelle zone della montagna parmense e piacentina e nella provincia di Ferrara.
Donne e uomini aumentano in tutte le classi d'età ad eccezione della classe più anziana (65 anni e oltre) che mostra una crescita più sostenuta per i maschi (1,8%) che per le femmine (1,2%), probabilmente legata a un miglioramento della speranza di vita che riguarda soprattutto gli uomini. Per entrambi i sessi è la classe d'età 0-14 anni a registrare l'incremento percentuale più consistente (2,4%).
(red)

 

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