periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  352 - Roma,  13-26 agosto 2004

Sommario

Riforme: dopo "incontri di Ferragosto",  si riapre dibattito Micro-nidi e asili aziendali: l'impegno delle Regioni
Federalismo fiscale: prime ipotesi  per Alta Commissione Immigrazione e Mezzogiorno:  un portale per i dati
Turismo: l'Enit si trasforma Associazioni combattenti; Corte dei conti per nuova aggregazione
Riforme: dopo gli "incontri di ferragosto", si riapre il dibattito
Il Ferragosto è stato caratterizzato da un invito generalizzato ad un maggiore approfondimento sulle riforme istituzionali all'attenzione del Parlamento. Protagonisti, fra gli altri, il Presidente della Camera e quello di Confindustria (cfr. il Sole 24 ore del 19 agosto Federalismo, cresce il partito della pausa, Il Corriere della sera del 20 agosto Federalismo, lo stop di Casini e la Repubblica del 22 agosto Buttiglione-Montezemolo d'accordo- Sul federalismo non c'e' fretta) .
Oggi il leader dei Ds, Piero Fassino aggiunge qualche elemento in più: "Serve un bipolarismo mite nel quale l'alternatività delle proposte non smarrisca mai il senso di appartenenza ad una comunità nazionale. D'altra parte proprio le difficoltà incontrate dalla riforma federalista, inopportunamente approvata dal centrosinistra a maggioranza, dimostrano che gli assetti istituzionali, per essere efficaci, devono essere decisi con larga condivisione". Lo ha affermato appunto 
Piero Fassino, in un intervento che sarà pubblicato domani su L'Espresso. Per il segretario della Quercia "le revisioni costituzionali e la devolution proposte dalla destra rischiano di produrre nuove lacerazioni e strappi. E', dunque, urgente - osserva Fassino - riprendere un 'percorso costituente' che, anche individuando sedi istituzionali apposite, consenta di portare a compimento una transizione istituzionale da troppi anni incompiuta, conciliando bipolarismo e democrazia dell'alternanza".
Non basta però il riconoscimento del leader dei Ds al Ministro
Carlo Giovanardi: "Il centrosinistra ha scardinato l'unità nazionale attraverso una riforma del Titolo quinto disastrosa, che ha reso ingovernabile il Paese. Il Parlamento deve rimediare a questo scasso".  "Questo scasso - ha proseguito - viene perpetrato ancora, come dimostra lo statuto della Regione Toscana che abbiamo dovuto impugnare come governo. Siamo un Paese contraddittorio: saremmo noi quelli che dividono il Paese, e poi sono gli statuti delle Regioni, addirittura, a stracciare il Codice Civile e la Costituzione vigente. Noi cerchiamo un equilibrio tra federalismo e interesse nazionale, che abbiamo reintrodotto nel testo, e chiediamo il concorso di tutti perché il rapporto tra Comuni, Province, Regioni e Stato sia equilibrato. Oggi è squilibrato".
Chi continua a premere sull'acceleratore è sicuramente il ministro per le riforme
Roberto Calderoli, :''Ho incontrato diversi esponenti delle opposizioni che mi hanno indicato punti per loro irrinunciabili. Credo che alcune di queste proposte possano essere accolte nelle nostre riforme''. ha affermato, in un'intervista a 'la Stampa' . Contatti che poi sono stati smentiti dal coordinatore della segreteria dei Ds, Vannino Chiti. Per il Ministro si sarebbe trattato di  ''incontri informali'' con esponenti dell'opposizione in cui sono stati affrontati i nodi '' dell'esigenza di rappresentatività territoriale più forte, della semplificazione della procedura legislativa, della riduzione dei possibili contrasti Stato-Regioni su alcune materie ''. Della intenzione di accelerare da parte del Ministro danno conto oggi diversi quotidiani, fra gli altri Il Sole24 ore Federalismo, Calderoli punta all'intesa finale , il Giornale Federalismo, verso l'accordo per blindare il testo al Senato; La Padania  Riforme, vicina intesa per un testo blindato.
E mentre La Stampa pone l'accento
sui costi della riforma federale  (confronta anche l'intervista a Il Messaggero del 14 agosto all'economista Ds, Nicola Rossi, dalle Colonne  aveva rivolto un chiaro invito:Federalismo, prima del varo facciamo i conti) , per  Francesco Storace. in una dichiarazione a margine del Meeting di Cl a Rimini," il dibattito che si sta facendo sulle riforme si fa solo su dichiarazioni estive: a me piacerebbe entrare di più nel merito e auspico che le Regioni, finalmente, possano entrare nel processo riformatore da protagoniste". Secondo Storace "fare una riforma sulla vita delle Regioni senza il loro consenso non capisco a quale obiettivo possa portare: vorrei che la Cdl, da questo punto di vista, possa comprendere il patrimonio del territorio". In merito alle aperture dei giorni scorsi del ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, che ha iniziato un giro di consultazioni con le Regioni e le altre autonomie locali, Storace spiega che: "Sono cattolico, ma i fioretti di Calderoli li voglio vedere tramutati in realta'...".
Anche i Comuni potrebbero trovare rappresentanza nel Senato federale. E' questa la principale
novita' emersa nell'
incontro del 20 agosto tra il ministro per le riforme Roberto Calderoli e l'Anci. Una giornata ha segnato anche un disgelo nei rapporti tra l'esponente leghista e la Confindustria, grazie ad un incontro definito ''molto positivo'' dai rappresentati delle imprese.
Calderoli, con riferimento alle richieste dei Comuni ha, fra l'altro, affermato: ''Hanno manifestato l'esigenza di una presenza rappresentativa forte delle autonomie locali nel Senato federale. E credo - ha detto il ministro dopo l'incontro con il  presidente dell'Anci Leonardo Domenici - che si possa lavorare  per andare incontro alla necessità di soddisfare questa esigenza''.
Quanto alla Confindustria, dopo lo scontro a distanza tra il  ministro e Montezemolo, sembra essersi riaperto il dialogo.  Calderoli ha avuto un colloquio con il direttore generale dell'associazione imprenditoriale, Maurizio Beretta, e con Edoardo Garrone, presidente del comitato tecnico di  Confindustria che valuta l'impatto del federalismo sulle  imprese. Ed e' stato proprio quest'ultimo a definire il  confronto ''molto positivo''. ''Ho visto il ministro molto  sensibile e in linea con i nostri obiettivi - ha detto Garrone - l'incontro e' andato molto bene per quanto riguarda il metodo e  l'approccio''.  Sul merito però le distanze non sembrano essere colmate:  ''Ci siamo riservati di fare ulteriori approfondimenti'', ha riferito infatti Garrone, ribadendo la preoccupazione delle imprese per alcuni profili economici del federalismo.
Ma della pausa di riflessione auspicata nei giorni scorsi da  Montezemolo, Calderoli non vuol sentire parlare: ''La pausa di riflessione l'ho gia' fatta''. E' ripreso cosi' il tour de force del ministro che ha visto anche il relatore del ddl sulle riforme a  Montecitorio, Donato Bruno (Fi). Un primo confronto nel quale Calderoli ha sottoposto a Bruno una 'bozza' del testo al quale sta lavorando e che sarà al centro del confronto tra le forze  di maggioranza alla 'Lorenzago2' dei primi di settembre a Roma.   ''Si e' trattato di un primo confronto - ha detto Bruno alla  fine dall'incontro  - ma mi pare che il testo al quale sta lavorando Calderoli sia già a buon punto''. Le modifiche che il  ministro della Lega porterà al tavolo della Cdl dovranno essere concordate con gli alleati e poi eventualmente presentate, sotto forma di emendamenti, nel momento della discussione in Aula alla Camera del ddl. E, tra le modifiche più consistenti, potrebbero essercene alcune riguardanti appunto il Senato federale e la  rappresentanza in esso dei Comuni. ''Abbiamo chiesto a Calderoli - ha riferito infatti, dopo  l'incontro col ministro, il presidente dell'Anci
Leonardo Domenici - che venga data maggiore rappresentativita' alle autonomie locali, Comuni compresi, all'interno del Senato  federale''. Altra richiesta venuta dai Comuni e' poi quella riguardante  alcune materie, ora di competenza concorrente tra Stato e Regioni, previste all'articolo 117 del ddl sulle riforme, quello  sulla 'devolution'. ''Abbiamo ribadito al ministro - ha detto  Domenici - critiche e riserve sulla proposta della devoluzione  soprattutto su punti specifici, come la polizia locale''. I centristi hanno invece uno dei loro paletti:  la sussidiarieta'. ''Sussidiarieta' - ha ragionato dal palco del meeting di Rimini il segretario Marco Follini - e' una parola  entrata nel testo grazie a un emendamento dell'Udc, che è importante in tema di riforme: penso che sia la chiave di volta  del rapporto tra Stato e Regioni''. Follini, tra l'altro, è ritornato sulla necessità che le riforme vengano ''fatte a più  mani'', altrimenti si compirebbe un errore che ''solo il centrosinistra ha fatto nella scorsa legislatura''.  A Follini ha ribattuto  immediatamente il coordinatore della  segreteria della Quercia, Vannino Chiti, sempre dal palco di  Rimini. ''Fu un errore - dice Chiti riferendosi alla riforma del  titolo V della Costituzione votata solo dal centrosinistra -  oggi pero' si procede in maniera confusa alla riforma di 43  articoli della Costituzione. Per questo non chiediamo un rinvio delle riforme ma un momento di pausa e di convergenza tra le forze politiche e le parti sociali su questo tema''.
Sempre con riferimento all'incontro con il Ministro Calderoli,  Domenici ha spiegato di aver "ribadito al ministro la necessità di riportare l'attenzione sul ruolo dei comuni per evitare ogni forma di centralismo nella gestione delle funzioni amministrative, che secondo la Costituzione spettano ai comuni".
Da sottolineare, con riferimento agli enti locali anche un articolo de La stampa del 24 agosto :
Proposta dell'Anci- Poteri legislativi alle città metropolitane Il sottosegretario D'Ali'- Felici di una riflessione sul tema.
Parlando dell'impianto della riforma federalista e dei maggiori poteri chiesti dai Comuni, il Presidente della Regione Lazio ,
Storace ha spiegato: "Probabilmente, fossi un sindaco di un Comune, riterrei più  facile ottenere una legge dalla Regione piuttosto che dal Parlamento. E poi in questo caso saprei con chi prendermela, con l'assessore competente, con il Presidente. So che la vocazione sussidiaria non può essere fermata, ne' avversata. E' un tema vero, e nel Lazio abbiamo dato spazio alla sussidiarietà verticale e anche a quella orizzontale". In merito all'incontro tra il Presidente Ghigo ed il ministro Calderoli di qualche giorno fa Storace ha sottolineato: "Sicuramente hanno fatto bene ad incontrarsi, io stesso ho parlato con il ministro, e lo incontrerò tra qualche giorno. Di certo - conclude il governatore del Lazio - andrò lì a chiedere chiarezza".
Dopo quello dei comuni, arriva il monito delle Province: l'Upi, l'Unione delle Province  italiane, alza le antenne e in toni pacati, ma fermi, ricorda al  ministro che il sistema delle autonomie e' composto anche dalle  Province. Vale a dire che all'interno del Senato federale ci deve essere posto anche per loro. '' E' bene che tutti - dice il vice presidente dell'Upi,
Forte Clo' - si ricordino che il sistema delle autonomie e' composto dai Comuni, dalla Province e dalla Comunità montane. L'Intero sistema, dunque, deve trovare spazio nel Senato federale. Non
devono esserci discriminazioni ''.
L'incontro fra il Presidente della Conferenza delle Regioni e il ministro per le riforme del 18 agosto era stato invece preceduto da un editoriale di Sabino Cassese pubblicato dal corriere della sera, significativamente intitolato 
Il federalismo burocratico, i cui argomenti sono stati poi ripresi dal quotidiano di via Solferino con un servizio "Dubbi sulle Regioni; troppi poteri" e un'intervista allo stesso Presidente della conferenza delle regioni:  Ghigo- tornino allo Stato energia, infrastrutture, turismo e sport.
Calderoli al termine dell'incontro (Ghigo è stato ricevuto con i Presidenti dei Consigli regionali della lombardia e del Piemonte) ha ''apprezzato la disponibilità al dialogo dei due interlocutori e la possibile convergenza di vedute''. Al centro della discussione ''le possibili  soluzioni ai nodi emersi nell'esame delle riforme'' si legge in una nota del ministro. Ghigo ha ringraziato Calderoli ''per la  disponibilità al dialogo con gli Enti locali'' . per Ghigo: "Il percorso di concertazione che il ministro delle Riforme Roberto Calderoli ha oggi intrapreso è sicuramente positivo: ho trovato un ministro che ha intenzione di fare una riforma che serve realmente al paese". Secondo Ghigo, comunque "il percorso sul federalismo intrapreso segna un punto di non ritorno: indietro non si puo' e non si deve tornare. Certo, ci sono alcuni delicati passaggi da rivedere. Tre per tutti: le competenze tra Stato e Regioni. Oggi su questo versante c'e' molta confusione, il federalismo fiscale le competenze del Senato federale. Sono convinto però - conclude Ghigo - che la strada intrapresa dal ministro sia importante: coinvolgendo tutti gli 'attori' si riuscirà a disegnare una riforma utile al paese".
''Vorrei che fosse chiaro - ha puntualizzato  
Vasco Errani,  Presidente dell'Emilia-Romagna e vicepresidente della  Conferenza dei presidenti delle regioni - che gli  incontri del ministro Calderoli non sono incontri istituzionali': non sono quindi incontri tra il ministro e le regioni o la Conferenza - ha aggiunto - ma incontri che hanno un' altra  valenza, non istituzionale, e che di fatto risultano limitati ad  esponenti di centro destra''. ''Il ministro Calderoli - ha concluso Errani - tenga presente  la differenza tra istituzioni ed esponenti di primo piano di  alcune regioni, in particolare di centro destra".
Il tema delle riforme assume anche una valenza politica particolare visto che manca ormai meno di un anno alle elezioni regionali. E l'Ansa il 21 agosto ha proposto sul tema un servizio intitolato  "Regionali : candidati Presidenti : schermaglie tra Poli " E' alta la posta in gioco in vista della
prossima scadenza elettorale che vedra' nel 2005 il rinnovo di 14 amministrazioni regionali. Per questo, dopo i risultati delle ultime amministrative di primavera, che hanno visto prevalere il centrosinistra, e' stato dato nuovo impulso alla ricerca di candidati credibili e 'vincenti' in tutte le regioni che saranno chiamate al voto.
PIEMONTE - e' praticamente scontato che il governatore uscente,  Enzo Ghigo, si ripresenterà per ottenere il terzo mandato alla  guida della Regione. Sembra pero' tramontata l'ipotesi di una  'Lista del presidente'. Lo sfidante del centrosinistra resta  ancora da definire, anche se ci sono due 'indicazioni' forti: Pietro Marcenaro, segretario regionale dei Ds e Gianfranco Morgando, presidente regionale della Margherita.
LOMBARDIA - ormai e' certo, anche se solo a settembre sara' dato  l'annuncio ufficiale: Roberto Formigoni si ricandidera' per il terzo mandato alla presidenza della Regione. Ambienti a lui vicini dicono che ''si sta lavorando per allargare il consenso''  e sulla direzione dell'allargamento le ipotesi sono molte.  Diversa la situazione nel centrosinistra: nomi di possibili  candidati, da Mario Monti a Savino Pezzotta, a Maria Pia Garavaglia, a Gino Strada, circolano da tempo.
LIGURIA - le ultime riserve cadranno nella seconda meta' di  settembre ma salvo sorprese la Cdl annuncera' la candidatura di Sandro Biasotti, presidente uscente, che dovra' confrontarsi con  Claudio Burlando, parlamentare diessino, ex ministro dei Trasporti, candidato dal centrosinistra.
VENETO - e' scontata per l'attuale governatore, Giancarlo Galan,  la ricandidatura al terzo mandato per la Cdl, seppure con  l'incognita della Lega, che potrebbe correre da sola. Il  centrosinistra ha avviato i motori, ed ha aperto la questione  del ricorso alle primarie per scegliere o consacrare lo sfidante
di Galan.
EMILIA ROMAGNA - e' il Ds Vasco Errani, presidente in carica, il  candidato alla carica di presidente alla prossima competizione  elettorale. Dopo le elezioni amministrative di quest'anno che  hanno rafforzato i Ds, non appare infatti credibile che la  Margherita possa avanzare una candidatura alternativa. Buio  fitto nel Polo invece: dopo la batosta di Bologna con la  sconfitta di Guazzaloca al primo turno ci vorra' un po' di tempo per  pensare a come impostare la battaglia.
TOSCANA - a sinistra appare scontata la conferma di Claudio  Martini, Ds, attuale governatore. Sembra tramontata l'ipotesi  che la Margherita chieda di poter esprimere un candidato. A
destra i giochi sembrano ancora da fare. Il coordinatore  regionale di FI, Denis Verdini, ha messo sul tavolo i nomi di  due possibili candidati: Pietro Fazzi, Fi, vicesindaco a Lucca e Alessandro Antichi, Fi, sindaco di Grosseto.
MARCHE - l'attuale presidente, Vito D'Ambrosio, che ha gia' guidato la Regione per due mandati, si e' detto ''a disposizione  del centrosinistra''. Nel centrodestra e' nota da tempo la proposta fatta dal coordinatore regionale di An Carlo Ciccioli  di candidare il viceministro all'Economia, Mario Baldassarri,  che tuttavia non ha mai aderito alla prospettiva.
LAZIO - l'attuale governatore, Francesco Storace, sta rilasciando in questi giorni una serie di interviste nelle quali  mette in chiaro che nessuno lo obbliga a ricandidarsi con la Cdl  e sollecita da Berlusconi una risposta sul federalismo. Nel  centrosinistra il tavolo della coalizione sta ancora lavorando, i nomi che circolano sono quelli di Giovanna Melandri, Mario Di  Carlo ed Esterino Montino.
ABRUZZO - nella Cdl il nome piu' probabile per cercare la  conferma e' quello dell'attuale presidente, Giovanni Pace, ex parlamentare di An. Il nome di Rocco Salini (Fi) e' uno di  quelli che circola in alternativa a Pace. Nelle file del  centrosinistra il nome indicato anche con una investitura  durante la recente campagna elettorale per le amministrative e  le europee e' stato quello di Franco Marini, ma ci potrebbe  essere anche un ritorno di fiamma per l'attuale sindaco di  Pescara, Luciano D'Alfonso.
UMBRIA - l'attuale presidente, Maria Rita Lorenzetti (Ds), e'  opinione prevalente che venga ricandidata. La Cdl non ha un  candidato, ma verrà probabilmente espresso entro l'autunno.
BASILICATA - e' Vito De Filippo (Margherita) colui che tutti  indicano come il candidato dello schieramento di centrosinistra  alla presidenza della giunta regionale, nel rispetto della  'logica dell'alternanza'; l'attuale governatore, Filippo Bubbico, e' un Ds. La Cdl e' alla ricerca di un nome di prestigio; e' stato indicato quello del sottosegretario alle Infrastrutture, Guido Viceconte.
CAMPANIA - Antonio Bassolino, Rosa Russo Iervolino e Nicola  Mancino per il centrosinistra; Ortensio Zecchino e Antonio  D'Amato per la Cdl, senza escludere Clemente Mastella se l'Udeurdecidesse di cambiare schieramento. Sono queste, al momento, le ipotesi piu' accreditate per le candidature alle prossime
regionali in Campania, ma, per ora, solo voci. 
PUGLIA - l'attuale governatore, Raffaele Fitto (che ha risposto con una lettera - pubblicata dal quotidiano diretto da Belpietro - alle inchieste pubblicata il 24 agosto da il Giornale sulle spese delle regioni e degli enti locali: 
Una Puglia con le carte in regola) , ha dedicato le vacanze ad avviare la campagna elettorale( cfr. anche il Corriere della Sera del 20 agosto  Fitto lancia la lista personale e tenta i governatori azzurri): vuole succedere, come candidato del centrodestra, a se' stesso. Tutto ancora in alto mare nel centrosinistra: possibili avversari di Fitto sono il senatore Antonio Gaglione, l'editore barese Alessandro Laterza, il neoasessore all'economia del comune di Bari Francesco Boccia.
CALABRIA - nella Cdl i segretari regionali di FI, An, Udc e  Nuovo Psi hanno riproposto la candidatura del presidente  uscente, Giuseppe Chiaravalloti. Nel centrosinistra non e'  chiaro se sarà candidato Agazio Loiero, vicecapogruppo della Margherita alla Camera o Marco Minniti, componente del direttivo dei Ds. C'e' poi da fare i conti anche con l'Udeur
(sm)
Micro-nidi e asili aziendali. l'impegno delle Regioni
La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell' assessore alle Politiche Sociali, Mariangela Cotto, ha stanziato 1.549.329,62 euro di contributi regionali a  sostegno della realizzazione di micro-nidi.
Il bando di finanziamento per la concessione dei contributi,  che scade il 29 ottobre, e' destinato a Comuni, ad Enti che gestiscono servizi socio-assistenziali, sia pubblici che privati e ad organizzazioni non lucrative. L' iniziativa e' stata promossa dalla Regione Piemonte per venire incontro alla necessità, espressa dalle famiglie, di una nuova rete di opere per la prima infanzia. I micro-nidi sono servizi flessibili, che  trovano collocazione anche in ambito aziendale. Ad oggi sono già' stati finanziati numerosi interventi che permetteranno nei
prossimi anni l' aumento dei posti a disposizione di circa 1.200 unita'.
Anche la Regione Lazio di è mobilitata: “Il finanziamento degli asili nido aziendali rappresenta un passaggio decisivo nel quadro complessivo delle politiche sociali e di tutela della famiglia messe in atto da questa amministrazione regionale. Lo abbiamo detto tante volte: per un genitore è importantissimo sapere di avere vicino il proprio bambino e, per questo, riteniamo di dover incentivare la costruzione di asili nido e micro-nidi nei luoghi di lavoro. Al tempo stesso, vogliamo aiutare i Comuni a realizzare un numero sempre maggiore di asili nido, per far fronte alla carenza di posti, facilitando, così, le famiglie”. E’ quanto dichiara il presidente della Regione,
Francesco Storace (nella foto), dando avvio alla campagna per pubblicizzare il finanziamento degli asili nido aziendali, per la quale è stato scelto lo slogan Chiedo asilo!
La Giunta regionale, infatti, ha approvato la ripartizione delle risorse finanziarie per la costruzione e la gestione degli asili nido e dei micro-nidi aziendali e comunali: si tratta complessivamente di 9 milioni e 672 mila euro disponibili per l’anno 2004.
Il nido aziendale potrà accogliere da un minimo di 20 a un massimo di 60 bambini di età compresa tra i tre mesi ed i tre anni, per una fascia oraria concordata tra l’ente gestore e i genitori lavoratori. Il micro-nido aziendale, invece, potrà ospitare da un minimo di 6 a un massimo di 19 bambini di età compresa tra i tre mesi ed i tre anni. “Con questo provvedimento – spiega Storace – vogliamo aiutare concretamente i genitori a conciliare l’attività lavorativa con quella familiare.Noi cerchiamo di fare la nostra parte, ora credo tocchi alle aziende dimostrare attenzione a questa problematica, prima sfruttando i finanziamenti a loro disposizione e poi garantendo flessibilità organizzativa nei nidi, per assicurare sia le esigenze professionali e familiari dei genitori lavoratori sia il rispetto dei bisogni dei bambini. Le richieste devono essere presentate ai Comuni competenti per territorio e corredate dai progetti. La gestione dei nidi e micro-nidi aziendali può essere realizzata direttamente dai datori di lavoro o indirettamente tramite società di servizi, organizzazioni di privato sociale, oppure tramite convenzione. Sono possibili forme di collaborazione tra più ditte e società per consentire la realizzazione del servizio a favore di più realtà lavorative limitrofe.
Il contributo complessivo non potrà comunque superare la somma di 250 mila euro per ogni richiesta. Il 70% del contributo sarà erogato, tramite i Comuni, al momento del dell’approvazione della graduatoria. Il rimanente 30% verrà assegnato a saldo, a seguito del provvedimento di autorizzazione all’apertura ed al funzionamento della struttura per l’infanzia
(red)
Federalismo fiscale: prime ipotesi sul tavolo dell'Alta Commissione

Il  coordinamento per l'area finanziaria delle Regioni fa sapere che ''non si hanno notizie  ne' di bozze ne' di dossier relativi alla Finanziaria'', aggiungendo che  ''stando agli accordi dell'ultimo incontro con il premier Berlusconi e con il ministro Siniscalco, di contare che la Finanziaria si possa costruire insieme, con un percorso interamente condiviso''. Quanto ai possibili sprechi il coordinamento degli assessori al bilancio a settembre  ''chiederà nuovamente al governo di fare il punto sulle politiche di bilancio per evitare gli sprechi''.
Infine le Regioni ricordano che i ritardi nei trasferimenti,  soprattutto nel settore sanitario, costringono al pagamento di  interessi che incidono per miliardi di euro sui bilanci delle Regioni.
Nel frattempo però diversi quotidiani (cfr, fra gli altri  Il Sole 24 ore 25 agosto 
Manovra, ora rispunta il ticket unico) avevano adomabrato l'ipotesi di un ticket unico nazionale per i farmaci. Ipotesi  poi smentite da Sirchia  8cfr. Il manifesto Scoppia il nuovo caso del ticket sui farmaci , il Secolo XIX I ticket? Idee strane ).
Rispetto alla finanziaria esistono comunque preoccupazioni: e per
Donato  Robilotta (nella foto), assessore della Regione Lazio e vicesegretario del  Nuovo Psi, non è certo da escludere la possibilità di una  stangata su Regioni e enti locali. ''La notizia apparsa oggi in grande evidenza sul 'Tempo' di Roma riguardante un dossier, messo a punto da tecnici del governo, su presunti sprechi da parte di regioni, comuni e province, che serve come base per tagliare i trasferimenti agli  enti locali di almeno 9,5 miliardi di euro su 17 miliardi di tagli complessivi, conferma - afferma Robilotta - quello che  avevamo intuito nei giorni scorsi. La massiccia campagna che alcuni quotidiani vicini al governo stanno facendo per  screditare le regioni e gli enti locali serve solo a preparare la stangata autunnale contro gli enti locali e a scaricare sul  territorio gli errori della politica economica di questi tre anni di governo''.
Concetti, "rafforzati" dal  presidente della Regione Lazio
Francesco Storace che teme strumentalizzazioni nella campagna contro gli  sprechi degli enti locali': 'Fra due mesi si vota la  Finanziaria. Non vorrei che qualcuno cercasse di addossare tutte  le colpe sulle Regioni per permettere ai soliti noti di far
incetta di soldi''.  ''Il partito della pagnotta - dice il presidente in un'intervista a Libero - esiste dove ci si ingrassa con le tasse  dei contribuente. E' la solita storia, tanto paga Pantalone. La pubblica amministrazione, per dire, e' un mare magnum. Per non parlare dei ministeri, di tutta la burocrazia statale''. Storace rivolge una critica severa alla commissione Mitrokhin (''47 consulenti per una commissione formata da 40 tra deputati
e senatori...'') e ricorda infine che ''i veri sprechi sono  organizzativi. Quando ho messo piede in Regione esisteva una  struttura orizzontale: decine di dipartimenti e direzioni che  lavorano ciascuno per conto proprio''.
Mentre si attende la finanziaria  escono anche i dati sui debiti residui delle Regioni: al 30 giugno di quest'anno ammontavano a 17 miliardi 398 milioni di euro le emissioni  collocate sui mercati dal sistema delle Regioni italiane. Il  debito residuo del sistema (cioe' le emissioni non ancora  scadute e quindi da rimborsare) ammonta a poco piu' di 13  miliardi. Alla stessa data, i mutui accesi dal sistema delle  Regioni ammontavano a quasi 32 miliardi, con un residuo pari a  circa 17 miliardi e mezzo. I dati si ricavano dalle
tabelle illustrate dal ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, nel corso della sua audizione alla Commissione Bilancio del Senato lo scorso 21 luglio.t
Inoltre molti quotidiani rilanciano oggi i risultati dell'analisi della Cgia di Mestre sulle spese fisse dei comuni (cfr.L'Unità
Comuni, le spese fisse sono cresciute del 40%, il Giornale Nei comuni volano le spese interne. In tre anni sono aumentate del 40%; Italia Oggi Comuni, stipendi in salita Anci- i dati sono fuorvianti) ed il 15 agosto la Repubblica proponeva un articolo intitolatao Tasse locali boom, balzo del 180% in un decennio, mentre il messaggero titolava Stangata record dalle imposte locali.
Nel frattempo procedono invece i lavori dell'
l'Alta commissione sul federalismo fiscale guidata da Giuseppe Vitaletti.   Secondo alcune delle ipotesi a cui sta lavorando la Commissione e che saranno presentate a settembre andrebbero alle regioni le imposte sui servizi, a partire da quelle sui vizi e sui giochi, e piu' del 50%
dell'Iva, a province e comuni quelle sull'auto e sugli immobili, apartire dal bollo e dalla benzina, con l'Ici trasformata e ridotta e il trasferimento dell'Irpef sulle seconde case e sugli affitti. A fare il punto sui lavori della Commissione e' lo stesso Vitaletti in una intervista all'AdnKronos .''Il federalismo fiscale -premette Vitaletti- e' l'unica possibilita' di responsabilizzare la spesa degli enti locali.
Il fatto che molti enti spendono male le loro risorse, come emerge anche da inchieste giornalistiche, e' anche il risultato della mancata realizzazione di un effettivo federalismo fiscale. Nel nostro paese va ancora avanti un sistema basato su due criteri sbagliati: trasferimenti che hanno la sola giustificazione di spese storiche e un processo di attribuzione di entrate proprie senza nessuna correlazione con le funzioni di spesa svolte e del tutto sbagliato. Per esempio alle regioni e' stata data l'Irap pagata dalle aziende per finanziare la sanita' che e' un servizio ai cittadini. Le stesse regioni incassano il bollo auto, ma si tratta dell'ente che meno ha a che fare con gli autoveicoli. Mentre la gran parte dei servizi comunali finiscono con l'essere pagati con una imposta patrimoniale sugli immobili''. Una situazione, dunque, ad avviso di Vitaletti, che ''ignora i principi fondamentali della finanza locale'' che invece sono stati richiamati fortemente nel documento sui meccanismi strutturali del federalismo fiscale varato da comuni, province e regioni nel 2003 e che sono alla base dei lavori dell'Alta commissione. ''E cioe' il principio di correlazione tra entrate e spese degli enti. Si tratta -sottolinea Vitaletti- di ribaltare l'attuale meccanismo basato sull'anticorrelazione e sui trasferimenti secondo le piogge del passato. Quindi le diverse ipotesi che presenteremo entro il 30 settembre su come basare le entrate proprie e le compartecipazioni fiscali partono  da un lato dal principio di correlazione tra spesa e entrate e dall'altro da una perequazione responsabilizzante basata su un livello di spesa 'standard ed efficiente' e non più storica''. Insomma, rimarca Vitaletti, ''la perequazione deve dare agli enti piu' poveri i soldi necessari ad amministrare con efficienza. Chi non sara' in grado di amministrare con efficienza dovra' ricorre ad addizionali e aggravi di prelievo locali''. Per Vitaletti, comunque, la legge 56/2000 per la perequazione alle regioni ''che ha tentato di superare i meccanismi del passato fallendo completamente lo scopo potra' essere trasformata secondo i principi di correlazione ed efficienza''. 
Ma come potrebbe tradursi in pratica il principio di correlazione nell'individuazione delle risorse da attribuire ai vari livelli di governo locale? Ecco alcune delle ipotesi a cui sta lavorando l'Alta commissione per regioni, province e comuni.
REGIONI: nella ipotesi estrema di applicazione del principio di correlazione, alle regioni potrebbe andare oltre il 50% dell'Iva calcolata a livello locale sulla base delle vendite al consumo registrate fiscalmente. E non sulla base di indici statistici e della popolazione residente come avviene ora. Accanto all'Iva potrebbe andare alle regioni l'imposta sui servizi a partire dai prelievi sui cosiddetti vizi: e cioe' alcol, tabacco e giochi. Inoltre alle
regioni andranno le imposte di bollo, imposta su spettacoli e concessioni e le imposte sulle assicurazioni diverse da quelle sull'auto, L'addizionale Irpef inoltre potrebbe essere trasformata in una sovrimposta sull'Irpef statale mantenendo cosi la sua progressivita' anche a livello locale. Per contro le regioni perderebbero il 50% dell'Irap che torna allo Stato e le imposte su bollo auto e la compartecipazione sulla benzina che andrebbero a province e comuni.
PROVINCE E COMUNI: ai due enti andrebbe tutto il prelievo relativo agli autoveicoli e agli immobili. Le modalita' di ripartizione tra i due enti sono ancora da definire comunque alle province potrebbe andare il bollo auto e la compartecipazione dell'imposta sulla benzina attualmente delle regioni. Inoltre manterrebbero l'imposta di trascrizione sugli autoveicoli e quella sulle assicurazioni auto.
Ai comuni invece oltre all'Ici, che verrebbe pero'ridimensionata perdendo la caratteristica di imposta patrimoniale per essere commisurata al reddito e trasformata in imposta legata ai servizi a favore degli immobili, potrebbe essere assegnato il residuo prelievo Irpef sui redditi degli immobili che colpisce gli affitti, le seconde case, ecc. Il prelievo comunque sarebbe trasformato in unaimposta sostitutiva. L'addizionale Irpef anche per i comuni verrebbe trasformata in una sovrimposta.
PEREQUAZIONE: il meccanismo di perequazione che sostituirà gli attuali trasferimenti sarà completamente rivoluzionato. Il punto di partenza non sarà più la spesa storica dell'ente, ma un criterio di ''spesa standard ed efficiente'' legato ai servizi da fornire. Si stabilirà cioè i servizi essenziali da garantire, il costo necessario in presenza di una amministrazione efficiente e quindi il livello di trasferimenti perequativi necessari dopo aver verificato le risorse proprie dell'ente sulla base dei tributi gestiti direttamente.
Sulle riforme economiche in itinere, su quelle in corso e sul condono edilizio  vanno richiamati alcuni articoli usciti sui quotidiani in Agosto , ed in particolare:
26 agosto: Milano Finanza:
Federalismo, 48 mila statali in meno all'anno per 10 anni; Corriere della Sera : Tasse, riforma in Finanziaria
25 agosto: la Padania 
Formigoni- Con il federalismo la Lombardia ha ridotto i costi
17 agosto : La Stampa
Le Regioni alzano i costi del condono fiscale ; Italia oggi il condono edilizio è tutto in salita; Il Gazzettino Abusi edilizi: le regioni rischiano di far saltare i conti del governo ; Libero Condono edilizio, le Regioni alzano il prezzo ; Il Sole 24 ore Condono, Regioni in ordine sparso ;Il Messaggero Le Regioni restringono il condono edilizio .
(gs)

Turismo: l'Enit si trasforma
Si' alla trasformazione dell'Enit in Agenzia nazionale, perche' ''tutti gli attori interessati al turismo, e cioe' lo Stato, le Regioni e le categorie produttive, devono assumersi responsabilita' dirette''. Lo afferma, in un'intervista al 'Sole 24 Ore', il presidente dell'ente, Amedeo Ottaviani, che vede nella riforma in arrivo ''un rafforzamento nella promozione del marchio Italia e un piu' efficace coordinamento dellediverse azioni''.
''Anche gli operatori privati -dice Ottaviani- dovranno contribuire con i loro progetti alla diffusione del nostro turismo. Facciamo i conti: se portiamo a 50 milioni di euro le risorse statali a disposizione e facciamo confluire anche quelle degli altri soggetti, potremmo concorrere ad armi pari con gli altri paesi europei''. Tra l'altro, aggiunge, ''una struttura di questo tipo renderà piu' efficiente anche l'azione delle Regioni'' che ''non avranno più la tentazione di aprire all'estero sportelli propri, perche' potranno contare sulla nostra rete: 26 uffici che coprono l'80% dei mercati da cui nascono i flussi turistici'' ( cfr. il Sole 24 ore
Riforma dell'Enit al rush finale)
Si riapre dunque il dibatttitoi politico dopo la "stagione nera" del turismo del Belpaese. "Se sono cresciute le partenze degli italiani per l'estero - soprattutto verso le mete piu'  economiche - non altrettanto si puo' dire per l'Italia, dove  molte localita' presentano ancora un'alta disponibilita' di  posti e non si e' registrato quel tutto esaurito che gli  operatori speravano di ottenere. Insomma, per dirla con le  parole del
presidente di Assotravel, Andrea Giannetti, ''siamo  sulla soglia di attenzione'', ma praticamente tutti gli esperti del settore concordano con una valutazione: l'Italia non e' competitiva e ci sono tanti altri Paesi che offrono ormai un migliore rapporto qualita'-prezzo. ''Siamo troppo cari'', ammette, senza mezzi termini, lo stesso Giannetti, e il
presidente di Federturismo-Confindustria Costanzo Jannotti Pecci, aggiunge che ''l'euro ha rappresentato per molti un alibi per raddoppiare i prezzi: il rapporto qualità-prezzo, che prima era un punto di forza per il nostro Paese, oggi non c'e' più e spesso a tariffa bassa corrisponde una pessima qualita' e a quella alta non sempre una qualita' buona.
L'argomento "turismo" ha trovato un certo gradO di approfondimento sulle pagine dei quotidiani in Agosto: 26 Agosto: Il Foglio  
Il turismo, lo Stato e le Regioni; 14 agosto: La Repubblica La stagione nera del turismo: il settore perde 1600 milioniIl Sole 24 ore Turismo, ripensare l'offerta ; la Stampa Per il turismo un'estate da 1,6 miliardi in menol'Unità La crisi dei consumi gela il turismo ; Il Giornale Meno vacanze e piu' attenti al portafogliItalia oggi Il turismo perde 1,6 mld euro ; Libero Mancano all'appello 7 milioni di turisti ; 15 agosto La Repubblica Crisi delle case per le vacanze, crolla il mercato degli affittiLibero Senza un'agenzia statale il turismo italiano rischia il collasso completo; 20 agosto: Il Tempo Il turismo in crisi ha voglia di Stato; ; Il Sole 24 ore Lo Stato deve tornare in regia; 21 agosto  Il Foglio  Perche' Confindustria chiede a Berlusconi l'Agenzia del turismo;  22 agosto: Il Sole 24 ore Turismo in crisi, un sistema forte per ritrovare qualita'  Il Sole 24 ore Turismo, in Europa bilancio in rosso
(red)
Immigrazione e Mezzogiorno: un portale fornisce i dati
L'Unione Europea deve darsi una  strategia comunitaria di fronte alla tragedia dell'immigrazione e mettere mano a un ''piano Marshall'' per creare le condizioni di vita e di sviluppo nelle aree dalle quali le navi dei
disperati. E' l
'appello lanciato da Salvatore Cuffaro (nella foto),  presidente della Sicilia, cioe' della Regione piu' esposta sul  fronte dell'immigrazione ma anche della guerra contro il  traffico di clandestini ripreso in misura impressionante nelle ultime settimane. Cuffaro ha spiegato il senso del suo appello-iniziativa alla  Ue: occorre che ogni regione ricca ne adotti un' altra tra le  piu' povere, per supportarla in un processo di sviluppo che
possa contribuire ad arginare questo dramma. ''La Sicilia - ha  aggiunto il governatore - e' pronta a farsi carico di questa  grande sfida e a costruire il suo solido ponte di solidarieta' ''. Ma non bastano gli sforzi di una Regione o di singole  Regioni, e' il giudizio di Giuseppe
Chiaravalloti
, ma una  risposta concreta puo' venire, anche per il Presidente della Calabria, solo se l'Unione europea assume l'immigrazione come questione prioritaria nel nuovo Parlamento.  ''Sinora - ha spiegato - la tradizionale ospitalita' della  gente di Calabria, cosi' come in Sicilia e in Puglia ha talvolta sopperito a lacune manifeste. Oggi con il nuovo Parlamento  europeo questi argomenti meritano di essere subito affrontati e  portati a soluzione, creando, come piu' volte abbiamo manifestato condizioni favorevoli proprio nei Paesi laddove per  loro stessi l'emigrazione e' un problema, evitando di alimentare speranze e peggiorare semmai lo status di chi certamente rimarrebbe a casa propria se gliene fosse offerta l'opportunita' . E' questo l'aiuto - conclude Chiaravalloti - vero e sensato che  la comunita' internazionale puo' pensare di portare avanti''. Il progetto di Cuffaro e' stato, in qualche misura,  anticipato dalla Regione Puglia, chiamata prima di Sicilia e Calabria a fronteggiare l'onda d'urto dell'immigrazione clandestina gia' all'inizio degli anni '90. Migliaia di imbarcazioni hanno traghettato nel canale d'Otranto  e in Adriatico centinaia di migliaia di persone senza che alcun intervento puramente repressivo valesse a trattenerle. Molte  persone sono morte, in tanti naufragi.  La  Puglia, pero', da circa tre anni si e' liberata da questo  problema: il presidente della Regione, Raffaele Fitto, e' stato tra i primi fautori della stipula di accordi di collaborazione e di cooperazione con l'Albania contro le carrette e gli sbarchi. La sua ricetta, in qualche modo, ha anticipato quella  suggerita oggi da Cuffaro: assistenza medica al popolo albanese, soprattutto per i bambini e in situazioni di emergenza, rapporti  scientifici stabili, tirocinii in Puglia per i medici albanesi e  formazione in loco, uno sportello a Tirana per la cooperazione, raccordo operativo tra i soggetti economici che operano in Albania, in particolare pugliesi, intorno ai temi del partenariato transfrontaliero.
Con un Progetto realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per l'Immigrazione - nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia", coordinato dal Ministero dell'Interno, sono on line  informazioni, dati, indagini, ricerche, studi, opinioni, esperienze di vita, recensioni, buone pratiche sul fenomeno migratorio in sei Regioni del Sud d’Italia: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Aggiornamenti sul tema dell’immigrazione in Italia e in Europa .
Il Portale rappresenta il primo tentativo istituzionale di sistematizzare e divulgare dati, informazioni, servizi e iniziative relativi all'immigrazione nelle sei Regioni del Sud d' Italia. L'obiettivo è offrire un supporto nell'individuazione dei bisogni e nella gestione dei servizi destinati a favorire i percorsi di integrazione dei cittadini stranieri e nella conoscenza delle caratteristiche del fenomeno migratorio. Il Portale è diviso in due sezioni: l'Osservatorio Movimenti Migratori e il Polo contro la Discriminazione. La sezione Osservatorio Movimenti Migratori si occupa di monitorare la presenza degli immigrati nelle sei Regioni del Sud , con particolare riferimento agli aspetti demografici, al lavoro, alla scuola e all'accoglienza. Sono disponibili: dati sugli stranieri nel Sud, analisi on line sui dati ISTAT più recenti, dati e informazioni sui servizi di prima accoglienza e una newsletter trimestrale. La sezione Polo contro la Discriminazione cura gli aspetti relativi all'integrazione e alla discriminazione nelle sei Regioni del Sud. Sono presentati: approfondimenti sulle comunità straniere presenti in diverse aree del Sud , interviste a testimoni privilegiati, rassegna stampa delle testate locali e news sulle iniziative europee finalizzate alla lotta contro la discriminazione.
Da entrambe le sezioni è possibile accedere ad alcuni servizi comuni dedicati a: normativa nazionale e internazionale in materia di immigrazione; biblioteca con testi disponibili on line e link alle principali riviste nazionali ed internazionali; best practices nazionali ed estere; ricerche condotte nell'ambito del Progetto.
Sulle riforme necessarie in materia di immigrazione è intervenuto il Presidente della Regione Lombardia "La Bossi-Fini? ''Deve essere gestita  di concerto tra le Regioni e il Viminale'' ha detto in un''intervista al Corriere della sera Roberto Formigoni (intervistato anche il 17 agosto sul futuro di Forza Italia Formigoni- ora federiamo i partiti italiani del ppe Forza Italia va ringiovanita). ''Noi pensiamo che le Regioni, in virtù delle competenze  che già sono loro attribuite, siano il livello più adeguato a  decidere il bisogno di forza lavoro proveniente dall'estero. Sono le Regioni ad avere i rapporti con le Camere di commercio, con gli artigiani, con le aziende, con le associazioni di categoria. In una parola, sono le Regioni ad avere il polso  delle esigenze del territorio. Ma questo e' soltanto un lato della medaglia.... Dall'altro ci sono le competenze più generali: la casa e l'assistenza sanitaria. E poi l'istruzione e la formazione professionale. Tutti aspetti di cui sarebbe sbagliatissimo non tenere conto. La Regione e' dunque al centro del sistema delle relazioni e delle esigenze ''  Nel concreto, la proposta e' ''che siano le Regioni a definire, anno per anno o meglio semestre per semestre, le quote di immigrati da accogliere. Di concerto con il ministero  dell'Interno. I Comuni, grazie alla loro presenza capillare sul territorio, possono benissimo essere gli sportelli operativi della Bossi-Fini. Quel che io propongo e' che siano le Regioni a discutere le quote con il ministero. Nella piena cooperazione anche e appunto con i Comuni'', conclude Formigoni.
(red)
Associazioni combattentistiche: per la Corte dei conti rinnovare  forme di aggregazione

La Newsletter della Corte dei conti affronta il tema della gestione finanziaria dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra; dell’Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra; dell’Associazione nazionale famiglie dei caduti e dispersi in guerra e dell’Associazione nazionale combattenti e reduci per gli esercizi 2001 e 2002. Secondo la Corte “Gli enti interessati, tenuto conto dell’attività svolta, si confermano quali custodi del retaggio morale di un particolare periodo della nostra storia” :
Ma la sezione controllo enti  rileva che “il naturale decremento degli iscritti impone la ricerca di nuove forme di aggregazione, affinché non venga disperso il patrimonio storico, e di altre idealità insite nelle finalità istituzionali, che prescindano dalla tutela di particolari categorie benemerite. Dai magistrati contabili  arriva quindi l'appello a tutte e quattro le associazioni affinché compiano ogni sforzo al fine di trovare la soluzione più idonea” (cfr.
Delibera n. 44/2004 della Sezione controllo enti e testo della Relazione).
Anche l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN), riordinato con l’attuale denominazione dal d.lgs. 29 ottobre 1999, n. 454, e che svolge studi e ricerche nel campo della scienza dell’alimentazione, al fine di realizzare un modello di nutrizione sana e sufficiente, attraverso l’utilizzazione ottimale delle risorse agricole dinisce sotto la lente della Corte dei conti. Dopo aver rilevato il rilevante avanzo di amministrazione, la corte sottolinea l’aumentata capacità dell’Istituto di rendersi destinatario di finanziamenti, straordinari e finalizzati.
Nel complesso c'è  “una positiva valutazione dell’attività di ricerca svolta dall’ente e consente al medesimo di svilupparsi, sotto il profilo economico ed istituzionale”, nonostante l’insufficienza della contribuzione ordinaria statale, che non arriva a coprire integralmente nemmeno gli oneri per il personale (cfr.
Delibera n. 59/2004 della Sezione controllo enti e testo della Relazione)
(red)

 

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