periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 

n. 343  - Roma, 31 luglio/1-2-agosto 2004

Sommario

Regioni concentrate sul Dpef: oggi Audizione e domani Conferenza Unificata ENIT: Gestione finanziaria 2002-2003
Conferenza Regioni: lavori in corso Insieme in Liguria
Federalismo non va in ferie Follini: primarie Cdl per regionali
Regioni concentrate sul Dpef
Regioni ed Enti locali sono state convocate oggi in Audizione alla Camera sul Dpef, mentre daranno un parere sempre sullo stesso tema di programmazione finanziaria in Conferenza Unificata, convocata  per domani martedì 3 agosto 2004, alle ore 12.00, presso la Sala riunioni di Via della Stamperia, n. 8, in Roma. La Conferenza Unificata ha infatti il seguente ordine del giorno: 1) Parere sul Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2005-2008, deliberato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 29 luglio 2004.
I
l Dpef iniziera' l'esame in Aula alla Camera sempre domani e poi da mercoledi 4 agosto iniziera' l'incardinamento in Aula delle riforme costituzionali.
Filippo Bubbico, Presidente della regione Basilicata, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni oggi alla Camera in Audizione: "Le Regioni, visto che dal Dpef non emergono soluzioni concrete e chiare alle questioni di fondo poste in occasione dei due recenti incontri con il governo, non possono che esprimere un giudizio negativo per la mancanza ditali risposte", ha detto Bubbico. Resta comunque aperta la porta vista "l'annunciata e positiva disponibilita' del governo ad aprire una nuova stagione di dialogo e confronto con le Regioni e gli Enti locali che si concretizzi in occasione delle comune eleborazione della finanziaria 2005".
Molti sono i nodi pertanto ancora aperti come il federalismo, le manovre tributarie regionali, il finanziamento del servizio sanitario nazionale, le politiche sociali del welfare, le politiche abitative, l'istruzione università e formazione, le politiche di sostegno allo sviluppo e il trasporto pubblico locale.

“Rispetto al Documento di programmazione economico finanziaria c’è,  da parte delle Regioni, ovviamente attenzione e preoccupazione per lo sviluppo che le linee indicate dal documento potranno avere con la elaborazione della Finanziaria”,  ha puntualizzato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo.

“Ritengo – ha aggiunto Ghigo -che sia fondamentale che in questo passaggio il Governo attivi la massima collaborazione possibile con le Regioni . Non c’è una bocciatura del Dpef da parte delle Regioni. Certo il giudizio negativo c’è rispetto all’assenza di risposte alle questioni di fondo che hanno posto le Regioni in occasione dei due incontri con il governo, in  particolare per quel che concerne il finanziamento del servizio sanitario nazionale e i ritardi dell’avvio del federalismo fiscale. Sarà fondamentale però reggere forte il timone della concertazione istituzionale proprio per il fatto che la prossima Finanziaria non sarà indolore, ma, come ha sottolineato il Ministro Siniscalco, la manovra potrà funzionare nella misura in cui sarà condivisa con Regioni, autonomie locali e parti sociali. Proprio in considerazione del quadro macroeconomico delineato dal Dpef – ha concluso Ghigo - è infatti importante che ciascuno sappia giocare con responsabilità fino in fondo il proprio ruolo istituzionale”.
Si parla di Dpef e di spese degli Enti locali anche in un articolo del Corriere della Sera, titolato: Da Brescia ad Alghero, ecco la lista dei Comuni spendaccioni.
"Le Regioni - ha continuato Bubbico -prendono atto della manifestata volontà in merito alla tutela dei servizi riguardanti la sicurezza, i servizi sociali, la scuola e la sanita', anche se non e' chiaro come cio' possa avvenire a fronte di una annunciata manovra dicorrezione strutturale di 17 miliardi di euro". Il Presidente della Basilicata ha poi indicato come priorita' "l'integrita' delle risorse fiscali regionali senza ulteriori aggravi a carico del bilancio concordando le relative modalita' di intervento. In ordine al blocco della leva fiscale operato con le leggi finanziarie 2003 e 2004 le Regioni ne chiedono il superamento con la legge finanziaria 2004".
Anche il ministro dell'economia Siniscalco è stato in Audizione
sul Dpef, ma al Senato. La  manovra, prevista dal Dpef, sarà imponente, necessaria, fattibile ma non indolore. La ripresa è possibile, ma è necessaria la fiducia e la condivisione della politica economica. Siniscalco ha poi annunciato interventi sul potere d'acquisto perchè essenziali per la ripresa e i consumi. Ha definito il debito italiano l'unica grande anomalia del nostro Paese. Ha quantificato in 25 miliardi l'anno per i prossimi anni il volume delle dismissioni, ma non si tratta solo di privatizzazioni, ci saranno anche altri attivi dello Stato.
L'avanzo primario sarà ricondotto ai livelli pattuiti durante l'ingresso nell'euro. Per la riforma del risparmio restano ancora dei nodi irrisolti: tra questi il rafforzamento della Consob. La politica economica delineata dal Dpef - ha osservato Siniscalco - non è quella di sei mesi fa: ma questo, ha aggiunto il ministro, non vuol dire sconfessare il mio predecessore. C'è stato un difetto di ottimismo, non solo di Tremonti, ma di tutti.
Inoltre per le leggi che hanno prodotto uno sforamento della spesa prevista arriva la ''mordacchia'', una sorta di 'taglia-spese' legislativo per valutare gli effetti della normativa sui flussi di cassa. Sarebbe questa la misura di "sistema'' a cui starebbe lavorando l'esecutivo per riportare nei binari l'andamento della spesa pubblica. Lo ha annunciato il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, che, in un'intervista all'ADNKRONOS, ha illustrato l'orientamento del Tesoro in vista della messa a punto della manovra per il 2005 da 24 mld di euro di cui 17 mld provenienti da risparmi e tagli alle spese e gli altri 7 mld da misure una tantum. Nel mirino del Governo anche la sanita',  e in particolare le prestazioni mediche e le esenzioni dai ticket.
Quanto ai tagli che il Governo si prepara ad operare nel prossimo anno, Vegas ha spiegato che ''uno degli obiettivi e' quello di riconsiderare la legislazione di spesa degli ultimi anni e di tener conto degli incrementi di spesa che si sono registrati negli ultimi 5 anni''. Un meccanismo, questo, che servira' all'esecutivo per valutare quali settori sono stati meno virtuosi, cioe' in quali settori la crescita e' stata maggiore e dove si registrano piu' incisivi scostamenti rispetto alla media degli aumenti''. Giro di vite, quindi, su alcuni settori considerati nevralgici.A partire dalla Pubblica Amministrazione.Occorre dunque, ad avviso di Vegas,''tornare ad una dimanica di spesa coerente con gli obiettivi del Governo''. Inoltre, si potrebbe pensare, suggerisce Vegas, ''di togliere la parte giuridica dei contratti all'Aran per sottoporla alla competenza del Parlamento''.
Sul fronte della sanita', invece, Vegas tiene a sottolineare che ''le risorse non sono infinite. Quindi bisogna spendere meglio''. ''Mi
riferisco - dice - a soldi sprecati con esenzioni plurime, compresi i ticket, a favore di chi non ne avrebbe diritto. Per questo ora bisogna incrociare i dati delle ricette, quelli delle prescrizioni e dell'anagrafe tributaria in modo da evitare truffe sia di chi fa prescrizioni sia di chi ne e' beneficiario''.
Secondo invece il ministro Siniscalco quindi ''molto del deterioramento dei conti pubblici puo' essere attribuito alla crescita'' e lo si nota ''perche' ogni mese in cui i consumi vanno un po' meglio le entrate immediatamente rispondono a cominciare dall'Irap''. Nessun paese, ricorda Siniscalco, ''ha mai corretto le finanze pubbliche a colpi di tagli ma tutti i paesi hanno risanato a colpi di crescita. Non bisogna confondere i sintomi con le cause fondamentali della situazione che stiamo vivendo''. Per questo, secondo il ministro, ''la nostra politica economica e' principalmente basata su una corsa alla cresita per sostenenere i consumi e aumentare la competitivita', creare l'occupazione, accrescere l'innovazione e produttivita'''.
Inoltre nel Dpef si parla anche di grandi opere e pedaggi nell'allegato ''programma infrastrutture strategiche''. Ci sono anche interventi per la sicurezza
Nel Dpef si affronta anche il tema del trasporto pubblico locale. E' necessario - e' scritto - ''effettuare una vera e propria due diligence su scala  capillare per capire se quella che appare oggi come una forma patologica irreversibile dell'intero sistema, possa, con un'azione programmatica condivisa Stato-Enti locali, essere riportata in ambito fisiologico''. L' allegato al Dpef parla di ''stato di emergenza del settore'' e propone un ''Osservatorio permanente'' per ''conoscere in modo sistematico quale sia oggi, Regione per Regione, Provincia per Provincia, Comune per Comune, Azienda per Azienda, lo stato dell'offerta di trasporto pubblico locale''.
C'è inoltre l' emergenza idrica - spiega l' allegato infrastrutture al Dpef - ''e' la piu' grave del Mezzogiorno, una emergenza che provoca una immediata crisi nella crescita del turismo".
E' un giudizio ''nettamente negativo'', ha ribadito il presidente della regione Basilicata Bubbico (nella foto), che ha sottolineato, tra l'altro, la preoccupazione per l'ipotesi di interventi fiscali di tagli dell'Irap che rischia  ''di far saltare il meccanismo gia' precario della copertura dei  servizi sanitari essenziali che le Regioni devono garantire,  essendo l'Irap praticamente l'unica risorsa a copertura del fondo sanitario nazionale''. Dunque, secondo le Regioni,  eventuali manovre sull'Irap devono essere fatte ''solo nell'invarianza dei gettiti e delle risorse sulle Regioni''.  Bubbico si e' poi chiesto ''dove saranno individuati i 17  miliardi di tagli? siamo molto preoccupati e temiamo che le  rassicurazioni sul fatto che non saranno toccati welfare,  sanita', sicurezza e scuola saranno poi contraddette''.
Infine arrivano altre notizie sullo stato di salute della nostra economia.  Per l'Isae migliora in luglio la fiducia delle imprese, ma cala del 16% in maggio l'occupazione nelle grandi imprese.
In luglio si è registrata una fiducia ai livelli massimi dagli ultimi tre anni; rimane invece invariata in Francia. I dati emergono dall'ultima indagine comparativa svolta dall'Isae. L'occupazione nelle grandi imprese e' diminuita a maggio di  16.000 unita' rispetto a maggio 2003, con un calo, al lordo  della cassa integrazione, dello 0,8%. Lo comunica l'Istat  precisando che al netto della cig, la flessione e' stata  dell'1%. Rispetto ad aprile, c'e' stato invece un incremento  dello 0,1% al lordo della cig e dello 0,3% al netto. Il dato tendenziale e' il risultato di un calo lordo del 3,1%  nell'industria (-24.000 posti), e di un aumento dello 0,7%  (+8.000 posti di lavoro) nei servizi.

(gs)

Un anno di lavori della Conferenza delle Regioni
L'agenzia di stampa Adnkronos ha sintetizzato i passaggi più importanti dell'ultimo anno di attività della Conferenza delle Regioni.
All'indomani dell'approvazione del Dpef e in vista della prossima Finanziaria i presidenti delle Regioni continuano ad essere impegnati su diversi fronti. E sono molte le questioni ancora aperte, a cominciare dal dibattito sulla riforma federalista e la devolution alle difficoltà finanziarie per la gestione della sanita', di competenza regionale. Un ''fronte'' sempre più compatto anche se ognuno, singolarmente, si prepara ad affrontare i prossimi traguardi: da una parte le elezioni del 2005 per le regioni a statuto ordinario (e già si profila all'orizzonte la Lista Storace e quella di Ghigo) e dall'altra la stesura dei nuovi statuti entro il 2004, un obiettivo raggiunto per ora solo da pochi in via definitiva (Calabria, Puglia, Liguria).
Nei dodici mesi l'attività dei 20 Presidenti di Regione e dei due Presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, in quaranta giorni di sedute (tra ordinarie e straordinarie), 33 riunioni, ha prodotto 188 documenti che corrispondono ad altrettanti pareri. Ma numeri a parte, il ''fronte'' Regioni quest'anno ha dato prova di maggiore compattezza nelle difficili trattative con il governo.
Poche spaccature e toni meno accesi hanno caratterizzato le riunioni mano a mano che i mesi passavano, nell'obiettivo comune di ottenere maggiori risorse, soprattutto per l'assistenza sanitaria dei cittadini, oppure di far valere le proprie ragioni sul futuro assetto del Senato federale o sull'attesa attuazione del federalismo fiscale.
Le problematiche economico-finanziarie in materia di sanita' sono state ampiamente dibattute rispetto ad altre, soprattutto sotto manovra finanziaria, in quanto riguardano temi portanti come il finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza e, altro nodo fondamentale, il peso sul Servizio sanitario nazionale della regolarizzazione degli immigrati, una novita' introdotta dalla legge Bossi-Fini. 
All'attivita' programmata, secondo calendario, i presidenti hanno accompagnato importanti iniziative: prima fra tutte l'accordo tra le Regioni per la ripartizione del Fondo sanitario nazionale (Fsn) siglato in un prestigioso albergo romano nel mese di gennaio. Pochi mesi prima, a fine ottobre, il 30, si e' svolto, per la prima volta, il convegno ''Una finanziaria per i cittadini'' nella sala dell'Adnkronos a Palazzo Cherubini in via di Ripetta a Roma, un evento per presentare le correzioni alla manovra da parte delle Regioni e al quale parteciparono anche il sindaco di Roma Walter Veltroni, il capogruppo dei Ds al Senato Luciano Violante e molti esponenti delle autonomie locali.
L'anno scorso, in una due giorni 31 marzo-1 aprile, i presidenti si riunirono, in via straordinaria, a Ravello (Campania) per affrontare il nodo del federalismo fiscale e ancora, tra le vittorie che i governatori hanno raggiunto c'e' anche l'accordo sul contratto biennale per il comparto sanita' (personale), mentre la questione e' ancora aperta, come e' noto, per il rinnovo del contratto dei medici.
I presidenti poi hanno chiesto e ottenuto convocazioni ufficiali con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti per discutere di finanziaria. Ma anche di riforme istituzionali, prova ne e' la giornata del 10 marzo trascorsa al Senato e alla Camera, durante la quale sono stati ricevuti dal presidente Pera e dai capigruppo della maggioranza e dell'opposizione e dal presidente Casini, proprio per esprimere il loro punto di vista sul ddl che andra' a modificare una parte della Costituzione. Testo approdato di recente alla Camera dopo la prima approvazione al Senato e che i governatori sperano di poter modificare in alcune parti che piu' strettamente li riguardano quanto alla composizione e alle competenze del futuro Senato federale.
Il rapporto con il governo da una parte e quello con il Parlamento dall'altra. Quest'ultimo si e' articolato in 34 audizioni nel corso del 2003.  Ma il contatto delle Regioni con il Parlamento ha seguito anche altri canali, con i singoli parlamentari e alcuni uffici legislativi dei gruppi parlamentari e anche presso altri uffici delle due Camere. Quanto agli argomenti trattati, alcuniancora all'esame, che corrispondono ai testi di altrettanti provvedimenti sui quali si sono svolte le discussioni, tra i piu i
importanti ci sono i Piccoli comuni, la delega ambientale, la legge di semplificazione, la modifica della legge La Pergola, la riformadel settore energetico, la legge La Loggia, il sistema radiotelevisivo e la legge finanziaria 2004.
(sm)
Federalismo non va in ferie

''Sul federalismo non ci piegheremo mai. Voglio ritornare per vedere la Padania libera'', ha detto Umberto Bossi, che si e' collegato al telefono, dalla clinica svizzera dove e' ricoverato, con la festa della Lega Nord di Alzano Lombardo, dove interveniva il ministro delle Riforme Roberto Calderoli. ''Qualcuno vuol far saltare il governo per non fare le riforme'', ha detto Bossi.
Ed ecco alcuni titoli di giornale. L'Unità: Bossi inneggia alla Padania libera; La Repubblica:
Le riforme- Tradiscono la carta; Sul federalismo non cederemo. Non ci piegheremo sul federalismo; La Stampa: Bossi- sul federalismo non cediamo; Il Giornale: Bossi- Sul federalismo non cederemo; Sulle riforme c'e' chi fa il furbo.  
Bossi, nel corso della telefonata si e' rivolto a Roberto Calderoli: ''Mi ricordo quando siamo partiti con la Lega - ha aggiunto - eravamo tutti insieme contro Roma ladrona. Eravamo tutti stufi di essere depredati da Roma ladrona. E non molleremo mai. Col cuore contro Roma ladrona. Questo va detto forte perche' qualcuno vuol far saltare il governo per non fare le riforme''.
Sempre Bossi ''Non ci piegheremo mai, voglio tornare in una Padania libera''.
Bossi ha voluto anche far sapere di non aver dimenticato l'addio di Giulio Tremonti, ministro al quale era particolarmente legato e ha detto che gli ''spiace'' che Berlusconi lo abbia fatto ''saltare''. ''Ma noi marceremo ancora, viva la Padania''.
Il leader, seppur affaticato dalla sua battaglia contro la malattia, ha anche spronato Roberto Calderoli: ''Calderoli - ha detto - adesso tocca a te chiudere la partita del federalismo, le battaglie, le riforme''.
Mentre il capogruppo Ds alla Camera, Luciano Violante, ha tenuto invece a sottolineare i tempi dei passaggi alle Camere della riforma: ''Siamo soddisfatti perche' e'stata sconfitta la pretesa della Lega di chiudere le riforme entro settembre". Una soddisfazione che non ha fatto cadere le durissime criticheche il centrosinistra lancia contro il Dpef e contro le riforme costituzionali. ''Il nostro giudizio resa molto negativo. Utilizzeremo, per quanto riguarda le riforme, il tempo contingentato per dire la nostra su quella sciagurata riforma''.

L'opposizione, inoltre, confida nel fatto che l'esame contingentato delle riforme possa slittare: ''nel caso in cui il governo avesse bisogno di approvare decreti urgenti, questo farebbe slittare l'esame delle riforme -ha spiegato Violante- Quindi non c'e' alcuna certezza che si finisca l'8 ottobre. E, se si dovesse superare quella data, non sarebbe difficile arrivare ad incrociare la sessione di bilancio''.
Anche il ministro per le Riforme
Roberto Calderoli ed il capogruppo della Lega Alessandro Ce' hanno espresso la loro soddisfazione per il nuovo calendario dell'aula della Camera sulle riforme. "La certezza non c'e' - afferma il capogruppo - ma abbiamo buonissime probabilita' di concludere i lavori della Camera sulle riforme entro l'8 ottobre. Confidiamo che il Senato confermi le modifiche della Camera entro dicembre 2004. La terza e la quarta lettura potranno avvenire entro giugno 2005".
Un vertice della CdL, è stato infine convocato dal ministro per le Riforme Roberto Calderoli, e si terra' mercoledi' mattina per fare il punto sulle riforme, chiarire i punti daapprofondire, stabilire le date.
Per il ministro Rocco Buttiglione da parte dell'UDC  le soluzioni proposte saranno: ''Un federalismo temperato, un rafforzamento ragionevole dei poteri del capo del governo, nella consapevolezza - ha concluso Buttiglione - che, come dice un detto popolare, il troppo stroppia''.
Intanto sembra naufragare l'ipotesi di una Lorenzago2 ''Guardate, che l'ipotesi di Lorenzago 2 non e' mai esistita: sono temi importanti che non si possono affrontare al mare o in montagna''. Lo afferma il capogruppo dell' Udc in commissione Affari costituzionali, Giampiero D'Alia (nella foto).
''Io credo - aggiunge D'Alia - che se facciamo tutti noi partiti un passo indietro e prestiamo ascolto alle ragioni degli altri e soprattutto a pezzi importanti della societa', penso alla Cei, alla Confindustria, ai governatori, faremo una cosa buona e importante. Se invece pensiamo di fare una riforma in quattro, piu' o meno saggi, credo che non andremo da nessuna  parte''. ''Infine - conclude D'Alia - se non riusciamo a dialogare, non dico con l'opposizione, ma con almeno le parti sociali, non riusciremo a vincere le elezioni, dato che il referendum sulle
riforme con ogni probabilità sarà abbinato al voto politico''.   accenti differenti da aprte del Ministro Buttiglione ''Ricordo che Follini ha dato i nomi a Berlusconi di chi doveva partecipare al tavolo tecnico, quindi immagino che ci sia''. Lo ha detto ai giornalisti il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Rocco Buttiglione, lasciando la Domus Mariae al termine del consiglio nazionale del partito. ''La questione del tavolo - ha aggiunto Buttiglione - e' certamente tecnica ma anche politica, perche' credo che se si va  a discutere di riforme con lo stesso clima di questi ultimi giorni, non si arriva a nulla di buono. Occorre, infatti, che fra i partiti nasca una cooperazione prima di giungere in aula''.

(red)

Gestione finanziaria 2002-2003 dell’ENIT
 Il turismo è uno dei comparti che contribuiscono in misura rilevante alla creazione del PIL nazionale. A sottolinearlo è la newsletter della Corte dei conti  Il flusso turistico genera circa 700.000 posti di lavoro e quasi 30 miliardi di euro di entrate, con 14 miliardi di gettito fiscale. La relazione della Sezione controllo enti sulla gestione finanziaria 2002-2003 dell’ENIT, segnala che l’Italia, “ha visto una flessione dei turisti stranieri sia nel 2002 (-0,8%/-2,2%, secondo le varie fonti) che nel 2003 (-3,8% secondo fonte ENIT), con una perdita dei ricavi valutari che è stata del 3,8% nel 2001, del 2,3% nel 2002 e del 2,5% nel 2003; ed anche per il 2004 le previsioni sono poco confortanti”. Le cause: una minore convenienza e un perdita di competitività imputabile soprattutto “ad investimenti nella promozione all’estero – insufficienti e scarsamente coordinati”. A fronte di ciò, la Corte osserva che l’ENIT, ha disposto di risorse sempre minori cui non possono supplire quelle messe in campo dalle Regioni (“relativamente ingenti”, ma “troppo frazionate, mal coordinate e, comunque, incapaci di promuovere efficacemente l’immagine della “marca Italia” nel suo complesso”). Appare, perciò, urgente che ad una riforma dell’Ente si accompagnino “iniziative di vigilanza sui prezzi e di controllo sulla qualità dei servizi, una chiara definizione dei rapporti fra Stato e Regioni per quanto riguarda la promozione all’estero dell’immagine unitaria dell’Italia del turismo, la razionalizzazione ed il coordinamento delle attribuzioni e delle attività dei tanti organismi (pubblici e privati, nazionali e locali) che si occupano di promozione turistica” (cfr .Delibera n. 58/2004 della Sezione controllo enti e testo della Relazione ).
(red)
Insieme in Liguria

Undici spettacoli, centoventi appuntamenti nelle quattro province, (quasi) quattro mesi all’insegna del divertimento per tutti i gusti: grandi numeri per “Insieme in Liguria”, lo rende noto la newsletter quindicinale della Regione Liguria, la tradizionale rassegna di musica, teatro e balletto organizzata dalla Regione in collaborazione con le province, i comuni che ospitano gli spettacoli e le associazioni locali.
“Insieme in Liguria” porta in scena tanti spettacoli adatti ad un pubblico di ogni età, che spaziano dalla musica alla danza, al teatro per famiglie: sul sito regionale del turismo è possibile scaricare il calendario completo.
www.turismoinliguria.it
Ma non c'è solo il turismo, c'è anche un
 bonus per le aziende liguri. Due milioni più cinque milioni: in tutto sette milioni di euro che finanzieranno le imprese la cui domanda di agevolazioni fiscali per investimenti è stata accettata. I finanziamenti riguardano le domande presentate a valere sul bando 2002 delle leggi 341/95 (articolo 1) e 266/97 (articolo 8 comma 2) e accettate con decreto del direttore generale del Dipartimento Sviluppo Economico n.293 del 18 maggio 2004. Il decreto stabilisce tra l’altro che la dotazione finanziaria passi appunto da due a sette milioni di euro. Per sapere se la tua impresa rientra tra quelle che beneficeranno del bonus, controlla nella pagina dedicata ai contributi alle imprese nella sezione “Economia” del portale della Regione Liguria alla voce “Bonus fiscali”.
(red)

Follini: primarie Cdl per regionali
Marco Follini (nella foto) lancia l'ipotesi delle primarie per scegliere tra gli elettori del centrodestra i migliori candidati alla guida delle Regioni.
Il segretario dell'Udc nell'intervento al consiglio nazionale ha affermato che "non deve essere un rito plebiscitario, ma un'occasione di confronto tra i partiti e tra gli elettori. Soprattutto - ha proseguito - una misura di rispetto verso i cittadini. Quello che non puo' essere accettato e' il rito bizantino di una trattativa inconcludente che ci porta a ridosso del voto o a scegliere i candidati deboli o a scegliere candidati controversi. Come e' successo in qualche caso la volta scorsa, con le conseguenze che tutti abbiamo potuto vedere".

''Chi come noi e' interessato al buon risultato di questa  maggioranza - ha detto Follini - ha il dovere, sottolineo il dovere, di non arrivare a ridosso di quell'appuntamento senza aver sciolto il nodo delle candidature''.
 Per rafforzare la sua proposta, Follini si e' chiesto se la Cdl sia in grado entro settembre di  indicare i propri candidati: ''Se saremo capaci allora  facciamolo. Ma se abbiamo qualche difficolta' seguiamo un'altro percorso e sarebbe una buona idea, ad esempio, promuovere le primarie per scegliere tra gli elettori della Cdl i migliori candidati alla guida delle regioni''.
(red)
 

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