periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 265- Roma, 9  aprile 2004

Sommario

Ghigo ed Errani su iniziativa Pannella Fondo sociale: De Poli scrive a Ghigo e lancia un allarme
La Loggia lavora a provvedimento su ordini professionali Un nuovo regolamento per riscaldamento e scaldabagni
La tv pubblica "dimentica" i Comuni. On line dove si vota su www.anci.it Sanità e formazione continua: 4 regioni in pole position
Ghigo ed Errani su iniziativa Pannella
'L'iniziativa di Marco Pannella (nella foto),  condotta con l'intransigenza e il rigore che gli sono propri,  impone la questione dei poteri di grazia del Presidente della Repubblica come questione urgente e indifferibile di diritto e di certezza del diritto e non come arma di speculazione e agitazione politica''. Lo sostengono i Presidenti delle Regioni Piemonte ed Emilia-Romagna, Enzo Ghigo e Vasco Errani.
In una dichiarazione congiunta Ghigo ed Errani sottolineano  anche: ''Da questo punto di vista a uno sciopero della sete che mette a rischio la vita di un protagonista storico della politica italiana va riconosciuto il merito obiettivo di voler chiarire la lettera e il significato di una norma costituzionale e, quindi, come lo stesso Pannella sostiene, di 'far vivere la Costituzione'''. (red)
La Loggia lavora a provvedimento su ordini professionali

Il Ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia (nella foto), sta portando avanti una bozza di decreto legislativo che interessa i principi fondamentali sulla competenza concorrente tra Stato e Regioni in materia di professioni.
Affronta il tema un articolo de "Il Sole 24 Ore" dell'8 aprile :
Intesa su Albi e federalismo. Il provvedimento tratterebbe l’equiparazione tra attività professionale e impresa e l’applicazione della disciplina sulla concorrenza. Si è provveduto a circoscrivere, alla luce delle norme sulla concorrenza l’equiparazione tra attività professionale e d’impresa e, in parallelo, ad allargare lo spettro delle deroghe possibili consentite dal diritto comunitario con riferimento non solo agli «interessi pubblici costituzionalmente garantiti» ma anche a "ragioni imperative di interesse generale". Infine, in modo esplicito si è ribadita la «competenza esclusiva dello Stato» su organizzazione amministrativa e competenze «degli Ordini e Collegi delle professioni intellettuali che sono regolati, ai sensi dell’articolo 2229 del Codice civile, dalla normativa vigente». (gs)

Fondo sociale: De Poli scrive a Ghigo e lancia un allarme

Il Fondo per le tossicodipendenze, la finalizzazione dei finanziamenti per le famiglie, i disabili, le barriere architettoniche e i servizi per la prima infanzia, il Fondo per gli asili nido. Questi sono i tre maggiori motivi del contendere tra le Regioni e il Ministero dell'Economia che hanno finora impedito l'approvazione da parte della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città del riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali, la cui proposta di assegnazione aveva trovato a suo tempo concordi sia il Ministro del Welfare Maroni che gli Assessori regionali alle politiche sociali. Su questa questione, Antonio De Poli (nella foto), Assessore veneto alle politiche sociali in qualità di Coordinatore degli Assessori regionali alle politiche sociali, ha scritto ad Enzo Ghigo, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, entrando nel merito della situazione di stallo patita dal Fondo sociale (che ha, di fatto, interrotto i rapporti istituzionali tra Regioni e Governo e l'esame delle altre questioni, non solo sociali, sul tappeto) e chiedendo l'intervento di Ghigo nei confronti del Sottosegretario al Ministero dell'economia Vegas per arrivare a sbloccare la situazione e poter procedere - il 29 aprile p.v. data in cui è stata convocata a Roma la Conferenza Stato-Regioni - alla ripartizione del Fondo sociale per consentire la normale erogazione delle risorse per la rete dei servizi territoriali e delle prestazioni sociali.
In sintesi, De Poli, per quanto riguarda il Fondo per le tossicodipendenze, precisa a Ghigo che "è inaccettabile la proposta avanzata dal responsabile del dipartimento  nazionale per le politiche antidroga di ripartire 129 mila milioni di euro a favore delle dipendenze in maniera separata dal Fondo nazionale per le politiche sociali (e forse dallo stesso prelevati), in quanto i compiti del dipartimento nazionale per le politiche antidroga (peraltro più volte contrastato dalle Regioni, anche negli emendamenti alla finanziaria 2004), a norma della legge n. 350 del dicembre 2003, consistono in funzioni di coordinamento e di monitoraggio delle politiche per le tossicodipendenze e alcoldipendenze e in rapporti con associazioni, cooperative sociali e comunità terapeutiche per raccolta di documentazione e dati. Restano quindi ferme  - sostiene - le competenze attribuite ad altre amministrazioni pubbliche (in primis le Regioni e quindi il Ministero del Welfare) in materia di dipendenze. Le motivazioni giuridiche, unanimemente condivise dagli Assessori alle Politiche sociali, per cui non è possibile scomporre dal Fondo per le politiche sociali le attribuzioni regionali, in materia di dipendenze (fatta eccezione dei fondi gestiti dallo Stato), sono le seguenti: il fondo per le politiche sociali è istituito dal decreto legislativo 112/98 all'articolo 138, come entità che raggruppa tutti i finanziamenti erogati in materia di politiche sociali; il DPR 309/90 (art.127) prevede che si scorpori dal Fondo una quota da destinare alle tossicodipendenze che deve essere ripartita tra le Regioni per il 75% mentre il 25% è riservata allo Stato; la legge 45/99 che integra il testo unico per le tossicodipendenze sottolinea che il 75% dei fondi delle tossicodipendenze è ripartito alle Regioni; la legge 388/2000 (legge finanziaria 2001) all'articolo 80 ribadisce che il Fondo per le politiche sociali è composto dagli stanziamenti di diverse leggi (309 compresa) sottolineando che il riparto alle Regioni è effettuato in unica soluzione (significando con questo l'annullamento delle diverse componenti); la legge finanziaria 2003 n. 289/2002, all'articolo 46 (primo comma), stabilisce che il Fondo per le politiche sociale è senza vincolo di destinazione, ciò definisce compiutamente il Fondo sociale come voluto dalla legge 328/2000. Tale comma  non è stato successivamente abrogato ed è quindi ancora in vigore: un Fondo che cofinanzia gli interventi regionali e i Piani di zona; i decreti di riparto del Fondo dal 2002 in poi non hanno più previsto le diverse componenti del Fondo stesso. In sintesi - sottolinea De Poli a Ghigo - dal combinato disposto  delle norme elencate si evidenzia che: il fondo per le tossicodipendenze non esiste più dalla finanziaria 2001, particolarmente per la quota del 75% che è confluita nel Fondo per le politiche sociali; la materia delle dipendenze è di esclusiva competenza regionale, come dimostrato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2002, che ha annullato il provvedimento del Governo sugli organici dei Sert. Pertanto i progetti per gli interventi sociali a favore dei tossicodipendenti sono confluiti nei piani regionali (e nei piani di zona). Da quanto premesso - aggiunge De Poli - si evince che l'unica destinazione finanziaria a favore del dipartimento nazionale delle dipendenze è solo la quota gestita a livello centrale che fino a tutto il 2003 era in dotazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali".
Sul secondo punto di contesa tra Regioni e Ministero dell'Economia, relativo alla finalizzazione dei finanziamenti per famiglie, disabili, barriere architettoniche e servizi per la prima infanzia (laddove l'accordo tra gli Assessori regionali alle politiche sociali e il Ministro Maroni prevedeva una destinazione indistinta, quindi la discrezionalità delle Regioni su come assegnare le risorse nei diversi comparti) De Poli, a proposito dei rilievi avanzati dal Ministero dell'Economia, aggiunge "fermo restando il diniego delle Regioni sulle finalizzazioni, se ciò significa una mera ottemperanza alla norma di legge, le stesse possono essere introdotte nella forma in cui erano peraltro già previste nelle premesse della bozza di decreto esaminato in sede tecnica dalla Segreteria della Conferenza Stato-Regioni, in data 10 marzo u.s. (le cosiddette 'macroaree' dell'assistenza sociale). Per quanto concerne, invece, gli obblighi previsti al comma 117 del sopracitato articolo 3 “Accordo tra i Ministeri dell’Istruzione e dell’Università e del Lavoro  e delle Politiche Sociali e le Regioni”, è più che ovvio che gli accordi sugli interventi debbano riguardare le singole Regioni e che, a livello nazionale, si può solo formulare un’intesa di carattere generale che oggi, nel decreto di riparto, potrebbe prevedere nei successivi accordi, che:  “I finanziamenti per l’integrazione scolastica e per le scuole dell’infanzia debbono favorire politiche integrate tra servizi sociali e istruzione ai fini di migliorare gli inserimenti dei disabili; mentre per le scuole dell’infanzia potranno essere favorite politiche integrate che prevedano iniziative facilitanti il passaggio tra i servizi per la prima infanzia e le scuole dell’infanzia”.
Infine, per quanto riguarda il terzo aspetto, relativo al Fondo Asili Nido
, la lettera di De Poli a Ghigo ricorda che  la proposta del Ministro Maroni è quella di inserire la quota 2004 (150 milioni per gli asili nido) all’interno del Fondo Sociale Indistinto, per favorire il completamento dei piani triennali di cui all’articolo 70 della legge finanziaria n. 448/2001, in quanto lo stesso articolo ipotizzava già un finanziamento triennale (2004 compreso) che ha portato le Regioni a pianificare per tutto il triennio. "Questo non contrasta  - conclude De Poli - con il dettato della sentenza della Corte Costituzionale che prevede la cessazione dei finanziamenti finalizzati per i nidi e consente, contemporaneamente, alle Regioni e ai Comuni, di ottemperare ai loro piani. La mancata inclusione dei 150 milioni nel Fondo sarebbe di grave nocumento ad una politica a favore della prima infanzia perseguita dalle Regioni e dallo Stato, anche nella stessa legge finanziaria 2004". (red)

Un nuovo regolamento per riscaldamento e scaldabagni
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas - secondo quanto riportato dalla newsletter HelpConsumatori on line del Movimento Difesa del Cittadino - ha emanato un nuovo regolamento sulla sicurezza in ambito domestico per gli impianti a gas che dispone nuove procedure e modalità per gli accertamenti sulla sicurezza degli impianti domestici di gas (tubazioni, canne fumarie, fori di aerazione) che alimentano caldaie per il riscaldamento, scaldabagni.
E p
er contrastare un diffuso atteggiamento di incuria e la disattenzione, la superficialità e soprattutto l'inosservanza delle più elementari norme di sicurezza - che - secondo quanto pubblicato sulla newsletter governo.it - provocano l'ottanta per cento degli incidenti connessi all'utilizzo domestico di gas, è stato elaborato "Gas Sicuro", un opuscolo informativo su come utilizzare il gas nelle abitazioni in completa sicurezza. Realizzato dal Corpo dei Vigili del Fuoco, assieme al Comitato Italiano Gas (Cig) e all'Assogasliquidi, l'associazione nazionale di Federchimica che raggruppa le imprese produttrici, importatrici e distributrici di gpl per uso combustione e autotrazione, l'opuscolo riporta le informazioni pratiche e di carattere generale, illustrazioni, soluzioni per piccoli problemi, per ciascun tipo di gas (metano e GPL) utilizzato. (red)
Sanità e formazione continua: 4 regioni in pole position
 

Quattro regioni 'protagoniste' della formazione continua per gli operatori del Sevizio sanitario nazionale. ''Lombardia e Lazio sono 'capofila'per l'organizzazione di eventi, coprendo insieme il 34% del totale. Se si sommano i dati di Campania e Toscana emerge poi che oltre il 50% dell'organizzazione di corsi si concentra in quattro regioni''.
Ad affermarlo è Raffaele D'Ari, capo del Dipartimento della Qualità el Ministero della Salute, che a Cernobbio ha 'fotografato' l'Ecm. ''In totale abbiamo avuto 114.542 richieste di accredito di eventi. Solo nel primo semestre 2004 ne sono stati effettuati 49.415, per cui a fine anno si superera' quota 80.000''. Un dato importante, se si confronta con il totale registrato a partire al 31 dicembre 2003 fra corsi, convegni e meeting: 75.205. ''Finora - ricorda D'Ari - sono stati accreditati i singoli eventi. Ma se tutto va bene per maggio-giugno partirà la sperimentazione degli organizzatori 'professionisti' accreditati. Questa durerà sei mesi, quindi ci aspettiamo di entrare a regime con questa nuova formula per gennaio 2005''. I requisiti per il 'disco verde' ai provider di corsi residenziali e a distanza dovrebbero essere approvati, infatti, dalla Conferenza Stato-Regioni a fine maggio. ''Una materia delicata, perché coinvolge risorse economiche non di poco conto''. Degli oltre 10mila operatori che si sono 'registrati' al sito del ministero, il 30% non ha ancora fatto domanda per eventi formativi. ''Quindi i provider effettivi oggi sono 7.000-7.500, quattro volte più del 2001''.
Da Cernobbio emerge anche l'identikit degli organizzatori della formazione continua. ''Il 16% e' composto da enti pubblici, il 15% da privati, un altro 15% da organizzazioni e associazioni professionali, il 12% da università e il 9% da società scientifiche''. Numeri destinati, secondo D'Ari, a ridursi con l'accreditamento diretto dei provider. ''Gli organizzatori dovranno dimostrare di avere i requisti richiesti''. In media, oggi, si conta un provider ogni 78 operatori del Ssn: al record del Lazio (uno ogni 27) fa da contraltare il Trentino - Alto Adige (uno ogni 157 sanitari). (red)

La tv pubblica "dimentica" i Comuni. On line dove si vota su www.anci.it
I comuni italiani ritengono di essere poco presenti nei telegiornali e nei programmi giornalistici della Rai e chiedono che si ponga riparo alla situazione.
Leonardo Domenici (nella foto), Presidente dell'ANCI, ha scritto una lettera ai vertici RAI e al Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi nella quale sottolinea la difficoltà dei Comuni ad ottenere nei telegiornali e nelle trasmissioni di approfondimento giornalistico del servizio pubblico radiotelevisivo, ''quella attenzione e quella considerazione che, in quanto istituzioni della Repubblica, ritengono di meritare''.
Domenici, che auspica una inversione di tendenza, dicendosi anche disposto ad essere ascoltato dalla Commissione di Vigilanza, sostiene che ''accade sempre più spesso che nei Tg e nei programmi di approfondimento giornalistico, la rappresentazione delle istanze dei Comuni sia del tutto assente o affidata ad altri soggetti''.
Il sito dell'Anci ha dedicato una sezione a
l voto per il primo turno delle elezioni amministrative si terrà il 12 e 13 giugno in  4493 Comuni e in 63 Province. Le urne – e questa è la novità di quest’anno – saranno aperte da sabato 12 giugno (soltanto nel pomeriggio) a domenica 13 giugno, dalle 8.00 alle 22.00. E’ già disponibile un primo elenco, non definitivo, dei Comuni nei quali si andrà a votare. 
Sempre dal sito dell'Associazione nazione dei comuni si segnala un convegno dedicato all’impatto della legge Finanziaria 2004 in materia di personale e le novità del nuovo contratto relative alla parte economica. Se ne parlerà mercoledì 21 aprile al Museo dell’Automobile a Torino nel
convegno organizzato dall’ANCI e dall’ANCI Piemonte dal titolo “Le risorse umane negli Enti locali. Rinnovi contrattuali e l’impatto della legge Finanziaria 2004. (sm)
 

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