periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 276 - Roma, 27  aprile 2004

Sommario

Fiat Melfi: Bubbico, Bassolino, Storace,Ghigo e Formigoni Gava: spesa sanitaria fuori da Patto di Stabilità
Galan celebra allargamento U.E. Piemonte promuove qualità scientifica in sanità
Regioni: nuovi Statuti, più Consiglieri Friuli-Venezia Giulia: costo lavoro e sanità
Bubbico, Bassolino, Storace, Ghigo e Formigoni su Fiat Melfi
No a lavoratori contro altri lavoratori. ''A Melfi c'e' chi soffia sul fuoco", ha detto il presidente della regione Lazio Francesco Storace, denunciando una deriva massimalista nello stesso sindacato: "mi riferisco alla Cgil e alla Fiom''.
Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, si dice pronto a lavorare "per impedire che si vada avanti con questo muro contro muro'' e disponibile "a un confronto vero": ma va abbandonata "la strategia della divisione dei sindacati". Anche Savino Pezzotta della Cisl e Luigi Angeletti della Uil, sottolineano l'importanza dell'azione unitaria del sindacato. ''Adesso bisogna fare un negoziato - precisa Angeletti - sapendo pero' che gli iscritti a Fim, Uilm e Fismic non vogliono che gli sia imposto un modo di condurre trattative e lotte".
Il presidente della Fiat Umberto Agnelli vede l'ombra della politica sull'acuirsi del conflitto e dice di essere addolorato per quanto sta accadendo nella fabbrica modello del gruppo, e l'amministratore delegato, Giuseppe Morchio, scrive ai dipendenti e sottolinea che 'il danno e' gravissimo e si rischia di compromettere il lavoro fatto'.
Sugli ultimi fatti legati alla protesta degli operai dello stabilimento Fiat di Melfi, sono intervenuti anche altri presidenti di regione, chiedendo in particolare Bassolino e Bubbico un tavolo di confronto con il Governo per discutere dell'emergenza Melfi.  E c'è stato anche un colloquio telefonico tra il presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico (nella foto), con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Bubbico ha fatto sapere di aver illustrato la proposta di anticipare l' incontro tra Fiat e sindacati, in programma il prossimo 4 maggio, ed ammettere tutte le parti sociali al negoziato senza condizioni.
Il governo convochi le parti e assuma un ruolo di mediazione, sostengono i presidenti delle regioni Campania e Basilicata. Bisogna innanzitutto ritrovare un clima diverso che risponda alle rivendicazioni e ai problemi legati alla crisi del settore.
Per il presidente della giunta regionale della Campania, Antonio Bassolino, ora serve in tempi brevi un tavolo di confronto tra azienda e sindacati ma anche il governo deve svolgere il suo ''giusto'' ruolo.
Mentre il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Filippo Bubbico, ha chiesto al Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Enzo Ghigo, ''di farsi promotore a nome delle Regioni italiane'', di una nuova richiesta al Governo ''per l' apertura di un tavolo di confronto capace di riportare sul terreno del negoziato un conflitto gravido di pericolose conseguenze''.
La vicenda Fiat - sollecita Bassolino - deve tornare ad essere materia sindacale con la presenza di tutti i protagonisti della vicenda; di sicuro, la soluzione non puo' essere lasciata agli interventi delle forze dell'ordine.
Bubbico ha ricordato i ''due appelli inviati nei giorni scorsi all' amministratore delegato della Fiat, ai segretari generali delle confederazioni sindacali ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per l' apertura di un tavolo di confronto''.
Bassolino pensa che ''un ruolo del governo sia giusto non tanto nel merito della vertenza, perche' sul merito e' essenziale che tra azienda e organizzazioni sindacali ci sia e si sviluppi un confronto: e' importante vi sia il giusto clima e si creino le condizioni perche' tutti possano essere a quel tavolo. E' giusto che questo ruolo si manifesti a partire dalle prossime ore'''.
Per Bassolino ''l'augurio e' che ci siano risposte nel merito. E' un tavolo di confronto quello che serve ed e' importante che questo avvenga presto. C'e' bisogno da parte di tutti - afferma Bassolino - di un grande sforzo di responsabilita''.
Nella richiesta a Ghigo, Bubbico ha sottolineato - informa la Regione Basilicata - ''la valenza nazionale della vicenda in corso, che di fatto investe insediamenti produttivi sparsi in tutto il Paese''.
''Mai come in questo caso ogni possibile mediazione del governo o delle istituzioni locali risulterebbe inappropriata'', ha risposto Enzo Ghigo. ''Voglio augurarmi che quanto avvenuto ieri non si ripeta  piu' - ha detto Ghigo - poiche' bisogna garantire il diritto allo sciopero quanto il sacrosanto diritto al lavoro. Auspico che avvengano gia' oggi gli annunciati incontri tra le organizzazioni sindacali, e che cio' sia preludio ad un nuovo, necessario incontro con i vertici Fiat. Bisogna evitare ogni ulteriore tensione tra i lavoratori dello stesso stabilimento e quelli di stabilimenti diversi, proprio in una fase in cui sia gli eccellenti risultati finanziari che i dati di vendita stanno confermando la ripresa della Fiat. I blocchi di produzione comportano infatti un danno non solo per la competitivita' della Fiat, ma anche per le prospettive di tutti i lavoratori del settore''.
''Credo che non siano condivisibili le logiche di coloro che puntano a colpire Fiat in questa fase di rilancio'': e' quanto ha affermato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. ''Mi sembra che Fiat abbia messo in atto una capacita' di autoriforma molto importante, con nuovi prodotti che stanno ottenendo successo sul mercato - ha aggiunto Formigoni - La trattativa e' ora fra le parti sociali, imprese e forza lavoro: il Governo non puo' intervenire, non ha lo spazio giuridico per intervenire''.
Anche oggi nessun lavoratore del turno di mattina si è presentato nell'area della Fiat e delle aziende dell'indotto di Melfi. Intanto, a Roma, è cominciato il vertice tra i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta, e Luigi Angeletti per cercare una soluzione all'emergenza Melfi. Mentre il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano interviene in Aula alla Camera per l'informativa del governo sugli scontri di ieri tra polizia e operai.
(gs)
Galan celebra allargamento U.E.

''L'allargamento ad Est dell'Unione europea, o meglio, il ritorno in Europa di quei paesi sottratti per decenni alla democrazie  e alla liberta', ricompone finalmente lo spazio della civilta' europea''. Lo ha detto il presidente del Veneto, Giancarlo Galan.
L'accordo con la Regione Friuli Venezia Giulia per la creazione di un Organismo di cooperazione transfrontaliera, che richiede l'istituzione di un'Euroregione - comprendente Land della Carinzia e della Contea Croata dell'Istria, Croazia e Slovenia - e' un altro dei momenti che, secondo Galan (nella foto), può permettere al Veneto di ricoprire un ruolo internazionale.   Fondamentale per il Veneto, ha proseguito il governatore, sara' anche il collegamento dell'autostrada A27 con l'A23 in Friuli, in alternativa alla Venezia- Monaco di ''difficile realizzabilita''', come ''sbocco adeguato del Bellunese verso l'Austria e verso il centro est Europa''. Il progetto, ha proseguito Galan, concorrera' ad aumentare il bacino di utenza del Corridoio 5, gia' confermato dal Parlamento Europeo tra i 30 progetti prioritari ''che saranno finanziati dall'Unione europea con contributi a fondo perduto del 20%''. Altro progetto di infrastruttura per il quale le Regioni Veneto e Friuli V.G. hanno inoltrato domanda di finanziamento sul ''Bando europe TEN -Traposti 2004'' e' quello per la tratta ferroviaria ad Alta velocita'-Alta capacita' tra Venezia e Trieste; ''questo passo - ha detto ancora Galan - che impegna le due Regioni a coprire con fondi propri il 50% delle spese di progettazione della parte mancante del tracciato, e' stato compiuto allo scopo di giungere alla scadenza del 2006 con il livello di dettaglio progettuale'' fissato dalla Commissione europea.
(red)

Nuovi Statuti, più Consiglieri

Con l'approvazione dei nuovi Statuti regionali e' possibile una vera e propria "moltiplicazione", più o meno giustificata, del numero dei futuri nuovi consiglieri. Ma ricordiamo anche che aumentano e tendono ad aumentare le competenze delle Regioni.
La tendenza emerge negli Statuti regionali, dove si registra un quasi generalizzato aumento del numero dei consiglieri, con punte che vanno dai 60 attuali ai futuri 80 della Campania e del Piemonte, al Lazio ed alle Marche dove, invece, il numero dovrebbe rimanere uguale a quello attuale. Insieme al numero dei consiglieri si prefigura, ovviamente, anche la crescita della spesa per le indennità a loro corrisposte: calcolando una media di 5 mila euro lorde al mese come indennità di base, cento consiglieri in più significano, nelle Regioni a Statuto ordinario, una crescita di circa 500 mila euro al mese di stipendi corrisposti ai nuovi consiglieri.
Le tre Regioni che hanno approvato lo Statuto - Calabria, Puglia e Abruzzo - prevedono tutte un aumento del numero dei Consiglieri. Anche per quanto riguarda le Giunte si va predisponendo un orientamento favorevole ad un aumento del numero degli  assessori, anche se il quadro non è ancora molto definito.
''E' vero che sono cresciuti i compiti attribuiti alle Regioni ma è anche vero che bisogna contenere le spinte all'aumento eccessivo del numero dei consiglieri regionali'', commenta l'assessore della Regione Lazio agli Affari Istituzionali, Donato Robilotta, che spiega che tra le novità dello Statuto del Lazio, in discussione in aula, c'e' una norma che stabilisce che in giunta nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi. Per Luciano Vandelli (nella foto), Assessore agli Affari Istituzionali dell'Emilia Romagna, ''vi sono stati, nell'elaborazione degli Statuti, forti ritardi ma ora si e' in condizione di procedere''. ''In Emilia Romagna - osserva l'assessore - il numero dei consiglieri e quello degli organi fotografa, nel nuovo Statuto, la situazione attuale: la novita' maggiore sta nella previsione di una sorta di Comitato di garanzia che puo' fungere da Corte Costituzionale e che mi sembra assolutamente utile''.
Ecco uno schema che fa il punto sugli Statuti regionali e sulle relative proposte di aumento del numero dei cosngilieri (lo schema e' aggiornato al 6 aprile 2004):

REGIONE       POPOL.       CONS.ATTUALI       PROPOSTA NUOVO  Statuto

Abruzzo        1.249.054          40 (eletti 43)        50+3

Molise           330.900            30                      da definire

Campania       5.630.280        60                       80

Puglia         4.031.885           60                       70

Basilicata       610.528           30                       40

Calabria       2.070.203          40 (eletti 43)         52+4

Piemonte       4.302.565         60                       80

Lombardia      8.856.074         80                       da definire

Veneto         4.380.797          60                       da definire

Liguria        1.676.282            40                       da definire

Emilia Romagna 3.909.512       50                       51

Toscana        3.529.946         50                       da definire

Umbria           811.831           30                       37

Marche         1.429.205          40                       da definire

Lazio          5.140.371            60                       60

(red)

Gava: far uscire la spesa sanitaria dal Patto di Stabilità

-"In questa fase bisogna avere coraggio e pragmaticità, prendendo in considerazione anche l'ipotesi di far uscire la spesa sanitaria dal Patto di Stabilità. La situazione finanziaria della sanità nazionale e regionale è in una fase di grande difficoltà, ma non si affronta, né si risolve, con manifestazioni di piazza, scioperi che toccano molto di più i pazienti che non gli amministratori, sparate massmediatiche. E' il momento della ragionevolezza e del pragmatismo, perché la sanità non è un'azienda che vive solo se pareggia o fa utili. E' un servizio pubblico che deve ritrovare equilibrio tra costi e prestazioni, raggiungendo un livello di deficit sostenibile". Lo sottolinea Fabio Gava, assessore alla sanità del Veneto e coordinatore nazionale degli assessori alla sanità delle Regioni italiane, che oggi avanza una proposta per far uscire i conti della sanità dall'attuale stato di tensione. "Un ragionamento che - sottolinea - ho già sottoposto ad alcuni colleghi assessori, e che parte dalla considerazione che c'è una stagione per la rigidità e una, che mi sembra arrivata, per la ragionevolezza in favore della sostenibilità del sistema pubblico". "Il quadro recente - prosegue Gava - è chiaro: con l'Accordo dell'agosto 2001 il Governo Berlusconi ha fatto un grande sforzo con un'integrazione del fondo che ci ha portato oltre il 6% del Pil, ma non è bastato. I successivi tavoli di monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza hanno dimostrato che il sistema viaggia comunque verso l'insostenibilità, con la spesa che cresce del 6-7-8% l'anno ed il Fondo che sale del 3,6-3,8-4,0%. Bisogna prendere atto di questa realtà, e vederla alla luce della riforma del Titolo quinto della Costituzione e dell'impossibilità di contrarre mutui a sostegno della spesa corrente, come si faceva in passato con una sorta di equa distribuzione di 2/3 a carico dello stato e 1/3 delle Regioni". "Tra le soluzioni - prosegue Gava - due sono persino ovvie: ridurre i LEA o aumentare la compartecipazione dei cittadini alla spesa, oppure aumentare lo stanziamento nazionale, ma di ben difficile attuazione e di pesante impatto sui cittadini. Allora è arrivato il momento di fare un passo coraggioso, valutando la possibilità di creare una zona franca riservata alla spesa pubblica sanitaria, anche a costo di portare un emendamento nell'iter della riforma costituzionale attualmente in discussione". Due sono le ipotesi che Gava (nella foto) avanza: "far uscire la spesa sanitaria dal Patto di Stabilità ritornando, seppur con moderazione, al sistema dei mutui; o compiere un'azione che pure sta sul freddo piano della tecnica contabile, neutralizzando il peso del costo dei contratti di lavoro ai fini del calcolo del disavanzo".
(red)

Piemonte promuove qualità scientifica in sanità
La Regione Piemonte finanzierà, con i 2 milioni di euro stanziati dalla delibera Cipe (n.36 del 2002, 155) le aziende sanitarie locali ed ospedaliere ed altri enti e organizzazioni presenti sul territorio. E' stato così valutato la qualità scientifica delle 249 domande pervenute per i progetti di ricerca per il settore della salute e delle scienze mediche.
I filoni trattati sono la diagnostica, la terapia e la riabilitazione delle malattie, i fattori di rischio nelle malattie degenerative e tumorali, la prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro, le malattie infettive dell’uomo e degli animali, l’appropriatezza e l’efficienza delle prestazioni sanitarie, i trapianti di organi, le malattie rare, il benessere degli animali da produzione e di affezione. I progetti verranno attuati presso le Università di Torino e del Piemonte orientale, il Politecnico di Torino, le aziende ospedaliere Molinette e Sant’Anna di Torino, San Luigi di Orbassano e Maggiore di Novara, le Asl 3 e 4 di Torino, 5 di Collegno, 7 di Chivasso, 13 di Novara e 17 di Savigliano, l’Istituto per la ricerca sul cancro di Candiolo, l’Ircad di Novara, l’Ordine Mauriziano e l’Istituto zooprofilattico.
"Questa iniziativa - dichiara il Presidente Enzo Ghigo (nella foto) - rappresenta un nuovo, importante passo per la valorizzazione e lo sviluppo della ricerca, in quanto riteniamo che la promozione di tale settore sia uno degli aspetti più strategici e qualificanti del processo di diversificazione produttiva ed economica. L’avvio dei 155 nuovi progetti potrà assicurare un forte sostegno all’aumento della qualità dei servizi in ambito sanitario". 
(sm)
Friuli-Venezia Giulia: costo lavoro e sanità

Il monitoraggio svolto dalla Sezione regionale di controllo per il Friuli Venezia Giulia - lo rende noto la newsletter della Corte dei conti - sull’evoluzione del costo del lavoro negli enti appartenenti al comparto unico regionale ai sensi dell’art. 48 del d.lgs. 165/2001 va interpretato “come un completamento delle nuove modalità di controllo sui contratti collettivi”. La Corte ha condotto una riflessione sul progressivo aumento dei costi nei Comuni capoluogo (più contenuti gli incrementi in Province e Regioni) e sullo scarso grado di attuazione dell’autonomia finanziaria degli enti locali. Nei Comuni più piccoli, a fronte di una costante diminuzione degli organici, si è riscontrato un aumento della spesa spiegabile con la scarsa flessibilità organizzativa, determinata dalla necessità di garantire una struttura minima, e il più frequente ricorso alle collaborazioni coordinate e continuative.
Delibera n. 6/2004 della Sezione di controllo per il Friuli Venezia Giulia e testo della Relazione.
Nella relazione sulla gestione del Servizio sanitario regionale per il Friuli - Venezia Giulia - secondo quanto reso noto dalla newsletter della Corte dei conti - nel periodo 1999/2002 la locale Sezione di controllo della Corte, ha formulato considerazioni complessivamente positive.
In relazione all’Assistenza sanitaria di base, infatti, si rileva un rapporto tra medici di base e pazienti superiore al dato nazionale, per il 2001, e un numero di ricette rilasciate fra i più bassi d’Italia (unico neo: la carenza di pediatri di libera scelta). L’assistenza ospedaliera erogata dalla Regione ha puntato, poi, su una diminuzione dei posti letto per la degenza ordinaria, cui ha fatto riscontro l’aumento dei posti in day hospital, e su una “più efficace e meno costosa gestione delle risorse”, tanto che la Corte giudica la situazione del Friuli Venezia Giulia “una delle migliori a livello nazionale”. Dato di rilievo anche il basso valore percentuale dei parti cesarei. Migliorati sia il servizio di riabilitazione che quello infermieristico domiciliare per la popolazione anziana, anche se il progressivo aumento dell’utenza potenziale rende necessario un ripensamento delle strategie di razionalizzazione, anche per favorire il decollo del coordinamento tra sanità e assistenza. Apprezzabile, infine, la politica di sensibilizzazione per il contenimento della spesa farmaceutica, attuata dalla Regione, in un quadro caratterizzato dalla generale preoccupazione per il costante incremento dei costi del sistema sanitario. (cfr. la
Delibera n. 7/2004 della Sezione regionale di controllo per il Friuli - Venezia Giulia e testo della Relazione ).
(red)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11    00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
tel. 06.488829200 - fax 06 4881762
e-mail:
redazione@regioni.it

 
 


per iscriversi alla mailing list e ricevere regioni.it alla tua casella di posta elettronica
 

invia
e-mail

 

 

 

numeri precedenti

 


link

no copyright. per pubblicare le notizie di regioni it "clicca"