periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 278 - Roma, 29  aprile 2004

Sommario

Esclusività medici fa discutere. Proposta Fedefarma su spesa Martini ed Errani firmano protocollo d' intesa
Regioni ed enti locali: si torna al tavolo con un Documento unitario Calderoli: capitolo chiuso rifiuti Campania in altre regioni
Emilia-Romagna presenta ricorso su riforma scuola Bubbico nomina nuovo assessore infrastrutture e mobilita'
Martini ed Errani firmano protocollo d' intesa
Il federalismo e' inteso dalle regioni, "anche se non da tutte, non come un chiudersi in se stesse, ma come ricerca di autonomia per una maggiore collaborazione con le altre". Lo ha sostenuto il Presidente della Toscana Claudio Martini (nella foto), in occasione della firma, avvenuta a Firenze, di un protocollo d'intesa con l'Emilia Romagna. Anche il presidente Vasco Errani ha sottolineato che "dentro il processo federalista, nessuna Regione si puo' chiudere, perche' il federalismo e' prima di tutto cooperazione". Errani ha anche aggiunto: "vorrei anche che si affermasse, senza pregiudiziali, una cooperazione tra le diverse istituzioni della Repubblica. Oggi cosi' non e'". In tal senso il ministro La Loggia ha ricordato uno dei nodi di fondo del tema devolution, in particolare nel settore dell'energia, nel conflitto di competenze tra Stato e Regioni. Il ministro chiede a riguardo un altro tavolo, l'ennesimo, di concertazione.
Quella sottoscritta tra i due presidenti e' un'intesa che impegna le due Regioni a collaborare su una serie di temi cruciali per il loro futuro, quali relazioni internazionali, infrastrutture, sistema dell'Appennino tosco-emiliano, sviluppo economico, protezione civile, sanità ed assistenza. L'intesa prende le mosse da una serie di premesse comuni, fra le quali, "non ultima, l'identita' di vedute sui rapporti politico-istituzionali fra Regioni e con il Governo e l'impegno per l'affermarsi di un'Europa delle Regioni". E' stata evidenziata ''la valenza nazionale di questo protocollo d' intesa''.
Sei i temi prioritari, ma è già indicata una prossima ipotesi di lavoro: la realizzazione di uno sportello unico a Shanghai, in Cina, dove già l'Emilia-Romagna ha una sua rappresentanza.
Un primo ambito di intervento comune e' indicato nelle relazioni internazionali, gia' assai ampie nelle sue Regioni e per le quali sono state ipotizzate iniziative congiunte di cooperazione internazionale a favore di Paesi dell' America latina, Balcani, Medio oriente. Un impegno comune e' rivolto anche al miglioramento dei servizi sulle linee Faentina,
Bologna-Prato; Parma-La Spezia e sulle linee ferroviarie minori di proprieta' regionale. A livello di strade e' all' ordine del giorno lo sviluppo del Corridoio Tirreno-Brennero ritenuto ''un' asse di scorrimento fondamentale''.
Il terzo terreno di lavoro e' l' ulteriore valorizzazione dell' Appennino con la creazione di un Parco culturale della Linea gotica e l' attivazione di forme di collaborazione mirate sulle zone ''di confine'': Lunigiana, Mugello, Cinque
Valli-Valle del Santerno-Appennino Faentino, Foreste casentinesi, Parco dell' Appennino. Per il comprensorio sciistico Tosco-emiliano e' gia' in atto una collaborazione per la valorizzazione del territorio che prevede un investimento complessivo di 4.518.890 euro.
Gli altri ambiti di intervento sono l' economia, protezione civile, sanita' e assistenza. Tra le collaborazioni gia' in atto sono state ricordate la rete europea Erik per l' innovazione tecnologica di cui le due Regioni sono titolari; raccoglie 13 Regioni europee e ne interessera' altre 80, titolari di programmi di azioni innovative.
Martini ed Errani hanno sottolineato che il protocollo firmato  e' una scelta di apertura ed e' la conferma operativa della volonta' di lavorare assieme per la soluzione di problemi che vanno affrontati guardando oltre i confini regionali.
E' anche un preciso segnale al governo nazionale - hanno aggiunto - perche' accetti una collaborazione senza pregiudiziali tra i diversi livelli istituzionali.
(gs)
Regioni ed enti locali: si torna al tavolo con un Documento unitario
Regioni, Comuni, Province e l'Uncem, l'Unione delle Comunità Montane, tornano al tavolo della concertazione istituzionale con il Governo più per ragioni di opportunità e per senso di responsabilità, che per le risposte ottenute: e' questa, in sintesi, secondo quanto si e' appreso, la premessa di un documento messo a punto questa sera da una delegazione dei Presidenti delle Regioni e dei rappresentanti degli Enti Locali, che sarà presentato alla Conferenza Unificata.
Nel documento - il presidente e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo e Vasco Errani, Sergio Chiamparino, Osvaldo Napoli e Maria Pia Garavaglia per l'Anci, Lorenzo Ria per l'Upi, Enrico Borghi per l'Uncem - spiegano i motivi per i quali Regioni ed Enti Locali tornano in Conferenza unificata e esprimono le proprie preoccupazioni su una serie di temi sui quali si chiede l'apertura di un dialogo con il Governo: dalla necessità di un confronto sulla devoluzione, a una spinta al federalismo fiscale al documento di programmazione economica e finanziaria.  ''Abbiamo inoltre concordato - ha detto Ghigo - di costituire un gruppo di lavoro comune di tipo tecnico-politico per trovare  una base comune sul tema delle riforme costituzionali''.
Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, ha precisato che ''torniamo alla Conferenza unificata solo per un elevato senso di responsabilita' istituzionale: c'e' ancora una situazione di stagnazione del dialogo. Chiediamo che nella prossima Conferenza unificata si faccia un confronto preliminare sul Dpef, sollecitiamo una spinta al federalismo fiscale e un confronto vero sulla devoluzione''.
(red)
Emilia-Romagna fa ricorso su riforma scuola

Ricorso Emilia-Romagna anche sul primo decreto attuativo della legge Moratti.La Regione Emilia-Romagna ha impugnato per illegittimita' costituzionale 8 articoli del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n.59, sulle ''Definizioni generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n.53''.
Secondo la Regione il decreto delinea ''una scuola rigidamente regolata a livello ministeriale, con prescrizioni che riguardano gli anticipi di iscrizione, l'organizzazione del personale docente, i piani di studio, gli orari delle lezioni, del tempo mensa e delle 'attivita'' facoltative'. Il tutto senza tenere in alcun conto le competenze della Regione e delle autonomie scolastiche, sancite dalla Costituzione e ulteriormente precisate dalla sentenza n.13/2004 della Corte Costituzionale (riguardante la competenza della Regione rispetto alla definizione e all'organizzazione degli organici dei docenti).
Il ricorso della Regione riguarda dunque il primo decreto attuativo della legge Moratti, su scuola d'infanzia, elementare e media. ''Dopo la sentenza della Consulta 13/2004 - ha commentato l'assessore regionale alla scuola Mariangela Bastico - avevamo chiesto al ministro di ritirare il decreto sulla scuola di base perche' chiaramente non rispettoso delle competenze, costituzionalmente garantite, delle autonomie scolastiche e delle Regioni. Purtroppo il ministro ha ritenuto di procedere comunque e frettolosamente, al punto da creare enormi difficolta' organizzative rispetto alla gestione del personale docente e pesanti problemi per le famiglie a cui le scuole non sono in grado di dare prospettive certe. Tali incertezze sono peraltro aggravate dalla palese incostituzionalita' del decreto''. In sostanza, il ricorso impugna le norme relative agli anticipi delle iscrizioni, all'organizzazione oraria, all'insegnante tutor, ai piani di studio, alla definizione e all'organizzazione del personale docente.
(red)

Esclusività medici fa discutere. Proposta Fedefarma per controllo spesa

Arriva l'emendamento di Forza Italia che introduce la possibilita' per i 9 medici su 10 che lavorano nel servizio pubblico di cambiare idea sul lavoro in esclusiva e il fronte sindacale si divide ma solo su questo tema.
Ma "restano in piedi tutte le opposizioni espresse dalle regioni'', lo ha detto 
Giovanni Bissoni, assessore alla Sanita' dell'Emilia Romagna a conferma del no gia' espresso in passato sulla modifica del regime di lavoro dei medici. ''Adesso risulta anche piu' chiaro perché il Consiglio dei Ministri ha in modo immotivato tenuto fermo l'atto di indirizzo delle regioni per il rinnovo del contratto dei medici'' ha detto Bissoni.  "Le Regioni - ha aggiunto l'assessore - sono infatti preoccupate per la permanenza del fondo per gli indennizzi, per gli oneri diretti e indiretti a carico del governo e per la conflittualità che si potrebbe scatenare, con questa modifica nel settore, ed in particolare con il comparto della Sanita'''. Per Bissoni, infine, appare ''schizofrenico il comportamento della maggioranza: "non considera sufficiente il titolo V per garantire l'autonomia delle regioni e propone con la devoluzione la totale competenza di questa per la sanita', ma poi interviene con in parlamento per modificare le norme che regolano il lavoro dei medici''.
Anche il sindacato maggiormente rappresentativo dei medici dipendenti, l'
Anaao Assomed, prende le distanze. Nutre, infatti ''forti preoccupazioni'' il Segretario nazionale Serafino Zucchelli che spiega di temere la totale deregulation: ''se da una parte rischiano di peggiorare l'efficacia e di aumentare i costi dei servizi resi ai cittadini, dall'altra tale riforma si scontrerà certamente con l'opposizione, già annunciata, delle Regioni, innescando un conflitto istituzionale che minaccia la corresponsione della specifica indennità di rapporto esclusivo''.  Inoltre, con queste regole, ''nessuna azienda avrà più interesse a promuovere la libera professione intramoenia poiché vengono meno tempi e modalità ragionevoli di programmazione di investimento nelle professionalità e nelle strutture dedicate''.
Ed il fronte dei contrari vede anche la
Uil Fpl medici e la Cgil. ''E' un cavallo di Troia del privato nella sanità pubblica e per il contratto'' afferma  il segretario  nazionale della FP CGIL Medici, Massimo Cozza. Il secondo sindacato di categoria, la Cimo-Asmd, assieme alla Cisl medici, invece plaude. Per il presidente nazionale Stefano Biasioli, ''è un primo segnale di risposta rispetto a promesse molto  più ampie fatte dal Governo alla categoria tre anni fa - ha affermato - dopo tante chiacchiere un primo atto concreto che peraltro dovrà passare al vaglio difficile sia del Senato che della Camera. Non e' ancora tempo di ringraziamenti. La categoria (medici e dirigenti dipendenti del Ssn) si aspetta molto di più da un Governo che, finora, ha largamente disilluso le speranze''.  ''Perseverare e' diabolico'': la parlamentare della Margherita Rosy Bindi (nella foto) commenta così la notizia di un emendamento nel decreto legge sulle emergenze  sanitarie per eliminare il principio della irreversibilita' della scelta fra lavoro in esclusiva o non per i medici e annuncia battaglia. ''Il Senato - ha spiegato - ha questo strano regolamento che consente nei decreti di violare il principio dell'omogeneita' della materia. Ripresenteremo ancora una volta la pregiudiziale di costituzionalita' alla Camera - ha aggiunto - e faremo una grande battaglia. Con gli emendamenti e con i blitz la maggioranza pensa di fare le riforme. Senza capire pero' le  ragioni della protesta dei medici che nella manifestazione e nei loro scioperi non hanno chiesto privilegi ma il diritto dei professionisti e dei cittadini''.
Nel frattempo sul fronte del controllo della spesa arriva una proposta che l'organizzazione che riunisce i farmacisti lancia alle Regioni.
Per tenere sotto controllo la spesa farmaceutica ed evitare sprechi - anche quelli dovuti alla distribuzione da parte delle Asl di farmaci acquisitati in grandi quantitativi, senza programmazione e, talvolta, sulla spinta delle industrie che puntano a promuovere i propri prodotti favorendone l'uso nelle strutture pubbliche - occorre dare attuazione all'art. 8 della legge n.405/201, nella parte in cui prevede di ottenere risparmi senza imporre disagi ai cittadini tramite la stipula di accordi tra Regioni e farmacie. A sottolinearlo è Federfarma  ricordando che tali accordi prevedono che i farmaci acquistati alle migliori condizioni riservate alla pubblica amministrazione vengano distribuiti dalle farmacie, la maniera piu' comoda per i cittadini e con un controllo severo sulle quantita' e la tipologia dei farmaci dispensati. Per questo Federfarma sollecita l'apertura delle trattative per il rinnovo della convenzione tra farmacie e SSN, nei cui ambito vanno definite le regole quadro per gli accordi regionali. La proposta viene dopo che la Consip (spa di cui e' azionista unico il ministero dell'economia, che effettua acquisti centralizzati di beni e servizi per la pubblica amministrazione) sta potenziando l'attivita' di acquisto di farmaci destinati alle strutture pubbliche sia per l'utilizzo in ambito ospedaliero sia per la consegna diretta ai cittadini. "In questo modo vengono acquistati grandi quantitativi di farmaci con il rischio, se non la certezza, che parte di essi finisca per scadere prima di poter essere utilizzata da ospedale e Asl", ha concluso la nota di Federfarma ricordando che i dati non ancora definitivi della spesa farmaceutica pubblica di marzo indicano un forte aumento della spesa (+15%), delle ricette (+11%) dovuto in parte a motivi contingenti (marzo ha due giorni lavorativi in più rispetto al al marzo del 2003), allo spostamento delle prescrizioni verso farmaci piu' costosi con più alto dosaggio o con un numero maggiore di unità posologiche nella confezione o perché ancora coperti da brevetto. Inoltre altri due fattori sono l'immissione in prontuario di nuovi farmaci e l'attenuazione del ticket da parte delle regioni.
(sm)

Calderoli: capitolo chiuso rifiuti Campania in altre regioni
Mentre sull'emergenza rifiuti interviene  Monsignor Carlo Liberati che afferma ''Noi vescovi campani siamo sempre convinti della necessita' di realizzare i termovalorizzatori per uscire dall'emergenza rifiuti", il coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord Roberto Calderoli cerca di "stoppare" qualsiasi dialogo di cooperazione solidale interregionale impostato sulla base dell'ordinanza del Presidente del Consiglio  Berlusconi e le richieste della protezione civile.
Capitolo chiuso dunque per Calderoli (nella foto): ''Considerate le immediate e percorribili soluzioni di smaltimento dei rifiuti nelle zone di produzione, sia per l'emergenza che per l'ordinaria gestione, la Lega Nord ritiene definitivamente chiuso il capitolo di eventuali ulteriori trasferimenti ancorché già previsti''. E' questa quindi la posizione della Lega alla vigilia della riunione della Conferenza Stato-Regioni che, dice ancora Calderoli ''affrontera' il problema emergenza rifiuti della regione Campania e dell'ipotizzato trasferimento di una parte degli stessi in altre Regioni''.
E s
ull'argomento si attende per oggi (ore 12.00 circa) preso la sede della Conferenza delle Regioni il confronto fra i Presidenti delle Regioni e il responsabile del Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso
''Eventuali accettazioni da parte dei Presidenti delle Regioni di altri trasferimenti  - afferma ancora l'esponente leghista - metterebbe in difficolta' chi in questo momento  sta operando per il rapido smaltimento dei rifiuti nella regione campana e rappresenterebbe una scelta personale legata a convenienze economiche e alle propria volonta' e non dipendente da motivi di urgenza o di emergenza.'' 
Intanto per la raccolta differenziata dei rifiuti i
Comuni chiedono nuovi investimenti: la proposta e' stata avanzata dall'Anci, nel corso di un'audizione della Commissione di indagine sul ciclo dei rifiuti, nel corso della quale si e' discusso dello stato di avanzamento di un accordo quadro Anci-Conai, il consorzio delle filiere della raccolta differenziata che e' l'organismo che paga ai Comuni un corrispettivo per i rifiuti da riciclare.
(gs)
Bubbico nomina nuovo assessore infrastrutture e mobilita'
Il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Filippo Bubbico (nella foto), ha firmato il decreto con il quale ha nominato Giovanni Carelli (Margherita) assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità.
Al termine della verifica politica nella maggioranza di centrosinistra - cominciata nel febbraio scorso con il ritiro della delega all' assessore alla sanità, Gennaro Straziuso (Margherita) - alcune settimane fa Bubbico nominò i componenti della nuova Giunta, compreso Carelli. Per quest'ultimo, però, occorreva rimuovere la causa di incompatibilità costituita dal fatto che Carelli era Presidente della Provincia di Matera.
(red)
 

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