periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 223- Roma, 11 febbraio 2004

Sommario

Ghigo: senza risposte Stato-Regioni solo per riparto sanità UE: iniziano oggi i lavori del Comitato delle Regioni
Influenza: Marche la più colpita Martini contro Brunello "U.E."
Senato federale senza quadra e dal 2010 Ilva: Regione Liguria ed enti locali per sblocco trattativa
Influenza: le Marche la regione più colpita
Ad essere più colpita dall'influenza è la fascia di età tra 0 e 14 anni. E' quanto risulta dai dati della rete dei medici sentinella Influnet raccolti dal 26 gennaio al 1° febbraio. A renderlo noto è la neonata newsletter del Ministero della Salute.
Secondo i dati riportati (relativi alla 5° settimana del 2004)  nella fascia di età da 0 a 4 anni l'incidenza è pari a 13,34 casi per 1.000 assistiti, in quella dai 5 ai 14 anni è pari a 8,37, dai 15 ai 64 anni è di 3,85 e tra gli individui di 65 anni e oltre è di 1,67 casi per 1.000 assistiti.
L'incidenza della sindrome influenzale è stata maggiore nelle Marche (10,26), la zona più colpita anche le scorse settimane, nella Provincia autonoma di Trento (8,90) e in Emilia Romagna (7,69). Per avere i dati completi è sufficiente consultare:
sorveglianza epidemiologica ; sorveglianza virologica alla sezione Malattie Infettive del Portale, a cura dell'Ufficio Malattie Infettive del Ministero della Salute.
I dati riportati sono stati elaborati dalla rete dei medici influnet, nata da un accordo Stato-Regioni (cfr.
Accordo Conferenza Stato-Regioni 28 settembre 2000 ; Protocollo InfluNet 2003-2004 ;Circolare n.5 del 22 luglio 2003 - Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2003-2004) . (sm)
UE: iniziano oggi i lavori del Comitato delle Regioni

Al via oggi i lavori della prima sessione plenaria del 2004 per il Comitato delle Regioni (Cdr) all'Europarlamento di Bruxelles, che affronterà il tema del futuro della coesione in Europa dopo la presentazione della comunicazione della Commissione europea sulle prospettive finanziarie 2007-2013. Altri argomenti saranno: la ridistribuzione dei fondi regionali per il prossimo periodo di programmazione dell'Ue allargata, le nuove voci della spesa regionale e gli obiettivi per la convergenza, la competitività regionale, l'impiego e la cooperazione interregionale. Sono i capitoli più delicati del ''Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale'' che la Commissione adotterà formalmente il prossimo 18 febbraio e Barnier (nella foto) illustrerà ai membri dell'organo consultivo regionale. Sono previsti una serie di interventi dei rappresentanti delle regioni, tra cui l'italiano Vito D'Ambrosio, Presidente delle Marche, nella  sua veste di relatore di un parere sulla coesione che sarà adottato dal Comitato delle regioni nel giugno prossimo.
Secondo la bozza in discussione, solo quattro regioni  italiane - Campania, Calabria, Puglia e Sicilia - potranno  continuare a beneficiare dei fondi strutturali previsti per le  zone ad obiettivo 1 dal quale invece con l'allargamento  usciranno per effetto statistico, come la Basilicata, che potra'  tuttavia beneficiare, secondo la proposta di Barnier, un  contributo decrescente in uscita. La Sardegna invece che sarà  fuori dall'obiettivo 1, ma per crescita, potrà beneficiare  anch'essa di fondi di accompagnamento prima di entrare  definitivamente nelle liste dell'obiettivo 2. Sembra, infine,  salvo l'obiettivo 2 per le regioni del centro-nord che potranno  avere a disposizione un ammontare da destinare al rilancio  economico di aree in difficoltà.
L'argomento, sempre con la presenza del commissario Barnier,  sarà esaminato anche il 23 febbraio prossimo, il primo Forum  delle autorità locali e regionali organizzato dalle diverse  sigle che riuniscono le regioni e gli enti locali europei.

(red)

Ghigo: senza risposte Stato-Regioni solo per riparto sanità

Il ministro per gli Affari regionali,  Enrico La Loggia, ha convocato per giovedi' 12 febbraio le conferenze Stato-Regioni (Governo e Regioni) e Unificata (Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane).
Ma l
e Regioni confermano la necessità di rimanere assenti da ogni sede di rapporto Stato-Regioni: ''Fino a quando non avremo  chiarimenti non parteciperemo alle riunione della Conferenza  Stato-Regioni'', ha affermato il presidente della Conferenza  delle Regioni, Enzo Ghigo( che ha comunque convocato la Conferenza delle Regioni per domani 12 febbraio).
"Abbiamo chiesto al Ministro La Loggia - ha sottolineato  Ghigo - che l'incontro convocato per giovedi' abbia un solo  punto all'ordine del giorno: il riparto della Sanita'. Se sarà  così - ha concluso - andrò io all'appuntamento, in  rappresentanza di tutti''. Quest'ultima è insomma l'unica possibilità di concertazione ritenuta per ora possibile da parte delle Regioni, fino a quando il Governo non darà risposte concrete sugli aspetti finanziari sottoposti all'attenzione del premier Berlusconi il 29 gennaio.
Aspetti ritenuti fondamentali per la sopravvivenza stessa del sistema regione, ribadite in un comunicato l'altra settimana che sottolineava infatti come queste fossero delle
"questioni irrinunciabili e vitali per l’istituzione Regione relative alla salvaguardia dei servizi resi ai cittadini in settori fondamentali come la sanità".
Il Ministro La Loggia ha quindi voluto esercitare le sue prerogative pur in  presenza dell'interruzione "istituzionale" ritenuta necessaria da parte delle Regioni nei rapporti con il Governo.

Le Regioni ribadiscono comunque la necessità di ricevere con immediatezza ed urgenza risposte positive e concrete, rispetto alle quali c’è stato il personale impegno del Presidente del Consiglio.

Le esigenze rappresentate dalle Regioni si sviluppavano in 5 punti in riferimento ai mancati riconoscimenti  e tagli economici provocati dall'ultima manovra finanziaria. Per quanto riguarda ad esempio il non finanziamento delle spese sanitarie per gli immigrati regolarizzati con la legge Bossi-Fini, si tratta anche del non rispetto da parte del Governo di un patto istituzionale di concertazione, come quello dell'Accordo dell'8 agosto 2001 sul contenimento della spesa sanitaria.
Inoltre lo scenario si aggrava sempre più economicamente per le Regioni, visto anche il mancato esito che hanno avuto nella legge finanziaria 2004 le proposte di emendamento concordate nella Conferenza Unificata del 26 novembre 2003.
Ecco infine le questioni che le Regioni sostengono debbano essere risolte in maniera urgente e indifferibile dal Governo, in quanto vitali per la sopravvivenza dell’”istituzione Regione” già a partire dall’anno 2004:
1.
      Nuove norme sull’indebitamento (art. 3 commi da 14 a 21 della legge 350/2003)
Con questa norma tutte le spese relative a contributi in conto capitale alle imprese, alle famiglie, alle associazioni non sono più finanziabili con il ricorso all’indebitamento. Lo stesso dicasi per la quasi totalità dei cofinanziamenti regionali di programmi comunitari. Queste norme hanno un impatto improvviso, dirompente e non governabile sugli equilibri dei bilanci regionali. Si chiede di rivedere con urgenza la normativa d’intesa con le Regioni.
2.      Proroga, per l’anno 2004, del fondo di garanzia previsto dal Decreto legislativo 56/2000;
3.      Proroga, per l’anno 2004, del regime di trasferimenti per il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni nell’ambito del “decentramento amministrativo” (legge 59/97 c.d. “Bassanini” e dlgs. 56/2000);
4.      Proroga, per l’anno 2004, della definitiva determinazione dell’aliquota di compartecipazione IVA (emanazione DPCM per il 2004 previsto dal dlgs. 56/2000).
Relativamente ai punti 2, 3 e 4 le Regioni avevano concordato in sede di Conferenza Unificata uno specifico emendamento non recepito nella legge finanziaria per il 2004.
5.      Copertura oneri di assistenza sanitaria per gli immigrati regolarizzati e rispetto degli impegni assunti nella finanziaria 2003 per il finanziamento all’Ospedale Bambin Gesù.
La legge finanziaria 2004 si è limitata a prevedere l’istituzione di un tavolo di monitoraggio dei costi per le prestazioni di assistenza sanitaria. Le Regioni - ferma restando la necessità di una definitiva valutazione sulla congruità delle risorse destinate al finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza per l’anno 2004 - ribadiscono che le prestazioni di assistenza sanitaria agli immigrati costituiscono un onere aggiuntivo vero e proprio che le Regioni stanno già sostenendo.
(gs)

Martini contro Brunello "U.E."
Il Comitato europeo di  gestione del vino ha deciso la modifica del regolamento Ue che darà la  possibilità ai paesi terzi di utilizzare - a determinate  condizioni - le menzioni tradizionali poste sull'etichetta dei  vini europei. Di fatto, saranno cosi' ''liberalizzate'' menzioni famose,  come le italiane Brunello, Amarone, ecc..
Ora la Commissione e' in grado di varare il regolamento che  dovrebbe essere messo a punto entro le prossime due settimane. 
Se la Commissione formalizzera' quanto confermato dal  Comitato di gestione Ue, il ricorso alle menzioni tradizionali,  anche da parte dei produttori extra-Ue sara' possibile se un  prodotto con quella menzione viene utilizzato da almeno 10 anni. 
Sara' quindi sufficiente che quel prodotto sia conforme alle regole in vigore  per i produttori di vino nel paese di origine.
La Coldiretti, criticando il provvedimento, parla di ''scippo  dei grandi vini italiani'' e ricorda come in numerosi paesi si  spacciano vini locali come italiani: tra quelli più imitati il  Chianti, il Lambrusco, il Marsala e la Grappa.
Per il  ministro delle Politiche agricole e forestali
Gianni Alemanno ha detto che alla Conferenza  Stato-Regioni presentera' una ''soluzione di compromesso,  attraverso il varo di un'autoregolamentazione omogenea da parte  di tutte le Regioni''.
Il ministro Alemanno ha tra l'altro commentato una recente sentenza della Consulta (numero 12 del  13 gennaio 2004), definendola ''brutta esperienza" che deve essere un monito: "si deve  pensare, prima che alle prerogative costituzionali delle  Regioni, alle esigenze di produttori e consumatori''.
Nel loro ricorso, le Regioni Marche, Toscana, Campania e  Umbria censuravano, in riferimento all' art. 117, quarto comma,  della Costituzione, l' art. 64 della legge finanziaria 2002, che  pone una disciplina sanzionatoria per l' ipotesi di impianto abusivo di vigneti. ''Con cio' invadendo - si legge nella  sentenza della Corte Costituzionale -, secondo le ricorrenti, l'  ambito materiale dell' agricoltura, riservato alla competenza  residuale della Regione''. La questione sollevata dalle Regioni  e' stata quindi giudicata ''fondata'' dalla Consulta.
''Inaccettabile'', ha subito commentato  il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini. ''La Toscana - dice Martini - fa scaturire dalla qualita' dei suoi prodotti tipici e dei loro inscindibili legami con le tradizioni del territorio un valore aggiunto, che e' insieme agricolo e culturale. Per questo non puo' accettare il nuovo passo verso l'omologazione costituito dalla decisione odierna del Comitato
europeo di gestione del vino, che apre anche alle menzioni fino ad oggi protette l'utilizzo nei paesi extraeuropei''.
Sono quattro i grandi vini toscani colpiti dal provvedimento: Brunello, Morellino, Vin Santo e Vino Nobile. A questo punto, rileva il presidente della Toscana, non resta che fare appello al buonsenso del Commissario all'agricoltura e dell'intera Commissione europea per ''scongiurare il rischio che venga inferto un nuovo colpo alla Toscana, dopo quello recente del diniego a vietare l'introduzione delle coltivazioni Ogm''.
Martini si dice convinto che ''le pressioni del Wto, e segnatamente degli interessi dell'Australia, della Nuova Zelanda, degli USA e del Sud America, abbiano pesato più dei solenni impegni a salvaguardare la sopravvivenza delle diversità, che sono la ricchezza più grande dell'Europa.
Invocare a questo proposito ripetutamente il diritto della reciprocità significa colpire solo l'Europa''.
Martini si dice infine sorpreso che il portavoce del Commissario Fischler si ''sia lasciato andare a curiose dichiarazioni in difesa di un improbabile Brunello argentino, sottolineando l'obbligo al rispetto di condizioni e criteri, come se il territorio argentino fosse la fotocopia di quello toscano. ''Quali criteri e condizioni possono prescindere dall'unicita' del territorio, della sua morfologia e delle sue tradizioni? Non vogliamo barriere di protezione artificiali per i nostri prodotti: ci limitiamo a chiedere - conclude il presidente toscano - il rispetto perlomeno dei nomi dei prodotti tipici, proprio per impedire una concorrenza sleale sul mercato globale''.
(red)
Senato federale senza quadra e dal 2010
Ancora rebus sulla composizione del nuovo Senato con la parola "federale" difficile da comporre. E' sempre più futura la composizione del nuovo Senato federale, e ci si mette in mezzo anche il "diavolo".
''Non abbiamo trovato la quadra sulla  composizione del Senato federale'': aveva detto il ministro Umberto Bossi, al termine della riunione con i  cosiddetti saggi della Cdl, Pastore, Nania, D'Onofrio e Calderoli, avvenuta prima della discussione al Senato della riforma, e in particolare dell'articolo 3 che riguarda proprio la composizione del Senato.
Bossi aveva infatti preannunciato l'accantonamento della questione composizione del futuro Senato federale.
''E' stata una riunione utile" aveva detto il relatore
Francesco D'Onofrio.
Il problema è la contestualita' o meno dell'elezione dei senatori di ciascuna regione con i rispettivi Consigli regionali.
''Attendiamo un contributo  consistente da parte del centrosinistra'', ha detto il  capogruppo di An al Senato,
Domenico Nania. Contributo che poi è arrivato.
Nania ha riferito che sul delicato tema della  composizione del Senato federale ci sono ancora ''tre ipotesi  sul campo'': rimane l'emendamento del relatore,  D'Onofrio, che prevede la contestualità dell'elezione dei  senatori di ciascuna regione con i rispettivi Consigli  regionali. ''Devo dire per la verita' - ha proseguito - che noi  abbiamo proposto la soluzione di Lorenzago, poi c'e' anche la soluzione della  composizione mista con i 'Governatori', e c'è la soluzione  della contestualità dell'elezione. Attendiamo un contributo  consistente da parte del centrosinistra su questo tema: il  funzionamento del sistema non ha un colore politico, e'  interesse comune delle forze politiche e dei cittadini''.
D'Onofrio ha sottolineato che il suo emendamento e' una delle soluzioni possibili per garantire il  collegamento tra il Senato e le Regioni: ''altrimenti - ha  osservato - dovremmo prevedere un Senato composto dagli  assessori delle giunte regionali'', ipotesi questa invisa agli  attuali senatori, che vogliono mantenere l'elezione diretta da  parte dei cittadini.
Intanto si discute anche di un'allungamento della  legislatura fino al 2010, proposta dal 
diessino Walter Vitali (nella foto).  Il sub-emendamento prevede quindi il  prolungamento dell'attuale senato fino alle successive elezioni  dei Consigli regionali: in pratica nel 2010.
A questo punto sembra che si riaprano i giochi e le possibilità di dialogo politico.
D'Onofrio ha infine tirato le fila del dibattito in Aula, segnalando come aspetto positivo che ''c'e' una convergenza'' sull'accettazione di un modello federale per il futuro Senato, anche se diversi senatori hanno criticato la contestualita'. ''Mi sembra - ha aggiunto - che c'e' una preferenza astratta per il modello misto'', cioe' con senatori eletti e rappresentanti degli enti locali.  ''Se c'e' questa convergenza -  ha aggiunto D'Onofrio  - cerchiamo qualcosa di diverso da quello che finora abbiamo proposto, per arrivare a una soluzione condivisa''.
Anche Domenico Nania - alla fine della discussione al Senato -  ha sottolineato che ''la situazione e' in movimento''. ''La sinistra - ha affermato - ha detto chiaramente di accettare il modello di un Senato federale e questo cambia molte cose: oltre alle tre soluzioni gia' sul tavolo ne potremmo cercare un'altra''.
E Bossi sentenzia sul federalismo: "Lo farei con il demonio...".  Ma subito aggiunge: "Mi auguro di farlo con la maggioranza...". Bossi non nasconde le difficolta' che si stanno incontrando sulla composizione del Senato federale e ammette che mentre c'e' "l'accordo di tutti sulla necessita' di rompere il bicameralismo perfetto, ci sono delle difficolta' su come romperlo".
Sulle ipotesi sul tappeto per il Senato federale,
Bossi (nella foto) dice che il modello Bundesrat tedesco per lui "andrebbe benissimo, ma - osserva - se chiedo a un pollo di sacrificarsi 15 giorni prima di Natale, il pollo - prosegue riferendosi ai senatori - mi risponde di 'no'". Sull'ipotesi di un Senato misto con senatori eletti e Governatori, afferma: "Non andrebbe bene perche' i presidenti di Regione hanno un potere amministrativo enorme". Mentre la terza ipotesi, quella della contestualita' tra elezioni di senatori e consiglieri regionali, rappresenterebbe "un compromesso".
Per Bossi il subemendamento all'articolo 3 presentato dal diessino Vitali, che lascia i senatori eletti in carica per altri dieci anni fino alle prossime scadenze dei Consigli regionali, "e' buono perché evita la legge costituzionale" per allineare le elezioni dei consigli regionali. "Stasera - conclude Bossi - tireremo le somme di questo dibattito".

(gs)
Ilva: Regione Liguria ed enti locali per sblocco trattativa

Regione Liguria ed enti locali hanno creato i presupposti per chiudere la trattativa con il gruppo Riva per la riconversione dell'area siderurgica di Cornigliano. "Suddivisione in parti, pressoché uguali dell'area, il consolidamento delle lavorazioni a freddo, la chiusura e la bonifica dell'area a caldo, l'avvio di nuove attività produttive e al servizio del porto", così Sandro Biasotti (nella foto), nell'intervista a Il Sole 24 Ore, sintetizza i punti di accordo raggiunti. Oggi il confronto con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, mentre è previsto per domani, alle ore 18 a Palazzo Chigi, un nuovo incontro fra il ministro delle attività produttive Antonio Marzano, quello dell'ambiente Altero Matteoli ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta proprio per discutere della situazione dell' Ilva di Genova.
La vicenda dell'Ilva di Cornigliano è sintetizzata in un percorso cronologico che consta di tre tappe: luglio 1986 Riva e altri imprenditori dell'acciaio entrano nel Consorzio costituito dalla Finsider (Cogea); aprile 1988 Riva assume il controllo del Cogea; maggio 1995 l'Ilva è privatizzata e Riva ne diventa il proprietario.
Certo rispetto alle intese raggiunte esistono ancora degli ostacoli legati al fatto che l'Ilva non si contenterebbe di un usufrutto per 90 anni di metà dell'area ma ne vorrebbe la proprietà. E se anche il gruppo accettasse l'usufrutto resterebbe sul tappeto il problema del finanziamento della bonifica e delle garanzie occupazionali per i 300 esuberi dell'area a caldo destinati alle nuove attività. "Bisogna trovare l'equilibrio tra esigenze economiche e ambientali, ma di sicuro non si può farne ricadere in prezzo sui lavoratori", sostiene il Sindaco di Genova, Giuseppe Pericu (cfr.
intervista a l'Unità). Ma per Biasotti è importante partire "dai 125 milioni già messi a disposizione dalla legge 426 del 1998. Non basteranno - prosegue Biasotti - ma siamo pronti a chiedere altri stanziamenti al Governo. I fondi arriveranno e non ci sarà bisogno di averli tutti subito. Le operazioni di bonifica dureranno 8 anni e noi potremo procedere a un recupero graduale, per lotti".
(sm)

 

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