periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 210 - Roma, 23  gennaio 2004

Sommario

Accordo Regioni su ripartizione FSN 2004 Riforme: martedì il voto del Senato
Ripartizione FSN 2004: i commenti regione per regione Istat: Centrosud crescita maggiore pil nel 2002
Ghigo: Torino nella "galassia Rai" Sottoscritto contratto dipendenti  Regioni e Autonomie Locali
Accordo Regioni su ripartizione FSN 2004
Dopo Fiuggi, Roma. E' stato raggiunto  l'accordo tra le Regioni sulla ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale 2004. E' un passaggio importante e non solo perché vitale per i bilanci regionali. Si tratta, infatti, dell'ultima ripartizione effettuata in base all'accordo dell'8 agosto del 2001 sul contenimento della spesa sanitaria. Ma è anche l'ultimo - auspicano le Regioni - in vista dell'attuazione del federalismo fiscale che apre ad un nuovo e necessario Accordo per il 2005.
Si può ormai parlare quindi di un "modello Regioni" di riferimento in quanto  a capacità politica di dialogo e per il confronto positivo interistituzionale. Le logiche di schieramento o territoriali sono state superate concretamente affrontando i problemi. Siglando l'accordo le Regioni hanno inoltre lanciato al Governo dei messaggi chiari:
1) il Patto dell'8 agosto va rispettato: il Governo introducendo la legge Bossi-Fini deve farsi carico - così come prevede il "Patto" istituzionale - degli oneri che pesano sui bilanci regionali  per l'assistenza sanitaria dovuta agli immigrati regolarizzati (750mila). Si tratta di un miliardo di euro, per i quali le Regioni chiedono immediate e sostanziali risposte da parte del Governo. Se non arriveranno le Regioni diserteranno le sedi di confronto istituzionale: le conferenze Stato-Regioni e Unificata.
2) E' di 5 miliardi di euro la sottostima del Fondo Sanitario Nazionale per il mantenimento degli attuali Livelli Essenziali Di Assistenza (Lea).
3) C'è da lavorare al nuovo accordo "Sanità" per il 2005.
La ripartizione delle risorse  conferma l'impianto dell'accordo trovato a Fiuggi lo scorso anno  tra i presidenti delle Regioni, con piccolissimi aggiustamenti. 
Il presidente della Conferenza delle Regioni Enzo Ghigo (nella foto) e il  vicepresidente Vasco Errani hanno ribadito la  necessita' che vengano finanziati, con ulteriori 5 miliardi, i  livelli essenziali di assistenza. Ne va della stessa sostenibilità dell'intero sistema.
''Se non avremo risposte su questi temi - ha  chiarito Ghigo - diserteremo la sede istituzionale di confronto  con il governo che deve darci delle risposte. Già attribuirsi  un fondo sanitario non sufficiente e' una prova di grande  responsabilità. Ci aspettiamo che il governo risponda con lo  stesso senso di responsabilità''. La sostenibilità del sistema dei  livelli essenziali di assistenza e gli ulteriori fondi per gli  extracomunitari sono ''gli aspetti che rappresentano lo scoglio  essenziale che poniamo al governo - ha chiarito Ghigo - sia in  relazione al fondo 2004 sia, in prospettiva, in vista del nuovo  accordo per il 2005''.
''Il Governo - gli ha fatto sottolineato Errani - deve risponderci  subito. Diversamente le Regioni saranno costrette a prendere  atto che c'e' una rottura del confronto. Gli accordi vanno  rispettati''. Errani ha ricordato che è già stato verificato, per il 2001,  un mancato finanziamento dei Lea per 3,9 miliardi e che le  previsioni per il 2004 indicano un mancato finanziamento per  oltre 5 miliardi. Sono cifre a parte quelle che riguardano tutta  la partita del contratto dei medici, stimato dallo stesso coordinatore degli Assessori al bilancio della Conferenza delle Regioni, Romano Colozzi, in altri 6 miliardi di euro (cfr.anche informazioni Aran
e Anaao).
''Per il governo - ha  concluso dunque Errani - siamo al momento della verità".

Accordo
FONDO SANITARIO NAZIONALE 2004
Roma, Hotel Plaza
22/01/2004

   

Regioni

euro

PIEMONTE

5.868.451.650

VALLE D'AOSTA

85.310.312

LOMBARDIA

12.115.497.672

BOLZANO

371.821.506

TRENTO

335.972.357

VENETO

5.976.238.144

FRIULI

799.903.146

LIGURIA

2.387.858.307

EMILIA ROMAGNA

5.575.883.125

TOSCANA

4.939.404.541

UMBRIA

1.171.338.354

MARCHE

2.006.988.881

LAZIO

7.099.508.048

ABRUZZO

1.720.467.553

MOLISE

444.902.394

CAMPANIA

7.486.772.822

PUGLIA

5.297.788.116

BASILICATA

803.003.656

CALABRIA

2.706.146.039

SICILIA

3.798.740.289

SARDEGNA

1.511.249.712

TOTALE

72.503.246.622

(gs)

Ripartizione FSN 2004: i commenti regione per regione
''Quest'anno abbiamo perso meno tempo perché abbiamo fatto valere un presupposto, che rischiava di  essere perso di vista: che il governo deve mettere a  disposizione altre risorse per rispondere alle esigenze  oggettive delle Regioni''. Così il Presidente delle Marche, Vito D'Ambrosio, si è espresso al termine della 'due giorni'  dei presidenti delle Regioni sul riparto del Fondo sanitario 2004.  ''Nella valutazione complessiva - ha detto D'Ambrosio riferendosi a quanto ottenuto dalla Regione Marche - riteniamo di aver raggiunto una valutazione complessivamente soddisfacente: in piccola parte nella tabella di riparto del Ministero della Salute e in parte piu' consistente nella fase del conguaglio.
''Le Regioni non pongono una questione di cassa, ma di sistema: e' stata compiuta solo una parte della riforma federalista, la mancata realizzazione del federalismo fiscale e' la madre di tutti i problemi''. L'assessore al bilancio della Regione Lombardia,
Romano Colozzi,  traccia un primo bilancio dopo la conclusione della due giorni che ha visto l'accordo dei governatori sul riparto del Fondo sanitario 2004. ''E' come - esemplifica l'assessore - se si  decidesse di passare dal cavallo all'auto senza aver stabilito chi paga la benzina''. Sull'accordo raggiunto ieri sera dai presidenti delle  Regioni, Colozzi si dice ''soddisfatto, quest'anno la situazione era particolarmente complessa. Le Regioni hanno dimostrato grande senso di responsabilità".
"Le Regioni, che hanno gia' garantito la copertura della  quota da dare alla Regione Lazio per il Bambin Gesù - aggiunge Colozzi -, hanno condiviso l'idea di sostenere una richiesta pressante affinche' il governo onori gli impegni assunti sia per il 2003 che per il 2004, pari a 100 milioni di euro. Il governo si era impegnato a trovare queste risorse in finanziaria ma l'impegno e' stato onorato solo per il 2002 e non per 2003 e 2004. Il presidente Storace ha chiesto di sostenerlo in questa battaglia e c'e' l' impegno dei presidenti delle Regioni a sostenere questa richiesta".Ma anche altri problemi rimangono sul tappeto e le Regioni,che hanno richiesto un incontro al premier Berlusconi e al Ministro dell'Economia Tremonti, sono in attesa di risposte sui fondi per l'assistenza sanitaria agli extracomunitari regolarizzati (i presidenti delle regioni chiedono 1 mld di euro), l'adeguamento delle risorse per il mantenimento degli standard dei livelli essenziali di assistenza (5 mld di euro) e i fondi per i contratti della sanita'. Tra i costi certi per i contratti che sono già stati chiusi e quelli su cui c'e' una trattativa in corso - spiega  Colozzi - dal 1 gennaio 2004 si scaricheranno sul sistema sanitario costi per circa 6 miliardi di euro che, al momento, non ci sono. In un Fondo sanitario equo questi fondi per le spese contrattuali devono essere compresi".
Dal riparto del fondo sanitario 2004, eseguito ieri a Roma dalla Conferenza dei Presidenti delle  Regioni, al Piemonte toccheranno cinque miliardi e 868 milioni  di euro.    ''Lo stanziamento - sottolinea il presidente della Regione, 
Enzo Ghigo - consentirà di mantenere gli obiettivi prefissati  per il miglioramento dei servizi sanitari e di far fronte con  una certa tranquillità agli aumenti contrattuali dei medici di  base e della dirigenza. Ma la sostenibilità del sistema - afferma il governatore - non e' ancora garantita. Nel ripartirsi  un fondo sanitario non ancora sufficiente aggiunge - le Regioni hanno dato prova di grande senso di responsabilità istituzionale. Ci aspettiamo ora che il Governo risponda con lo stesso atteggiamento. In caso contrario - annuncia - saremo costretti a disertare la sede istituzionale di confronto''. In Piemonte, spiega l' assessore alla Sanità Valter Galante, ''mancano ancora le risorse per finanziare i Lea (Livelli minimi 
di assistenza) e per l' assistenza agli extracomunitari  regolarizzati, al contrario di quanto stabilito dall' accordo  con il governo dell' 8 agosto 2001''.  In un incontro in programma nei prossimi giorni, le Regioni  chiederanno al governo un ulteriore stanziamento di 500 milioni  di euro.
''Ancora una volta le Regioni  hanno dimostrato grande senso di responsabilità, a fronte di un  Governo che invece si conferma irresponsabile'': e' quanto  affermano la presidente della Regione Umbria,
Maria Rita Lorenzetti, e l'assessore regionale Maurizio Rosi, commentando l'accordo per la ripartizione del fondo sanitario 2004. ''Come sistema delle Regioni - affermano Lorenzetti e Rosi - abbiamo fatto piu' della nostra parte, mentre il  Governo continua a negare risorse per la sanita', rischiando di far saltare il sistema pubblico. Nel complesso restano infatti ancora drammaticamente insufficienti le risorse che il Governo ha messo a disposizione della sanità pubblica nella finanziaria  2004, e cio' determina una preoccupazione generalizzata da parte  di tutte le Regioni. Mancano, infatti, ancora risorse per la  copertura dei costi dell'assistenza agli immigrati extracomunitari regolarizzati e sono ancora insufficienti quelli per garantire i livelli essenziali di assistenza. Non ci sono poi garanzie per la copertura del debito pregresso, si scaricano totalmente sui bilanci regionali i maggiori costi per il rinnovo del contratto nazionale del personale sanitario e sono tuttora bloccati gli investimenti. Tutto ciò - ribadiscono Lorenzetti e Rosi - mette a rischio, in sostanza, l'universalità dell'assistenza sanitaria''. Concetti confermati anche dal presidente della regione Toscana Claudio Martini secondo cui:"
il vero problema, però, è che abbiamo discusso di un accordo su una basefinanziaria insufficiente".
Grande soddisfazione viene espressa dal Presidente della Puglia Raffaele Fitto per i risultati ottenuti dalla Regione nell'ambito della Conferenza dei presidenti delle Regioni sui criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale. Su una quota complessiva di 81 miliardi e 750 milioni di euro, alla Puglia vengono assegnati per il 2004, 5 miliardi e 297 milioni vale a dire 170 milioni in piu' rispetto alla quota devoluta nel 2003 (5 miliardi e 127 milioni). ''Viene premiato -dice Fitto- l'impegno che la Puglia sta portando avanti per giungere alla riorganizzazione complessiva del Sistema Sanitario regionale''.
Nell'accordo per il riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2004 la Regione Siciliana, rappresentata al tavolo della Conferenza Stato-regioni dall' Assessore all' Industria Marina Noe' delegata dal Presidente Salvatore Cuffaro, ha ottenuto un' assegnazione di oltre 3 miliardi e 800 milioni di euro, RPT, 3 miliardi e 800 milioni di euro. ''Il risultato raggiunto- ha commentato Cuffaro - è soddisfacente dato che si e' ottenuto piu' di quanto il Ministro Sirchia aveva destinato alla Sicilia. Le risorse, comunque, risultano esigue rispetto alle esigenze del sistema sanitario nazionale e questo tema dovra' essere oggetto di un serrato confronto fra il Governo Nazionale con le Regioni''. Cuffaro ha sottolineato il grande sforzo compiuto dalle Regioni. ''Il senso di responsabilità dimostrato da tutti- ha detto - ha fatto sì che si arrivasse a quest' accordo. Restano comunque aperte questioni cruciali quali quella dell' aumento del costo sanitario legato alla presenza di 750 mila immigrati in regola. Questioni cruciali che non possono assolutamente essere sottovalutate e ignorate'' .
Storace ringrazia
"pubblicamente gli assessori Augello, Robilotta e Verzaschi, i direttori di dipartimento e delle strutture regionali, il segretariato generale della Regione, per il brillante esito della conferenza dei presidenti delle Regioni sul riparto delle risorse per la Sanità 2004. È grazie all'ottimo lavoro di squadra che, pur cedendo risorse per favorire l'accordo generale tra le Regioni per chiudere una difficilissima trattativa, il Lazio risulta per il secondo anno consecutivo il territorio che incrementa maggiormente in termini percentuali la propria quota. Questo avviene per aver lavorato, insieme alle altre Regioni, per introdurre elementi nuovi nei criteri di ripartizione delle risorse, a cominciare dalla presenza di immigrati regolarizzati. La nostra Regione, infatti, è abitata dal 9% dei cittadini italiani e dal 17% di immigrati. A Fiuggi, per il 2003 avevamo ricevuto 6,833 miliardi di euro, al Plaza la cifra è arrivata a 7,099 miliardi l'incremento è del 3,88, rispetto a una media di aumento del 3,56. La proposta del ministro Sirchia era ferma a 7,073 miliardi. La trattativa - ha concluso Storace - è andata a buon fine, perché le altre Regioni si sono impegnate a chiedere con noi il versamento delle risorse che il governo ha sinora lesinato sulla popolazione immigrata e sul Bambin Gesù».
E fra i commenti del giorno dopo, quelli degli assessori, protagonisti con i Presidenti dell'accordo raggiunto all'hotel Plaza di Roma, ripresi dal un servizio dell'agenzia Italia, con l'opinione di 10 assessori.

Tra i diversi commenti, quello di Fabio Gava, coordinatore nazionale degli assessori alla Sanità nell'ambito della Conferenza dei presidenti delle regioni, secondo il quale "le regioni hanno dimostrato di sapersi assumere le proprie responsabilità anche se rimangono sullo sfondo molti problemi, legati prevalentemente alle risorse aggiuntive per la sostenibilità del sistema. Attendiamo, però, risposte precise dal Governo".
Per Maria Fortuna Incostante, assessore agli Affari Istituzionali della Regione Campania, "con l'intesa di ieri abbiamo costruito un
fronte unito delle regioni nei confronti del Governo sulla necessità di richiedere risorse aggiuntive indispensabili per colmare il disavanzo del Fondo Sanitario Nazionale 2004 e per la quota gli immigrati regolarizzati in base alla legge Bossi-Fini.
Per Romano Colozzi, assessore al Bilancio Regione Lombardia "l'accordo raggiunto è una vera prova di maturità. E' la dimostrazione che il federalismo solidale e' già entrato nel dna delle nostre regioni. Il confronto serio e approfondito che si e' svolto mette in evidenza che, di fronte a cifre di questa entità, non e' pensabile parlare solo di razionalizzazioni e risparmi in sanità. Occorre rivedere l'intero sistema del welfare italiano. Basti pensare che il costo dei contratti del personale sanitario, riferito al biennio precedente, ammonta a ben 6 miliardi di euro, che si aggiungono alla carenza cronica di risorse dell'intero sistema. Termino con un allarme:l'accordo raggiunto ieri potrebbe essere difficile da attuare a causa di alcune norme contenute nella Finanziaria approvata in Parlamento. Bisogna subito porre rimedio, cosi' come le regioni hanno chiesto negli ultimi giorni". Secondo la Regione Puglia, Rocco Palese assessore al Bilancio, sostiene che "questo accordo era l'unico possibile, ma serve che sia sostenuto dal Governo, soprattutto in merito alla questione immigrati. Quanto prima alle regioni deve essere comunicato il risultato del tavolo di monitoraggio, che si sta preoccupando di quantificare i costi aggiuntivi che deriveranno dalla quota di immigrati regolarizzati dalla Bossi-Fini. Questa e' una 'gamba' che il Governo deve integrare perché al momento manca. Le regioni, nel frattempo, hanno mostrato un grande senso di responsabilità".
Marina Noe' assessore Industria Regione Sicilia e' convinta che "responsabilmente le regioni hanno trovato la chiave di volta per raggiungere l'intesa, pur consapevoli dell'esiguità delle risorse a disposizione per il capitolo sanità. Ora, soprattutto in vista degli accordi che si dovranno stringere per i prossimi anni, dobbiamo ridiscutere criteri e pesi. Il Governo deve sapere però che le Regioni non si siederanno al tavolo se non vedranno riconosciute le richieste a suo tempo concordate". Secondo Donato Robilotta, assessore agli Affari Istituzionali della Regione Lazio, "come sempre le regioni riescono a trovare al loro interno un modo istituzionale di discutere e di trovare le intese rispetto anche ad un Fondo che è sottostimato. La nostra richiesta al Governo e' quella di aggiungere risorse giuste per non metterci nelle condizioni di non poter più erogare determinati servizi".
Tra gli altri, Giovanni Bissoni, assessore alla Sanità Regione Emilia-Romagna, che sottolinea il "successo politico per la Conferenza delle Regioni. La nostra capacità di aver trovato l'accordo non e' da sottovalutare, rafforza la trattativa che riproponiamo al Governo: le risorse aggiuntive che sono indispensabili per la sottostima del Fondo e per la quota immigrati regolarizzati che scaturiranno dall'applicazione della Bossi-Fini".
Per la Liguria, l'assessore alle Finanze della Regione Liguria, Renato Oliveri spiega che da questo accordo "nessuno vince o perde: siamo tutti moderatamente insoddisfatti. Noi abbiamo una particolare presenza di anziani, quindi le nostre problematiche
permangono. Ma questo e' uno stimolo a non abbassare mai la guardia".
Secondo il neo assessore alla Sanità Regione Piemonte, Valter Galante, "accordo raggiunto ma la sostenibilità del sistema non e'
ancora garantita. "Mancano le risorse per finanziare i livelli minimi di assistenza, i cosiddetti Lea, e per l'assistenza agli extracomunitari regolarizzati, come stabilito dall'accordo con il Governo dell'8 agosto 2001. Questi problemi - conclude - verranno affrontati durante un incontro in programma nei prossimi giorni,durante il quale le Regioni chiederanno un ulteriore stanziamento di 500 milioni".
E mentre il Ministro della Salute Girolamo Sirchia si è detto soddisfatto per l'accordo annunciato dai Presidenti delle Regioni per il riparto del fondo sanitario 2004, Maurizio Ronconi (Udc) sostiene che "I Presidenti delle Regioni tornano ancora una volta a bussare a soldi, ma il problema della cronica insufficienza di fondi a favore della sanità è invece in larga parte legato alla incapacità delle Regioni stesse a gestire il sistema sanitario''(sm)
Ghigo: Torino nella "galassia Rai"

''Torino ha i numeri per essere una delle capitali del sistema Rai'': e' quanto ha dichiarato il Presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, dopo l'incontro a Roma con il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo (nella foto). ''Cattaneo - ha riferito il Presidente - mi ha innanzitutto garantito la continuità dell' azione della Rai in merito al digitale terrestre, che riserverà particolare riguardo per le potenzialita' del Centro di ricerche torinese di corso Giambone. Ho quindi riscontrato notevole interesse rispetto al discorso dell' animazione, soprattutto per il contributo di grande professionalità e per il know how tecnico che la Rai di Torino può offrire a questo settore anche per mezzo del Centro
sperimentale di Cinematografia, ed ho avuto la certezza che le attività della sede torinese saranno rivitalizzate dalla produzione di fiction''.  ''Ho colto grande attenzione - ha proseguito Ghigo - anche sull' idea di impegnare la Rai di Torino nel campo dell'informazione scientifica, per esempio prevedendo la produzione in questa sede della prossima edizione della trasmissione Elisir. Abbiamo pure affrontato le questioni della rivitalizzazione e del rilancio della radiofonia, gli scenari legati ad un canale territoriale dedicato alla programmazione sociale, le potenzialita' di una trasmissione dedicata all' arco alpino''.
Sulla ''dimenticanza di Torino'' in occasione delle trasmissioni sui 50 anni della Rai, Ghigo ha riferito di avere ottenuto da Cattaneo ''la rassicurazione che non mancheranno le occasioni per ricordare il contributo dato dalla nostra citta',  come ad esempio l' inaugurazione del nuovo auditorium dell'orchestra sinfonica''.
Per la valorizzazione televisiva delle Olimpiadi invernali del 2006, concluso Ghigo, ''Cattaneo ha confermato di avere lavorato con il Toroc a una convenzione che darà molto  spazio agli sport invernali e ai siti olimpici". (red)

Riforme: martedì il voto del Senato
Mentre il Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini afferma di apprezzare "chi rivendica un federalismo forte, stando però attenti sempre alla cornice dell'unità nazionale", l'aula del Senato ha respinto la richiesta del centrosinistra di sospendere l'esame delle riforme costituzionali e di rinviarle in commissione. Quindi dopo le relazioni di maggioranza e di minoranza di stamani, di Francesco D'Onofrio e Franco Bassanini, la discussione generale sulle riforme riprenderà martedì.
''Sulle riforme bisogna andare avanti  perché i tempi sono strettissimi se si vuole concludere il lavoro entro la fine della legislatura''. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali,
Enrico La  Loggia che ha spiegato di essere convinto che sarebbe stato meglio approvare la norma sui cosiddetti parlamentini regionali, approvata dalla Commissione Affari costituzionali. ''Ma trovo positivo - ha concluso La Loggia - anche la soluzione dei Presidenti delle regioni nel Senato federale''.
Roma riconquista centralità nel dibattito sulle Riforme costituzionale e così mentre il relatore alla riforme Costituzionali,
Francesco D'Onofrio riconosce che su Roma capitale il testo del Governo e' insufficiente, non va; e su questo l'Udc presenterà un emendamento'', il Ministro per le riforme, Umberto Bossi chiarisce meglio il valore delle sue dichiarazioni sulla capitale ''Roma ladrona è quella dei palazzi del potere -ha spiegato Bossi- non la citta' o i cittadini.
Su un altro argomento appare soddisfatto invece il Ministro per gli italiani all'estero
Mirko Tremaglia "Posso dire, con soddisfazione, di aver constatato, proprio al Senato, che la gran parte dei gruppiparlamentari ha deciso di riparare all'errore e di ripristinare i 6 senatori della circoscrizione estero''.
Annuncia battaglia l'opposizione: ''Vi abbiamo offerto in Commissione su diversi punti valide alternative, tutte coerenti con l'esperienza dei grandi Stati federali - ha dichiarato il relatore di minoranza al Ddl di riforme costituzionali,
Franco Bassanini (Ds), e la disponibilità a correggere alcune disposizioni dell'articolo 117, come quelle relative alla competenza concorrente in materia di energia, comunicazioni e professioni su cui vi erano emendamenti convergenti''. E alla maggioranza, Bassanini (nella foto) rimprovera ''rifiuti immotivati e irragionevoli'', ma avverte: ''non ci ritireremo sull'Aventino. Combatteremo la nostra battaglia fino in fondo, non rinunceremo ad usare ogni argomento ragionevole per convincervi. Facciamo appello ai molti che nelle vostre file hanno a cuore l'unita' d'Italia e i principi di democrazia e liberta'''.Il cammino delle riforme? - si interroga il Presidente Storace -''Voglio vedere qual e' la conclusione, perche' per adesso ci sono solo impegni: bisogna vedere quello che succede e deve essere chiaro che non è Bossi che ha il pallino; per me la Stella Polare non è quella'', e sulla questione di Roma Capitale torna ad intervenire Donato Robillotta che afferma: "
Per quanto riguarda il testo delle riforme costituzionali va bene tutto ciò che va nella direzione di rafforzare il ruolo ed i poteri di Roma Capitale, purché sia chiaro che per fare di Roma una grande capitale europea è necessario conferirle i poteri legislativi propri delle Regioni, nelle materie che servono a governare il territorio. Ed è quello che è stato scritto nella norma che ha approvato il Governo: Roma Regione".(red)
Istat: Centrosud crescita maggiore pil nel 2002
L'Istat rende disponibili le stime, riferite al 2002, di alcuni aggregati economici riguardanti le regioni italiane. Esse vengono pubblicate a distanza di circa un anno dal periodo di riferimento. Le regioni del Centro e del Sud  Italia sono state quelle con una crescita maggiore del pil nel  2002: rispettivamente dello 0,9 e dello 0,7 per cento rispetto all'anno precedente contro un aumento dello 0,4% a livello nazionale. Lo rileva l'Istat nella sua analisi dei principali aggregati dei conti economici regionali. ''Il rallentamento della congiuntura economica che ha caratterizzato il 2002 - scrive l'istituto di statistica - si e' riflesso in modo differenziato nelle grandi ripartizioni territoriali''. Nel Nord-Est la crescita e' stata di appena lo 0,4%, ed e' stata addirittura negativa nel Nord-Ovest (-0,1%).
Le stime presentate sono coerenti con le serie dei conti regionali relative agli anni 1995-2001 e riguardano occupati interni, unità di lavoro, valore aggiunto, prodotto interno lordo, redditi da lavoro dipendente e spesa per consumi finali delle famiglie.
Tra le diverse regioni quelle che hanno segnato un progresso maggiore sono state il Lazio e la Campania (+1,8%) seguite dal Friuli Venezia Giulia (+1,7%) e dal Molise (+1,6). A Liguria e Veneto la maglia nera con una contrazione del pil rispettivamente dell'1,2 e dello 0,6 per cento.  Nel Sud e' stata rilevata una crescita generalizzata del pil, superiore alla media nazionale, ma con due eccezioni: la Sicilia e la Calabria, dove si e' assistito rispettivamente ad un calo dello 0,1% della produzione e ad un andamento stazionario. In Molise, Sardegna e Basilicata c'e' stata anche una crescita della produttivita' del lavoro, diminuita invece in Abruzzo, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria.
Nel Nord-Ovest - rileva l'Istat - ''anche la spesa delle famiglie per consumi finali mette in evidenza una flessione pari allo 0,2%'' sebbene in linea con il dato nazionale, mentre nelle regioni centrali e meridionali lo stesso indicatore e' rimasto invariato. In compenso nel 2002 la remunerazione del fattore lavoro (rapporto fra redditi da lavoro dipendente ed unita' di lavoro dipendenti) e' cresciuta piu' della media nazionale (+2,9% contro un +2,4%), attestandosi sul valore di 33.127 euro.
Nel Centro la crescita del pil e' stata determinata dall'apporto positivo dell'agricoltura (+1%) e dell'industria (+0,7%). L'occupazione e' aumentata dell'1,5% a fronte di un
peggioramento (-0,3%) della produttivita' del lavoro e di un miglioramento dei redditi da lavoro dipendente: 30.888 euro.
Anche nel Sud il 2002 ha portato ad una crescita delle retribuzioni pari all'1,8% pro capite, ma il valore assoluto resta nettamente inferiore al resto d'Italia con 27.106 euro e alla media nazionale: 30.478.
Sul sito Internet dell'Istituto (http://www.istat.it) è disponibile il set completo di dati relativi ai conti regionali 1995-2002 nelle consuete modalità (tavole regionali e unico archivio); quelli relativi all'ultimo anno della serie lo sono con le limitazioni appena esposte.

Ecco qui di seguito una tabella con la variazione del Pil nelle singole Regioni italiane dal 2001 al 2002:
--------------------------------------
Regioni                      Pil
                       var. 2002/2001
--------------------------------------
Piemonte                    -0,2
Valle d'Aosta               -1,0 
Lombardia                    0,2
Trentino-Alto-Adige          0,1
Veneto                      -0,6
Friuli-Venezia Giulia        1,7
Liguria                     -1,2
Emilia-Romagna               0,4
Toscana                      0,1
Umbria                       0,4
Marche                       0,2
Lazio                        1,8
Abruzzo                      0,2
Molise                       1,6
Campania                     1,8
Puglia                       0,5
Basilicata                   1,1
Calabria                     0,0
Sicilia                     -0,1
Sardegna                     1,1
-------------------------------------
ITALIA                       0,4
-------------------------------------
NORD-OVEST                  -0,1
NORD-EST                     0,1
CENTRO                       0,9
NORD-CENTRO                  0,3
MEZZOGIORNO                  0,7
--------------------------------------

(red)

Sottoscritto contratto dipendenti  Regioni e Autonomie Locali

E' stato definitivamente sottoscritto il contratto dei circa 600 mila dipendenti delle Regioni e delle Autonomie Locali che prevede un aumento medio mensile, a regime, di 106 euro. Lo rende noto l'Aran, secondo la quale il personale troverà gli aumenti nella busta paga del prossimo mese.
Dei 106 euro, 77 andranno ad incrementare la paga base, mentre il restante e' destinato al salario accessorio (produttività e indennità specifiche). Il contratto ha già ricevuto nei giorni scorsi il via libera da parte della Corte dei Conti. L'accordo per gli Enti Locali era stato raggiunto tra l'Aran e i sindacati lo scorso ottobre.
Aran:
COMPARTO REGIONI ED AUTONOMIE LOCALI: firmato definitivamente il CCNL del personale del comparto per il quadriennio normativo 2002 - 2005 e il biennio economico 2002 - 2003. Regioni ed autonomie locali: pubblicazione delle risposte a diversi quesiti relativi al comparto. (red)

 

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