periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 200 - Roma, 9  gennaio 2004

Sommario

Ambiente: allargate intese Stato-Regioni per acque Linee guida trapianti
Sardegna: rientra FI in Giunta Piemonte: aumentano posti in asili nido
Audizione Regioni su sito nazionale scorie radioattive Veneto: stanziamenti per barriere architettoniche
Ambiente: allargata mappa intese Stato-Regioni per acque
Si è allargata la mappa delle intese tra Stato e Regioni per l'eco-gestione delle acque. Il ministero dell'Ambiente lo rende noto siglando due nuovi accordi di programma con la Campania e la Sicilia per la tutela delle acque e la gestione delle risorse idriche, che si aggiungono alle dodici intese firmate in precedenza. Gli accordi prevedono investimenti finalizzati soprattutto all'adeguamento delle reti e delle infrastrutture depurative, alla tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei, alla riduzione ed eliminazione degli scarichi di sostanze pericolose, al monitoraggio delle acque, al riutilizzo delle acque reflue depurate e alla tutela dei corpi idrici pregiati.
Per la Regione Sicilia l'accordo di Programma prevede interventi per un valore di 1.615.007.716,73 euro di cui 635.227.870,36 euro sono risorse immediatamente disponibili. La Regione Siciliana ha deciso di utilizzare nel settore idrico anche la maggior parte delle risorse assegnate dal CIPE nel 2003 per le aree depresse.
Per la Campania sono previsti interventi per un valore di 1.452.287.417,20 euro, di cui 719.980.479,21 euro sono risorse immediatamente disponibili. Di particolare rilevanza l'intervento per la realizzazione degli impianti di depurazione di Acerra, Marcianise, Napoli Nord, Foce Regi Lagni e Cuma, per il quale è stato attivata una procedura di finanza di progetto che ha visto il cofinanziamento del soggetto privato per un importo di oltre 153 milioni di euro su un importo del progetto di 177,5 milioni di euro.
Il programma di eco-gestione delle risorse idriche italiane è stato avviato a dicembre del 2002, e ha portato, in un anno, alla firma di quattordici accordi di programma quadro. I due nuovi accordi infatti si aggiungono a quelli con il Lazio, il Veneto, il Piemonte, l'Emilia Romagna, la Toscana, la Liguria, la Lombardia, il Molise, la Basilicata, l'Abruzzo, la Puglia e il Friuli Venezia Giulia.
Le risorse attivate per mettere in moto questo grande "piano acque" italiano ammontano a 14.180.558.645,19 euro di cui 4.031.295.306,24 euro sono fondi immediatamente disponibili, mentre 10.149.263.338,95 sono fondi ad attivazione differita. La mappa delle intese Stato-Regioni sull'acqua, però, è destinata a completarsi: è in dirittura di arrivo l'accordo con l'Umbria, ma l'obiettivo è di firmare con tutti i governi regionali.
(sm)
Sardegna: rientra FI in Giunta
La Giunta regionale della Sardegna guidata da Italo Masala (An) ha ottenuto la fiducia-bis con l'  ingresso nell' Esecutivo di quattro assessori (tre tecnici) di  Forza Italia.
E' stato, infatti, approvato in Consiglio regionale con 39  voti a favore, 36 contro e 4 astensioni, l' ordine del giorno  che prevede il rientro nella Giunta guidata da Masala dei  quattro assessori di Fi, il partito di maggioranza relativa da  quasi quattro mesi fuori dall' Esecutivo dopo essersi astenuto  dal votare la fiducia al nuovo governo regionale lo scorso 5  settembre.
Gli assessori sono i tecnici Ugo Cappellacci al Bilancio e  Programmazione, Gabriele Asunis all' Urbanistica e Tonino Falchi  alla Pubblica Istruzione e Cultura, mentre rientra all'  Industria il consigliere Giorgio La Spisa. La Giunta Masala e'  cosi' composta: quattro Assessori Fi, tre Udc, due Riformatori, due Pps ed uno di An. 
(sm)
Audizione Regioni su sito nazionale scorie radioattive

3/12/2003: Jean e Bubbico in Audizione Commissione Ambiente . "Non è assolutamente vero che le regioni italiane e le province autonome abbiano deciso di disinteressarsi del problema". Sono alcune battute dell'Audizione in Commissione Ambiente Senato di FILIPPO BUBBICO (Presidente della regione Basilicata) come rappresentante della delegazione della Conferenza delle Regioni. Si esplicita così  la posizione delle Regioni in merito al sito unico nazionale per le scorie radioattive, che come sappiamo era stato in prima battuta identificato dal Governo nel comune di  Scanzano Jonico. La decisione fu poi messa da parte, è storia recente, da un altro decreto approvato in Consiglio dei ministri che ha predisposto ulteriori indagini tecniche e conoscitive e quindi una speficica commissione. Ma non si trova un presidente per questa commissione - lo rende noto l'agenzia giornalistica "Il velino" - che dovrà lavorare per identificare il nuovo sito nazionale: "Il decreto sui rifiuti radioattivi, approvato prima della pausa natalizia - spiega il Velino - prevede la nomina di una commissione di 19 esperti che entro un anno dovrà individuare il luogo dove sistemare le scorie italiane. Sarebbero stati dunque avviati i primi contatti per decidere chi debba ricoprire l’incarico di presidente e a sorpresa già si conterebbero le prime defezioni. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Velino, il premio Nobel Carlo Rubbia (che è in attesa del decreto di nomina ai vertici dell’Enea) e Antonino Zichichi, contattati in prima battuta, avrebbero rifiutato l’incarico. Se non per l’incarico di presidente, potrebbe essere indicato nella lista dei 19 commissari Sergio Garribba, già in forze all’Authority per l’energia e il gas".
Ma ritorniamo al 3 dicembre dello scorso anno, e quindi all'Audizione parlamentare delle Regioni in Commissione Ambiente. Bubbico continua a spiegare che "le regioni e le province autonome, in data 26 luglio 2003, hanno posto al commissario delegato, ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3267 del marzo 2003, una serie di questioni, alle quali non sono state date risposte precise e circostanziate. Giova ricordare, a questo riguardo, che l'ordinanza del marzo 2003 dispone, a seguito di un precedente decreto di stato di emergenza in cinque regioni italiane (Basilicata, Campania, Lazio, Emilia e Piemonte), la nomina di un commissario, individua una struttura e definisce anche la costituzione di una commissione tecnico-scientifica, alla quale gli atti del commissario sarebbero stati sottoposti prima che gli stessi producessero la relativa operatività.
La Conferenza dei presidenti delle regioni - afferma Bubbico (nella foto) - ha ricevuto a giugno un documento incompleto, contraddittorio in numerose parti, nel mentre la commissione tecnico-scientifica di cui all'ordinanza veniva costituita con ultimo atto il 31 luglio 2003 ed iniziava la propria attività il 2 settembre 2003. Quindi, quel documento sul quale la Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome ha richiesto approfondimenti e chiarimenti non risultava conforme alle procedure fissate in maniera esplicita ed inequivocabile con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri. Questa procedura credo possa rendere giustizia di una azione, che non risulta conforme alla norma, da parte del commissario stesso e di un atteggiamento delle regioni che non risulta per nulla elusivo o tale da annunciare la volontà di sottrarsi ad una precisa responsabilità circa la soluzione di un problema che interessa l'intero paese. D'altra parte, la stessa Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome già in altre circostanze si era espressa motivando i propri pareri in sede di Conferenza Stato-regioni, e precisamente nel 1999 e nel 2001.
La verità è che la procedura fissata dall'ordinanza - spiega Bubbico - è stata disapplicata e la stessa, peraltro, indicava tra i compiti affidati al commissario la definizione di uno studio per addivenire ad una gestione centralizzata dei rifiuti radioattivi, immaginandosi con ciò che sarebbe stato oggetto di valutazione e di discussione anche lo scenario di riferimento all'interno del quale trovare la soluzione che sta impegnando il paese da tempo.
Bisogna aggiungere che nel febbraio 2003, quindi un mese prima che venisse emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri di nomina del commissario, Sogin attraverso i massimi esponenti (presidente ed amministratore delegato) affermava che nessun incarico era stato conferito circa la definizione e la individuazione di un sito unico da parte del Ministero delle attività produttive; con ciò intendendosi che il ministero di riferimento per tali attività fosse da individuarsi nel Ministero delle attività produttive. Nella stessa circostanza veniva detto che il lavoro dell'ENEA, sviluppatosi nel corso di alcuni anni attraverso la Task force, non risultava attuale, perché nel frattempo nuove normative erano intervenute. Sempre nella stessa circostanza si affermava che i pericoli relativi allo scenario internazionale che metteva in evidenza azioni terroristiche non erano da riferirsi esclusivamente alle attività o ai siti contenenti combustibili o rifiuti nucleari, ma riguardavano numerose industrie e segnatamente quelle chimiche.
Circa i rifiuti radioattivi, in quella stessa circostanza veniva detto che la soluzione del problema di protezione rispetto ad attacchi terroristici anche dal cielo veniva individuata confinando i materiali in strutture solide - i cask -, collocate in alveari in cemento armato a prova di bomba (cito pressoché testualmente quanto detto dai massimi esponenti di Sogin).
Successivamente, interrompendo un processo e venendo meno ad un mandato conferito con l'ordinanza n. 3267, si arriva al decreto-legge di individuazione di Scanzano Ionico, senza che su questo sito si fossero sviluppati i dovuti studi, poiché non risulta chiaro neanche quando sia stato conferito tale mandato a Sogin. Solo in via verbale, in un incontro ufficiale a Palazzo Chigi ci fu comunicato che sul finire di settembre era stato conferito tale incarico e non so in quali contesti possa risultare immaginabile che in un periodo così limitato possano essere stati effettuati studi per individuare un sito nel quale collocare i rifiuti di prima, seconda e terza categoria.
Tra l'altro, solo qualche giorno fa, in sede di Commissione ambiente della Camera, abbiamo potuto prendere visione degli studi ai quali Sogin faceva riferimento, poiché sino a quella data la Conferenza dei presidenti delle regioni non ha mai ricevuto alcun documento o alcuno studio nel quale venissero descritte le operazioni propedeutiche alla individuazione del sito".
(gs)

Linee guida trapianti

 

Per dare ulteriori certezze e garanzie ai trapianti di organi è stato siglato un accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano nel corso della riunione della Conferenza Stato-regioni del 26 novembre 2003. L'accordo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 23 dicembre dell'anno scorso, contiene le «Linee-guida per l'accertamento della sicurezza del donatore di organi».
Le linee guida sono state elaborate in base alle disposizioni del decreto ministeriale 2 agosto 2002, recante: «Criteri e modalita' per la certificazione dell'idoneita' degli organi prelevati al trapianto».
Scopo delle linee-guida:
A. definire i livelli di rischio accettabili/non accettabili per l'utilizzo degli organi;
B. stabilire le modalità operative del processo di valutazione del rischio.

Presentazione

Il testo dell'accordo

Le linee guida

Audiovisivi

Campagna di comunicazione

Documenti correlati

Il dossier sui trapianti

Link sul web

Il sito del ministero della Salute

Il sito dell'AIDO

Documenti da scaricare

Il testo delle Linee guida

Il testo del DM del 2 agosto 2002 sulla certificazione

Il testo del DM del 2 agosto 2002 sulla formazione

Il testo del DM del 5 giugno 2002

Il testo della Legge n.91 del 1 aprile 1999

Il testo dei documenti in formato.pdf

(red)
Piemonte: aumentano posti in asili nido
Sono aumentati di 1219 unità i posti all’interno degli asili nidi piemontesi: un risultato ottenuto grazie al bando di concessione dei "Contributi a sostegno degli interventi di realizzazione micro-nidi", voluto dall’Assessore regionale alle Politiche Sociali, Mariangela Cotto.
Il bando, approvato lo scorso 16 giugno dalla Giunta regionale, entro la scadenza del 30 settembre aveva portato alla presentazione di 85 domande, di cui 72 sono risultate idonee per la realizzazione di diverse tipologie di servizi.
"Sono molto soddisfatta - ha commentato l’Assessore Cotto - del grande successo di questa iniziativa, che non ha eguali in ambito nazionale e che permetterà di completare la rete di servizi per la prima infanzia che in questi anni abbiamo cercato di realizzare.
In particolare ho apprezzato la grande partecipazione dei Comuni, che hanno presentato 45 domande sulle 85 totali. Inoltre, il 75% delle richieste proviene da piccole realtà e questo dimostra che il nuovo servizio istituito di micro-nido ha centrato l’obiettivo prefissato, che era proprio quello di servire i piccoli Comuni e le aree che non riuscivano a permettersi un servizio di nido tradizionale".
(red)
Veneto: stanziamenti per eliminazione barriere architettoniche

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell'Assessore regionale alle politiche sociali Antonio De Poli, ha  approvato il piano di riparto per il 2003 del fondo regionale che mette a disposizione oltre 3 milioni di euro per permettere alle persone con disabilità di realizzare, nelle proprie case, interventi di eliminazione delle barriere architettoniche o di acquistare ausili, attrezzature e dispositivi che favoriscano l'accesso e la mobilità nelle abitazioni stesse o di adattare alle loro esigenze motoveicoli ed autoveicoli privati. "Il fondo regionale del 2003 - spiega De Poli - ha visto un sostanzioso aumento di risorse regionali tenuto conto che nel 2002 la consistenza del fondo si fermava a 476 mila euro. Con lo stesso provvedimento, il governo veneto ha liquidato a ciascun comune il contributo assegnato così come previsto dalla legge regionale n.41 del 1993". "Si tratta di risorse completamente regionali - spiega l'Assessore regionale  - visto che, da anni, a livello nazionale non si rifinanzia più il fondo di settore. Già questo elemento è sufficiente a far capire l'importanza che il governo veneto annette a questo tema, ritenendolo fondamentale per la compiuta realizzazione del diritto di cittadinanza e di pari opportunità dei cittadini con disabilità". Le richieste di contributo sono state inviate dai Comuni alla Direzione regionale dei servizi sociali la quale ha predisposto un'apposita istruttoria e assegnato contributi pari al 43,5% del fabbisogno di ciascun Comune i quali, sulla base dei fondi regionali loro assegnati, eventualmente integrati con fondi propri, provvedono alla ripartizione dei contributi fra i soggetti che ne hanno titolo. Entro un anno dal trasferimento dei fondi ogni Comune dovrà provvedere alla liquidazione dei contributi ai cittadini, provvedendo alla restituzione alla regione delle somme rimaste eventualmente inutilizzate. 
(red)

 

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