periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 304 - Roma, 5, 6 e 7 giugno 2004

Sommario

Quaderno congiunturale e aumento spesa farmaci Sondaggi welfare: sanità buona, sociale meno
Riforme istituzionali: aggiornamenti on line Lazio: più innovazione, più export
L'addio a Manfredi Aumenta fabbisogno Stato, ma previste novità per il  II semestre
Quaderno congiunturale e aumento spesa farmaci
E' in linea sul sito del Dipartimento del Tesoro il nuovo documento denominato Quaderno Congiunturale maggio 2004, dove si evincono i principali aspetti dell'andamento della nostra economia. Inoltre è stato indicato il Fabbisogno del settore statale – maggio 2004. Ma vediamo la comparazione dei dati europei sul Prodotto Interno Lordo forniti invece da Eurostat.
E' il Lussemburgo il paese Ue con il piu' alto Prodotto interno lordo pro capite. Lo rileva
Eurostat, l'ufficio europeo di statistica. Il dato, a parita' di potere d'acquisto, per l'Italia e' identico a quello della media di eurolandia. Il Pil pro capite del Lussemburgo e' invece ''piu' del doppio di quello della media dell'Unione''.  Nella lista preparata dall'ufficio statistico europeo, il piccolo granducato e' seguito da Irlanda e Danimarca, mentre per il Belgio, la Svezia e la Francia l'indicatore e' superiore del 15 alla media dell'Ue a 25, e per la Finlandia, la Germania e l' Italia circa del 10%.
Fra i paesi che sono entrati nell'Ue il primo maggio, quelli con il Pil pro capite piu' lontano dalla media dell'Unione sono Estonia, Lituania, Polonia e Lettonia. Di seguito una tabella con la lista di quei paesi, compresi i candidati all'ingresso in Ue, il cui pil pro capite non supera il 75%. Il dato e' utile anche per capire la ripartizione dei futuri fondi europei. Le regioni che beneficeranno dal 2007 dell'ex obiettivo 2 ( aree povere) sono quelle in cui la ricchezza pro capite non supera il 75%.
Portogallo     75
Malta          73
Rep.Ceca       69
Ungheria       61
Slovacchia     51
Estonia        48
Lituania       46
Polonia        46
Lettonia       46
Romania        30
Bulgaria       29
Turchia        27.
FARMACI, FEDERFARMA- SPESA IN SALITA AD APRILE (+16,5%):
Intanto continua a crescere la spesa pubblica farmaceutica. A lanciare un nuovo allarme e' Federfarma (NUOVO ALLARME DEI FARMACISTI SULL'ULTERIORE AGGRAVAMENTO DELLA SPESA FARMACEUTICA), che ha fornito oggi i dati di aprile 2004 della spesa Ssn in farmacia. L'incremento e' stato infatti del 16,5% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. In crescita anche il numero di ricette, aumentato ad aprile di oltre l'11%.
Una crescita evidente - sottolineano i titolari di farmacia -se si pensa che a gennaio l'aumento era dell'1,1%, a febbraio del 7,8%, e a marzo del 16%. ''Cio' conferma - aggiunge Federfarma - l'estrema urgenza di un intervento di contenimento strutturale, tenendo conto che i progetti governativi, basati sulla stima della media di aumento nel primo trimestre dell'8%, sono gia' inadeguati prima di essere approvati, dal momento che la media degli incrementi nel periodo gennaio-aprile e' del 10,1%''.
(red)
Riforme istituzionali: aggiornamenti on line

A che punto è la fase di elaborazione dei nuovi Statuti delle Regioni? In che modo si sta pensando ai Consigli delle autonomie locali? Come sarà affrontata la questione della potestà regolamentare nelle Regioni a statuto ordinario? A questi interrogativi forniscono una prima risposta due report della Segreteria della Conferenza delle regioni, on line su www.regioni.it (nella sezione miscellanea/affari istituzionali). Sempre sul sito www.regioni.it  e sempre in tema di riforme  è on line un Dossier predisposto dal coordinamento area affari istituzionali sulle competenze legislative concorrenti delle Regioni.
Il Dipartimento per le riforme istituzionali e la devoluzione, invece, ha aggiornato le sezioni relative a:
scheda sistematica dei progetti costituzionali non governativi in corso d'esame (Camera - Senato XIV leg. - aggiornamento al 17 maggio 2004) ;  alle principali sentenze della Corte Costituzionale in materia di riparto delle competenze legislative: anno 2004 (aggiornamento al 24.05.2004);  alla scheda sistematica dei progetti di legge costituzionale non governativi di cui non è iniziato l'esame (Camera - XIV leg. - aggiornamento al 17 maggio 2004) ; ed infine alla scheda sistematica dei progetti di legge costituzionale non governativi di cui non è iniziato l'esame (Senato XIV leg. - aggiornamento al 17 maggio  2004).
(sm)

L'addio a Manfredi
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Un lungo applauso e un ritmato ''Nino Nino'' ha accolto in Piazza del Popolo il feretro dell'attore Manfredi all'uscita della Chiesa degli Artisti a Roma. Con Nino Manfredi se ne va uno degli attori italiani piu' popolari del cinema.
''La scomparsa di Nino Manfredi ci lascia attoniti'', ha detto Francesco Storace, presidente della Regione Lazio.  ''Lo piangiamo per il suo alto senso artistico - sottolinea  Storace - e per il profondo attaccamento alla sua terra. Nino  Manfredi, con la sua vita, ha rappresentato un esempio per la  Ciociaria e per l'Italia intera'', ''Eravamo molto legati e condividevamo inoltre le origini ciociare. E' una grande perdita per il cinema italiano''.
Per il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino,''Dieci anni fa se ne andava Massimo Troisi, oggi diamo l'addio a
Nino Manfredi. Due volti e due anime popolari, due sorrisi mesti, illuminati da un'ironia dolce e malinconica''. ''Manfredi e Troisi - aggiunge - appartenevamo a generazioni  diverse, ma avevano in comune una dote preziosa: rispecchiavano  con intelligenza ed umorismo inimitabili l'inquietudine e le  sofferenze di due culture legate  da una profonda affinita'''.
''Perdere oggi Manfredi e' come fare un tuffo nel passato di un'Italia che abbiamo amato, pulita, ingenua e molte volte sconfitta, ma capace di sorridere con franchezza e lealta' di fronte alla diversita' della vita. Viene da pensare che alcuni attori, forse comici, hanno saputo raccontare e mostrarci il nostro Paese con una dignita' esemplare da cui abbiamo tanto da imparare'', conclude Bassolino.
''Con Nino Manfredi scompare uno dei maggiori protagonisti di una stagione felice del cinema italiano, quella della commedia all' italiana, della rappresentazione colta, intelligente, ma popolare al tempo stesso dei caratteri peculiari della nostra gente''. Cosi' il presidente della Regione Marche vito D' Ambrosio: ''Nino Manfredi -
osserva D' Ambrosio - seppe esserne fedele interprete, dando vita a personaggi sempre mutuati dalla realta' quotidiana, e cio' gli valse l' affetto del grande pubblico. Quale marchigiano, ad esempio, non si e' immedesimato in Marino, il barbiere maceratese che finalmente ritrova a Roma, nel mezzo di una manifestazione, il suo amore perduto, in 'Straziami ma di
baci saziami'? Ho sempre apprezzato sopra ogni altra cosa - conclude il governatore - il carattere semplice e al tempo stesso rigoroso dei personaggi di Nino Manfredi, ed ora che non c'e' piu' penso che il cinema, il teatro, la televisione a cui egli ha dato tanto con la sua bravura, abbiano subito una gran perdita''
''Un protagonista con un forte
legame per la Sicilia. Un attore che ha fatto ridere, ha fatto piangere, ha fatto pensare gli italiani''. Questo il commento del presidente della Regione Siciliana,
Salvatore Cuffaro: ''A Taormina Manfredi - aggiunge - era uno di casa. Amava la nostra terra tanto che intraprese pure un'attivita' turistica acquistando un noto albergo del luogo. Manfredi manchera' agli italiani ai quali ha regalato emozioni forti, grazie ad una professionalita' multiforme ed eclettica. Con lui scompare l'ultimo esponente di una pattuglia di grandi attori che hanno risposto ai nomi di Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi''.
(gs)

Sondaggi welfare: sanità buona, sociale meno

I poveri e i disoccupati non sono protetti a sufficienza ma l'assistenza sanitaria e 'complessivamente "buona". E' questo il risultato di un sondaggio a cura di Renato Manneheimer, direttore scientifico dell'Ispo, sull'atteggiamento degli italiani sul welfare. Mentre un sondaggio della Caritas ha particolarmente analizzato le politiche sociali, rilevando le situazioni più delicate e critiche.
Promossa, seppur non a pieni voti, la sanita' italiana giudicata complessivamentebuona dal 59% degli intervistati anche se il 71% fa notare che i servizi sanitari sono "inefficienti" e i pazienti non sempre trattati bene.
Da parte sua, lo Stato deve fare la sua parte, facendo "di piu'" sul fronte dell'assistenza all'infanzia (92%), per aiutare i pensionati poveri (94%) o per gli anziani non autosufficienti (94%), o anche per l'istruzione dei giovani (93%). Se per il 49% pagare le tasse significa "contribuire a qualcosa", le risposte non sono invece unanimi sulla 'ricetta' per il welfare state. Se un 39% si dichiara disponibile perfino ad un aumento dell'imposizione fiscale per mantenere gli attuali finanziamenti, il 31%, invece, sostiene che bisogna diminuire le tasse anche riducendo la spesa sociale e un 30% vorrebbe lasciare le cose come stanno.
Il 39% degli italiani ritiene che sia necessario un incremento delle spese sociali (per la scuola, la sanita', le pensioni) anche se cio' significa un aumento delle tasse.
Dal 1985 al 2004 la variazione piu' significativa di percentuale riguarda quella parte di italiani che crede che le cose non debbano cambiare, passata dal 20 al 30%, mentre coloro che ritengono che gli attuali finanziamenti per i servizi sociali debbano essere mantenuti o aumentati anche a costo di un aumento delle tasse e' scesa dal 46 al 39% . E' invece scesa dal 33 al 31% la percentuale di chi vorrebbe meno tasse anche a costo di ridurre i fondi per la spesa sociale.
Inoltre è stato presentato dalla Caritas il Primo rapporto sui sistemi regionali di welfare, realizzatodalla Fondazione Zancan. Con l'evoluzione del sistema di welfare da un sistema centralizzato a un sistema federalista, le regioni avranno sempre piu' potere nel disegnare il proprio welfare nella sanita' e nell'assistenza. ''La riforma del titolo V della Costituzione - afferma mons. Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione Zancan - e il processo di 'devoluzione' in atto, accanto
ai vantaggi che sperabilmente perverranno ai cittadini, comportano una serie di rischi sotto il profilo della sicurezza sociale e in particolare quello di indebolire la solidarieta' nazionale, creando regioni di serie A, B, C e di conseguenza di compromettere alcuni diritti sanciti dalla Costituzione''.
Le regioni stanno attuando le loro nuove responsabilita'? Il Rapporto prova a dare una risposta prendendo in esame tre aspetti - demografico, sociale e sanitario -, indagando sia l'offerta nei servizi (posti letto, risposte domiciliari ecc.) che gli indici di spesa (pagamenti, residui passivi ecc.).
Tra i fattori demografici, e' interessante il dato relativo alla percentuale della popolazione ultra75enne, cioe' la percentuale di 'grandi anziani' sul totale della popolazione, di cui il 30 per cento presenta problemi di non autosufficienza che aumentano in misura esponenziale con il progredire dell'eta'. I valori di tale indice, come emerge dal Rapporto, evidenziano che la Liguria e' la regione italiana con la popolazione piu' anziana (gli ultra 75enni sono il 12% della popolazione). Sensibilmente piu' alti della media nazionale risultano anche i valori di Umbria (11%), Emilia-Romagna (11%), Friuli-Venezia Giulia (11%), Marche (10%), Molise (10%), Piemonte (9,5%) e Abruzzo (9,5%). Viceversa, la Campania e' la regione meno anziana (5,6%). Sensibilmente inferiori alla media
nazionale risultano anche i valori registrati in Puglia (7%), Sardegna (7%), Sicilia (7%), Calabria (7,4%) e Veneto (8,3 %). Fa
riflettere, poi, il dato relativo all'instabilita' coniugale: in Veneto quasi una famiglia su 4 e' toccata da questa problematica, leggermente al di sotto della media nazionale. I valori piu' alti sono quelli della Liguria, dove e' interessata al problema una famiglia su due.
Differenze marcate tra le regioni si vedono esaminando, nell'epidemiologia sanitaria, la speranza di vita dei maschi a 65 anni. Chi soffre piu' e' la Campania: un maschio di 65 anni ha dinanzi a se' ancora 15 anni di vita. In Friuli, invece, un maschio di 65 anni ha dinanzi a se' 16 anni di vita, e così in Veneto, Lazio, Lombardia, Piemonte. Piu' fortunati i maschi di 65 anni di Marche e Basilicata: per loro la speranza di vita e' di altri 17 anni. Dunque, invecchiare in una regione rispetto ad un'altra comporta delle disuguaglianze.
 ''Il quadro che emerge dal Rapporto - afferma Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan - evidenzia le grandi potenzialita' di miglioramento e di qualificazione dei sistemi di welfare che le regioni dovrebbero affrontare, concordando per quanto e' possibile strategie condivise, analogamente a come si e' fatto e si sta cercando di fare in Europa. Su scala europea si sta infatti dibattendo il problema di come condividere e realizzare infrastrutture di cittadinanza europea che facilitino lo scambio e la crescita condivisa dei capitali sociali presenti nei diversi paesi. Se anche su scala nazionale non si sara' capaci di fare questo, non si potra' parlare di federalismo, ma di 'deriva federalista', cioe' di un forte rischio di impoverimento dei sistemi di welfare regionali, spesso molto fragili e senza grandi speranze di crescita''.
(gs)

Lazio: più innovazione, più export
Il Lazio e' la regione piu' innovativa d'Italia, seguita dalla Lombardia, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna. Questo e' il risultato raggiunto dal Secondo Quadro di Valutazione dell'Innovazione, per giugno 2004, realizzato dall'Osservatorio Filas sulla base di quello europeo ed ampliato rispetto a quello regionale precedente.
''Il Lazio -prosegue  l'ossevatorio Filas - e' prima dinanzi alle altre regioni italiane in vari indicatori tra i quali: il numero degli occupati nel settore dei servizi ad alta tecnologia, la spesa pubblica per R&S, il numero di persone che hanno un sito web, l'informatizzazione dei comuni; debole, invece, la performance relativa al numero di brevetti ad alta tecnologia depositati all'Ufficio Europeo dei Brevetti cosi' come per quelli depositati all'Ufficio Statunitense.''
Inoltre nel decennio 1994-2003, le esportazioni del Lazio sono cresciute di quasi il 71%, rispetto ad un incremento medio a livello nazionale che nello stesso periodo e' stato del 62,3%. La dinamica registrata, dunque, rende nel 2003 il Lazio la sesta regione italiana per esportazioni, con un valore delle vendite estere di 10,38 miliardi di euro, pari al 4% del totale nazionale. Sono questi i dati che emergono dal primo Rapporto sull'Internazionalizzazione del Lazio, realizzato dall'Osservatorio costituito nel gennaio 2004 da 'Unioncamere Lazio' e Universita' 'Luiss Guido Carli' per approfondire sistematicamente l'andamento internazionale dell'industria del Lazio e per fornire alle imprese conoscenze utili per migliorare le proprie strategie competitive.
(sm)
Aumenta fabbisogno Stato, ma previste novità per II semestre

Il Ministero dell'Economia ha reso noto che nel mese di maggio 2004 si è registrato un fabbisogno del settore statale pari a circa 9.700 milioni di euro a fronte di un fabbisogno di 3.792 milioni di maggio dello scorso anno. Nei primi cinque mesi del 2004 - prosegue la nota di via XX Settembre - si è registrato complessivamente un fabbisogno pari a circa 47.800 milioni, mentre nell'analogo periodo 2003 si era avuto un fabbisogno pari a 36.981 milioni.
Il fabbisogno di maggio del 2004 supera quello del 2003 di circa 6.000 milioni. Per il Ministero la differenza è principalmente dovuta al fatto che, nel maggio 2003, si era registrato l’incasso della prima parte delle sanatorie fiscali, pari a circa 8.000 milioni. Nel mese di maggio 2004 non vi sono stati incassi da sanatorie fiscali. Per contro, rilevanti incassi di carattere straordinario sono previsti nella seconda metà del 2004. Un confronto omogeneo tra i dati mensili, evidenzia comunque un miglioramento del fabbisogno tra il 2004 ed il 2003 pari a circa 2.000 milioni e conferma l’inversione di tendenza, già evidenziata ad aprile, rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il risultato positivo è stato determinato da un buon andamento delle entrate fiscali ordinarie e dall’azione di monitoraggio e di programmazione sulla spesa.

Per quanto riguarda invece i dati di sintesi del conto del settore statale il ministero ha pubblicato la tabella relativa al fabbisogno del settore statale marzo 2004:

 

Milioni di euro

Formazione del fabbisogno

 

Entrate

25.700

Spese

41.956

di cui: spesa per interessi

3.937

 

Fabbisogno (-) / Disponibilità (+)

-16.256

Copertura

 

Totale

16.256

Titoli a breve termine

7.255

Titoli a medio-lungo termine

-1.276

Titoli esteri

2.761

Altre operazioni (1)

7.516

(1) i dati comprendono la raccolta postale e il conto di disponibilità

Entrate tributarie dello Stato aprile 2004: dati di competenza: Il MEF comunica che nel mese di aprile 2004 sono state accertate entrate tributarie dello Stato – calcolate secondo il criterio della competenza e al netto delle sanatorie fiscali - per 22.105 milioni di euro, in crescita del 9,3% rispetto allo stesso mese del 2003. Il gettito derivante dalle imposte dirette è stato di 10.143 milioni (+16,3%), quello delle imposte indirette è stato di 11.962 milioni (+4,0%); in particolare, l’incremento registrato dall’Iva è stato del 6,3%.
Nei primi quattro mesi dell’anno, le entrate comprensive del gettito da sanatorie fiscali sono state di 93.199 milioni, in aumento del 2,7% rispetto a quelle dello stesso periodo del 2003. Al netto delle sanatorie, l’incremento è del 2,4%.
Imposte dirette. Nel periodo gennaio-aprile il gettito relativo alle imposte dirette è stato di 45.288 milioni (+1,7%). Le entrate derivanti dall’IRPEF sono state 41.270 milioni (+3,7%).
Il gettito IRPEG, non significativo dato il periodo, è stato di 677 milioni (–35,5%).
Imposte indirette. Nello stesso periodo il gettito totale delle imposte indirette è stato di 47.629 milioni (+3,2%). Le entrate derivanti dall’IVA sono state 26.207 milioni (–0,1%). Il gettito dell’IVA sugli scambi interni è stato di 22.383 milioni ( +0,2%) e quello dell’IVA sulle importazioni è stato di 3.824 milioni ( –1,5%). E’, in specie, in atto una ripresa di gettito Iva rispetto all’inizio d’anno; inizio che è stato penalizzato da effetti di recupero dal 2003.

(red)

 

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