periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 311 - Roma, 16  giugno 2004

Sommario

La nuova mappa del potere locale Toscana Classica continua
Già si parla di regionali Marche: risparmio energetico e inquinamento luminoso
Confindustria e UIL su federalismo Abruzzo e Veneto: sperimentazione sociosanitaria a non autosufficienti
La nuova mappa del potere locale

Province, l'Ulivo e' più forte. La mappa del potere locale, titola oggi il Corriere della Sera, mentre l'Avvenire: Comuni, nei ribaltoni l'Ulivo batte Cdl 3 a 2; Il centrosinistra riconferma 37 province su 45.
Quindi completato lo scrutinio del primo turno, la mappa del potere locale esce profondamente mutata. Si votava per il rinnovo di 63 province e 30 comuni capoluogo di provincia (4518 era il totale dei Comuni).
Prima del voto, nelle amministrazioni comunali maggiori il centrosinistra controllava 20 Comuni su 30 e, nelle Province, era alla guida di 45 delle 63 amministrazioni (18 erano nelle mani del centrodestra).
Al termine del primo turno il centrosinistra si e' gia' confermato in 18 comuni e in 38 province. Il centrodestra si e' confermato in 6 comuni e 3 province. Si va al ballottaggio in 6 comuni e 22 province:

* PROVINCE

* CENTROSINISTRA * CENTRODESTRA * BALLOTTAGGIO
- Alessandria - Cuneo - Pordenone
- Torino - Asti - Novara
- Rovigo - Latina - Biella
- Venezia - Verbano-Cusio-Ossola
- Bologna - Bergamo
- Ferrara - Brescia
- Modena - Sondrio
- Parma - Milano
- Reggio Emilia - Padova
- Rimini - Verona
- Forli'-Cesena - Chieti
- Savona - L'Aquila
- Firenze - Isernia
- Arezzo - Brindisi
- Grosseto - Catanzaro
- Livorno - Cremona
- Pisa - Lecco
- Pistoia - Lodi
- Prato - Belluno
- Siena - Piacenza
- Perugia - Macerata
- Terni - Rieti
- Ascoli Piceno
- Pesaro e Urbino
- Frosinone
- Pescara
- Teramo
- Avellino
- Napoli
- Salerno
- Bari
- Taranto
- Lecce
- Matera
- Potenza
- Cosenza
- Crotone
- Vibo Valentia

* COMUNI CAPOLUOGO

* CENTROSINISTRA * CENTRODESTRA * BALLOTTAGGIO
- Verbania - Imperia - Biella
- Cremona - Ascoli Piceno - Vercelli
- Ferrara - Viterbo - Firenze
- Forli' - Siracusa - Bergamo
- Modena - Teramo - Arezzo
- Reggio Emilia - Brindisi - Foggia
- Livorno
- Prato
- Perugia
- Terni
- Pesaro
- Campobasso
- Avellino
- Potenza
- Caltanissetta
- Bologna
- Padova
- Bari
E nasce anche il nuovo Consiglio regionale della Sardegna. E' all' insegna dei volti nuovi (il 50% di neo consiglieri alla prima legislatura), con una cospicua presenza femminile (a cominciare dal ''settebello rosa'' che ha affiancato nel listino regionale il presidente Soru) e un unico piccolo neo: il ricorso - non voluto e certamente non gradito - al premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale che farà salire da 80 a 85 il numero dei componenti del XIII Consiglio regionale della Sardegna.
(sm)
Già si parla di regionali

Già si punta alle regionali. E i commentatori non si nascondono il tema.
Con attenzione si parla delle prossime amministrative e regionali, e di come vada letta l'ultima tornata elettorale anche in rapporto alle politiche fiscali. Ieri "la Repubblica" titolava sul possibile rinvio delle regionali.
Il federalismo nell'urna: è il titolo di un fondo de "il Sole 24Ore", che tra l'altro afferma - dopo aver analizzato il voto delle europee - "sul destino delle amministrative territoriali conta anche un fattore particolare: che negli ultimi anni i Governi europei hanno teso a scaricare su Regioni, Comuni e altri enti locali carichi fiscali sempre più ingenti nella speranza di oscurare le proprie responsabilità. La manovra di mascheramento, peraltro non pare essere riuscita tanto bene, ma comunque l'impopolarità degli amministratori in carica è stata assicurata. L'unico antidoto a questi comportamenti politici (alla fine autolesionistici) è dare poteri certi anche sul piano fiscale agli enti locali e regionali. E fare contare di più gli esponenti del potere decentrato nel sistema politico nazionale".
Mentre il filosofo Massimo Cacciari (nella foto), in un'intervista al "Corriere della Sera" analizza le prospettive politiche delle prossime regionali per il centrosinistra e avverte "se alle prossime Regionali ciascuno si presenterà per conto suo sarà l'ultimo dei suicidi".
(sm)

Confindustria e UIL su federalismo

Decalogo della semplificazione. E' l'obiettivo che si pone il manifesto di Confindustria per rilanciare il processo di semplificazione del rapporto fra imprese e pubblica amministrazione.
Il Decalogo, frutto del lavoro della Presidenza e del Consiglio centrale Piccola Industria, e' stato presentato oggi dallo stesso numero uno delle imprese minori legate a Confindustria Sandro Salmoiraghi, che ha sottolineato la necessità di ''analisi dell'impatto che i regolamenti hanno sull'attività quotidiana delle imprese'', che reclamano ''procedure semplici, ma soprattutto tempi certi e risposte definitive'' da parte dalla PA. Un traguardo, quello della semplificazione dei rapporti burocratici che, ha sostenuto Salmoiraghi, deve interessare anche le aziende estere che vogliono investire in Italia. Per attrarre investimenti infatti, secondo il presidente della Piccola, l'Italia deve dotarsi di ''procedure chiare e trasparenti''.
''L'eccesso di regolamentazione - scrive Confindustria presentando il Decalogo - influenza le potenzialità di sviluppo'' e ''i confronti internazionali continuano a segnare una posizione nettamente piu' sfavorevole dell'Italia rispetto a quella dei principali paesi industrializzati'' in materia di rapporti tra il mondo dell'impresa e quello della pubblica amministrazione.
Per questo, chiedendo ''meno regole che siano rispettate da tutti'', Confindustria ha messo a punto i dieci capisaldi per la semplificazione dei rapporti industria-PA:
1) l'autocertificazione delle attivita' di impresa;
2) l'adozione da parte del governo e delle regioni di una policy specifica per l'abbattimento degli oneri regolatori e burocratici;
3) l'accelerazione del processo di semplificazione e codificazione della normativa esistente;
4) un 'termometro' per misurare l'efficacia delle nuove regolamentazioni, magari costituendo una struttura centrale, sul modello della Riu inglese, per l'analisi dell'impatto della regolamentazione;
5) l'introduzione del principio generale dell'atto unico cui corrisponda una amministrazione unica, sia per la responsabilita' dell'iter dei procedimenti, sia per la loro emanazione;
6) una corsia preferenziale per le nuove iniziative produttive, cosi' da rendere piu' facili e trasparenti anche gli investimenti esteri in Italia;
7) la diffusione della firma elettronica e della firma digitale;
8) l'introduzione effettiva del registro elettronico delle imprese, come garanzia di completezza dei requisiti per gli utenti, ma anche come strumento per gestire il rapporto con gli uffici pubblici;
9) l'avvio di un piano di formazione e qualificazione per il personale incaricato di far funzionare i meccanismi di semplificazione che gia' esistono;
10) la liberalizzazione degli interventi dei dirigenti, sul modello del 'permission slip' americano.
Gli imprenditori italiani sono favorevoli al federalismo ma a patto che semplifichi il loro rapporto con le pubbliche amministrazioni e non lo complichi. E' quanto ha sostenuto, intervenendo alla Giornata della Semplificazione, il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.
''Da imprenditori - ha detto Montezemolo (nella foto) - che non hanno e non vogliono avere etichette e quindi solo in funzione della competitivita', diciamo che il federalismo deve essere semplificazione''. Per Montezemolo ''il potere legislativo trasferito alle Regioni deve servire alla semplificazione e non ad aumentare in misura geometrica la produzione di leggi. Si' dunque al federalismo che semplifica, no se vuol dire piu' costi, tasse e lungaggini''.
Si interroga sul federalismo  anche il sindacato, la UIL in particolare, che ha dato vita ad un seminario di approfondimento su federalismo e decentramento allaluce del testo di riforma approvata dal Senato lo scorso 25 marzo.
Il Segretario confederale Guglielmo Loy, nella sua relazione introduttiva, si e' chiesto se, soprattutto in tema di sanita' ed istruzione, sia ''giuridicamente possibile, oltre che civilmente corretto, generare differenziazioni a livello territoriale. A nostro avviso - ha proseguito il sindacalista della Uil -  su questi due diritti fondamentali dovrebbe essere garantita su tutto il territorio nazionale una omogeneita' di tutela''.
''Pur considerando giusto il decentramento amministrativo di funzioni e competenze a livello regionale, la Uil ritiene ingiusto assegnare competenze legislative esclusive alle Regioni sui diritti fondamentali connessi alla sanita' e all'istruzione poiche' si innescherebbe inevitabilmente un processo di ineguaglianza nei diritti e nella tutela degli stessi tra cittadini che vivono nello stesso Paese portando, quindi, ad una frammentazione sociale e culturale''.
''Noi crediamo ha concluso Loy- che, su questi punti, il Sindacato debba proporre alcune modifiche ad una legge che, come e' stata pensata ed elaborata, e' sbagliata: in tal senso occorrera' anche prevedere alcune iniziative di mobilitazione a sostegno delle nostre proposte''.
(gs)

Toscana Classica continua

Prosegue l'impegno della Regione Toscana per la diffusione della musica classica. L'assessore alla comunicazione Chiara Boni e il presidente della Fondazione Rete Toscana Classica Marco Parri hanno firmato una convenzione che conferma il sostegno all'emittente Rete Toscana Classica, specializzata nella diffusione di programmi di musica classica 24 ore su 24, garantendone la prosecuzione dell'attività. La convenzione definisce anche le risorse che garantiranno alle note di Rtc di continuare a riempire l'etere: di qui al 2005 la Regione contribuirà con 120 mila euro.
"Grazie a queste risorse - spiega l'assessore Chiara Boni - la Toscana non solo mantiene ma potenzia ulteriormente una rete di qualità che, da quando è nata, nel giugno 2002, ha visto accrescersi costantemente il numero degli ascoltatori. Tutto questo ha un significato che va al di là dell'importanza, innegabile,  della diffusione di una cultura musicale. Mentre la Toscana promuove il mezzo radiofonico, infatti, la Rai va esattamente in controtendenza, penalizzando il servizio pubblico e tutelando in maniera insufficiente le sue frequenze".
(red)

Marche: risparmio energetico e inquinamento luminoso

Con l’approvazione della legge regionale 24 luglio 2002, n. 10, la Regione Marche era stata una delle prime regioni italiane a dotarsi di una norma organica in materia di risparmio energetico e contenimento dell’inquinamento luminoso.
Il Governo aveva provveduto ad impugnare presso la Corte Costituzionale alcuni articoli di tale legge, sollevando dubbi di legittimità in merito alla possibilità della Regione di adottare un regolamento volto a definire le caratteristiche tecniche degli impianti e a stabilire criteri per garantire il contenimento dell’inquinamento luminoso.
La Giunta regionale, in pendenza del pronunciamento della Corte Costituzionale, è stata quindi costretta a sospendere le procedure per l’emanazione del regolamento e degli altri adempimenti previsti dai dispositivi impugnati dal Governo. 
Con una recente sentenza la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il solo articolo 10 della legge, volto a disciplinare i poteri sostitutivi regionali nei riguardi dei Comuni inadempienti, mentre non sono stati toccati e restano pertanto in vigore tutti i restanti articoli.
“E’ una decisione che accogliamo con soddisfazione – ha affermato l’assessore Marco Amagliani -, perché non mette in discussione le scelte più qualificanti e innovative operate dalla Giunta regionale. Il tentativo del governo nazionale di demolire l’impianto generale della legge, esce pertanto sconfitto. Le strutture competenti dell’Assessorato all’Ambiente provvederanno rapidamente a predisporre gli atti necessari per dare piena attuazione alla legge volta a contenere l’inquinamento luminoso.
(red)

Abruzzo, Veneto: interventi sociosanitari a non autosufficienti

La Giunta ha approvato la modifica della titolazione del progetto per l'astensione e la prosecuzione della sperimentazione sociosanitaria, approvato il 10/12/03, in: "Ampliamento e prosecuzione della sperimentazione sociosanitaria". L'iniziativa dell'assessorato alla Promozione Sociale, rientra nell'ambito del Piano Sociale Regionale 2002-2004, Azione Innovativa 2003. Inoltre, la Giunta, ha dato il via alla rimodulazione del progetto stesso, redatta dalla Fondazione Zancan, con cui la Regione ha approvato la convenzione. Lo ha reso, noto l'assessore alla Promozione Sociale Bruno Sabatini. Gli obiettivi della rimodulazione mirano a garantire continuità  assistenziale alle persone non autosufficienti e a sostenere le famiglie che si prendono cura di loro. L'atto di indirizzo in materia di integrazione delle prestazioni, pone, come parametro di qualità  assistenziale, l'elaborazione di progetti personalizzati, in cui il bisogno viene definito, tenendo conto delle condizioni psicofisiche della persona, della partecipazione alla vita sociale, del contesto ambientale e familiare.
"I caratteri qualificanti della continuità  assistenziale", sottolinea Sabatini, "si possono sintetizzare in: accessibilità  alle prestazioni ed ai servizi; accoglienza della domanda, orientamento e, quando necessario, accompagnamento; valutazione integrata del bisogno e predisposizione e gestione di progetti personalizzati di assistenza; integrazione tra i servizi distrettuali, tra distretto e produttori accreditati, tra distretto, ospedale ed altri centri di offerta residenziale e diurna; opzioni assistenziali facilitanti la deospedalizzazione".
Nel Veneto settecento nuovi posti di residenzialità (vale a dire posti letto per i quali la Regione riconosce le quote di rimborso giornaliero sociosanitario) per gli anziani non autosufficienti  ospitati nei centri di servizio (case di riposo) di dodici Aziende Ullss del Veneto sono stati ripartiti dal Dirigente della Direzione regionale dei servizi sociali con uno specifico decreto. Ne dà notizia l'Assessore regionale alle politiche sociali De Poli il quale precisa che l'assegnazione dei nuovi posti alle singole e specifiche strutture residenziali avverrà con futuro apposito provvedimento della Direzione regionale dei servizi sociali. Si tratta, spiega l'Assessore,  di un provvedimento importante che attua quanto previsto dalla deliberazione regionale del 23 aprile scorso sulla residenzialità extraospedaliera 2004  rivolta ad anziani non autosufficienti e disabili. Questo atto, afferma, risponde in modo adeguato alle esigenze di riequilibrio nell'offerta di servizi residenziale da parte di questi territori che erano sottodimensionati rispetto ai bisogni e alle necessità assistenziali manifestate dal costante incremento di persone non autosufficienti che necessitano di assistenza, cura e ricovero nelle strutture residenziali extraospedaliere.
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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