periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 321 - Roma, 1  luglio 2004

Sommario

Senato federale da correggere per Regioni, Province e Comuni Tatarellum in auge
Ghigo inaugura ospedale in costruzione da 36 anni Sanità: Gava su ticket e spesa farmaceutica
Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Toscana accordi con il Brasile Sanità: verso quale accreditamento? Convegno a Roma
Senato federale da correggere per Regioni, Province e Comuni
"Il metodo seguito sin dalle prime elaborazioni del disegno di legge - hanno osservato le Regioni in un documento presentato in Audizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera sulle riforme costituzionali in corso e che interessano anche l'istituzione del Senato federale - ha emarginato completamente le Regioni, che nella prospettiva 'federale' enunciata non possono non essere considerate essenziali protagoniste. Nel percorso seguito, proseguono i presidenti delle Regioni, ''il Governo stesso ha assunto l'impegno di presentare e sostenere proposte - anzitutto e particolarmente in relazione alle Regioni a Statuto speciale ed alle Province autonome - rimaste del tutto assenti nel testo adottato''.
All'Audizione sono intervenuti anche i rappresentanti delle province, dei comuni e delle comunità montane. L'audizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera era sul disegno di legge costituzionale che riguarda la ''Modificazione di articoli della parte II della Costituzione''.
Le Regioni in particolare tornano a chiedere ''cambiamenti sostanziali''  in assenza dei quali ''non possono non esprimere una posizione nettamente contraria, riservandosi ogni adeguata iniziativa''.
La posizione dei presidenti delle Regioni è stata espressa dall'assessore del Lazio agli affari istituzionali, Donato Robilotta, e da vicepresidente della giunta regionale della Toscana, Angelo Passaleva. Alla Commissione Affari Costituzionali della Camera i due assessori regionali, sempre per conto delle Regioni, hanno quindi presentato gli emendamenti gia' portati all'attenzione dei senatori e del presidente del Senato, Marcello Pera, nel marzo scorso.
I presidenti fanno notare come le loro preoccupazioni, relativamente ''ai rischi di conflitti e di confusione istituzionale'' hanno trovato ascolto ''e sono state condivise da Alte autorita' della Repubblica e, particolarmente, dal Parlamento''. E tuttavia, ''nel Testo approvato dal Senato - concludono - non si trova alcuna traccia di modifica che si sia mossa nei termini concreti di questa direzione''. 
Per Fabio Sturani, sindaco di Ancona e membro del direttivo dell'Associazione dei Comuni (Anci): ''E' difficile dare un giudizio su una riforma che viene definita 'federalista' e che non e' stata minimamente concertata con i livelli istituzionali che dovrebbero esserne il fulcro, ovvero Regioni e enti locali''.
''In ossequio al testo della Costituzione in vigore - ha sottolineato Sturani - ci saremmo aspettati che il Governo, nella predisposizione del testo, avviasse un confronto preventivo con le associazioni delle autonomie. Cosi' non e' stato, e non e' certo un buon segno''.
Altro tema critico segnalato dall'Anci in audizione e' quello di Roma-Capitale. ''Crediamo - ha concluso Sturani - che sia necessario tornare alla formulazione originaria del testo, dando piena autonomia al Comune e togliendo la discutibile 'tutela' della Regione, attualmente prevista''.
Inoltre le Regioni nel ribadire le ''preoccupazioni piu' volte manifestate in relazione ai rischi di conflitti e di confusione istituzionale'',  spiegano di ritenere ''indispensabile che l'iter avviato alla Camera apra finalmente qualla interlocuzione e quella collaborazione che non si sono fin qui realizzate. Sino ad ora, le Regioni si sono limitate a presentare poche proposte di emendamento che ritengono una soglia minima - scrivono - al fine di evitare il rischio di fondo di una accentuazione e, addirittura, di una costituzionalizzazione dei conflitti: non piu' esclusivamente tra Stato e Regioni, ma tra gli stessi rami del Parlamento''.
Per l'assessore regionale del Lazio agli Affari Istituzionali, Donato Robilotta (nella foto), ''Le Regioni hanno apprezzato il fatto che il Governo ha presentato una riforma per completare il federalismo e ne hanno condiviso i titoli. Tuttavia esprimono critiche nel metodo e, per alcune questioni, anche nella sostanza''. Sul Senato Federale, ha spiegato Robilotta, le Regioni hanno apprezzato il fatto che il testo approvato sia stato diverso da quello licenziato dal Consiglio dei ministri, ma chiedono che venga modificata la cosiddetta 'contestualità affievolita' e che il Senato federale non sia abilitato a 'bocciare' leggi delle Regioni. E a nome della Regione Lazio, Robilotta ha espresso ''apprezzamento'' per la norma su Roma Capitale, ''che - ha  detto - e' vicina alla nostra proposta su Roma Regione''.
Il presidente dell'Uncem, l'Unione  delle comunita' montane, Enrico Borghi, ha chiesto: ''il pieno riconoscimento istituzionale della specificita' montana''.
Lorenzo Ria, presidente dell'Unione delle Province d'Italia, intervenendo nell'audizione ha detto che "Per riformare il Parlamento in senso federale occorre invece introdurre un Senato delle Autonomie, come Camera rappresentativa delle Regioni, delle Province e dei Comuni, ovvero individuare all'interno del Parlamento una sede unitaria in cui i diversi soggetti costitutivi della Repubblica possano trovare una piu' profonda ricomposizione unitaria della sovranità nel rispetto dei principi del federalismo e dell'autonomia''.
(gs)
Ghigo inaugura ospedale in costruzione da 36 anni

La posa della prima pietra e' avvenuta nel 1968, l' inaugurazione dopo 36 anni: Si tratta del presidio ospedaliero 'Antonio Valletta' di Torino, struttura incompiuta dalle cui finestre si sono viste uscire rigogliose erbacce per decenni, e' finalmente operante e inserito a pieno titolo nel panorama della Sanita' pubblica piemontese.
Alla cerimonia il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo (nella foto), ha detto che finalmente ''e' stata cancellata una macchia'', trasformando ''un luogo della vergogna in luogo dell' orgoglio''. La svolta nel difficile percorso del recupero, ha sottolineato, e' avvenuta nel 1996, quando la Regione e' riuscita ad acquistare l' immobile dall' Incra (ente privato di diritto pubblico di Ancona), sborsando nove miliardi e 450
milioni di vecchie lire. Per la rinascita della struttura sono stati investiti altri 34,5 miliardi di fondi statali, e ora l' ex ospedale fantasma di Mirafiori intitolato al presidente della Fiat del dopoguerra e' rinato come il piu' importante polo geriatrico del Piemonte.
A regime il presidio Valletta avra' quasi 200 posti letto per anziani, con aree separate a seconda che si tratti di pazienti oncologici, anziani con patologie di deterioramento cognitivo (come l' Alzheimer), persone parzialmente autosufficienti o non autosufficienti del tutto. Ci saranno anche un centro diurno, una trentina di miniappartamenti, dove il malato geriatrico potra' soggiornare con un familiare, e una quindicina di posti letto a rotazione gestiti dai medici di famiglia. Quest' ultimo e' il cosiddetto 'Country Hospital', novita' assoluta nel panorama sanitario subalpino.
''Il percorso - ha sottolineato Ghigo - non e' stato semplice. C' era un problema di proprieta' dell' immobile, e abbiamo dovuto acquistarlo. Abbiamo creato un presidio sanitario all' avanguardia, in un contesto in cui la Sanita' sta cambiando radicalmente e velocemente''.
''Oggi - aggiunge - assistiamo all' inaugurazione di un' opera alla quale pochi hanno creduto, ma quei pochi hanno permesso che questo sogno diventasse una realta' a servizio dei cittadini. La Regione e tutti gli operatori dell' Asl 1, con il loro lavoro e la convinzione che li ha sempre sostenuti, hanno fatto si' che in tre anni e mezzo sia stata terminata un' opera che era stata ferma per 35 anni''.
(red)

Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Toscana accordi con il Brasile

Oggi alle ore 10, presso la sede dell’Ambasciata della Repubblica Federativa del Brasile a Roma, Piazza Navona 14, saranno sottoscritti gli accordi di collaborazione tra le Regioni Marche, Toscana ed Umbria ed il Governo del Brasile per lo sviluppo locale regionale. Nella stessa circostanza le tre Regioni sottoscriveranno, in presenza delle autorità brasiliane, una Dichiarazione Comune con la Regione Emilia Romagna sempre relativa ai progetti di collaborazione con il Brasile.
Gli accordi saranno sottoscritti per il Governo brasiliano, dal Capo di Gabinetto personale del Presidente della Repubblica Luiz Inácio Lula da Silva, Dottor Gilberto Carvalho, e dai Presidenti delle Regioni Marche Vito D’Ambrosio, della Regione Toscana Claudio Martini, della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, e della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani.
L’accordo riveste particolare importanza perché sia da parte brasiliana che da parte italiana è la prima volta che si sigla un accordo di collaborazione tra Regioni e uno Stato Nazionale. Per parte italiana si tratta dell’attuazione del nuovo dettato costituzionale.
I temi principali dell’accordo sono la collaborazione ai temi dello sviluppo locale, la costruzione istituzionale, delle politiche sociali, della cultura e dell’interscambio commerciale.
Insieme all’accordo sarà firmato un documento di progetto per l’assistenza tecnica allo sviluppo locale in 5 territori: Manaus (Stato di Amazonia), Serra da Capivara (Stato di Piaui), Juiz de Fora (Stato di Minas Gerais), e Pelotas-Bagé (Stato di Rio Grande do Sul) e Rio Claro-Piracicaba (Stato di San Paolo).
E' stato quindi definito un percorso di costruzione di accordi di collaborazione tra il Brasile ed alcune Regioni italiane (Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Toscana) per intensificare il lavoro comune sulla promozione e la qualificazione di servizi a sostegno delle piccole e medie imprese, per facilitare gli interscambi tra settori produttivi e promuovere cultura e turismo.
L’iniziativa fa seguito all’incontro del luglio scorso tra il Presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani e il Presidente del Brasile Ignacio Lula da Silva.
“La Regione Emilia-Romagna – ha detto Errani -  segue con grande attenzione il lavoro del Governo Lula. Credo che l’esempio del Brasile rappresenti un modello importante per la ripresa di tutta l’America del Sud”.
Regione Emilia-Romagna e Brasile sono d’accordo nella volontà di proseguire le positive esperienze di cooperazione in campo economico e sociale, e di intensificare la collaborazione in alcuni settori economici strategici come l’industria agro-alimentare. Durante l’incontro di oggi è stato affrontato anche il tema dello sviluppo dell’esperienza cooperativa in Brasile, già avviata nella regione di San Paolo grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna. “Il lavoro fatto finora - ha detto Errani - è molto soddisfacente. E’ importante proseguire sulla strada imboccata, individuando aree specifiche d’intervento, dove sperimentare modelli operativi da estendere poi su altri territori”. Da parte del Brasile è forte, in particolare, l’interesse per forme di collaborazione nel settore del movimento cooperativo in campo edile, in linea con l’obiettivo del Governo di Lula di garantire il diritto alla casa. Su questi temi sarà avviato nei prossimi mesi un tavolo tecnico di confronto.
Il Presidente Errani ha ricordato che “il processo di internazionalizzazione delle imprese può creare grandi opportunità in Brasile, dove gli interessi e le competenze delle aziende emiliano-romagnole si possono incontrare in modo efficace con gli obiettivi di crescita del paese sudamericano”. Importante su questo fronte la costruzione di una rete di relazioni economiche e istituzionali tra le regioni del Mercosur e dell’Europa.
(red)

Tatarellum in auge
Tatarellum, prove di accordo, titola "la Repubblica", mentre "la Stampa" :Cresce il partito dei si' al sistema elettorale delle Regioni.
Il Tatarellum, così viene chiamato, dal suo proponente on. Tatarella, il sistema elettorale vigente per le Regioni, è sempre più in auge. Tremonti lo propone per le politiche, consensi nei partiti della Cdl, tranne l'Udc che propone il modello tedesco. Diliberto è favorevole, Bertinotti precisa: purché non si torni al neocentrismo. Per la Margherita non è un dibattito vero. ''Il 'Tatarellum' e' un sistema elettorale che da' ampie garanzie di stabilità, come dimostra il fatto che nessuna regione italiana abbia avuto problemi del genere''. E' quanto afferma il presidente della Regione Lazio Francesco Storace (nella foto): ''Tutto ciò ovviamente - ha proseguito Storace - al di là  della fisiologia del sistema. Le liti possono esserci anche se  c'e' il sistema bipartitico''. Per Storace il cosiddetto  Tatarellum e' un sistema ''che consente al cittadino di scegliere chi lo deve governare e chi lo deve rappresentare''.
Secondo il presidente della Regione Lazio, uno dei problemi  ''è la scelta sul listino, perché nel Tatarellum c'è anche quello''. ''Secondo me - ha detto ancora - siamo ormai maturi per avere un sistema per cui chiunque deve avere l'onere di raccogliere consensi su di sé. Ma ciò non vuol dire che la legge elettorale che adesso farà il Lazio non lo preveda. Esprimo una preferenza personale: chi ha i voti deve  rappresentare i cittadini''.
Sul quotidiano "La Padania" il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, interviene rilanciando la questione del federalismo fiscale: Formigoni per l'autogoverno fiscale. "Solo con un modello di autonomia amministrativa e fiscale sarà garantita una dinamica unità del Paese, in un ottica di sviluppo". Altro intervento di Formigoni sul settimanale "Tempi" per analizzare gli scenari del voto: "c'è quel richiamo forte alla coesione che ci viene dalle urne e che, a questo punto, deve essere compreso molto bene".
(red)
Sanità: Gava su ticket e spesa farmaceutica
Le Regioni con il ticket in qualche misura contribuiscono alla riduzione complessiva del disavanzo nazionale, per cui il calcolo delle percentuali previste dal Decreto - 60% a carico delle aziende farmaceutiche, 40 delle Regioni - è fatto sul disavanzo presunto nazionale. Lo sforamento ipotizzato a fine anno è di 500 milioni di euro, circa mille miliardi di vecchie lire. questo pertanto è l'importo che l'indusyria framceutica deve rendere disponibile. Lo sforamento è dunque al netto di entrate proprie delle regioni col ticket. in conclusione ci sarebbero dei cittadini che partecipano alla riduzione del disavanzo e che, quindi, portano vantaggio ad altri connazionali che il ticket non ce l'hanno. E' un problema molto serio", E' questo uno dei fili conduttori del ragionamento che Fabio Gava (nella foto), Coordinatore degli Assessori alla sanità per la Conferenza delle Regioni porta avanti in un'intervista rilasciata all'Avvenire. E il problema prospettato da Gava può essere risolto in un solo modo. "Avranno il premio sullo sconto anche le regioni che si trovano eventualmente sotto il 13%. Il Veneto, ad esempio, ritiene che in base all'andamento della spesa di questi mesi (alta nei primi due, in diminuzione successivamente) potrebbe riuscire a scendere, entro fine anno, sotto il 13%.Oggi siamo sul 13,7%".
(red)
Sanità: verso quale accreditamento? Convegno a Roma

"Proposte e modelli per l'accreditamento istituzionale" è il tema dell'appuntamento promosso dall' Agenzia per i servizi sanitari regionali che  presenterà il 2 luglio, alle ore 9.30  a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, lungotevere Ripa 1, i risultati dei tavoli di confronto e collaborazione tra la  Commissione Nazionale per l’Accreditamento e la Qualità dei servizi sanitari e le Regioni e Province autonome.   
L’incontro - informa un comunicato dell'agenzia - si propone di fare il punto sull’attuazione della normativa sull’accreditamento che  ha visto nelle diverse Regioni e Province Autonome chiavi di lettura e modelli di riferimento differenti. Già nel 2002 l’ASSR e la Commissione Nazionale per l’Accreditamento e la Qualità dei servizi sanitari, in collaborazione con le Regioni e Province Autonome, avevano svolto un’indagine su questo tema.
; a seguito dei risultati di quell’indagine, sono stati attivati quattro tavoli di lavoro sui temi di maggiore interesse o criticità, ovvero:
·        Modalità con cui realizzare i rapporti fabbisogno - programmazione - accreditamento
·        Modalità per verificare le non conformità alle normative delle strutture sanitarie, e soluzioni per superare le non conformità
·        Oggetti dell'accreditamento: cosa valutare e come valutare
·        Caratteristiche e ruolo dei valutatori.  
Nel corso dell’incontro verranno illustrati i risultati dei 4 tavoli di lavoro e saranno, inoltre, presentate alcune significative esperienze europee sul tema.
 
"Nel nostro paese - si legge nel comunicato dell'Assr - le Regioni sono ancora impegnate a portare avanti i processi di accreditamento istituzionale, pur tra evidenti incertezze ed oggettive difficoltà. Ma in diverse realtà si vanno sviluppando anche percorsi di accreditamento con altre procedure. Nel corso dell’analisi effettuata dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali, il tema dell’accreditamento è stato esaminato soprattutto  dal punto di vista delle difficoltà emerse nel suo percorso applicativo e, in proposito, è stato ipotizzato che esse derivino essenzialmente dalla duplice finalità affidata all’accreditamento nel nostro sistema - garantire la qualità delle prestazioni da un lato  e nel contempo risultare funzionale rispetto all’obiettivo della selezione e regolazione dell’offerta dei servizi da parte delle strutture pubbliche e private. Una duplice finalità che pone  non pochi problemi pratici di fattibilità e compatibilità con le esigenze di governo del sistema stesso. Ed indubbiamente - conclude il comunicato dell'Agenzia - in un quadro generale che sempre più presenta, in questa materia come in altre, significativi elementi di differenziazione tra le Regioni, determinati dal proposito di aderire meglio a bisogni specifici locali o a modelli innovativi orientati verso obiettivi di maggiore efficienza, il confronto tra le diverse esperienze si rivela estremamente importante.
(red)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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