periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 325- Roma, 7  luglio 2004

Sommario

Nomina Presidenti parchi: si torna all'Intesa Stato-Regione Camera Regioni eviterebbe Babele
Federalismo: fa discutere l'intervento di Veltroni Emilia-Romagna: nuovo Statuto conferma elezione diretta Presidente
Farmaci: per Sirchia il Prontuario è da rifare Bassolino per qualità investimenti Mezzogiorno

Nomina Presidenti parchi: si torna all'Intesa Stato-Regione

''E' stato ritirato l'emendamento che avrebbe consegnato al Ministro dell'Ambiente Matteoli i poteri assoluti di nomina dei Presidenti e dei Consigli direttivi dei  Parchi''. Lo ha annunciato il senatore dei Verdi Sauro Turroni (nella foto), vicepresidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama che sta esaminando il provvedimento. ''Questo risultato - spiega Turroni - è il frutto di una vasta iniziativa che ha visto protagonisti i Verdi, i Presidenti delle Regioni, che giovedì scorso hanno approvato all'unanimità un documento che chiedeva la cancellazione dell'emendamento stesso e, successivamente, di altre forze politiche dell' opposizione e della maggioranza''. L'emendamento era stato 'ispirato dal Ministero dell'Ambiente per superare l' empasse relativo alle nomine nei Parchi nazionali dell'arcipelago Toscano, delle foreste Casentinesi e dell'Appennino Tosco-Emiliano. Abbiamo ripristinato così la legge nella sua pienezza - conclude - salvaguardando il principio che il territorio dei Parchi, la cui istituzione è finalizzata alla tutela del territorio e delle specie vegetali e animali in esse presenti e della conservazione della biodiversità, è obiettivo comune dello Stato, delle Regioni e delle Comunità locali''. Sull'argomento era anche intervenuto il Vicepresidente della conferenza delle regioni e Presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani che aveva definito l'emendamento ''Un atto di sopraffazione verso le comunità locali e il corretto governo delle aree protette''. "Dopo aver commissariato il commissariabile, in contrasto con le sentenze della Corte Costituzionale - aveva affermato Errani -  si vuole togliere anche 'l'impaccio' di discutere con i rappresentanti delle popolazioni locali. Un atto espressione di una cultura centralistica, lesivo delle attribuzioni regionali.
E di nomine - ma questa volta di quelle relative alle autorità portuali - si tornerà probabilmente a parlare nel corso dell'audizione che una delegazione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni avrà, giovedì 8 luglio, dinanzi al Comitato ristretto dell'8° Commissione del Senato che sta discutendo la riforma del sistema portuale.
(red)

Bassolino per qualità investimenti Mezzogiorno

''Esistono adesso tutte le condizioni perché nel prossimo appuntamento di verifica al Cipe ci siano dati i finanziamenti per i grandi progetti sulle infrastrutture ed i trasporti''. Così il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino (nella foto), riferendo di aver parlato delle stesse risorse con il ministro Lunardi (''con il quale c'e' un ottimo rapporto di collaborazione''), Bassolino, ha detto: ''Prima eravamo di fronte a scadenze importanti, ho compreso e non ho detto nulla, ma adesso quelle scadenze sono alle spalle, e i progetti sono pronti per i finanziamenti''. Citando la ''logica del fare sistema, espressione cara a Montezemolo'', Bassolino ha insistito sul ruolo della ''collaborazione fra tutte le istituzioni, il mondo produttivo dell'impresa e dei sindacati, per lavorare su un terreno che non sia quello dell'assistenzialismo, ma piuttosto quello della quantita' e della qualità degli investimenti destinati allo sviluppo del Mezzogiorno''.
Sempre su tema Mezzogiorno è intervenuto anche
Sergio Abramo, presidente del Comitato di pilotaggio delle politiche delle politiche di sviluppo del meridione dell' Anci, che ha sostenuto che "Occorre evitare che l' allargamento dell' Unione europea porti il Mezzogiorno d'Italia, nonostante gli innegabili progressi registrati in questi anni, a sganciarsi dalla parte più progredita dell'Unione, fino a farsi risucchiare, se non addirittura, superare dal nuovo 'sud' costituito dalla gran parte dei nuovi 10 Stati aderenti''.
Le scelte di politica economica e la loro incidenza sul mezzogiorno sono state al centro di una presa di posizione del Viceministro Mario Tassone: "La manovra da 7,5 mld, che incide in maniera significativa su due componenti della crescita quali gli investimenti per il mezzogiorno e per le infrastrutture, ha ricevuto ''il consenso preventivo dei segretari del partito ma va considerata la tappa di un percorso ben più lungo che si dipana fra Dpef e Finanziaria 2005''. "Il Sud ha, in prima battuta, pagato un prezzo alto - riconosce Tassone -  in nome della coesione e del riordino dei conti pubblici. Ora, nel Dpef e, soprattutto, nella Finanziaria che verrà, dovrà prevalere una visione più ampia e complessiva, basata sul rilancio del sistema-Paese e su un'azione di medio-lungo periodo''. ''Gli investimenti infrastrutturali - rileva Tassone- sono un volano di sviluppo senza pari e 'ripagano' i sacrifici affrontati per realizzarli. In quest'ottica, il Mezzogiorno si aspetta quell'attenzione e quel contributo allo sviluppo che merita''.

(red)

Emilia-Romagna: nuovo Statuto conferma elezione diretta Presidente

Il nuovo Statuto della Regione Emilia-Romagna è stato approvato dal Consiglio regionale, in prima lettura a maggioranza assoluta dei componenti l'Assemblea.
On line le novità della Commissione Statuto Emilia-Romagna.
Nelle pagine web del sito del Consiglio della regione il testo approvato , la relazione di accompagnamento e i comunicati-stampa del dibattito consiliare.
Disciplinati l’elezione ed i compiti del Presidente della Giunta e le funzioni di quest’ultima. Il Presidente della Giunta regionale è eletto a suffragio universale e diretto, contestualmente all’elezione dell’Assemblea legislativa regionale. Sono confermate le funzioni attualmente svolte dal Presidente - previste dallo Statuto in vigore - ma è aggiunto il principio che le nomine che gli competono devono ispirarsi alla pari opportunità di accesso agli uffici pubblici ed alle cariche elettive. E' introdotta l’incompatibilità tra la carica di Assessore e quella di Consigliere e si prevede la possibilità per il Presidente di nominare un sottosegretario alla Presidenza che partecipa alle sedute della Giunta, pur non facendone parte. Ribadita la ferma separazione delle competenze tra Assemblea legislativa e Giunta regionale. Il voto contrario dell’Assemblea legislativa su una proposta della Giunta non comporta obbligo di dimissioni del Presidente. Viene infine disciplinato l’istituto della prorogatio nei casi, non contemplati nello Statuto vigente, ma che possono interessare la Giunta regionale, di annullamento dell’elezione dell’Assemblea legislativa o di suo scioglimento per dimissioni contestuali della maggioranza dei suoi componenti. Per l’assessore Luciano Vandelli (nella foto) “la scelta fatta in questo Statuto intende, sostanzialmente, evitare da un lato la messa in discussione della governabilità e dall'altro la marginalità e il ridimensionamento delle assemblee elettive, in un'ottica di bilanciamento dei poteri. Non c’è alcun pericolo di accentramento politico dei poteri in sede regionale, dal momento - ha aggiunto - che questa scelta si incasella all’interno di uno Stato denso di forme di controllo”.
Il Consiglio regionale, contestualmente al testo statutario, ha votato anche un
ordine del giorno, nel quale vengono tracciati gli orientamenti per la stesura della nuova legge elettorale. L’odg sollecita a: non diminuire la quota della rappresentanza proporzionale, oltre quella già prevista dall’attuale legge elettorale regionale; prevedere un premio di maggioranza di 10 consiglieri alla lista “collegata al candidato Presidente e/o alla coalizione vincente”. E si chiede inoltre che la nuova legge elettorale possa: “assicurare la rappresentanza proporzionale dell’Assemblea, e garantisca che l’elezione del Presidente determini l’assegnazione di una quota aggiuntiva di seggi alla lista elettorale o alle liste elettorali della coalizione che lo sostengono: Sempre secondo l'Odg occorre collegare il voto per il candidato alla Presidenza solo alle liste che lo sostengono. Il testo chiede, inoltre, di rendere obbligatorio il collegamento delle liste per l’elezione dell’Assemblea con i candidati a Presidente della Regione. L’ordine del giorno sollecita inoltre alla legge elettorale la pari opportunità di accesso delle donne e degli uomini alle cariche elettive.
(red)

Farmaci: per Sirchia il Prontuario è da rifare

Il prontuario dei farmaci del servizio  sanitario nazionale ''sarà ridisegnato insieme ai metodi di rimborso dei medicinali''. Lo ha annunciato il ministro della salute Girolamo Sirchia (nella foto) a margine del convegno di Europa Donna per la lotta al tumore al seno che si e' tenuto al Senato.
Il recente decreto taglia-spese, ha spiegato il ministro, ''e' il primo di una serie di provvedimenti'' che affronterà l'agenzia nazionale per il farmaco. In particolare, secondo Sirchia (che incontrerà Farmindustria, l'associazione degli industriali del farmaco) ''si rivedrà il prontuario e' i metodi di rimborso. Sono allo studio diverse possibilità tra cui quella seguita in Gran Bretagna che lega il rimborso al fatturato dell'azienda produttrice''.
Tra i primi obiettivi dell'attività della neonata Agenzia nazionale del farmaco, ha aggiunto il ministro, ci sono ''l'accelerazione dei tempi di registrazione dei medicinali e l'aumento dei farmaci generici (quelli senza brevetto) con prezzi più convenienti. Sono previsti inoltre una serie di interventi di riordino del settore per ampliare il numero dei farmaci rimborsabili e anche di quelli innovativi''.
Quanto alla richiesta delle aziende di un aumento del cosiddetto premium price per chi investe in Italia, Sirchia ha detto che ''il clima attuale non e' molto favorevole''.

A proposito delle scelte da effettuare in materia di governo della spesa farmaceutica è da registrare un intervento - di cui dà conto il Sole 24 ore di oggi - del Presidente dell'Anifa, l'associazione dei produttori dei farmaci da banco. Questi ultimi potrebbero rappresentare un'opportunità di risparmio per il Servizio sanitario nazionale a patto che tali farmaci siano inseriti - almeno così propone Angelo Zanibelli (presidente dell'Anifa che ha presentato il Rapporto 2004 dell'Osservatorio sull'automedicazione) - in "una fascia nuova di zecca" (scrive il Sole 24 ore) del prontuario. Occorre insomma, ad avviso dell'Anifa, la riconoscibilità di dette specialità medicinali.
(sm)

Federalismo: fa discutere l'intervento di Veltroni

''Mi impressiona l' atteggiamento del Corriere della Sera, mi aspetterei da un quotidiano che ha avuto direttori di altissimo profilo un atteggiamento meno schierato. A volte è come leggere l'Unità, neanche Repubblica''. Cosi' il Ministro del Welfare, Roberto Maroni (nella foto), ha commentato, a Radio Padania, l' intervento sul Corsera del Sindaco di Roma Walter Veltroni sul tema del Federalismo. Veltroni, ha sottolineato, ''e' infatti editorialista dell'Unità. C'è una virata del Corriere della Sera - ha continuato Maroni -. Basta leggere i fondi degli ultimi mesi. Una cosa mai successa nella storia del Corriere schierarsi in questo modo. Ma non saranno né Veltroni né il Corriere della Sera a fermarci''.

''La ben collaudata circospezione istituzionale e l'altrettanto noto buonismo politico di Walter Veltroni, non possono nascondere la zampata dell'orso sfoderata dal Sindaco di Roma e volta a colpire la cultura del regionalismo e le ragioni del federalismo''. Lo afferma il gPresidente del Veneto, Giancarlo Galan, rispondendo all'intervento di Veltroni. ''A sentire il Veltroni sindaco - prosegue Galan - esistono solo i Comuni, che dovrebbero essere, secondo lui, i terminali di competenze così forti ed estese da trasformare ogni nostra città in una vera Città-Stato''. ''Caro Veltroni, il tuo appello al senso di responsabilità rivolto sia alle forze della maggioranza che dell'opposizione - conclude il Presidente del Veneto - mal si concilia con il tuo inno alle Signorie cittadine, viste come veri e propri contropoteri sia nei riguardi dello Stato che delle Regioni''.
''Attenzione - avverte, invece, il Presidente della Regione Lazio, Francesco Storace - a non sbagliare strada sul federalismo. Confindustria deve dirci cosa accade nel momento in cui viene spazzato via. Se torniamo al passato, al vecchio, glorioso, arcaico centralismo a chi ci andiamo a rivolgere affinche' si possa essere capaci di una politica decisa da noi nell'economia?''. Francesco Storace ha affrontato il tema prendendo spunto dall'intervento del Sindaco di Roma Walter Veltroni e ricordando le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Montezemolo.  ''Sul federalismo - ha sottolineato - non ho gradito l'intervento di Montezemolo perché anche Confindustria ha il dovere della precisione. Voglio che tutti comprendano che se un problema ha avuto questo paese e' stato rappresentato dalla sottovalutazione di grandi aree, a cominciare dalla nostra. Meno male che ci sono state le regioni. Provate ad immaginare cosa succede se torniamo all'antico''. ''Sarei molto piu' prudente - ha evidenziato ancora Storace -
nel demonizzare e demolire quella che e' la costituzione di un sistema istituzionale nuovo. Deve essere fatto con molta prudenza, però guai a tornare indietro. Se c'e' il governo del nord con il centralismo questa regione non avrebbe futuro''.

"Veltroni dice che i Comuni sono più vicini ai bisogni dei cittadini? E allora perché non i consigli di zona? Perché non le assemblee di condominio? ", queste le provocatorie domande poste dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un'intervista al Corriere della Sera (cui fa da contraltare un'intervista al Sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone: "è buffo, Veltroni dice esattamente quello che noi dicevamo trentacinque anni fa, quando nascevano le Regioni. Ma lui forse era piccolo e non seguiva il dibattito").
"La verità - prosegue Formigoni - è che la sinistra e il centro-sinistra hanno sempre tentato di stringere le Regioni nella morsa fra statalismo e localismo. (...) In realtà quella che viene fuori è la paura del nuovo, escono allo scoperto i veri conservatori, quelli che vorrebbero lasciare tutto come sta". A Veltroni, continua il Presidente della Lombardia - "e a tutti quelli che dopo aver finto, per motivi strumentali, di sostenere il federalismo ora lo attaccano, ricordo che il federalismo è stato approvato dagli italiani con referendum popolare del 2001".
E il tema della riforma costituzionale è toccato anche da una dichiarazione del Presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, ''Ciò che sento in queste ore conferma una preoccupazione: che si voglia forzare su una proposta (quella approvata in prima lettura al Senato) che crea rottura e confusione''. Ed invece ''bisogna voltare pagina, togliere le riforme istituzionali dal sequestro che le blocca''.
''Parliamo delle regole fondamentali e dunque è essenziale l'ascolto reciproco e il confronto aperto fra le istituzioni e con le forze sociali. Continuare invece sulla strada dello scontro -afferma Errani - porterà ad esiti negativi e non certo al federalismo''.
(sm)

Camera Regioni eviterebbe Babele

Cosa insegna il caso-condono, è il titolo di un articolo de "il Sole 24 ore" (L'Udc smonta Senato federale e premierato) che dall'anali delle sentenze sul condono edilizio della Corte Costituzionale giunge alla conclusione che "il nostro ordinamento ha urgente bisogno di una Camera delle Regioni per completare la riforma tendenzialmente federalista approvata nel 2001 di un luogo istituzionale al quale affidare almeno parte delle decisioni poste a cavallo fra competenze statali e regionali".
Una Camera delle Regioni eviterebbe la Babele di ricorsi e norme differenziate. La seconda Camera  espressione delle realtà locali, alla quale sarebbe così possibile affidare — nel dialogo procedurale con l’altro ramo del Parlamento — almeno alcune decisioni evitando così di affidarsi al solo autocontrollo o all’intervento successivo della Corte. L'articolista sostiene però che il Senato federale previsto dalla riforma attualmente al vaglio della Camera "sia del tutto insufficiente a dare voce alle Regioni ed alle autonomie locali".
Ma sul federalismo è sempre più scontro tra Lega e Udc. ''Solo nel luglio 2003 la Consulta ci ha aperto gli occhi'', dice Bruno Tabacci sulla riforma federalista.
E Tabacci aggiunge che ''dopo che Luca Cordero di Montezemolo ha sottolineato alcune contraddizioni di questa devolution, la gente comincia a chiedersi 'un momento, ma quanto ci costa'''?  Indubbiamente "è un processo estremamente delicato'' ribadisce il ragioniere generale dello Stato Vittorio Grilli. La riforma, che è in itinere, comporterà ''il trasferimento di flussi finanziari crescenti dal centro alla periferia'' e ''solo una preparazione adeguata e puntuale delle procedure - ha detto Grilli - consentirà la gestione del cambiamento in modo non penalizzante per i conti pubblici''.
D'Onofrio spiega
(Avvenire: D'Onofrio- si torni a Lorenzago, serve un'alleanza vera) che gli emendamenti dell'Udc sul federalismo sono su tre nodi: la devoluzione, la forma di governo e il funzionamento di Camera e Senato "che vanno affrontati insieme''.
Dice Tabacci al Giornale che sulla devolution non si baratta: ''non siamo al mercato''. ''Non si può teorizzare che sia intoccabile. D'altra parte, per fare un esempio, la sanità è già devoluta alle Regioni. Il rischio è di non poter più garantire uniformità di spesa e di servizio ai cittadini. Perché - si domanda - dovremmo trascrivere in Costituzione un manifesto ideologico?''. E dell'argomento e delle sue connesioni con l'agenda politica di occupano diversi quotidiani, ad esempio l'Unità (Altro che devolution. Proporzionale e federalismo soft) e la Stampa (L'Udc alza il tiro, nuovo scontro sul federalismo).
La Lega risponde con il ministro Maroni in un'intervista a la Repubblica (L'Udc mira solo alle poltrone, noi barbari salveremo Silvio; Devolution, centristi all'attacco per smontare la riforma di Bossi) alle posizioni dell'UDC affermando: "Forse Follini pensa di essere Che Guevara. Quelli dell'UDC sono come le zanzare, danno un pò fastidio, ma basta l'Autan per neutralizzarle". Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Speroni : ''Dopo che ha votato per tre volte lo stesso testo ci ripensa: solo per fare casino''. E poi attacca ancora: ''Sono - dice l'europarlamentare leghista in un'intervista ad Affaritaliani.it - dei vecchi furbacchioni, i soliti democristiani: cercano di cambiare le carte in tavola. Se vogliono che il governo salti, basta che non votino il testo concordato e noi usciamo, passando all'opposizione''. Rincara Speroni: ''Per noi e chiaro: o si fa il federalismo in questa legislatura o salta tutto''.
Lega e Udc quindi ai ferri corti, ma i senatori dell'Udc, guidati dal capogruppo Francesco D'Onofrio, fanno sapere che: ''Gli emendamenti presentati in questa fase alla Camera al testo della riforma federalista  rappresentano l'autonoma iniziativa di singoli parlamentari e non l'opinione dell'Udc, perché il partito si esprimerà sugli emendamenti nel corso dell'iter parlamentare''. ''Il testo definitivo, dunque, esprimerà l'orientamento conclusivo del partito e sarà concordato con il gruppo di palazzo Madama''.
(gs)
 

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