periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 331 - Roma, 15  luglio 2004

Sommario

Condono edilizio e manovra economica Dpef la prossima settimana, Anci discute manovra
Svimez: economia Mezzogiorno penalizzata Tessera sanitaria e decreto spesa farmaci
Arese: Formigoni scrive a Montezemolo Accordo su nomine porti: si modifica decreto
Condono edilizio e manovra economica

Condono edilizio e manovra economica sono al centro della Conferenza delle Regioni di oggi.
Il "Sole 24 Ore" affronta entrambi i temi:
Regioni ed enti locali- il taglio delle spese vale oltre 2.700 milioni ; Condono edilizio, basta la proroga.
Sul condono edilizio si dice che va avanti: "Non ci sarà un ulteriore intervento normativo dopo il decreto legge 168/2004. E oggi la conferenza dei presidenti delle Regioni esamineràle conseguenze delle pronunce della Corte Costituzionale".
Nell'altro articolo si analizza la relazione tecnica alla manovra economica: "Analizzando il comma 11 dell'articolo 1 del decreto, quello che dispone una stretta del 10% alla spesa per consumi intermedi di regioni, Province e Comuni con più di 5mila abitanti relazione pone in luce che questa spesa è valutabile in 1,9 miliardi per le Regioni e in 19,1 miliardi per Comuni e province soggetti al patto di stabilità interno, per un t
otale complessivo di 21 miliardi di euro".
(gs)

Svimez: economia Mezzogiorno penalizzata

Svimez- sul lavoro deroghe al Sud, titola "il Sole 24 Ore". Anche l'Economia del Mezzogiorno ha  accusato lo scorso anno il colpo di una fase complessiva di  rallentamento: il Pil e' cresciuto nel Sud Italia dello 0,2%,  superando comunque di poco il Centro-Nord, ma con una crescita  decisamente inferiore a quella registrata nel 2002 (+1,1% contro  lo 0,1% dell'altra parte del Paese).
E' la fotografia dello Svimez (Istat - Svimez. Conti economici regionali 1980-1994) nel Rapporto 2004 sull'economia del Mezzogiorno che comunque negli  ultimi anni ha corso di piu' che nel resto d'Italia: tra il 1996  e il 2003 infatti la crescita media annua e' stata dell'1,7%,  ovvero lo 0,3% in piu' del resto del Paese. E si e' distinta in  particolare la Sicilia (+1,9%).
Oggi la situazione piu' urgente che si trova ad affrontare il  Mezzogiorno - secondo il rapporto - e' rappresentata dal  processo di allargamento europeo che ha coinvolto paesi a basso  reddito in diretta concorrenza quindi con il nostro Mezzogiorno. 
Una situazione che porta con se rischi ma anche opportunita'. 
Per questo - secondo Svimez - occorre ridisegnare le politiche  di sviluppo destinate all'area puntando con decisione sulla  ''coesione'' anche perche' ''in assenza di un deciso cambio di  marcia l'economia del Mezzogiorno non sembra essere in grado di  rispondere alle sfide di una geografia economica profondamente mutata, all'acuirsi della competizione sui mercati  internazionali e prevedibilmente su quello interno ed agli  effetti dell'allargamento ad Est dell'Ue''.
Sempre per quanto riguarda l'Europa Svimez segnala che ''la  conclusione del processo di allargamento introduce nuove  opportunita' e nuovi rischi sulla base dei quali e' necessario  ridefinire le linee guida della politica a favore del  Mezzogiorno nei prossimi anni''. Per quanto riguarda i rischi  Svimez segnala che ''l'ingresso massiccio di nuovi stati  nazionali a basso reddito comporta un rilevante mutamento di  prospettiva: con le regole attuali si prospetta una diminuzione  delle risorse comunitarie a disposizione delle regioni  meridionali''. Dall'altro lato pero' Svimez segnala che ''le  opportunita' di sviluppo di un'area in cui vi sono ampie risorse  tuttora inutilizzate divengono maggiori all'internodi un grande  mercato di circa 450 milioni di cittadini. Vi saranno maggiori  possibilita' di sbocco per le imprese meridionali''. Ma per  affrontare la nuova sfida (''la piu' importante forse che si  presenta negli ultimi 50 anni'') il Mezzogiorno italiano ha  necessita' di rinnovamento e modernizzazione a partire dalla  dotazione infrastrutturale. Quindi la sfida e' ''europeizzare il  Mezzogiorno'' e interesse prioritario dell'Italia dovrebbe  essere quello di ''spingere l'Ue a dedicare all'obiettivo della  coesione un ammontare di risorse notevolmente superiore  all'attuale''. Si dovrebbe inoltre - secondo Svimez - proseguire  e rafforzare il processo di industrializzazione e puntare sulle  politiche del lavoro, si pensa in particolare ala possibilita'  di adottare deroghe contrattuali gestite dalle parti sociali  interessate a sostegno di progetti di investimento che  favoriscano lo sviluppo dei sistemi locali''. Inoltre  ''condizione essenziale per la crescita in un'area come il Sud  e' la riduzione del livello di rischio e incertezza nel quadro  legale, nelle prestazioni amministrative, nella sicurezza che  circonda il fare impresa''.
Tra le aree di intervento individuate Svimez indica gli  incentivi agli investimenti e le infrastrutture. Secondo Svimez  ''l'ipotizzata sostituzione delle politiche di sostegno  finanziario diretto alle imprese con una riduzione della  pressione fiscale non appare una strada capace di contribuire  alla trasformazione del sistema industriale meridionale''. Serve  dunque ''una politica industriale piu' incisiva e un sistema di  incentivazione che che recepisca criteri di selettivita'  finalizzati a obiettivi di innovazione, riposizionamento  settoriale e dell'apparato produttivo''. Si chiede tra le altre  cose il rafforzamento dell'indirizzo di politica industriale su  ricerca innovazione e modernizzazione; l'adeguamento delle  risorse a partire dalla legge 488 e la semplificazione del  sistema di incentivazione.
Per quanto riguarda le infrastrutture Svimez chiede, tra  l'altro, di identificare quelle strategiche da integrare con le  direttrici delle reti di trasporto europeo.
Ecco una tabella con l'andamento medio annuo del Pil nelle  diverse regioni italiane tra il 1996 e lo scorso anno.
REGIONE            PIL '96-2003
Sicilia                      1,9%
Campania                 1,8%
MEZZOGIORNO          1,7%
Marche                    1,7%
Trentino A.A.            1,7%
Basilicata                 1,6%
Sardegna                 1,6%
Liguria                     1,5%
Emilia Romagna          1,5%
Toscana                   1,5%
Calabria                    1,5%
Lazio                        1,5%
ITALIA                      1,5%
Veneto                      1,4%
Friuli V.G.                   1,4%
Lombardia                  1,4%
Puglia                        1,4%
CENTRO-NORD            1,4%
Umbria                       1,3%
Abruzzo                     1,3%
Molise                        1,1%
Piemonte                    1,0%
Valle d'Aosta               0,9%

(sm)    

Arese: Formigoni scrive a Montezemolo
"Preoccupazione" per le "ventilate ipotesi di ulteriori tagli occupazionali" è stata espressa dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, in una lettera. Tali ipotesi - scrive Formigoni "non solo sarebbero inopportune e ingestibili dal punto di vista sociale, ma vanificherebbero il difficile lavoro svolto fino ad ora" per il rilancio del Polo industriale di Arese in cui erano insediati gli stabilimenti dell'Alfa Romeo. Formigoni esprime apprezzamento per gli appelli di Montezemolo al dialogo e al confronto sulle decisioni importanti che riguardano il nostro Paese, e dunque confida che le prossime scelte della Fiat - a differenza che in passato - possano essere "condivise secondo le modalità positive e costruttive che hanno caratterizzato, in questi ultimi mesi, proprio il lavoro di rilancio del polo di Arese".
"In più di un'occasione - questo il testo della lettera di Formigoni (nella foto) - ho avuto modo di apprezzare i suoi appelli al dialogo e al confronto sulle decisioni importanti del nostro Paese. D'altra parte, il Governo della Regione Lombardia ha potuto conseguire importanti risultati sul piano sociale ed economico proprio grazie al metodo del partenariato, che trova le sue radici culturali più profonde nella convinzione che le Istituzioni e tutte le rappresentanze della società civile ed economica possano concorrere, attraverso la condivisione di obiettivi certi, alla costruzione del bene comune".
"L'esempio paradigmatico, in Regione Lombardia, - prosegue Formigoni - è rappresentato dal difficile lavoro sul progetto di rilancio dell'area di Arese, in cui erano insediati gli stabilimenti dell'Alfa Romeo. Come sa, pur in presenza di una situazione sociale particolarmente difficile e solo recentemente, siamo riusciti a condividere un percorso che, anche se non di facile realizzazione, porterà ad un vero e proprio rilancio dell'area, all'insegna dell'innovazione e dell'eccellenza tecnologica. Tutti gli enti locali interessati, le proprietà dell'area e tutte le rappresentanze sindacali hanno sottoscritto un accordo che prevede la presenza di un polo industriale e di ricerca legato alle tecnologie per una mobilità sostenibile".
Formigoni ricorda che è previsto un insediamento iniziale (circa 135.000 mq) di quindici aziende per un totale di 400 addetti (di cui 150 nuovi). Che sarà realizzato dalla Regione, in collaborazione con il Politecnico ed ARPA, un Centro di ricerca di 18.000 mq, che a regime occuperà 400 ricercatori. E, ancora, che si darà vita inoltre a progetti innovativi sull'idrogeno, con il coinvolgimento di una decina di soggetti, che costituiranno un consorzio. Infine, che sarà valorizzata la pista per avviare un progetto di guida sicura su un area di oltre 90.000 mq. Tutto ciò in aggiunta alla realizzazione del progetto di reindustrializzazione dell'area, che vede interessata la società ABP s.p.a., che dovrà garantire i propri impegni sul fronte occupazionale".
"Ora più che mai - scrive dunque il presidente lombardo - , dunque, desidero esprimerle la mia preoccupazione legata a ventilate ipotesi di ulteriori tagli occupazionali, che non solo sarebbero inopportune e ingestibili dal punto di vista sociale, ma vanificherebbero il difficile lavoro svolto fino ad ora: in un clima di nuove tensioni, diventerebbe difficile localizzare le imprese del Polo della Mobilità Sostenibile ed attrarne delle nuove."
"Come Lei sa, - prosegue la lettera - fin dall'inizio abbiamo dissentito dalle decisioni del gruppo Fiat relative al sito di Arese ed, in particolare della scelta di non rilanciare il marchio Alfa Romeo proprio dove è nato ed ha costruito la propria fama e il proprio prestigio mondiali. Oggi confido fermamente che le prossime scelte Fiat potranno invece essere condivise secondo le modalità positive e costruttive che hanno caratterizzato, in questi ultimi mesi, proprio il lavoro di rilancio del polo di Arese, nella prospettiva - conclude Formigoni - di un reale sviluppo industriale per la nostra Regione e per il nostro Paese, di un effettivo aumento di competitività del gruppo Fiat e di una garanzia di livelli occupazionali solidi e duraturi".
(red)
Tessera sanitaria  e decreto spesa farmaci
Spesa sanitaria: al via il monitoraggio con Tessera sanitaria e nuova Ricetta.
Il Ministero dell'Economia comunica infatti che è stato firmato il decreto concernente l’avvio del sistema di monitoraggio della spesa nel settore sanitario e di appropriatezza delle prescrizioni sanitarie, disciplinato dall’art. 50 del decreto legge n° 269 del 30 settembre 2003, convertito, con modificazioni, in legge n° 326 del 24 novembre 2003. Con la firma si conclude la fase normativa, caratterizzata dalla predisposizione di sei decreti, inerenti prioritariamente i vari aspetti tecnici della questione.
Il nuovo sistema di monitoraggio – la cui regia operativa è affidata all’Agenzia delle Entrate attraverso la stipula di una convenzione con il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato (RGS), responsabile dell’intero progetto - è realizzato da Sogei, partner tecnologico del MEF.
Il sistema, finalizzato a conoscere e governare l’andamento della spesa pubblica sostenuta per farmaci e prestazioni specialistiche e a potenziare le verifiche sul diritto alle esenzioni, è coerente con il più ampio progetto di monitoraggio delle prescrizioni mediche previsto nell’ambito della Cabina di regia del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) del Ministero della Salute.
Con il nuovo sistema viene introdotta la Tessera sanitaria e la nuova Ricetta: strumenti che consentiranno alle strutture sanitarie accreditate di trasmettere, con modalità telematica, i dati di ciascuna prestazione erogata e della relativa spesa, nel completo rispetto della normativa vigente sulla tutela della privacy.
La Tessera sanitaria, che contiene i dati anagrafici dell’assistito ed il codice fiscale, potrà essere utilizzata nei Paesi dell’Unione europea per l’assistenza sanitaria. La tessera sarà distribuita, gradualmente, a tutti cittadini muniti di codice fiscale e titolari del diritto all’assistenza sanitaria.
La nuova Ricetta sarà standardizzata, a lettura ottica e riporterà un codice collegato al medico prescrittore. Dal 1° gennaio 2005, tutte le prescrizioni di prestazioni sanitarie dovranno essere effettuate impiegando questo nuovo strumento.
Il monitoraggio (Sole 24 Ore: Spesa farmaceutica- decreto al giro di boa) sarà attivato, in via sperimentale, nel corso del mese di luglio in Abruzzo, regione che risponde alle caratteristiche necessarie affinché si raccolgano elementi significativi di valutazione dell’efficacia del nuovo sistema.
Il decreto dei Ministri Tremonti e Sirchia, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, e gli ulteriori cinque decreti adottati, saranno consultabili nei prossimi giorni sui siti RGS (www.rgs.mef.gov.it), del Ministero della Salute (www.ministerosalute.it), e dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.it).
Ecco in sintesi le norme principali del decreto legge sul ripiano della spesa farmaceutica per il 2004 approvato oggi dalla Camera e il cui testo ora passa al Senato.
   - L'OBIETTIVO. Contenere la spesa farmaceutica convenzionata del 2004 entro il limite del 13% della spesa sanitaria complessiva, cosi' come previsto dalla legislazione vigente e confermato dallo stesso decreto in esame.
   - LO ''SFONDAMENTO'' DEL TETTO DI SPESA. La spesa eccedente il limite del 13% e' stata calcolata dal Governo in 1.365 milioni di euro per il 2004; la valutazione e' stata fatta basandosi sull'andamento dei primi tre mesi di quest'anno (+8,2% rispetto allo stesso periodo del 2003).
   - IL RIPIANO. Di fatto il decreto mette in pratica quanto gia' previsto dal dl 269/03 (convertito nella legge 326/03). In sintesi vengono posti a carico delle aziende produttrici 495 milioni di euro, vale a dire il 40% circa dello sfondamento stimato, anziche' 745 milioni, cioe' il 60%, come invece
prevede il decreto 269/03 che pone il restante 40% a carico delle Regioni. Ferma restando la validita' dell'accordo dell'8 agosto 2001 finche' non sara' rinnovato, i criteri, le modalita' e le quote di attribuzione del ripiano per ciascuna Regione verranno definiti in sede di ridiscussione dell'accordo stesso che ormai e' in scadenza. Se risultera' necessario dopo le verifiche del caso, sara' l'Agenzia del farmaco a definire le eventuali ulteriori misure per assicurare l'equilibrio finanziario.
   - IL MECCANISMO. In pratica viene applicata ai produttori una riduzione del 6,8% della quota spettante loro sul prezzo del farmaco (quota che passa cosi' dal 66,6% al 58,8%). Questo ''sconto'' sara' applicato solo per il periodo necessario al ripiano dello sfondamento effettivo del 2004. Sara' ancora l'Agenzia del farmaco, attraverso l'Osservatorio sull'impiego dei medicinali, a monitorare l'andamento della spesa.
   - A QUALI FARMACI SI APPLICA. Lo ''sconto'' si applica a tutti i farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale, ma con alcune significative eccezioni. Rimangono infatti esclusi quelli dispensati in ospedale (fascia H), quelli di riferimento delle liste di trasparenza (art.7, comma 1 della legge 405/01) ei prodotti emoderivati, plasmatici e da Dna ricombinante.
   - I PREZZI AL PUBBLICO. Il meccanismo e' tale per cui i prezzi al pubblico rimarranno invariati; di conseguenza non dovrebbero esserci problemi per le fatturazioni, le bollinature e i rimborsi.
Sembra riaperto infine il fronte contratti. Non accetteremo altri rinvii immotivati dell’approvazione dell’Atto di indirizzo all’Aran per il rinnovo dei contratti della dirigenza medica e degli altri ruoli da parte del Consiglio dei Ministri – ha dichiarato il coordinatore dell’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria, Serafino Zucchelli.
Ci chiediamo se i ritardi nascondano in realtà la volontà di disattendere gli impegni assunti dal Vice presidente del Consiglio dei ministri Gianfranco Fini, del Sottosegretario Gianni Letta e dai ministri Tremonti, Maroni e Mazzella il 3 giugno scorso.
(sm)
Dpef la prossima settimana, Anci discute manovra
Il Dpef sara' discusso nell'aula del Senato l'ultima settimana di luglio. E il Presidente  Silvio Berlusconi annuncia che il Dpef sara' presentato al  Consiglio dei ministri della prossima settimana. Sara' - dice - "un Dpef di grande respiro, un grande progetto per il rilancio dello sviluppo e della crescita che sara' cosa concreta credo entro pochi giorni, che presenteremo al Consiglio dei ministri la prossima settimana" afferma il premier. 
Per l'Anci
''La manovra varata nei giorni scorsi  dal governo avra' effetti pesantissimi sui bilanci delle  amministrazioni locali, con forti riduzioni alla possibilita' di  spesa ed alla complessiva autonomia degli enti territoriali''.
L'associazione dei comuni italiani sostiene che ''Una prima analisi 'a caldo' della manovra - ricorda  l'associazione -
ha portato nei giorni scorsi l'Anci ad  affermare che la decurtazione del 10% della spesa per le  'prestazioni intermedie' sarebbe andata ad incidere sulle spese  per 'beni e servizi' per una cifra che, su base annua, era  calcolabile in circa 1,4 miliardi di euro. Analisi che  sostanzialmente e' stata condivisa dallo stesso governo. A  questo si aggiunga che la manovra prevede un forte  ridimensionamento (per il 2004) dei fondi a disposizione per  patti territoriali e contratti d'area, ovvero per quegli  strumenti che in questi anni hanno dato ossigeno al Mezzogiorno. 
E non basta: il provvedimento del governo riduce anche la  possibilita' di spesa per consulenze 'ad alto contenuto di  professionalita', ovvero per quegli incarichi necessari (spesso  obbligatori) per la realizzazione di opere pubbliche, piani  regolatori e quant'altro. La reintroduzione della  rendicontazione periodica alla Corte dei Conti sembra poi far  tornare l'intero comparto delle autonomie locali indietro di  venti anni''.
''E tutto questo - prosegue la nota - e' avvenuto senza alcun  tipo di concertazione preventiva tra i livelli istituzionali,  senza alcun tipo di raccordo istituzionale, senza alcun tipo di  banale confronto dialettico. Addirittura, si e' venuti a  conoscenza - lamenta l'Anci - dei contenuti della manovra  soltanto attraverso notizie di stampa. Situazione che i Comuni  temono si ripeta anche per quanto riguarda la elaborazione delle  linee guida del Dpef''.
''Faremo prima un'accurata lettura del documento finanziario e dopo decideremo un'azione comune, che dovra' essere molto forte, contro le decisioni del  Governo''. Cosi' il sindaco di Napoli Rosa Iervolino.
L'associazione dei comuni d'Italia si riunira' per discutere il decreto legge: ''Ci saranno tutti i sindaci delle grandi citta' con il direttivo dell'Anci" ha annunciato la Iervolino'', che ha precisato di aver avuto contatti con altri colleghi del centrosinistra e con il sindaco di Palermo, ''quando succedono queste cose - ha detto - le telefonate scattano immediatamente, come avvenuto con il sindaco Veltroni''.

(gs)
Accordo su nomine porti: si modifica decreto
Mai piu' commissari nei Porti italiani, in caso di disaccordo sul nome dei presidenti della autorita' portuali. Lo prevede un accordo bipartisan raggiunto in Commissione Trasporti della Camera e annunciato dal presidente Paolo Romani e dal viceministro alle Infrastrutture Mario Tassone.
Ricordiamo anche l'ordine del giorno della Conferenza delle Regioni (
ODG SU NOMINE AUTORITA' PORTUALI E SU enti parconazionali) che si è svolta il 1 luglio e che ha proprio affrontato questo tema, chiedendo di emendare il provvedimento in questione all'esame della Commissione.
Ora l'intesa raggiunta, che portera' ad una modifica del decreto di governo sui meccanismi di nomina dei presidenti delle Autorita' Portuali, recepisce una proposta del deputato Ds Graziano Mazzarello.
In sostanza, in caso di disaccordo le Regioni potranno proporre una nuova terna di candidati e, solo in caso di un nuovo insuccesso, il ministro dei trasporti provvedera' a nominare direttamente il presidente e non piu' un
commissario dell' Autorita' Portuale.
''A questo punto - commenta l'on. Mazzarello - speriamo che i patti siano rispettati adottando una soluzione che pone fine ad una grave situazione di scontro istituzionale nei porti, creata dal Governo che rischiava di mettere a dura prova l'operativita' degli scali italiani''.
(gs)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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