periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 342 - Roma, 30  luglio 2004

Sommario

Regioni: parere sospeso su Dpef Al via l'agenzia italiana del farmaco
Tessera sanitaria in Abruzzo Liguria: nuovo Statuto
A Dicembre con Barroso si apre il dopo-Prodi in Commissione UE Frattini: no a emarginazione Regioni, ma necessario coordinamento
A Dicembre con Barroso si apre il dopo-Prodi in Commissione UE
Ha dovuto incassare accuse anche pesanti, critiche e ironie, e affrontare per due settimane il fuoco di fila degli eurodeputati appena eletti o rieletti. Ma alla fine José Manuel Durao Barroso (nella foto) può dirsi davvero soddisfatto: a Strasburgo ha avuto una ''incoronazione'' di tutto rispetto, ben al di là dei pronostici dell'ultima. Lo sottolinea  la newsletter InEurop@  (strumento di informazione e comunicazione pubblica ideato e gestito dalla Rappresentanza italiana della Commissione Europea). Al voto espresso il 22 luglio nella prima Assemblea Plenaria del nuovo Parlamento Europeo allargato ai dieci nuovi membri dell'Ue, invece del risultato risicato se non quasi ''umiliante'' che gli avevano pronosticato l'ex premier portoghese ha ottenuto una maggioranza decisamente robusta, che senz'altro rafforza la sua autorità. 412 sì, 251 no e 44 astenuti o schede nulle. I sì sono giunti dai popolari, dai liberali, dalla destra moderata dell'Europa delle Nazioni, ma anche da tanti socialisti, sebbene il loro capogruppo Martin Schulz avesse affermato che il gruppo non avrebbe potuto dare il suo sostegno a Barroso. No hanno votato gli italiani e i francesi, oltre ai Verdi e alla sinistra Comunista. Gli oppositori gli hanno rinfacciato anzitutto la politica economica ''conservatrice'' condotta da Primo Ministro in Portogallo, e il suo sostegno alla guerra in Iraq.
Nel complesso, comunque, il risultato insperato dimostra che nelle due settimane di sfiancanti audizioni parlamentari come nella due giorni di dibattito in plenaria, Barroso, è riuscito a dar fondo alle sue doti di politico consumato per conquistarsi questa ampia maggioranza superando le dure critiche lanciate più che a lui, ai governi dell'Ue per il modo in cui è stato designato, ovvero in colloqui semisegreti e a porte chiuse.
Certo è che nelle audizioni e soprattutto nel suo discorso in plenaria ha introdotto ingredienti destinati a piacere sia al centro-destra (con il riferimento alla ripresa economica nel segno degli investimenti, delle riforme e dell'ambiente favorevole alle imprese) sia alla sinistra, sottolineando con forza l'importanza dell'elemento sociale.
''Mi impegno - ha affermato, alternando il portoghese, l'inglese e il francese - a contribuire attivamente a un'Europa che sia molto di più che un semplice mercato. Desidero che l'Europa sia anche sociale e culturale''. E ha parlato di una grande ''partnership per la prosperità, la solidarietà e la sicurezza nel nostro continente'' che unisca ''la Commissione, gli stati membri, i partner sociali, il mondo degli affari e i cittadini attraverso l'Unione'', una ''partnership per l'Europa''.
Barroso ha, inoltre, cercato di smussare gli angoli anche sulle critiche al suo filoamericanismo, ''potremo essere europeisti e difendere buoni rapporti transatlantici'', salvo poi assicurare: ''sono portoghese, sono europeo, e se sarò eletto difenderò gli interessi generali dell'Europa e il bene comune. Non permetterò che l'Europa sia messa in secondo piano''. Barroso ha infine ribadito l'importanza per l'Europa di una esecutivo ''forte e indipendente''. L'Unione Europea a Venticinque, ha spiegato, ''ha bisogno di una Commissione forte, non per fare la guerra al Consiglio (espressione dei governi. n.d.r.) ma al contrario per sostenerli e consigliarli. Sono convinto per avere i mezzi per convincere i governi, in fondo io stesso sono stato Primo Ministro''. Ha ribadito che non sarà di parte, e ha promesso che con chi gli ha detto no avrà ''lo stesso fairplay che ho avuto con la Grecia quando ha vinto gli Europei in Portogallo''.
Il successore di Prodi ha annunciato che comincerà a lavorare immediatamente alla sua squadra e che presenterà il suo esecutivo nell'ultima settimana d'agosto ed ha subito messo in chiaro che ''non vi saranno commissari di serie A e di serie B, saranno tutti e 24 dei 'supercommissari'''. Ha, inoltre, escluso la creazione di ''clusters'', i gruppi di commissari coordinati da un vicepresidente, come invece ipotizzato dall'attuale esecutivo per far fronte a una Commissione arrivata a 25 membri. Una scelta che sembra far sfumare la richiesta di Berlino di assegnare al tedesco Guenter Verheugen un posto di ''supercommissario'' per l'economia.
Evidentemente, Barroso ha capito che avere intorno a sé dei vicepresidenti con poteri molto forti avrebbe potuto creargli non pochi grattacapi e anche guerre interne alla Commissione.
Altre notiziedella newsletter InEurop@ :Barroso Presidente della Commissione il 22 luglio ampia maggioranza all'Europarlamento; La Corte di Giustizia dà ragione alla Commissione sul Patto Vittoria sul Consiglio, le regole vanno rispettate; A Strasburgo il nuovo Parlamento dell'Europa Unita .
Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha dal canto suo sottolineato , nell'intervento alla V conferenza degli ambasciatori, conclusasi ieri, il ruolo svolto dal nostro Paese proprio per l'elezione di Barroso. "
E' stato il governo italiano il principale artefice della nomina di Jose' Manuel Durao Barroso a prossimo presidente della commissione europea". Ora "Barroso porterà alla testa della commissione la riconoscenza per l'Italia che e' stata artefice della sua elezione", ha detto Berlusconi ai diplomatici. E ha ricordato, "due paesi avevano messo sul tavolo il loro candidato per l'Ue"; si trattava di Francia e Germania che sostenevano per la successione a Romano Prodi l'attuale premier belga Guy Verhofstadt. "Io invece avevo avuto mandato dal partito popolare europeo di portare avanti una richiesta diversa", vale a dire la candidatura di Barroso. Come "mai era accaduto in passato", ha sottolineato il premier, "abbiamo saputo controbattere" alle posizioni di Parigi e Berlino "e insieme con gli altri paesi siamo riusciti aottenere che il nostro candidato" risultasse il prescelto".
(red)
Dpef: Regioni sospendono parere

Le regioni sospendono il giudizio sul Dpef finché non ci sarà la possibilità di confrontarsi sul provvedimento varato dal Consiglio dei ministri. La Conferenza dei presidenti delle Regioni quindi dà ''formalmente un parere sospeso''. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo (nella foto), ha chiarito ieri che ''non essendoci la conferenza unificata, non ci sara' il momento nel quale discutere''. Conferenza Unificata che è ''saltata'', infatti, per la protesta degli Enti locali contro la manovra correttiva, approvata sempre ieri dal Senato. ''In buona sostanza - ha spiegato Ghigo - abbiamo sospeso il parere. Abbiamo gia' deciso quali considerazioni di carattere politico generale faremo (cfr . Proposte Regioni su Dpef). A grandi linee - ha ribadito il Presidente senza volere entrare nel merito dei contenuti del parere - aspettiamo di vedere, vista la disponibilita' del governo a coinvolgerci nella formulazione tecnica della finanziaria, di vedere in parte soddisfatti i temi che abbiamo gia presentato nel documento tecnico consegnato al governo. Si tratta - ha concluso - di un parere interlocutorio pieno di speranze'', attendendone la lettura. Per la prossima settimana sul Dpef è prevista una Conferenza straordinaria dei presidenti delle Regioni.
Il presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico,  entra più nel merito, ammonendo, in extremis, che senza le autonomie locali non ci può essere la crescita che si auspica con il Dpef. ''Il Dpef annuncia un meccanismo di crescita del Pil e costruisce gli equilibri in ragione di quella crescita, ma se le Regioni, i Comuni, le Province vengono bloccati nelle loro attività di spesa, di investimenti quegli obiettivi non si realizzeranno e la situazione peggiorerà ulteriormente''. ''Noi abbiamo dato al governo - ha ricordato - la nostra disponibilità a concorrere al risanamento del Paese se c'e' questa volonta', ma abbiamo chiesto che il governo dia un segno di buona volontà affrontando le macroquestioni che noi abbiamo posto a partire dalla sottostima del fondo sanitario''.
Mentre Vito D'ambrosio, Presidente  della Regione Marche, si augura che le Regioni non finiscano sulla graticola: ''attendiamo stasera, nella speranza di non essere messi sulla graticola, per vedere se il governo accogliera' alcuni dei punti che abbiamo chiesto siano inseriti nel Dpef; se non avverra' ovviamente il giudizio sara' preoccupato e sospeso fino alla Finanziaria''. D'Ambrosio si e' quindi detto d'accordo con le ''premesse fatte dal ministro dell'Economia e cioe' che questa e' una manovra che o si condivide o non si puo' fare,e che il problema e' la fiducia dei consumatori e non l'abbassamento del credito fiscale''. ''Si tratta - ha concluso - di due punti fondamentali. Vedremo se il governo riuscira' a tenervi fede: io mi auguro di si', temo di no, ma mi auguro di si''.
Ieri sera intanto c'è stato il varo del Dpef (on line sul sito del Ministero dell'economia e su www.regioni.it).

''Consegneremo questa sera il Dpef al Parlamento per consentire l'approvazione prima della pausa estiva'': e' quanto aveva detto ieri sera Berlusconi al termine del Consiglio dei ministri. Per il ministro dell'economia Siniscalco e' un documento 'snello, cosi' come lo spirito originario del documento prevede'. Nel Dpef - ha aggiunto - 'ci sono formulazioni abbastanza elastiche. Era importante condividere la cornice. Poi ci sono due mesi per discutere le misure'. La manovra 2005 sara' di circa 24 miliardi: 17 miliardi di misure strutturali e 7 di una tantum. Servira' per abbattere al 2,7% il deficit, che viaggia al 4,4%, e certo non potrà essere indolore. Ma non dovra' frenare la crescita e sara' accompagnata da misure per il rilancio dello sviluppo. Previsto il calo di Irpef e Irap, che sara' attuato in due anni, con prime riduzioni gia' dal 2005. Il tasso di inflazione programmata per il 2005 e' stato fissato all'1,6%.  Nel 2006 scendera' all'1,5% per poi posizionarsi all'1,4% negli anni successivi. Intanto, secondo i dati delle citta' campione l'inflazione a luglio cala dal 2,4% di giugno al 2,3%.
''Questa idea ribadita da Berlusconi secondo la quale e' possibile ridurre la spesa pubblica strutturalmente di 17 miliardi di euro senza tagli e senza toccare i servizi ai cittadini penso stia piu' nel libro dei miracoli, destinati purtroppo a non realizzarsi, che non in una seria fiducia nelle possibilita' del Paese di uscire dalla stretta attuale''. Lo afferma in una dichiarazione il presidente dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, vicepresidente della Conferenza delle Regioni. ''Per questo sono molto preoccupato - prosegue Errani - la manovra e' dura, molto dura e non tranquillizzano certo affermazioni generiche. Sul Dpef anche le Regioni attendono le 'linee', che per ora non ci sono state indicate, come non ci sono arrivate le risposte al nostro documento, da tempo trasmesso. Diversamente - conclude - il nostro parere negativo e' gia' pronto''.
Il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, convochera' per la prossima settimana una riunione straordinaria della Conferenza Unificata (Stato, Regioni, Enti locali) per acquisire il parere, come prevede la legge, al testo del Dpef.
Lo ha annunciato lo stesso ministro nel corso della Conferenza Stato-Regioni che si e' svolta ieri, dopo che l'incontro con Comuni e Province non si e' tenuto, in seguito alla protesta degli Enti locali contro la manovra economica.
La riunione potrebbe svolgersi tra martedi' e mercoledi' e sara' la sede nella quale le autonomie daranno il loro parere sulla manovra. Il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, ha detto che i Comuni valuteranno se prendervi parte o meno. Nel contempo si e' svolto nella sede dell'Anci un primo incontro con i sindacati, presente il presidente dell'associazione, Leonardo Domenici, e Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, Marigia Maulucci segretario confederale della Cgil, e Guglielmo Loy segretario confederale della Uil.
Le audizioni sul Dpef dovrebbero prendere il via oggi pomeriggio alle 15 con il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco. Il programma, ancora in forse, prevede la chiusura lunedi' con il Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Tutto dipende pero' dai lavori dell'Aula di Montecitorio ancora impegnata nelle votazioni di un disegno di legge, quello sull'energia, e due decreti, tra cui quello sul finanziamento-ponte ad Alitalia che la Lega e' pronta ad ostacolare e quello sull'etichettatura degli alimenti. Per il momento ogni decisione e' rinviata alla Conferenza dei capigruppo prevista per oggi.
Grande attenzione da parte degli organi di informazione  (cfr. Corriere della Sera: Bolli e seconde case piu' cari. E' legge il decreto taglia-spese; Sconto prima casa per i giovani e liberalizzazioni;
Il Sole 24 Ore: La stretta più dura degli ultimi 7 anni; Tre aliquote Ire, ricerca senza Irap; Via al Dpef, obiettivo inflazione 1,6%; Sì alla manovra bis da 5,6 miliardi).
On line sul sito del Ministero dell'Economia anche i diversi "Contributi al Dpef".
L
e proposte delle regioni sono state segnalate anche dalla newsletter di Mediocreditpo centrale incentivi on line che de documento delle regioni sottolinea soprattutto  il fatto che “La trasformazione annunciata degli interventi statali a favore delle imprese in fondo di rotazione non dovrà incidere sul finanziamento per gli incentivi alle imprese attribuito alle Regioni a seguito del trasferimento di funzioni ai sensi della legge 59/1997 e del DLGS 112/1998”.  "Tale posizione - spiega incentivi on line - allude ad un’ulteriore proroga dei trasferimenti dello Stato alle Regioni fino a che non sarà definito il sistema di finanziamento attraverso quote di compartecipazione a tributi statali, già previsto dalla legge 56/00.
(gs)

Al via l'agenzia italiana del farmaco
Al via l'Aifa (l'agenzia italiana del farmaco), l'organismo che opera sulla base degli indirizzi e della vigilanza del ministero della Salute, in autonomia, trasparenza ed economicita', in raccordo con Regioni, Istituto Superiore di Sanita', Irccs (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), associazioni dei pazienti, medici e societa' scientifiche e il mondo produttivo. L'Aifa ha predisposto anche un portale www.agenziafarmaco.it, sia in italiano che in inglese. L'inaugurazione e' avvenuta alla presenza del ministro della salute Girolamo Sirchia e del ministro La Loggia, e del Coordinatore nazionale degli Assessori alla Sanità delle Regioni e Province autonome Fabio Gava.
"L'agenzia ha una funzione culturale, di conoscenza e servira' come consulente tecnico-scientifico nella Conferenza Stato-Regioni sui farmaci - ha detto Antonella Cinque, presidente dell'Aifa - per rilanciare gli investimenti nella ricerca e sviluppo, semplificando e sburocratizzando le pratiche per immettere in commercio i nuovi farmaci e avere piu' sperimentazione clinica in Italia. Saremo - ha aggiunto la Cinque (nella foto) - piu' competitivi nei tempi di registrazione in Europa affinche' le industrie sperimentino nel nostro Paese".
Tra gli altri obiettivi indicati dal presidente dell'Agenzia del farmaco anche il monitoraggio dei consumi dei farmaci rimborsabili anche con correttivi. "Ci deve essere equilibrio con la legge finanziaria", ha aggiunto la Cinque ricordando la necessita' di un'informazione indipendente.
Secondo Nello Martini, direttore generale del nuovo organismo, bisogna tagliare i tempi per l'autorizzazione al commercio dei farmaci e quelli per stabilirne la rimborsabilita' da parte del Ssn.
Mentre il presidente di Farmindustria, Federico Nazzari, sottolinea: "Credo che il Ministro rivolgesse il monito non solo alle aziende del farmaco ma a tutto il resto del sistema della sanita' e, credo anche alle istituzioni, perche' in altre occasioni lo stesso Sirchia (Sole 24 Ore: Farmaci, Sirchia chiede di investire) ha richiamato a piu' etica sia da parte delle aziende che da parte dello Stato. Ma se fosse una predica a senso unico allora non mi piace".
L'Aifa, promette il ministro Sirchia (La Stampa: Sirchia- piu' moralita' con l'Agenzia del farmaco), dovra' garantire, guardando e copiando anche le esperienze di altri Paesi, tempi piu' brevi per l'arrivo dei nuovi farmaci sul mercato, oggi ancora troppo lunghi, e accelerare le pratiche per la rimborsabilita'. Particolare attenzione sara' dedicata anche alle malattie rare. ''Il farmaco non e' un bene di consumo qualsiasi, ma sempre piu' un prodotto etico, un elemento di vita per i bisogni dei malati. Spero - ha concluso Sirchia - che l'Agenzia dia i frutti che Governo, Parlamento, Regioni e soprattutto i cittadini si aspettano''.
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E di sicuro interesse per le scelte riguardanti il settore farmaceutico è la nota recentemente pubblicata dal Cerm (Competitività regolazione mercati) , in cui gli autori (F. Pammolli, che è l'esperto nominato dal Ministero delle attività produttive all'Agenzia italiana del farmaco, e N.C. Salerno) sottolineano che il decreto taglia-prezzi  "chiama in causa le Regioni alla ricerca di risorse finanziarie per la copertura ex post dei disavanzi generati (generabili) da quegli stessi malfunzionamenti strutturali che non vengono toccati. In altri termini - scrivono ancora gli autori - le Regioni sono chiamate in causa al di fuori del rapporto con lo Stato che deriverebbe dall'impostazione federalista del sistema sanitario; anzi, addirittura con modalità contrastanti il modello federalista, perché non c'è assegnazione di obiettivi e individuazione delle specifiche responsabilità dei centri decisionali e di costo". La strada da percorrere per Pammolli e Salerno è un'altra: "sono necessari interventi strutturali univocamente identificabili: l'aumento dell'apertura al mercato di tutte le fasi della filiera del farmaco e la scelta di forme di responsabilizzazione della domanda dei prodotti farmaceutici. Si tratta di riforme necessarie sia per il controllo della spesa che per al costruzione del federalismo".
(sm)
Tessera sanitaria in Abruzzo
Tessera sanitaria contro gli sprechi in Abruzzo. Diventa quindi realta' la tessera sanitaria che consentira' di razionalizzare la spesa sanitaria, tagliare sprechi, individuare frodi e truffe, e ottimizzare una spesa che rappresenta la seconda voce nel bilancio dello Stato, dopo quella della previdenza, e che e' caratterizzata da un trend crescente. La tessera - simile a quella del bancomat - ha debuttato oggi in Abruzzo, regione pilota, ed entro il 2005 verra' estesa a tutti gli italiani.
Il progetto di monitoraggio, denominato ''Sistema Ts'', e' in attuazione della Legge n. 326/2003 ed e' del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che lo ha sviluppato con i Ministeri della Salute e dell'Innovazione Tecnologica. La regia operativa e' affidata all'Agenzia delle Entrate attraverso una convenzione con la Ragioneria Generale dello Stato, che ha la titolarita' del progetto. La realizzazione del sistema e' della Sogei, partner tecnologico del ministero della Sanita'.
Il ''Sistema Ts'' di monitoraggio consentira' allo Stato di governare l'andamento della spesa pubblica sostenuta per farmaci e prestazioni specialistiche e di potenziare le verifiche sul
diritto alle esenzioni spettanti agli assistiti, monitorando tutte le fasi dello svolgimento della spesa, dalla prescrizione alla prestazione. Inoltre consentira' di individuare politiche e interventi idonei per una gestione ottimale della spesa sanitaria. La tessera sanitaria va esibita in farmacia o per ricevere prestazioni specialistiche.
(red)
Liguria: nuovo Statuto

La Regione Liguria ha un nuovo Statuto. A renderlo noto è la newsletter della regione Liguria. 
Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di statuto licenziata dalla commissione speciale dopo quasi quattro anni di lavoro. Alla base del testo c'è la considerazione di tutti quegli aspetti che hanno contribuito a formare "l'identità ligure come luogo di incontri positivi", tra cui gli ideali di libertà e indipendenza che hanno attraversato la storia della Liguria dal medioevo alla Resistenza. Rispetto della tradizione, quindi, ma anche molte novità, che vanno dalla scelta della forma di Governo, con elezione diretta del Presidente della Giunta, al rafforzamento dei poteri del Consiglio regionale, dall’introduzione dell’interrogazione a risposta immediata su argomenti urgenti all’affermazione del ruolo dell’opposizione. Nelle pagine dell’istituzione del portale di Regione Liguria si può scaricare il testo della proposta di
Statuto .Prima della scadenza della legislatura dovrebbe essere approvata anche la legge elettorale che resta aperta a diverse ipotesi in particolare sull'utilizzo dei resti a livello provinciale o regionale. Secondo lo Statuto in votazione, tale legge dovrebbe essere approvata con la maggioranza qualificata dei due terzi. In caso di non approvazione di una nuova legge, nel 2005 si procederebbe al rinnovo del Consiglio con le norme attualmente in vigore.On line sulla rivista www.federalismi.it :Regione Lazio, Testo dello Statuto approvato in prima lettura dal Consiglio nelle seduta del 12.05.04  e Regione Toscana, Testo dello Statuto approvato in seconda lettura il 19 luglio 2004.
Sulla situazione degli Statuti nelle diverse Regioni si sofferma oggi il Giornale con un articolo intitolato:
Cosi le Regioni si fanno le loro Cosrtituzioni
(red)

Frattini: no a emarginazione Regioni, ma necessario coordinamento
La quinta Conferenza degli ambasciatori d'Italia si e' rivelata una tre giorni importante, uno strumento essenziale e prezioso per approfondire le problematiche internazionali e mettere a punto le linee d'azione e gli strumenti di intervento sui grandi temi della politica estera italiana''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini, tracciando un bilancio dei lavori della Conferenza, conclusa ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. ''Europeismo e atlantismo, due percorsi, un obiettivo comune'', ''L'Azione dell'Italia nelle aree strategiche vicine, Medio Oriente/Mediterraneo e Balcani'', e ''Piu' Italia nel mondo'' sono state le tre direttrici che hanno animato le sedute della Conferenza, ha ricordato il ministro, ulteriormente sviluppate in colazioni di lavoro presiedute da ministri di Governo e tavole rotonde geografiche presiedute dai sottosegretari agli Esteri e vice ministri di altre amministrazioni.

Con riferimento al rapporto fra la Farnesina e le Regioni Frattini ha detto ''Abbiamo sventato tentativi di  emarginare le Regioni senza perdere però le fila di un coordinamento della Farnesina, la cui mancanza segnerebbe il declino della politica estera italiana''. Con queste parole il ministro degli Esteri Franco Frattini ha di fatto chiuso ufficialmente lo strappo con le regioni sulla politica estera.      Nel suo intervento di apertura nella terza giornata della quinta Conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo alla Farnesina, il capo della diplomazia italiana ha evidenziato l'importanza dell'intesa raggiunta il 7 aprile, che ha consentito di mettere a punto formule di coordinamento operativo.   ''Un ruolo di coordinamento, quello del ministero, che e' - ha puntualizzato il titolare della Farnesina - ovviamente irrinunciabile''. I due accordi raggiunti in aprile con le Regioni (un protocollo per la collaborazione in attivita' internazionali di intesa con il ministero per gli Affari regionali e un programma di sostegno per la cooperazione decentrata nell'area adriatica di Euromediterranea) sembrano dunque aver rimarginato le incomprensioni con le regioni.
(red)

 

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