periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 

n. 256- Roma, 27, 28 e 29 marzo 2004

Sommario

Senato federale: riserve di Pera Errani: sottostima FSN, ha ragione Corte dei Conti
Una nuova edizione de "Il Parlamento" di Manzella 31 marzo: un convegno sulla polizia locale
Fondo politiche sociali: botta e risposta fra Maroni ed Errani Storace: nel Lazio va avanti il decentramento
Errani: sottostima FSN, ha ragione Corte dei Conti
Il debito delle Regioni è praticamente raddoppiato in 4 anni: nel 2003 è aumentato del 100% rispetto al 1999 e del 15,3% rispetto all'anno precedente.
Pesa soprattutto la spesa sanitaria e per il 2004 già si paventa il rischio di un deficit di 5 miliardi di euro. Ad affermarlo è il presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini (nella foto), nel corso di un'audizione alla Commissione Bilancio del Senato.
Sul fronte della finanza regionale - ha sottolineato Staderini - resta irrisolto il grave problema di consistenti squilibri nelle gestioni sanitarie''. Il problema dipende soprattutto dal fatto che le Regioni si trovano a colmare ''con risorse proprie un differenziale in gran parte generato da fattori endogeni'', come l'invecchiamento della popolazione e la necessità di ammodernare le strumentazioni. Per la sanita' nel 2004 ci sarà un aggravio aggiuntivo dovuto al ritardo del rinnovo del contratto di lavoro: peserà per 2,5 miliardi di euro ma complessivamente ''le Regioni già paventano - ha detto Staderini - un deficit di circa 5 miliardi di euro, ivi compresi i maggiori costi per gli immigrati non regolarizzati e la mancata ridefinizione del costo dei livelli di assistenza''.
 Il debito complessivo delle Regioni a fine 2003 era pari a 28.958 milioni rispetto ai 14,4 miliardi  del 1999; la componete destinata al ripiano delle gestioni sanitarie lo scorso anno ha pesato per circa un terzo sul totale del debito (10,6 miliardi). Per La Corte dei Conti ''il capitolo relativo al personale e' quello che maggiormente mette a rischio i risultati delle gestioni sanitarie; l'attuale sistema di contrattazione collettiva - ha sottolineato Staderini - non consente tra l'altro di indicare con precisione la copertura dei costi con riferimento ai bilanci delle aziende e delle Regioni che dovrebbero sostenerli''.
''Il presidente Staderini ha ragione ad evidenziare, dati alla mano, una situazione che le Regioni stesse denunciano da tempo''. E' questo il commento del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani alle valutazioni del presidente della Corte dei Conti Francesco Staderini nel corso di un'audizione in Commissione bilancio al Senato.
''Aggiungo solo - continua Errani - che questa situazione e' il frutto della perdurante sottostima del Fondo sanitario nazionale e della indisponibilita' del Governo a prenderne atto. Tant'e' che stiamo ancora aspettando risposte ai nostri ripetuti allarmi. Sia chiaro: chi fa mancare risorse essenziali e gia' stabilite a Comuni, Province, Regioni, rende un danno al Paese e taglia i servizi ai cittadini. Colpendo prima di tutto il Servizio sanitario nazionale". (red)
Una nuova edizione de "Il Parlamento" di Manzella

"Il Parlamento" di Andrea Manzella vide la luce nel1977 e dalla seconda edizione sono passati dodici anni.  Oggi il Mulino torna a riproporci, in un'edizione aggiornata nella collana "strumenti" il testo del direttore del Centro di studi sul Parlamento dell'Università Luiss di Roma, membro della Convenzione che ha elaborato la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000.
Nell'aggiornamento l'autore ha dovuto "fare i conti" con cambiamenti di non poco conto: la mutazione elettorale dal proporzionale al maggioritario; l'ordinamento dell'Unione europea, divenuto forma costituzionale e processo costituente; il processo federativo che ha dato conformazione nuova alla Repubblica.
E in particolare quest'ultimo scenario porta l'autore ad affrontare il "carattere necessariamente duale", nel senso della compartecipazione tra Stato e regioni, dei "procedimenti legislativi (statali, ma anche regionali) nelle materie a legislazione concorrente. Non è un caso sottolinea Manzella (nella foto) - che proprio su queste materie, oltre che su quelle rientranti nell'ambito dell'articolo 119 della Costituzione (sul federalismo fiscale) la legge 3 del 2001 8nuovo titolo V della Costituzione) abbia previsto il parere della Commisione Bicamerale per le questioni regionali integrata con i rappresentanti di regioni ed enti locali. Pareri che secondo l'intenzione del legislatore hanno evidente un peso peculiare  visto che per superarli occorrerebbe poi la maggioranza assoluta dei componenti dell'assemblea. Parrebbe prefigurarsi - e ciò forse spiega l'incapacità di adattamento o la resistenza della politica - una nuova linea di demarcazione che va oltre quella tradizionale del confronto maggioranza- opposizione, delineando un confronto Centro-periferia. ma la Bicamerale integrata è stata comunque immaginata come soluzione transitoria, immaginando già allora un diverso senato. un senato federale. E secondo l'autore al Senato federale a livello nazionale farebbe da contraltare a livello regionale il Consiglio delle autonomie .
E' insomma un "ordinamento multilivello" nel quale è difficile separare le competenze, e l'autore delinea anche un rischio di "complessificazione dei procedimenti decisionali". E' in questo contesto che si è inserito, in parte facendo da supplente - all'assenza di una vera e propria Camera delle autonomie il sistema delle conferenze, spostando sull'esecutivo oneri ed onori di processi negoziali decisivi per la formazione dell'indirizzo politico nazionale".
L'indice del volume propone i seguenti argomenti I. Il parlamento e il suo diritto. - II. Il parlamento, i partiti, il popolo. - III. La struttura del parlamento. - IV. L'organizzazione dei lavori parlamentari. - V. Gli strumenti conoscitivi del parlamento. - VI. Il procedimento di decisione parlamentare. - VII. I procedimenti legislativi. - VIII. I procedimenti non legislativi. - IX. Le funzioni del parlamento. (sm)

Fondo politiche sociali: botta e risposta fra Maroni ed Errani
"Ha ragione il ministro Tremonti, c'è stata una riduzione, ma dell'incremento delle spese. Un taglio giusto e doveroso''. Lo ha detto ai microfoni di Radio Anch'io il ministro del Welfare Roberto Maroni (nella foto) che ha inoltre specificato che il taglio non coinvolge tutti i settori e ha fatto l'esempio della spesa per le politiche sociali. ''Per le politiche sociali - ha detto - il trasferimento per esempio e' aumentato. Abbiamo un fondo per le  politiche sociali che tocca un miliardo di euro, il 35% in più rispetto al 2001. Ma non posso darlo alle Regioni e ai Comuni perché le Regioni si rifiutano di partecipare alla Conferenza Stato-Regioni che è l'organo che deve approvare il trasferimento. Tutto ciò è singolare''.
Nel pomeriggio è arrivata la "risposta delle regioni" , dal Vicepresidente
della Conferenza delle regioni, Vasco Errani. "Risulta quanto meno incomprensibile - ha detto Errani - l’affermazione del Ministro Maroni relativa ad un blocco del trasferimento dei fondi per le politiche sociali che sarebbe causato dalle Regioni”.
“Occorre ricordare al Ministro che i Presidenti delle Regioni non stanno partecipando ai tavoli di confronto istituzionale, non per “capriccio”, ma per il semplice fatto che il Governo non ha dato, né sta dando, alcuna risposta a precise richieste relative al trasferimento di fondi dovuti in virtù di precisi accordi Stato-Regioni. Per quanto riguarda quindi il problema toccato dal Ministro, e cioè il fondo per le politiche sociali – ha proseguito Errani – deve esser chiaro che lo stallo attuale è responsabilità del Governo, il cui atteggiamento  non consente la partecipazione alla Conferenza Unificata (Stato, Regioni, Comuni e Province). Insomma – ha concluso Errani - è tutto il sistema delle Autonomie che sta chiedendo risposte al Governo sul fronte dei trasferimenti ed è il Governo che deve assumersi in pieno la responsabilità del blocco del confronto istituzionale”. (red)
Senato federale: riserve di Pera

Il Presidente del Senato, Marcello Pera (nella foto) ha ''qualche riserva'' sul modello di federalismo approvato in Senato. Pera ha sottolineato che la riforma approvata può produrre tre effetti: ''Primo: si genera uno squilibrio tra istituzioni e si apre una contraddizione nel sistema; quella governabilita' che si acquista con i poteri del premier, si perde tutta con i contropoteri del Senato. Chi ha parlato di un 'premier onnipotente' dovrebbe riconoscere che siamo invece di fronte al paradosso di 'un premier potente depotenziato'. Come passerà il Governo in Senato? Negoziando? Pagando? Caso per caso, volta per volta?''.
Secondo: il sistema ''non diminuisce quella proliferazione abnorme di ricorsi alla Corte per conflitto di competenze''. Alla luce di questa considerazione, per Pera ''e' difficile pensare a una diminuzione dei conflitti Stato-Regioni, mentre e' piu' facile pensare ad una conflittualita' permanente Camera (Governo)-Senato''. Terzo: ''Negoziare in Senato, per il Governo, significa alla fine spendere per acquisirsi il consenso di interessi corporativi. Non c'e' il rischio - si e' chiesto Pera - che un federalismo siffatto aumenti i costi, anziché diminuirli?''.
Detto questo, secondo il presidente del Senato occorre ''più federalismo e più governabilità''. Ma ''rispetto ai due scopi dichiarati della riforma, essa non può ancora dirsi compiuta. Ricordo - ha concluso - che siamo al primo dei quattro passi previsti e che c'e' tempo per cambiare, anche se, lo dico con rammarico, a cambiare il Senato avrei desiderato che fossero stati protagonisti i Senatori''.
''Sarebbe sbagliato sia considerare il testo già definito, perché in realtà è coperto da un'ombra assai seria, sia rigettarlo totalmente, perché invece e' una riforma assai promettente e, per la parte del premierato, utile e adeguata''.
Per il leader dell'Udc
Marco Follini ''dobbiamo riflettere sulle osservazioni fatte del presidente Pera alla riforma costituzionale''. ''La riforma ha bisogno di consenso e di un consenso più largo. Non può essere una partita tra la maggioranza e il resto del mondo''.
Per il capogruppo Ds alla Camera Luciano Violante ''Più che riforma costituzionale è pasticcio confusionale. I costi di questa devolution saranno altissimi per il Mezzogiorno''.
"Possibili ritocchi alla Camera, poi devolution blindata'': dice
Roberto Calderoli - in un'intervista al Corriere della Sera:
"Calderoli detta i tempi: possibili ritocchi alla Camera, poi devolution blindata".
Infine il Presidente del Friuli-Venezia
Giulia, Riccardo Illy, ha giudicato 'aberranti' alcune delle riforme federaliste decise al Senato, e in particolare quello che ha definito un tentativo di rinvio delle elezioni regionali del 2005.
(gs)

31 marzo: un convegno sulla polizia locale

Si terrà Mercoledì 31 marzo 2004 a Roma  (Camera dei Deputati, Palazzo Marini, Vicolo del Pozzetto 158) un convegno sulla polizia locale, promosso dalla Conferenza delle Regioni, dall'Anci, e dall'Upi, . Il tema è “Cooperare per la sicurezza dei cittadini: la polizia locale nella proposta delle autonomie”. I lavori inizieranno alle Ore 9.30 con gli interventi di saluto di Enrico Gasbarra, Presidente Provincia di Roma, e di Osvaldo Napoli (nella foto), Vice Presidente Anci. La relazione introduttiva sarà di Luciano Vandelli, Assessore affari istituzionali Regione Emilia Romagna.
Interverranno: Aldo Zanetti, Comandante della polizia municipale di Roma, Claudio Montaldo, Presidente del Forum italiano per la sicurezza urbana, rappresentanti delle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil . Alle ore 11.00 avrà luogo una Tavola rotonda, coordinata da Vasco Errani, Vice Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome. parteciperanno: Donato Bruno, Presidente Commissione Affari costituzionali Camera Deputati, Marco Minniti Responsabile Dipartimento Problemi dello Stato Gruppo parlamentare DS, Gian Claudio Bressa Vice Presidente Commissione Affari Costituzionali,
Domenico Nania Presidente Gruppo Parlamentare AN, Donato Robilotta, Assessore affari istituzionali Regione Lazio, Giuliano Barbolini, Delegato Anci sulla sicurezza, Silvano Moffa, Vice Presidente Upi.(red)

Storace: nel Lazio va avanti il decentramento

Riforma della formazione e dell'istruzione: colloquio con Valentina Aprea, Pasquale Viespoli e Antonio Francioni. Sono queste le interviste contenute nell'ultimo numero (n..11) di QT (i quaderni di tecnostruttura). Il numero è poi dedicato ad uno dossier sugli atti del Seminario internazionale "Lifelong learning: una strategia dei sviluppo congiunto tra istruzione, formazione e occupazione". Benevento, 21-22 ottobre 2003, nell'ambito del Semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea.
Il penultimo numero di
QT (il n.9/10)contiene invece un'intervista al presidente della Regione Lazio Francesco Storace (nella foto)."
È in atto nel Paese - spiega Storace nell'intervista a QT -  una profonda riforma dell’assetto istituzionale dello Stato oggi riaffermata e consoLidata dalla riforma del Titolo V della Costituzione. La Regione Lazio assegna particolare rilevanza e significato a questo processo, che la vede profondamente coinvolta, consapevole dell’obiettivo che intende raggiungere, ovvero L’attuazione del principio di sussidiarietà: in altre parole, avvicinare i cittadini al luogo dove si attivano i processi decisionali che li riguardano(...) In questa logica la Regione ha governato - insieme alle autonomie locali - il decentramento di funzioni e compiti (...) In particolare ha dato attuazione alla Legge regionale n. 14/1999 “Organizzazione delle funzioni a Livello regionaLe e locale per La realizzazione del decentramento amministrativo”, modificando la Legge stessa in alcune parti, quando ostacoli o burocraticismi ne impedivano la snella applicazione e dando vita a un lungo e complesso percorso attuati va in stretto raccordo con la Conferenza Regione autonomie locali e con i Comitati di settore, che ne rappresentavano le articolazioni operative per materie omogenee. La Regione, dunque, intende portare a termine rapidamente la seconda fase del decentramento legato alLa Legge n. 14/1999, e contestualmente dar corso e seguire, insieme alle autonomie locali, i processi di riassetto dello Stato conseguenti all’applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione. La conferma anche per l’anno in corso della riduzione dell’aliquota Irap sta a dimostrare il serio tentativo della Regione Lazio di gestire tino in fondo i margini di autonomia fiscale consentiti dal vigente ordinamento. La manovra movimenta oltre 700 miliardi di vecchie Lire, coinvolge la totalità dei settori produttivi del Lazio e determina un alleggerimento della pressione fiscale su quasi 170.000 piccole e medie imprese (red)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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