periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  402 - Roma, 6-7-8 novembre 2004

Sommario

Nuovi Statuti: lavori in corso

Corte Costituzionale su asilo nido

Dibattito riforme: Pisanu, Garrone, La Loggia

Finanziaria a Montecitorio

Emilia-Romagna: dati sulla sicurezza

Ghigo: Governo approvi decreto Ogm

Nuovi Statuti: lavori in corso al 29/10/04

Ecco la situazione dell'approvazione dei nuovi Statuti al 29 ottobre:
 

REGIONI

STATO DEI LAVORI

Aggiornamento al 29 ottobre 2004

ABRUZZO

Il Consiglio regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 21 settembre u.s.. Il 28 ottobre il Consiglio dei Ministri ha impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto regionale.

BASILICATA

La Commissione ha approvato il 22 dicembre 2003 la proposta del nuovo Statuto. Attualmente in discussione in aula.

CALABRIA

Il Consiglio ha approvato nel mese di luglio - a seguito della sentenza Costituzionale - definitivamente lo Statuto. Pubblicato per notizia il 14 luglio u.s..

CAMPANIA

Attualmente il Consiglio regionale ha approvato lo statuto in prima lettura 18 settembre.

EMILIA-ROMAGNA

Il Consiglio regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 14 settembre u.s.. L'8 ottobre il Consiglio dei Ministri ha impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto regionale.

LAZIO

Il Consiglio regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 3 agosto u.s.. Pubblicato per notizia il 10 agosto u.s..

LIGURIA

Il Consiglio regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 28 settembre u.s.. Il 28 ottobre il Consiglio dei Ministri ha impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto regionale.

LOMBARDIA

Attualmente lo Statuto è in discussione in Commissione.

MARCHE

Il Consiglio regionale ha approvato lo Statuto in seconda lettura il 4 ottobre u.s. Fra due mesi lo Statuto sarà approvato, dopo un'ulteriore lettura, in via definitiva.

MOLISE

La Commissione ha approvato una prima bozza di Statuto il 30 ottobre 2003 . Attualmente la proposta è sottoposta ad una serie di consultazioni esterne.

PIEMONTE

Il Consiglio regionale ha approvato in prima lettura lo Statuto il 6 agosto u.s..

PUGLIA

L. R. n. 7 del 12 maggio 2004

TOSCANA

Il Consiglio regionale ha approvato definitivamente lo Statuto il 19 luglio u.s.. Il 4 agosto il Consiglio dei Ministri ha impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto regionale.

UMBRIA

Il Consiglio regionale ha approvato il 29 luglio u.s. definitivamente lo Statuto. Il 4 settembre il Consiglio dei Ministri ha impugnato dinanzi la Corte costituzionale lo Statuto regionale.

VENETO

La Commissione ha approvato il 7 agosto u.s. lo statuto.

(red)

Dibattito riforme: Pisanu, Garrone, La Loggia...

''Il testo della riforma licenziato dalla Camera mi pare un buon approdo, ma perfettibile per taluni aspetti, come tutte le cose del mondo'', ha detto Giuseppe Pisanu, ministro per l'Interno, parlando davanti all'assemblea dell'Anci. Per Pisanu, ''margini di intervento sono visibili nella configurazione del Senato''. Il ministro invece valuta positivamente ''la norma che conferisce alle Regioni la potesta' esclusiva in materia di polizia amministrativa regionale'', in quanto ''non contrasta con la potesta' esclusiva dello Stato sull'ordine pubblico e sulla sicurezza. L'assetto unitario dell'ordine pubblico e della sicurezza e' un pilastro irrinunciabile dell'unita' nazionale''.
''La riforma del Titolo V della Costituzione impone una grande stagione di riforme''. Ne e' convinto Edoardo Garrone, responsabile in Confindustria del Comitato tecnico per l'impatto del federalismo sulle imprese. ''Bisognera' affrontare in senso federale - ha detto - la riforma del lavoro, l'amministrazione della giustizia, la riforma fiscale. Serviranno, insomma, riforme coerenti col modello federale''. Garrone ha sottolineato che il presidente Montezemolo, ''non ha mai detto che gli imprenditori sono contro le autonomie locali'', ma che, piuttosto, Confindustria chiede di avere ''una interlocuzione chiara con la pubblica amministrazione e tempi certi. C'e' ancora un rapporto troppo farraginoso e complesso quando si ha a che fare con il sistema delle rappresentanze locali e questo demotiva gli imprenditori ad investire in Italia, non convince a farlo, cosi' progressivamente, le imprese, soprattutto manifatturiere, stanno delocalizzando. Non possiamo pensare a un trasferimento della burocrazia anche a livello regionale''.
Sempre durante l'Assemblea Anci è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, che ha detto:  "non se ne puo' piu' di cosidetti o sedicenti esperti che parlano di Costituzione e diritto costituzionale senza che sappiano di cosa parlano. Per troppo tempo abbiamo dovuto leggere e ascoltare cose insostenibili...".
S
econdo Enrico Borghi, presidente dell'Unione nazionale comuni e comunita' enti montani (Uncem):
''Non regge piu' un meccanismo che spinge il riassetto istituzionale senza averne prima verificato la sostenibilita' finanziaria".
Per Lorenzo Ria, presidente dell'Unione delle Province d'Italia, c'è una logica del doppio centralismo: "emerge dall'art. 118, che mentre costituzionalizza la conferenza Stato-Regioni, ignora totalmente quella Stato-Autonomie locali".
(red)

Emilia-Romagna: dati sulla sicurezza

I dati sull'andamento delle denunce e sulla percezione della sicurezza sono raccolti nel decimo "Rapporto annuale sulle politiche e i problemi della sicurezza in Emilia-Romagna" che quest'anno, nel decennale dell'avvio della prime iniziative nel campo della sicurezza, si concentra sul lungo periodo e su una ricerca dedicata alla promozione della sicurezza da parte delle amministrazioni comunali.
"L'Emilia-Romagna è stata la prima Regione a lavorare sui temi della sicurezza - ha sottolineato il presidente della Regione Vasco Errani -. Oggi presentiamo un bilancio certamente positivo, intanto perché su alcuni reati come i furti in appartamento registriamo un calo rilevante, ma soprattutto perché abbiamo costruito un sistema di cooperazione integrata tra le diverse componenti che debbono promuovere la sicurezza".
"Grazie al lavoro svolto, siamo di fronte alla possibilità di darci un nuovo obiettivo: promuovere sempre più la sicurezza attraverso la prevenzione - ha aggiunto il presidente - il che significa progettare gli spazi delle città avendo come punto fondamentale la sicurezza; promuovere integrazione nelle aree più delicate; rilanciare la coesione sociale", occupandosi "dell'integrazione degli immigrati, del problema della casa, del welfare. Anche questi elementi - ha concluso Errani - danno e promuovono la sicurezza. Uno degli aspetti più importante delle società moderne è sconfiggere un sentimento diffuso di insicurezza, perché questo significa dare un futuro alle nostre comunità""
Il rapporto contiene anche i risultati di una indagine sulla vittimizzazione, svolta, in collaborazione con l'Istat, su un campione rappresentativo della popolazione regionale di oltre 11.000 persone.
La seconda parte del rapporto è, tra l'altro, dedicata alla verifica dei risultati delle attività svolte dalla Regione a sostegno delle politiche di sicurezza realizzate dai singoli Comuni. L'analisi è stata oggetto di un questionario inviato nel 2003 agli Enti locali. 232 (sui 341 totali) sono stati i Comuni che hanno risposto. Più di un terzo degli enti che ha restituito il questionario ha
affermato di essersi dotato di un "progetto sicurezza".
L'Emilia-Romagna ha avviato da tempo un programma di finanziamento di azioni proposte dalle amministrazioni locali per la sicurezza urbana. Dal 2000 al 2003 le risorse investite ammontano complessivamente a oltre 60.780.000 euro, che sono stati destinati sia a progetti di livello regionale (oltre 34.700.000 euro) che provinciale (oltre 26.000.000).
DATI ON-LINE: 
Andamento di alcuni reati.doc - Progetti finanziati a livello provinciale.doc
Le ultime variazioni su base annuale (il 2003 rispetto al 2002) sono da quest'anno disponibili (anche con dati sulle singole province) anche su Internet.
On line
anche la serie storica completa (1984-2003), con gli andamenti dei reati su base regionale, provinciale e nazionale.
Entrambi i file possono essere consultati, stampati e scaricati in formato "Pdf". Per ottenere (in formato Excel) i dati o i grafici basta inviare una richiesta e-mail all'indirizzo cittasicure@regione.emilia-romagna.it, facendo riferimento al numero delle pagine a cui si è interessati e citando nell'oggetto il tipo di richiesta (dati o grafici).

(red)

Corte Costituzionale su asilo nido e micro-nidi

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la parte della legge finanziaria 2003 che prevede un fondo di rotazione per il finanziamento dei datori di lavoro che realizzano, nei luoghi di lavoro, servizi di asilo nido e micro-nidi.
Non spetta allo Stato ma alle Regioni legiferare nel dettaglio sugli asili nido. Per questo motivo la Consulta, con la sentenza n. 320 scritta dal giudice costituzionale Ugo De Siervo, ha accolto in parte i ricorsi delle Regioni Toscana ed Emilia Romagna, dichiarando l' illegittimita' costituzionale dell'articolo 91 - commi 1, 2, 3, 4 e 5 - della legge n. 289 del 2002 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge Finanziaria 2003).
La Corte Costituzionale si richiama  innanzitutto a una sua precedente decisione (n.370 del 2003) per  ribadire che la disciplina degli asili nido ricade nell'ambito  della materia dell'istruzione e per alcuni profili nella materia  della tutela del lavoro: materie, queste, affidate dalla Costituzione (art.117) alla potesta' legislativa concorrente.
Percio' - afferma la Consulta - ''in questi ambiti il legislatore statale puo' determinare soltanto i principi fondamentali della materia e non dettare una disciplina dettagliata ed esaustiva, quale quella contenuta nei primi cinque commi dell'art.91'' della finanziaria 2003, attraverso la quale organi statali provvedono ad agevolare la realizzazione di asili nido nei luoghi di lavoro.
La Corte respinge poi altre interpretazioni date dall'Avvocatura generale dello Stato ad  alcuni articoli della Costituzione dopo la modifica del titolo V della Carta. La Consulta, infatti, non concorda con la tesi secondo la quale spetterebbe al potere statale la predeterminazione normativa di livelli essenziali delle prestazioni che riguardano i diritti civili e sociali in riferimento agli asili nido, cosi' da correggere ipotetiche ''discipline sbilanciate'' da parte di singole Regioni. Secondo i giudici costituzionali, ''lo Stato dispone di altri strumenti per garantire un uso corretto dei poteri regionali: a tal fine - si legge nella sentenza - rilevano, in particolare, proprio la eventuale predeterminazione normativa da parte dello Stato dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili, nonche' l'attribuzione al governo del potere di intervenire in via sostitutiva pure a tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali''.
Inoltre la definizione dell'ampiezza della finanza regionale, in conformita' al nuovo titolo V della Costituzione, deve essere ancora operata''. E in ogni caso ''dovra' necessariamente riferirsi alla effettiva capacita' delle Regioni di 'finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite' (art.119, quarto comma della Costituzione)''.
Infine, il tipo di ripartizione delle materie tra Stato e Regioni ''vieta comunque che in materia di competenza legislativa, in linea generale, si prevedano interventi finanziari statali seppure destinati a soggetti privati, poiche' cio' equivarrebbe a riconoscere allo Stato potesta' legislative
e amministrative sganciate dal sistema costituzionale di riparto delle rispettive competenze''.
(red)

Finanziaria a Montecitorio

Sono 1.993 gli emendamenti alla Finanziaria presentati in aula a Montecitorio da tutti i gruppi politici. Intanto oggi "Il Sole 24 Ore" si occupa di Regioni e politiche per la casa: Regioni in campo sulla crisi. La casa diventa un affare locale; C'e' posto per sposi, anzani e stranieri.
''Non mi pare che, al momento, si possa parlare di una penalizzazione con riferimento agli enti locali'', ha detto il il ministro per gli Affari regionali,
Enrico La Loggia, riferendosi al testo della Finanziaria in discussione alla Camera: ''Speriamo -ha aggiunto- che nel 2005 si potra' spendere tutto quello che si e' speso nel 2004 piu' il 2%. Nessuno puo' dire che questo e' un taglio alla spesa semmai e' un contenimento della spesa che lasciata libera crescerebbe del 3, 4, 5, 8% cioe' -ha concluso- piu' di quello che ci possiamo permettere''.
Bisogna finirla con la ''mitologia'' dell'insufficente finanziamento degli enti locali perche' ''non e' assolutamente vero che i comuni sono penalizzati dalla Finanziaria e che devono quindi ridurre i servizi'', afferma anche il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas.
Nei primi dieci mesi di quest'anno la Cassa Depositi e prestiti ha finanziato gli enti locali per un importo complessivo di circa 3.850 milioni di euro.

(red)

Ghigo: Governo approvi decreto Ogm

Il Governo approvi al più presto il decreto che regolamenta l'utilizzo degli Ogm, predisposto dal Ministro Alemanno, nella stesura approvata dalla Conferenza Stato-Regioni: è quanto chiede il presidente della conferenza delle regioni Enzo Ghigo.
''Il lavoro svolto dal Ministro ha registrato il consenso unanime delle Regioni - sottolinea Ghigo - ed è indispensabile per dare certezze legislative all'agricoltura italiana. L'equilibrio con cui sono stati affrontati tutti i problemi, anche quelli più delicati relativi alle garanzie della coltivazioni Ogm free e ai contesti istituzionali attraverso cui articolare il principio della coesistenza, rappresenta l'unica strada possibile. Le posizioni 'estreme' in questo momento rappresentano una minaccia alle libertà del produttore e ai sacrosanti diritti del consumatore''.
Il presidente della conferenza delle regioni sottolinea poi che ''chi radicalizza il confronto finisce per creare anche inutili ostacoli alla ricerca che invece il decreto stesso garantisce. Sono certo che l'esecutivo vorrà considerare il positivo risultato del confronto istituzionale fra Governo e Regioni in un settore dove è evidente la competenza di quest'ultime. Tornare indietro potrebbe
offrire elementi ulteriori al contenzioso istituzionale''. Ghigo quindi invita il governo a ''considerare attentamente anche questo riisvolto istituzionale. Occorre - ha concluso Ghigo - che il Consiglio dei Ministri ascolti in questo caso la voce delle Regioni, che peraltro, proprio in virtù delle legislazioni regionali già realizzate, sono strumento di co-governo responsabile e indispensabile''.
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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