periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  409 - Roma, 18 novembre 2004

Sommario

Statuto convenzione UE su paesaggio

Finanziaria: Regioni da Siniscalco e decreto 56

Accordo su trasporto pubblico locale

Campania: approvata legge condono edilizio

Sud e terzo settore

borsalavorodelpiemonte.it

Statuto convenzione UE su paesaggio

Regioni approvano statuto convenzione UE su paesaggio. La Conferenza delle Regioni ha approvato lo statuto della 'recep', la rete europea dei poteri pubblici territoriali, che avra' l'incarico di attuare la Convenzione Ue di Firenze, approvata nel 2000, per la  tutela, la salvaguardia e la corretta gestione del paesaggio.
Le  Regioni italiane, su iniziativa della Campania, sono così le prime in Europa ad avere approvato la bozza dello statuto che dara' piena attuazione alla Convenzione.
Soddisfatto il Presidente del Congresso dei poteri regionali e locali Ue, Giovanni Di Stasi (nella foto): ''D'ora in poi -spiega- non solo il paesaggio di pregio sarà' degno di tutela ma tutto il paesaggio, dalle periferie urbane alle aree industriali, sarà salvaguardato.
Si tutelera' cosi' il diritto dei cittadini a una corretta gestione del paesaggio e a non vederlo alterato, nonche' il diritto ad essere ascoltati sugli interventi a forte impatto ambientale. Quando questo strumento sarà ratificato con una apposita legge dal Parlamento - avverte Di Stasi - ci sarà qualche problema in più, in Italia, nell'approvare sanatorie e condoni''.
(red)

Accordo su trasporto pubblico locale

L'Asstra e i sindacati dei trasporti hanno raggiunto un'ipotesi di accordo sulla parte economica del rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale. L'intesa prevede un aumento medio mensile a regime di 105 euro. Per il periodo di vacanza contrattuale i lavoratori del settore riceveranno una ''una tantum'' di 500 euro.
Sulla parte normativa del contratto che riguarda circa 116.500 lavoratori l'accordo - secondo quanto si apprende - potrebbe arrivare tra stasera e domani.
Il contratto riguarda il biennio economico 2004-2005 e il quadriennio normativo 2004-2007.
(red)

Sud e terzo settore

Un terzo settore meno diffuso, meno ricco e meno partecipativo quello che opera nel Mezzogiorno rispetto a quello del Centro Nord. E' quanto emerge dall'analisi ''Nonprofit e Mezzogiorno'' elaborata dall'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm) sulla base degli ultimi dati dell'Istat. Lo studio chiarisce che, contrariamente a quanto generalmente si crede, le attività non profit non significano mancanza di condizioni economiche. La realtà finanziaria del settore è invece alquanto diversa e molto articolata.
Infatti risulta che oltre la metà delle entrate delle organizzazioni non profit attive in Italia (pari a 73 mila miliardi delle vecchie lire) proviene dalla vendita sul mercato di beni e servizi. Tuttavia, il Mezzogiorno ha dimostrato di essere caratterizzato da un modello di finanziamento del Terzo settore molto diverso dal Nord e dal Centro.
Nel Sud Italia sono 31,6 le istituzioni nonprofit ogni 10.000 abitanti e 51,4 nel resto del Paese; nel Nord, poi, ci sono circa 100 ''volontari sociali'' in più ogni 10.000 abitanti rispetto al Mezzogiorno. Inoltre il confronto tra le prime tre regioni del Centro-Nord e quelle del Sud in merito a persone impegnate nel non profit ogni 10.000 abitanti è: Emilia (998), Lombardia (879) e Veneto (812); Sardegna (797), Abruzzo (515) e Molise (396). Tuttavia qualcosa va cambiando e, nel Sud, a un modello di tipo più tradizionale - ad esempio con un ruolo relativamente più ampio dell'attore religioso - si sta affiancando la presenza di modelli più innovativi.
(red)

Finanziaria: Regioni, Siniscalco e decreto 56

Incontro interlocutorio quello che si è svolto ieri, nella sede del ministero dell'Economia, tra il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco e i rappresentanti delle regioni per discutere di Finanziaria, ed in particolare di Fondo sanitario nazionale.
All'incontro erano presenti il vicepresidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, Vasco Errani, il presidente della regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, l'assessore al Bilancio della regione Lombardia, Romano Colozzi, Donato Robilotta, assessore agli Affari Istituzionali della regione Lazio, Giovanni Bissoni, assessore alla Sanita' dell'Emilia-Romagna e Rocco Palese, assessore al Bilancio della regione Puglia. Con il ministro Siniscalco e' presente Vittorio Grilli, Ragioniere
generale dello Stato. 
Vasco Errani, Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, spiegando che i nodi posti all'inizio del confronto sulla Finanziaria, ''sono ancora gli stessi e sono ancora tutti irrisolti''. ''Non abbiamo avuto risposte e la situazione e' sempre più grave e preoccupante. Non mi sono mai trovato - ha aggiunto Errani - davanti ad una situazione cosi' pesante. Occorre rispondere ai problemi, ma se si pensa di dare risposte negative bisogna dirlo con chiarezza ai cittadini''. Tra i nodi irrisolti ancora sul tappeto il Fondo sanitario 2005, la copertura dei livelli essenziali di assistenza per il 2004 e il blocco degli investimenti.
Apertura del governo sulle risorse per la Sanita' nel 2005, ma si naviga ancora a vista su due questioni che preoccupano le regioni: gli oneri per il rinnovo del contratto dei medici e il ripiano dei disavanzi degli Irccs (Istituti di alta specializzazione e ricerca).
Romano Colozzi, assessore lombardo al Bilancio e presidente del Comitato di settore sanita' delle Regioni, ha apprezzato il fatto che ''sono sostanzialmente risolti i problemi del finanziamento della Sanita' per il 2005, ma rimangono intatte le nostre preoccupazioni per l'anno corrente''. Ad alimentare le preoccupazioni delle Regioni si e' aggiunta, pero', la lettera con la quale il premier Berlusconi ha sostanzialmente investito l'Alta Commissione sul federalismo di un giudizio terzo sulla sorte del decreto 56: in attesa del suo parere il governo non esclude di congelare la ripartizione delle risorse fra le Regioni per il finanziamento della spesa sanitaria.
''La situazione - ha detto il presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani - non e' affatto chiara: il governo ci deve spiegare come fara' a coprire i costi se congelera' per il 2005 il decreto 56''. Di avviso contrario l'assessore al Bilancio della Regione Puglia, Rocco Palese, il quale ha parlato di spaccatura tra nord e sud, ''geografica quindi e non di partito'' e di ''secessione finanziaria''. ''Noi riteniamo - ha detto l'assessore - che il decreto legge 56 sia penalizzante per le Regioni del sud che non potrebbero far fronte neanche alla gestione ordinaria dei servizi. E' l'attuazione della secessione finanziaria, decreta la morte di mezzo paese''.
Per il 2005 la spesa corrente e in conto capitale delle regioni non potra' essere superiore alla corrispondente spesa del 2003 incrementata del 4,8%.Per gli anni 2006 e 2007 sara' invece applicato un incremento del 2% alla spesa correntee in conto capitale di tutti gli enti locali.
Blocco addizionali fino a 2006, eccezione per enti che non le hanno mai usate: lo stop alle addizionali Irpefed Irap per gli enti locali durera' fino al 2006 per tutti gli enti locali. Mentre nel triennio 2005-2007 potranno fare ricorso alla leva fiscale, se pure nei limiti dello 0,1%, i comuni che non si siano mai avvalsi della facolta' di applicare l'addizionale.
SPESA FARMACI: le Regioni che eccederanno i tetti per la spesa farmaceutica vedranno decurtati parte dei fondi previsti per il 2005, che invece saranno concessi solo alle Regioni in linea con i target prestabiliti. Nella versione originaria questi fondi erano distribuiti per il 50% alle regioni virtuose, mentre per il restante 50% a tutte le regioni, a prescindere dagli sforamenti della spesa farmaceutica. Ora, invece, verranno premiate solo quelle regioni che si sono comportate in maniera virtuosa e dunque che non hanno superato il tetto del 13% della spesa farmaceutica'.
Intanto si parla anche di federalismo fiscale e in particolare del congelamento del decreto 56. Sono state fatte alcune ''riunioni di un tavolo tecnico'' ma ''va fatta una scelta politica'' sulla quale, in ogni caso, ''saranno sentite le regioni'', ha assicurato il ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia.Si trattera' comunque, ha aggiunto il ministro, di ''una soluzione piu' equa'' e ''solidale sia con le regioni del nord che con quelle del sud''..
Sbloccare la cifra residua del riparto del 2002 per la Campania in base al decreto 56 e chiarezza sui criteri che saranno usati per ripartire le somme relative al biennio 2003/2004, è quanto ha chiesto il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino al capo del Governo, Silvio Berlusconi.
''Il riparto effettuato nel 2002 - ricorda Bassolino - riparto che comunque contestiamo, assegnava alla Campania 722,230 milioni di euro. Di questa somma ne sono stati trasferiti in questi giorni solo 486,400 milioni. Sono stati dunque bloccati alla nostra regione 235,830 milioni. E' necessario sbloccare subito queste risorse e poi, qualora, come crediamo, la Corte ci desse ragione, procedere al conguaglio''. La Regione ha infatti fatto ricorso davanti al Tar e alla Corte Costituzionale.  Secondo i calcoli, fa notare Bassolino, solo il riparto 2002 costa alle regione del Sud 88 milioni di cui 21 alla Campania. ''Se dovessero permanere tali criteri- conclude - la perdita per il Sud sarebbe di 477 milioni nel triennio 2002-2004. Tale riparto non solo èiniquo, ma è stato erogato solo parzialmente. Infatti il Governo ha bloccato il trasferimento a tutte le Regioni del 5% della compartecipazione Iva''.
Se ne è parlato anche oggi in Consiglio dei ministri. ''Ci attendiamo una sospensione del decreto 56. Quello in corso e' uno scontro che, ancora una volta, strumentalmente, viene ricondotto a vicende di carattere politico, commettendo degli errori'', ha affermato il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto: ''Da sempre - ha continuato Fitto - ho richiamato la necessita' di guardare in modo unitario alla vicenda del decreto fiscale in modo da creare le condizioni per far si' che nel Mezzogiorno, al di la' della posizione politica, si privilegi una scelta di carattere istituzionale''.

(red)

Campania: approvata legge condono edilizio

Il Consiglio regionale della Campania ha approvato la legge che disciplina l'attuazione del condono edilizio sul proprio territorio, fissando limiti restrittivi rispetto alla normativa nazionale. Il provvedimento e' stato approvato con 33 voti favorevoli e 4 astenuti, tutti della maggioranza di centrosinistra: la Cdl infatti ha abbandonato l'aula.
Aspetti, questi, che non preoccupano il centrosinistra: per il presidente Antonio Bassolino (nella foto) la legge ha ''piena validita'''. Dalla Cdl si fa capire che il governo nazionale potrebbe anche decidere di impugnare il provvedimento.
Nel merito, la legge campana fissa a 250 metri cubi la soglia delle volumetrie condonabili. Vengono esclusi dalla sanatoria gli abusi realizzati nei diciotto comuni della ''zona rossa'' alle falde del Vesuvio, e quelli relativi al territorio delle aree vincolate, protette o demaniali. La misura dell'oblazione viene aumentata del 10 per cento, e gli oneri concessori relativi alle opere oggetto di condono sono raddoppiati: si stima per le casse regionali un maggiore introito di 100 milioni di euro, che saranno destinati in parte ad opere di riqualificazione nei Comuni, in parte al nuovo fondo per la repressione degli abusi edilizi, istituito dalla legge, che servirà ad assicurare risorse per gli abbattimenti.
Oltre che della disciplina del condono, la legge regionale si occupa della repressione dei futuri abusi con il ricorso ai poteri sostitutivi: la Regione potrà nominare commissari ad acta, in caso di ritardo o inadempienza da parte dei Comuni nel campo delle demolizioni. Previsto, infine, il termine del 2006 per la definizione delle domande - circa 200mila solo in provincia di Napoli - ancora giacenti in relazione ai condoni del 1985 e del 1994.
Il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, commenta con soddisfazione il varo della legge regionale sul condono edilizio, avvenuto la scorsa notte: ''e' un fatto importante. Si tratta di una legge rigorosa, che limita gli effetti negativi del condono nazionale''.
(red)

borsalavorodelpiemonte.it

Il lavoro? Lo si trova navigando … naturalmente in Internet, e in special modo collegandosi al sito www.borsalavorodelpiemonte.it , il nuovo strumento per chi cerca e offre lavoro, messo a punto dalla Regione in collaborazione con le otto Province piemontesi. L’iniziativa è stata presentata, mercoledì 17 novembre a Torino, dall’assessore regionale Gilberto Pichetto (nella foto), nel corso di una conferenza stampa alla quale è intervenuto anche l’assessore alla Formazione, Istruzione e Lavoro della Regione Liguria, Nicola Abbundo, in quanto parte in contemporanea anche la Borsa Lavoro della Regione Liguria, per confermare la volontà di mettere quanto prima in comune le informazioni e creare così un unico mercato del lavoro dell’intero Nord Ovest, dal momento che all’iniziativa si è associata anche la Valle d’Aosta. Era inoltre presente il responsabile regionale di Italia Lavoro, Giampiero Carpo. “La borsa del lavoro – ha spiegato l’assessore Pichetto – è una delle più importanti attività previste dalla “legge Biagi”, perché si propone l’uso intensivo delle nuove tecnologie informatiche per favorire l’incontro e il confronto tra domanda e offerta di lavoro. In pratica, è una “piazza telematica” accessibile a tutti i cittadini, alle imprese e agli uffici della pubblica amministrazione, che presto diverrà un nodo della più ampia borsa nazionale”.
Approvata anche la Magna Charta dell'amministrazione digitale, lo rende noto la newsletter del Ministero dell'Innovazione. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Lucio Stanca, ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo recante il Codice dell'amministrazione digitale. Il Codice, che parte dal concetto fondamentale del diritto del cittadino ad una "amministrazione amica ed efficiente" e che dovrebbe essere operativo nei primi mesi del 2005, contiene le regole per agevolare l'uso dell'Ict nella P.A. e, tra l'altro, chiarisce le norme che disciplinano l'uso delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione anche tra privati.(cfr.
Documentazione on line)
(red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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