periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Stampa -  n.106/2003
 
n.  381 - Roma, 6 ottobre 2004

Sommario

Finanziaria: domani Conferenza Regioni, oggi incontro con Siniscalco

Formazione delle leggi: la proposta del Ministro Calderoli

Senatori uditori

Storace: risorse per Roma Capitale

Senatori a venticinque anni

Un asilo-nido e un "marchio" per ridare fiducia a Forcella

Finanziaria: domani Conferenza Regioni, oggi incontro con Siniscalco

Il Presidente Enzo Ghigo ha convocato la Conferenza delle Regioni per domani giovedì 7 ottobre 2004, alle ore 10.00, presso la Segreteria della Conferenza dei Presidenti: Via Parigi, 11 a Roma.

I Presidenti delle Regioni si confronteranno sulla manovra finanziaria 2005 con particolare riferimento agli aspetti inerenti la sanità.

All’ordine del giorno sono stati posti anche altri argomenti che saranno affrontati solo se il tempo a disposizione lo consentirà. Tra questi una informativa del Coordinamento degli Assessori alla Sanità sulle problematiche della mobilità regionale e alcune osservazioni al Piano Nazionale della Ricerca 2004-2006 proposte dal Coordinamento degli Assessori alla Ricerca.

L’ordine del giorno integrale della Conferenza dei Presidenti può essere consultato su www.regioni.it nella sezione “Conferenze”.

Sempre per la giornata di giovedì 7 ottobre alle ore 14.00 (presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio a Roma) è prevista una audizione dei rappresentanti della Conferenza dei Presidenti delle Regioni presso le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato con riferimento all’esame dei documenti di bilancio per il periodo 2005-2007.
Il Ministro del Tesoro, Siniscalco, incontrerà oggi pomeriggio - secondo quanto riportato dall'Ansa- una delegazione delle Regioni per approfondire alcuni capitoli della Finanziaria, con particolare riguardo al finanziamento del Fondo sanitario nazionale. La delegazione delle Regioni sara' composta dal presidente della Conferenza, Enzo Ghigo, dal suo vice, Vasco Errani, dal presidente dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, e dagli assessori Fabio Gava del Veneto, Giovanni Bissoni dell'Emilia-Romagna, Rocco Palese della Puglia (nella foto) e Romano Colozzi della Lombardia.
Il Corriere della Sera oggi titola un fondo in prima pagina di Sabino Cassese: La soluzione2 per cento; e un altro articolo economico: Samuelson- Giusto ridurre la tasse, ma per i ceti medi.
(red)

Storace: risorse per Roma Capitale

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, ha scritto al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, argomento:"Roma Capitale": Storace propone l'attivazione di un tavolo di discussione per reperire risorse aggiuntive a quelle regionali per Roma Capitale.
''Come certamente le è noto - scrive Storace a Berlusconi - il Consiglio dei Ministri ha recentemente riconosciuto la legittimità costituzionale del nuovo Statuto della Regione Lazio, approvato in seconda lettura dal Consiglio Regionale il 3 agosto 2004 e che, esauriti i termini procedurali, entrerà in vigore nel prossimo novembre, ad iter parlamentare della legge finanziaria non ancora esaurito''.
''Lo Statuto, all'art. 5 - continua la lettera - riafferma il ruolo di Roma quale capitale della Repubblica, stabilendo che la Regione promuove 'la destinazione, anche da parte dello Stato, di risorse aggiuntive'. Il via libera del governo sancisce così anche un diritto dovere costituzionale di Stato e Regione a concertare misure per la città''. ''Ciò premesso - conclude Storace - augurandomi che la Finanziaria 2005 sia attenta e rispettosa di questo principio di rango costituzionale volto a tutelare e a valorizzare la Capitale d'Italia, le sarò grato se vorrà attivare un apposito tavolo di discussione per il reperimento, anche da parte dello Stato, di risorse finanziarie aggiuntive a quelle regionali, risorse che appaiono ormai indispensabili per consentire alla città di Roma di svolgere, con dignità e prestigio, il suo ruolo nazionale e internazionale''.
(red)

Formazione delle leggi: la proposta del Ministro Calderoli

E' pronta la nuova bozza del Ministro per le Riforme Roberto Calderoli (nella foto) nella quale si definisce, a modifica del testo del Senato, la disciplina della formazione delle leggi, e si riapre, all'interno della maggioranza e fuori, il dibattito. Ecco che cosa prevede, secondo l'Adn kronos, il testo.
La Camera sarà competente per le leggi relative alle materie sulle quali lo Stato esercita la potestà esclusiva. Il Senato federale per le norme riguardanti la potesta' concorrente, dove lo Stato detta i principi fondamentali nell'ambito dei quali legiferano le Regioni.
In entrambi i casi, palazzo Madama e Montecitorio  possono proporre entro trenta giorni modifiche sulle quali il ramo del Parlamento competente decide in maniera definitiva. Legislazione elettorale, norme generali sulla tutela della salute e sui diritti civili e sociali affidate al bicameralismo perfetto.
Mentre il Governo avrà la possibilità di proporre sui testi in discussione al Senato le modifiche ritenute essenziali per l'attuazione del programma. E di trasferire il provvedimento alla Camera, qualora l'Assemblea di palazzo Madama non accetti le sue proposte.
La Camera quindi avrà competenza sulle leggi riguardanti le materie sulle quali lo Stato esercita la potestà esclusiva, con alcune eccezioni affidate all'intervento di entrambi i rami del Parlamento. Una volta approvata una legge, il Senato federale avrà 30 giorni di tempo per proporre modifiche, sulle quali l'Assemblea di Montecitorio si pronuncerà in via definitiva. Tempi ridotti alla metà per quanto riguarda i disegni di legge di conversione dei decreti legge.
Il Senato federale invece avrà competenza sulle materie affidate alla potestà concorrente: in pratica detterà i principi generali, nell'ambito dei quali poi legifereranno le Regioni. Anche qui la Camera avrà 30 giorni di tempo dall'approvazione del testo per proporre modifiche, sulle quali l'Assemblea di palazzo Madama si esprimerà in modo definitivo. Sempre riduzione dei termini alla metà per la conversione dei decreti legge.
Camera e Senato legiferano insieme sulle norme generali sulla tutela della salute; su quelle relative alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; sui sistemi elettorali; sulle disposizioni riguardanti il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; sulla materie relative alla cosiddetta clausola di supremazia; sull'istituzione del fondo perequativo statale; su ogni altra materia per la quale la Costituzione prevede l'emanazione di una legge dello Stato o della Repubblica.
Il nuovo bicameralismo prevede che qualora Camera e Senato non approvino un provvedimento nel medesimo testo, i presidenti dei due rami del Parlamento convocano una commissione paritetica composta da 30 deputati e 30 senatori, che dovrà elaborare un nuovo testo da sottoporre al voto finale delle due assemblee.
Infine i rapporti tra Senato federale e governo. Quando quest'ultimo proporrà modifiche ad un disegno di legge che rientra nella competenza del Senato, ritenute essenziali per l'attuazione del programma votato alla Camera, il presidente della Repubblica potra' autorizzare il premier ad esporre le sue ragioni all'Assemblea di palazzo Madama.
Se questa non accoglierà le modifiche proposte, il disegno di legge passerà alla Camera, che deciderà in via definitiva sugli emendamenti del governo a maggioranza di tre quinti dei componenti.
La nuova bozza elaborata dal ministro Calderoli è ora all'esame dei partiti della maggioranza e verrà poi sottoposta all'attenzione  anche dell'opposizione.
(red)

Senatori a venticinque anni

Per essere eletti senatori basteranno venticinque anni: lo prevede il nuovo articolo 58 della Costituzione modificato dall'Aula della Camera. La norma del testo di riforma della parte Seconda della Costituzione, approvata dall'Assemblea con 240 si', 153 no (l'intero centrosinistra) e tre astenuti, resta uguale rispetto alla stesura della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, che aveva deciso di abbassare l'eta' per l'elettorato passivo di Palazzo Madama dagli attuali 40 a 25 anni.
Un emendamento dei capigruppo della Cdl, su cui commissione e governo avevano espresso parere favorevole, tendeva a far tornare l'elettorato passivo per il Senato federale a 40 anni; ma, a sorpresa, la richiesta di modifica del testo e' stata bocciata dall'Assemblea per soli quattro voti, riportando voti contrari anche nei banchi del centrodestra.
La riduzione del numero dei deputati ''e' un elemento positivo che dimostra che c'e' anche una capacita' di essere vigili e selezionare la classe dirigente. Credo sia un segnale importante anche per l'opinione pubblica'', ha affermato il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini:  ''Nelle commissioni parlamentari si sta sviluppando un dialogo importante che ha anche portato a delle convergenze. Il mio auspicio sarebbe che queste convergenze si moltiplichino anche in Aula''.
''Sulle riforme - per il presidente della Camera - la strada del dialogo non si e' mai chiusa in Parlamento. C'e' una posizione molto netta e precisa del centrosinistra che rifiuta l'impalcatura generale delle riforme''. ''Ma nelle commissioni - ha detto - si sta sviluppando un dialogo importante che ha anche portato a delle convergenze''.
Casini ribadisce che il tema della riforma costituzionale ''e' un tema delicato. Io ho espresso a piu' riprese il mio parere. Nella scorsa legislatura la Costituzione e' stata toccata a maggioranza, a maggioranza molto esigua. Oggi si va sulla stessa strada, anche se con una maggioranza piu' ampia. Ma sempre con quel limite: con una maggioranza che decide di incidere sulla Carta Costituzionale''.
L'Udc infatti apre al confronto con l'opposizione. ''Al di la' delle dichiarazioni alla stampa e del no secco pronunciato da Prodi, sulle riforme l'atteggiamento dell'opposizione e' piu' sfumato e in diverse occasioni il voto su singole proposte emendative ha dimostrato che una certa intesa puo' essere proficuamente ricercata''. Cosi' il capogruppo dell'Udc in commissione Affari Costituzionali, Giampiero d'Alia: "A maggior ragione - prosegue D'Alia - e' nostra convinzione che le norme relative al procedimento legislativo possano e debbano essere ulteriormente migliorate, cosi' come riteniamo utile limare alcune disposizioni sul premierato''. "All'opposizione chiediamo di perseguire con maggiore forza un comportamento costruttivo, e per certi versi coraggioso, che possa sostenere in Parlamento ogni modifica realmente migliorativa della riforma costituzionale''.
(red)

 Senatori uditori

Senatori uditori. E' la nuova figura istituzionale creata con il via libera della Camera all'articolo 3 del Ddl sulle riforme che introduce il Senato federale. La rappresentanza nel Senato federale dei governi del territorio - regioni, province e comuni - è infatti senza diritto di voto. La decisione dell'Aula di Montecitorio non è molto chiara su quale sia la loro funzione, a parte quella semplicemente simbolica. Un senatore senza voto che "rappresenta" ? 
''Partecipano all'attivita' del Senato federale - recita l'articolo - senza diritto di voto e secondo le modalita' previste dal suo regolamento, rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali. All'inizio di ogni legislatura regionale, ciascun consiglio regionale elegge un rappresentante
tra i propri componenti e ciascun Consiglio delle autonomie locali elegge un rappresentante tra i sindaci, i presidenti di provincia o citta' metropolitana della Regione. Per la regione Trentino Alto Adige i consigli delle province autonome locali eleggono un proprio rappresentante''.
A partire dal 2011, se la riforma avra' l'ok definitivo delle Camere e passera' un eventuale referendum confermativo sara' questa la nuova composizione di Camera e Senato:
CAMERA: Sara' composta da cinquecentodiciotto membri, piu' i 'deputati a vita'. Cinquecento di questi saranno eletti in Italia e diciotto saranno votati, nelle circoscrizioni estero, da cittadini italiani non residenti nel nostro Paese. A questi andranno ad aggiungersi gli ex-presidenti della Repubblica (che non siederanno piu' al Senato, ma alla Camera) e i 'deputati a vita', nominati dal capo dello Stato e che non potranno essere
in un numero superiore a tre.
''L'elezione della Camera dei deputati ha luogo entro settanta giorni dalla fine della precedente legislatura. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalla elezione''. Lo prevede il nuovo testo dell'articolo 61 della Costituzione, modificato dall'Aula della Camera con l'approvazione pressoche' unanime di un emendamento della commissione Affari costituzionali al testo delle riforme. L'articolo della Costituzione modificato prevede, inoltre, che ''finche' non e' riunita la nuova Camera sono prorogati i poteri della precedente''.
SENATO: Sara' composto da duecentociquantadue membri eletti a suffragio universale e diretto (in numero non inferiore a 6 per Regione eccezion fatta per il Molise e la Valle D'Aosta). A questi andranno ad aggiungersi due rappresentanti per ogni regione (uno eletto tra i consiglieri regionali e uno tra i sindaci, i presidenti di provincia e di citta' metropolitana della regione). I senatori 'delle regioni e delle autonomie', che parteciperanno ai lavori del Senato ma non avranno diritto di voto, saranno in tutto quarantadue: trentotto da tutte le regioni e quattro, complessivi, dalle Province di Trento e di Bolzano.
''L'approvazione del Senato federale rappresenta una vera e propria rivoluzione nel nostro ordinamento costituzionale, ponendo finalmente il federalismo su basi solide e democratiche'', ha affermato il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi: ''In questo modo - afferma l'esponente azzurro - si supera uno sterile e distruttivo contrasto tra l'amministrazione statale e quella regionale e municipale, determinatasi con la riforma approvata a maggioranza e alla scadenza della legislatura dalla sinistra del titolo V della Costituzione''. Con il Senato federale, conclude Bondi ''si avvia un autentico federalismo fondato sulla concordia e sulla partecipazione di tutti i livelli di governo al bene comune e alla promozione degli interessi nazionali''.
''E' chiaro che cosi' non si va avanti: la riforma viene ridotta ad un gioco di societa' della maggioranza, che si specchia nelle proprie contraddizioni'', è invece  il commento del vice presidente della Conferenza delle Regioni e presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani: ''Ad un impianto istituzionale confuso, inefficace e centralista - ha aggiunto Errani - si aggiunge ora un Senato che di federale non ha nulla e che coopta qualche rappresentante locale senza diritto di voto. Il pasticcio e' gia' diventato una minestra riscaldata che abbiamo da tempo respinto''.
''E' incredibile - ha concluso il presidente dell'Emilia-Romagna - come nonostante i tanti e autorevoli pronunciamenti di forze sociali e imprenditoriali, di costituzionalisti, delle istituzioni locali, si continui come se nulla fosse. O si cambia strada oppure solo il referendum popolare potra' evitare al Paese di pagare il prezzo di questa confusione''.
Ecco quanto sostenuto dalla Conferenza delle Regioni e da Comuni, Province e Comunità montane nel documento dei presidenti consegnato al Governo sulle riforme costituzionali in corso:
"La proposta contenuta nella lettera a) è condivisa con le Associazioni degli enti locali (Anci, Upi, Uncem)
a)
    composizione del Senato “federale”
I Presidenti delle Regioni hanno da tempo manifestato la convinzione che la migliore soluzione di composizione per un Senato realmente Federale sia quella espressa dal modello tedesco. Nell'assenza di condizioni per la realizzazione di tale modello ritengono tuttavia o comunque che debbano essere garantite, anche in presenza di una elezione diretta dei Senatori, l'efficacia della rappresentatività dei territori ed il legame con i territori stessi dei Senatori di ogni regione. In questo senso va intesa la posizione espressa nel parere del 28 giugno 2004, a favore dell'introduzione di un criterio di contestualità tra elezioni dei Senatori ed elezioni regionali, quale elemento per introdurre una nuova sinergia tra tempi, logiche e dinamiche tra Senato e istanze regionali, da un lato e tempi, logiche e dinamiche tra Camera e Governo dall'altro.
L'emendamento dei capigruppo della maggioranza all'art. 6 (60) sembra andare nella direzione di un superamento della contestualità "affievolita" prevista nel testo approvato in commissione, ma una lettura attenta dell'art. 43 evidenzia che la disciplina transitoria, non modificata dagli emendamenti del Governo, prevede in sostanza un pieno appiattimento delle elezioni del Senato rispetto a quelle della Camera (secondo il ritmo 2006, 2011, 2016….), implicando inevitabilmente una correzione dei tempi di durata degli organi regionali (per propria natura sfalsate, rispetto alle elezioni nazionali, e con propri ritmi che -per 14 regioni ordinarie- hanno la cadenza 2005, 2010, 2015,…).
In questo senso, l'art.43, secondo comma, deve quindi essere modificato
[1], chiarendo  da quale momento le scadenze delle elezioni dei Senatori si adeguano a quelle delle regioni (e non viceversa), dato che prevede, per la prima tornata elettorale del nuovo senato  federale, la contestualità con l'elezione della Camera e del Governo, lasciando aperta una impropria sovrapposizione tra logiche del circuito politico-istituzionale nazionale e quelle del circuito delle autonomie, sovrapposizione idonea a determinare confusione tra gli elettori, un naturale inevitabile effetto di trascinamento degli orientamenti nazionali rispetto agli interessi territoriali e, in definitiva, a stemperare nella competizione nazionale l'autonomo rilievo della consultazione elettorale regionale, finendo per negare la sostanziale autonomia della rappresentanza degli organi regionali. Per tutelare questa autonomia è dunque necessario che la disposizione transitoria non preveda ma, all'opposto, esplicitamente escluda una coincidenza tra i due tipi di elezione.
Nel contesto di un Senato che viene definito “federale” ma che nella sostanza federale non è, appare inutile, contraddittoria e, semmai, dannosa la previsione, introdotta da un altro emendamento governativo all'ultimo comma del nuovo articolo 57 (cfr. art. 3 del ddl) della mera possibilità per i presidenti delle regioni, e di un rappresentante per ogni regione eletto dal rispettivo Consiglio delle Autonomie locali, di partecipare, peraltro senza diritto di voto, ai lavori del Senato federale. I Presidenti delle Regioni esprimono una valutazione nettamente negativa nei confronti di una disposizione di questo tipo, volta a introdurre una presenza meramente simbolica, non essendo in grado di incidere sull'assunzione delle scelte, e le cui posizioni potrebbero anche non coincidere con quelle espresse dai rappresentanti elettivi (duplicazione di rappresentanza). Permane quindi la critica fondamentale circa il fatto che la rappresentanza delle regioni resta così meramente simbolica e fortemente minoritaria.
Elemento importante di questa rimodulazione del Senato è la possibilità agli amministratori regionali e locali di candidarsi e di esercitare le funzioni di senatore. In questo senso è da cogliere positivamente l’indicazione contenuta nell’articolo 4 del disegno di legge cost. approvato dalla Commissione che riscrive il primo comma dell’articolo 58 della Costituzione.
Del resto risulta anche improprio che la Costituzione disciplini puntualmente relazioni e circolazioni di informazioni tra Senato o Senatori, da un lato, Regioni ed Enti locali dall'altro, debordando su versanti che certamente sono più opportunamente da lasciare al regolamento del Senato, agli Statuti delle regioni, ad altre fonti ed alla prassi della leale collaborazione.
In sintesi, in relazione alla composizione del Senato federale, le Regioni propongono:
 

a)    contestualità piena tra elezioni dei senatori ed elezioni regionali e non affievolita né appiattita sui tempi di elezione della Camera, con coerenti ridefinizione della disciplina transitoria, nel rispetto delle cadenze delle legislature regionali;

b)    eliminazione di ogni presenza di rappresentanti delle Regioni o delle Autonomie, ora del resto inserita in posizione minoritaria, consultiva e sostanzialmente simbolica[2];

c)     eleggibilità a senatore degli amministratori regionali e locali, nello spirito dell’articolo 4 del testo approvato dalla Commissione. Conseguentemente andrà modificato anche l’attuale 122 , II comma, della Costituzione nel senso di eliminare l’incompatibilità per i componenti dei Consigli e delle Giunte regionali;

d)    soppressione dell'art. 39 ter degli emendamenti della maggioranza;

In subordine, se non si accogliessero queste proposte, meglio sarebbe mantenere l'attuale sistema".

(gs)

Napoli: un asilo-nido e un "marchio" per ridare fiducia a Forcella

''Più sicurezza, più legalità, più servizi sociali e civili, più occupazione e sviluppo. Tutto deve tenersi assieme e questo vale sia per Forcella che per l'intero mezzogiorno d'Italia''. Lo ha detto il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, a margine dell'inaugurazione dell'asilo nido e scuola materna dedicati ad Annalisa Durante. ''La sicurezza e' importante - ha concluso il governatore - e tutto ciò che spetta allo Stato centrale questo deve portarlo avanti insieme alle Istituzioni locali. Ognuno deve fare la sua parte e tutti insieme dobbiamo lavorare''.  Sono 47 i bambini dai tre mesi ai tre anni che da domani frequenteranno l'asilo nido comunale ''Annalisa Durante'', nel cuore di Forcella, dedicato alla quattordicenne uccisa il 27 marzo scorso durante una sparatoria tra camorristi. La struttura e' stata inaugurata oggi alla presenza dei genitori della ragazza, Giovanni e Carmela, e della sorella Manuela, del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino (nella foto), del presidente della Provincia Dino Di Palma e del governatore della Campania, Antonio Bassolino.
Sul portone d'ingresso campeggia un lungo tabellone orizzontale azzurro, con una ''stella della speranza'' e a caratteri cubitali il nome di Annalisa Durante. La struttura, per il momento recuperata parzialmente, da aprile potrà essere utilizzata anche come scuola materna.  ''Presto - ha sottolineato Iervolino - partiranno anche i lavori di pavimentazione perché questo e' solo il primo passo: stiamo lavorando e vogliamo dare una risposta al dolore ed al coraggio della famiglia Durante. Dal sacrificio di un angelo parte un monito forte non solo per il quartiere ma per l'intera città ''. Altre tappe importanti sono infatti l'apertura di un commissariato di polizia ed il recupero dell'ex cinema per il quale è già pronto un progetto della Regione e sono attesi i finanziamenti entro novembre. Per la famiglia di Annalisa le luci su via Vicaria Vecchia non dovranno mai spegnersi. ''Ora - ha detto il padre - bisogna lavorare per aiutare i giovani di questo quartiere. La gente sta cambiando e lo fa in nome di mia figlia. Da qui io non andro' mai via e le istituzioni mi hanno anche promesso un lavoro''.
''La scuola - ha proseguito Bassolino - e' il primo esempio di un'azione piu' generale su Forcella. Insomma, scuola, attivita' ricreative e artigianali per un 'progetto Forcella' molto concreto e di valore simbolico enorme''.
Infine arriva una proposta : un marchio identificativo per i prodotti di Forcella (il noto rione napoletano), sia di produzione comune sia di 'copie' di griffe, per contribuire a dare lavoro ai giovani del quartiere, al centro, come è noto, di diversi episodi criminali. L'idea è di don Luigi Merola, parroco di San Giorgio ai Mannesi, che l'ha esposta al Presidente della Campania, Antonio Bassolino, al sindaco Rosa Iervolino Russo ed al presidente della Provincia, Dino Di Palma.
(red)
 

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In redazione: Stefano Mirabelli (caporedattore); Giuseppe Schifini (caposervizio)
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