periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 - Tribunale Civile di Roma, Sezione Stampa -  n.106/2003
 
n.  385 - Roma, 12 ottobre 2004

Sommario

Galan deluso per iter nuovo Statuto

Condono edilizio: i "paletti" delle Regioni

Casini su federalismo. Centrosinistra su regionali

Mutui agli enti locali: in testa la Lombardia, seguita dal Lazio

Finanziaria: Corte dei Conti discute tetto 2%

Formigoni, Galan, Illy, Martini su iniziative europee

Iter Statuto Veneto: Galan deluso

''Un sentimento di grande delusione'' per il rinvio in Commissione della proposta di Statuto e' stato espresso dal presidente della Regione del Veneto, Giancarlo Galan.
Sentimento di delusione, ha detto Galan (nella foto), ''che probabilmente e' piu' forte in me, che ero stato il primo in Italia a presentare uno Statuto nuovo''. Una enorme delusione ''nei confronti della politica tradizionalmente intesa'', ha detto, ricordando i tre anni occorsi per rendere operativa la Commissione, l'anno di lavoro di questa e le centinaia di consultazioni fatte nel frattempo. Critica l'opposizione.
''In questo momento - ha proseguito Galan - non mi sento di lanciare colpe verso questo o verso quello. Certo non posso non rilevare come le cose in giunta, dove non c'e' l'opposizione, procedano a livelli speditissimi'', mentre in Consiglio procedano con lentezza. Il presidente ha quindi osservato che probabilmente e' un'ennesima dimostrazione che il regolamento del Consiglio ''e' antiquato'', anche rispetto a quello di altre Regioni che invece sono riuscite a varare il provvedimento.
''Qui - ha detto ancora Galan - abbiamo dedicato ore e ore a una cosa importantissima, fondamentale per la nostra vita, per la Costituzione repubblicana, per la nostra storia, i nostri valori, la nostra cultura, ma che non c'entra niente con lo statuto del Veneto, che e' la Resistenza''. ''Stiamo parlando dello Statuto del Veneto - ha concluso il presidente - non della Costituzione della Repubblica italiana, cioe' di una entita' amministrativa sorta nel 1970''.

Infine in Toscana si discute del nuovo Statuto in un convegno: "Dire & Fare. Statuto della Regione Toscana. Occasione per un nuovo patto di cittadinanza per fondare il futuro della società toscana" : edizione 2004, in programma a Firenze dal 13 al 15 ottobre (Fortezza da Basso).
(red)

Casini: no a centralismo regionale. Centrosinistra su regionali

"Bisogna evitare che il federalismo sia imperniato su una forma odiosa di neo centralismo regionale'', ha detto il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.
''Noi non abbiamo la tradizione dei Lander - ha spiegato Casini - e i ragazzi trovano accanto a loro realta' locali come i comuni e le municipalita''', mentre ''le regioni sono spesso frutto di scelte amministrative''. Per questo ''spero e mi auguro - ha detto Casini - che il federalismo dia nuovo protagonismo ad enti locali come i comuni e le province''.
''Quando il presidente Casini evoca il rischio di un neo centralismo regionale compie una riflessione giusta", ha affermato il senatore Carlo Vizzini (Fi) presidente della commissione parlamentare per le questioni regionali. ''Occorre, allora, che Regioni ed altre Autonomie locali trovino - aggiunge Vizzini - un nuovo equilibrio di rapporti". 
''Deve essere un federalismo solidale, dove ciascuno e' pronto a farsi carico delle difficolta' degli altri'', sottolinea Casini.
Il principio dell' aiuto reciproco - ha spiegato Casini - ''vale nei rapporti fra Stato e Regioni, in quello fra i Comuni e i territori''. Per il presidente della Camera e' un punto fondamentale: ''C' e' un principio importante che e' quello di solidarieta' e che e' anche il principio di sussidiarieta' che deve vedere la partecipazione nazionale''.
E si riaccende il dibattito alla camera sulle Riforme.
La Camera ha respinto l'articolo 24 del testo delle riforme. An ha votato contro. I si' sono stati 211, i no 239, 9 gli astenuti. In precedenza c'era stata la sospensione di un'ora per mancanza di 12 deputati. Assenti dal voto 133 deputati della maggioranza. Quelli dell'opposizione non sono entrati in aula quando si doveva votare un emendamento al testo di riforma della parte Seconda della Costituzione. Su questo emendamento il numero legale era mancato ieri tre volte. Casini: sono propenso a ritenere che le assenze sia fisiologiche fino ad un certo punto. Calderoli: o le riforme entro la settimana o mi dimetto. Castagnetti (Margherita): vergognoso che per la quarta volta la maggioranza non sia in grado di garantire nemmeno il numero legale. Violante (Ds): la maggioranza valuti se non sia il caso
di sospendere la discussione e tornare in Commissione per  riesaminare l'intero testo.

Infine il dibattito politico si incentra sulle prossime regionali. Nel centrosinistra si preparano le liste unitarie e punti internet: ad esempio è online il sito www.claudioburlando.it  di Claudio Burlando, candidato per il centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria.
''La grande alleanza democratica si presenterà unita in tutte le regioni in cui si voterà nella primavera del 2005 con un unico candidato presidente''. Lo ha detto Romano Prodi, al termine del vertice con i segretari del centrosinistra. Prodi ha aggiunto che entro la fine del mese di ottobre si conosceranno i nomi dei candidati governatori del centrosinistra, e ha aggiunto che nella scelta dei candidati governatori sara' seguito sempre un solo criterio: ''Sceglieremo in ogni caso il candidato piu' forte in grado di garantirci la vittoria''.
Ma il presidente della regione Toscana Martini (nella foto), fa notare: ''Se davvero l'operazione lista unitaria ha un significato aggregante nazionale è un fatto positivo", se invece, alla fine, verrà fatta solo in due o tre regioni e nelle altre no mi sembra che l'iniziativa perda un pò di significato''. Il presidente della Regione Toscana Claudio Martini (Ds), ha poi ricordato d'aver sostenuto ''la lista unitaria alle Europee''. ''E il giorno dopo - ha aggiunto - quando qualcuno l'aveva già liquidata, io ho detto che sarebbe stato sciocco buttarla via. Io ritengo si debba valutare il contesto in cui questa operazione nasce. Se davvero è un'operazione che ha un significato aggregante nazionale lo considero positivo. Ma qualche giorno fa il quadro non era questo. Si diceva, si faccia dove si può. E non mi pareva un grande investimento politico''. Martini ha quindi esortato ad un impegno di tutti nel senso della costruzione della lista unitaria.
E per la preparazione delle consultazioni regionali in Puglia  si è insediata anche la 'Commissione per il programma di Alleanza Nazionale per le elezioni regionali del 2005'. L' iniziativa - informa una nota del partito - vuole essere un ''contributo al programma generale del Centro-Destra''. La Commissione, voluta dal neocoordinatore regionale Antonio Mantovano, è coordinata dall'assessore regionale all' agricoltura, Nino Marmo; l'iniziativa, ''intende rafforzare il proprio ruolo di partito aperto al confronto ed impegnato nella valorizzazione ed nel potenziamento delle identità e specificità territoriali della regione''.
(red)

Corte dei Conti: 2% rigoroso ma anche doloroso. Bissoni su sanità

Il tetto del 2% all'aumento della spesa ''é una misura rigorosa che se venisse applicata alla lettera avrebbe effetti positivi sotto il profilo contabile-finanziario'', ma potrebbe avere ''qualche effetto depressivo sugli investimenti''. A sottolinearlo e' la Corte dei Conti nella sua audizione sulla finanziaria.
Il presidente Francesco Staderini ha espresso apprezzamento per ''il fatto che in questa finanziaria le cose sono state evidenziate cosi' come sono. Non c'e' -ha detto- occultamento sulla finanza pubblica e non ci sono condoni, per la prima volta''. Il presidente comunque non ha espresso qualche perplessita' sull'effettivo contenimento della spesa nel limite del 2% ''perche' -ha precisato- la spesa e' stata decurtata gia' dal taglia-spese del 2002 e dalla manovrina di luglio. Tenendo conto di questi dati - ha aggiunto - diventa difficile operare entro questi limiti''. 
Staderini poi ha valutato ''positivamente gli interventi per la manutenzione della base imponibile. E' credibile, in particolare, l'aumento tributario derivante dalla revisione degli studi di settore se si vorra' operare alla revisione ancorandola ai dati Istat''.
Tornando al tetto del 2% Staderini ha detto che ''e' certamente una misura rigorosa ma anche dolorosa sia per le amministrazioni locali che centrali. Non si puo' pensare che si tratti di un limite permanente. Noi la definiamo, infatti, congiunturale transitoria''.
''Se si tiene conto delle spese escluse da questo limite -ha osservato- si comprende che l'incidenza e' notevole. Non si puo' pensare che siano risparmi di spesa permanenti. In buona parte sono misure congiunturali giustificate dall'esigenza di rispettare il limite di indebitamento, ma non contribuiscono a rendere migliori e piu' efficiente la P.A''.
Per il presidente poi la sanita' ''risulta pesantemente penalizzata. I tagli -ha detto- saranno difficilmente recuperabili con operazioni di efficienza maggiore, di maggior rigore operativo''.
Inoltre, la spesa sanitaria ''e' inevitabilmente destinata a crescere per ragioni di carattere naturale, aumenta l'eta' della popolazione, migliorano le prestazioni''. Nell'ambito della Finanziaria 2005, Staderini ha chiesto al Governo ''chiarimenti'' sull'impatto del tettodel 2% sulla spesa sanitaria ''per il 2006 e 2007''. Chiarimenti necessari dal momento che ''la relazione tecnica -ha rilevato la magistratura contabile- mantiene infatti constante l'effetto di contenimento rispetto al 2005, mentre il vincolo posto alla dinamica della spesa produce, rispetto al tendenziale, risparmi crescenti''.
Intanto sul versante politico le opposizione chiedono i chiarimenti sul tetto del 2%: il Governo "dove prendera' -si domandano- gli altri 7,5 miliardi di euro'' previsti e non spiegati. Per le opposizioni si rendono quindi necessari ulteriori  chiarimenti su: "a) lo stanziamento previsto inizialmente su cui viene calcolato l'incremento del 2% ; b) l'ammontare effettivamente stanziato; c) il taglio che ne deriva'' . ''Senza queste informazioni- dichiarano le opposizioni- discutere della Legge Finanziaria 2005 diventera' un esercizio del tutto inutile''.
Per quanto riguarda la sanità l
a Regione Emilia Romagna dice no a una tassazione regionale per i livelli sanitari essenziali. E poi ancora: no a un patto triennale basato su un incremento annuo al 2 percento; mentre chiede al governo un impegno straordinario di 5 miliardi di euro per coprire il 2004, oltre a investimenti per diminuire il divario tra nord e sud del paese. A chiarire la posizione della Regione davanti alla manovra economica del governo e' l'assessore regionale alla Sanita' Giovanni Bissoni (nella foto). ''Non e' vero che siamo alla vigilia di un accordo sulla sanita' tra Stato e regioni'', ha detto Bissoni che conferma, invece, la  posizione ''unitaria'' della Conferenza dei presidenti delle Regioni contro la ricorsa a nuove tasse per sostenere la sanita'. Cio' che le Regioni, dunque, chiedono e' un'ulteriore erogazione statale di 5 miliardi di euro per colmare parzialmente il deficit del 2004 (che si aggira sui 250 milioni) e il rifiuto, appunto, di un incremento annuo per la spesa sanitaria al 2 per cento tra il 2005 e il 2007. ''Le Regioni - ha detto Bissoni - possono sopportare un aumento del 2 per cento solo per il 2005, per gli altri due anni occorre altro dato che la crescita media della spesa sanitaria e' vicina al 5 per cento''.
Sul piatto della bilancia le Regioni mettono l'assicurazione di colmare da sole i disavanzi per il triennio precedente al 2004, disavanzi che sono maturati a causa della mancata erogazione da Roma di 13 miliardi di euro. Inoltre, ha sottolineato l'assessore Bissoni, ''i finanziamenti sono calcolati non sulla popolazione reale ma su quella del censimento del 2001".

Intanto la devolution in sanita' piace sempre meno, convince la maggioranza degli italiani soprattutto quelli che vivono al Nord, fra i quali pero' la fiducia e' in forte calo. Questi sono alcuni dei principali risultati del Monitor biomedico 2004 realizzato dal Forum della ricerca biomedica e dal Censis su un campione di 1.000 italiani che ha scoperto una 'febbretta neostatalista' nelle regioni settentrionali.
Altra denuncia sui fondi per l'Umts viene dall'assessore all'ambiente e sviluppo sostenibile, sempre della Regione Emilia-Romagna, Guido Tampieri che ha chiesto la convocazione di un incontro tra le Regioni che si terra' il 27 ottobre a Roma: "I 'Fondi Umts' stanziati dalla Finanziaria del Governo Amato per l'adeguamento delle strutture e la formazione del personale addetto al controllo dell' inquinamento elettromagnetico di Regioni e Comuni sono scomparsi nel nulla. Nessuna notizia si ha anche delle risorse, che pure dovevano essere ripartite tra le Regioni, previste dalla legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico del 2001".
Un giudizio ''complessivamente negativo'' sulla legge Finanziaria e' stato espresso anche dal presidente della Regione Toscana Claudio Martini. Il presidente ha sottolineando che il testo ''esatto'' della legge non e' ancora conosciuto e che quindi ''il quadro e' ancora molto nebuloso''. ''La suspence della conferenza e' legata a questo - ha precisato riferendosi alla prossima Conferenza delle Regioni prevista per giovedì 14 ottobre - dovremo esprimerci su qualcosa che non conosciamo ancora bene''.
''Quel che risulta chiaro - ha aggiunto in merito alla Finanziaria - e' che ci muoveremo in un quadro di tetti abbastanza vincolanti, stringenti. Quel che ci preoccupa di piu', secondo cio' che abbiamo appreso finora, e' che saranno posti dei tetti non solo alla spesa corrente, ma anche alla spesa per gli investimenti''.
Infine
Leonardo Domenici (sindaco di Firenze e presidente dell'Anci) - che ha ieri manifestato contro la Finanziaria - ha spiegato che: "Il nostro obiettivo e' riaprire il confronto tra Governo e Comuni, con una logica non di contrapposizione ma propositiva, per fare fino in fondo la nostra parte".
(red)

Condono edilizio: i "paletti" delle Regioni

Le Regioni sono alle prese con i termini del condono edilizio: limiti alle volumetrie condonabili, aumento degli oneri accessori e dell'oblazione, esclusioni per alcune tipologie per garantire una maggiore tutela dell'ambiente. Solo per fare alcuni esempi dei provvedimenti regionali, approvati o in via di approvazione, e che in molti casi restringono i limiti della sanatoria voluta dal governo con la manovra per il 2004. Una questione  che e' all'esame in molte realtà regionali, vista la scadenza del 12 novembre per emanare le norme  (anche se non costituisce un obbligo). E le nuove disposizioni emanate finora sembrano mettere a rischio, come evidenziato anche dalla Corte dei Conti, l'obiettivo di gettito di 3,1 miliardi di euro.
In Emilia- Romagna la  legge ha avuto in settimana l'ok dell'Assemblea regionale. Disco verde dalla giunta anche nel Lazio, che ha deciso di limitare la volumetria condonabile ad un massimo di 450 metri cubi (rispetto ai 750 della legge nazionale) ed esclude non solo le nuove costruzioni sulle aree del demanio ma anche, ad esempio, il cambio delle destinazioni d'uso di immobili adibiti a parcheggi. Si introduce il concetto, non previsto dalla legge nazionale, degli ''abusi di necessita''' e si favoriscono, per esempio, quelli sulle prime case rispetto alle seconde.
La maggior parte delle Regioni - secondo una elaborazione curata dall'Ufficio legale di Legambiente - cerchera' di restringere l'ambito di applicazione della norma. Linea dura per Emilia Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Umbria, che riducono i limiti volumetrici condonabili e si oppongono alla sanatoria delle nuove costruzioni. Ma c'e anche  chi invece allarga le maglie: e' il caso della Sicilia che, sempre secondo l'associazione ambientalista, si appresterebbe a dimezzare gli oneri concessori.
La maggior parte delle domande presentate fino a questo momento arriva dal Lazio: 25.000, concentrate prevalentemente su Roma. La legge statale prevede poi la salvaguardia delle domande presentate prima della sentenza della Consulta, e le Regioni sembrano pressoche' tutte indirizzate a mantenere questa garanzia.
Le Regioni
dopo la sentenza della Corte costituzionale hanno quindi avviato il lavoro per ridefinire sul loro territorio la sanatoria.
   Ecco, in un quadro Regione per Regione, riporatto dall'Ansa, i nuovi limiti o le nuove possibilità - secondo anche dati elaborati dall'Ufficio legale di Legambiente - inseriti dalle autonomie sul condono edilizio.
- VALLE D'AOSTA. La legge e' stata approvata prima della sentenza ed e' valida, ma in Val D'Aosta e' un mini-condono: sono sanabili gli abusi edilizi di piccole e entita' e pertinenti all'immobile in regola con le norme urbanistiche, che non abbiano portato ad aumenti di volumetria e che siano stati determinati da interventi edili di adeguamento alle norme
igienico-sanitarie. Nessuna variazione per le oblazioni ma
raddoppiano gli oneri accessori.
- PIEMONTE. La legge ha avuto l'ok della giunta. Non ammessa la sanatoria per le nuove costruzioni non residenziali. Confermate le oblazioni, mentre raddoppiano gli oneri accessori.
- LOMBARDIA. La legge varata dalla giunta e' in linea con le norme nazionali. Possibile l'aumento degli oneri di urbanizzazione con un 'contributo per la costruzione' che può portare un aggravio al massimo del 30%.
- TRENTO E BOLZANO. Giro di vite in vista in Trentino Alto Adige. La legge della provincia autonomia di Trento esclude dalla sanatoria le nuove costruzione, limita i volumi a 200 metri cubi, rivede all'insu' del 10% gli oneri concessori. A Bolzano si' della giunta provinciale alla legge che limita la possibilita' di condono agli ampliamenti, e non alle nuove costruzioni, entro i 200 metri cubi, e fissa delle penali che
possono andare da 18.000 a 27.000 euro.
- FRIULI VENEZIA GIULIA. Manca ancora l'ok dell'assemblea regionale. Aumenta l'oblazione del 10% e gli oneri concessori del 100%. Viene istituito un fondo per la demolizione delle costruzioni abusive non salvate dalla sanatoria.
- VENETO. Sara' limitato il raggio d'azione della sanatoria nella Regione, dove sono tuttora in corso i lavori sul testo di legge. Particolare attenzione sara' rivolta ai cambi di destinazione.
- LIGURIA. Stringe le maglie del condono: scende a 450 metri cubi il limite massimo di ampliamento e aumentano del 10% le oblazioni e tra il 30 e il 100% gli oneri di concessione a seconda delle zone.
- EMILIA ROMAGNA. La legge regionale e' stata approvata la scorsa settimana dall'assemblea. Calano le tipologie di intervento condonabili, si riducono i limiti volumetrici, scompare il silenzio assenso, aumentano le sanzioni pecuniarie. Non saranno condonabili tutti gli interventi privi dei requisiti minimi igienico-sanitari. E per quanto riguarda gli ampliamenti e le sopraelevazioni, il volume massimo condonabile viene notevolmente ridotto ad un massimo di 300 metri cubi. Le oblazioni aumentano del 10% e gli oneri concessori del 100%.
- LAZIO. Approvata dalla Giunta della Regione, la legge sul condono edilizio rende sanabili gli abusi che non abbiano comportato un ampliamento del manufatto superiore al 20% della volumetria della costruzione originaria e, comunque, superiori a 400 metri cubi, con un massimo di 450 per gli abusi di necessita' sulle prime case. Escluse dalla sanatoria le opere che ricadono su aree sottoposte a vincoli di qualsiasi natura. Aumento del 10% per l'oblazione e del 100% per l'acconto degli oneri concessori. La legge, inoltre, istituisce un fondo regionale per il monitoraggio del territorio finalizzato al risanamento e alla riqualificazione nonche' alla demolizione delle opere abusive.
- UMBRIA. Approvato dalla giunta regionale: la proposta prevede, tra l' altro, l'aumento della superficie condonabile di manufatti esistenti fino a 30 metri quadrati, che diventano 60 in caso di unita' immobiliari destinate ad attivita' produttive o a servizi, l' esclusione della formula del silenzio assenso e la possibilita' per i cittadini di riformulare le domande di condono se presentate prima dell' entrata in vigore della legge regionale. Tra le opere escluse dal condono, le nuove costruzioni e immobili realizzati in violazione di vincoli, l'utilizzo di aree agricole per usi diversi da quello agricolo.
- MARCHE. Approvata dalla giunta regionale, la legge limita la volumetria sanabile fino a un limite massimo di 300 metri cubi. Nei centri storici il limite massimo e' ridotto a 75 metri cubi. Aumento dell'oblazione del 10% e del 100% degli oneri concessori.
- ABRUZZO. Elevare tasse e oblazioni e abbassare la superficie condonabile. Sono queste le linee guida su cui si baserà la legge regionale.
- MOLISE. Nella Regione condono in linea con la legge nazionale, ma saranno ritoccate le oblazioni; sugli oneri concessori verrà lasciato spazio decisionale ai Comuni.
- CAMPANIA. La legge in preparazione prevede paletti molto stretti: condonabili ampliamenti fino al 10%, per una volumetria non superiore ai 150 metri cubi. Aumentano del 10% le oblazioni e raddoppiano gli oneri concessori.
- BASILICATA. La legge approvata dalla giunta blocca la sanatoria per gli abusivismi in contrasto con la normativa urbanistica e per le nuove costruzioni.
- CALABRIA. La legge ancora non e' stata approvata ma si preannuncia linea dura per le nuove costruzioni, mentre le norme saranno più morbide per gli abusi di bisogno o dipendenti dal disservizio amministrativo.
- PUGLIA. Condono in linea con la legge nazionale ma stop agli abusi, anche minori, nelle zone vincolate. L'oblazione sarà più cara del 10%.
- SICILIA. Dovrebbe restare l'impianto nazionale e la "condonabilità" di volumetrie fino a 750 metri cubi. Gli oneri di urbanizzazione - al momento unico caso a livello nazionale - dovrebbero, secondo le elaborazioni di Legambiente, essere dimezzati.
- SARDEGNA. La legge dovrebbe essere in linea con le norma nazionali ma la volumetria condonabile dovrebbe scendere a 300 metri cubi. Nessuna novita' in vista invece, per oneri e oblazione.
Ecco in una tabella le novita' - decise o annunciate dalle Regioni - che di fatto arginerebbero il condono edilizio deciso a livello nazionale attraverso una diminuzione delle volumetrie condonabili, rispetto ai 750 metri cubi della legge nazionale, o attraverso un aggravio dell'esborso economico, sia per l'oblazione che per gli oneri concessori.
REGIONE         VOLUMETRIE     OBLAZIONE     ONERI CONCESSORI
Valle D'Aosta                                   +100%
Piemonte                                        +100%
Lombardia                                        +30%
Trento e Bolzano   200 mc                        +10%
Friuli V.G.                        +10%         +100%
Liguria            450 mc          +10%      +30/100%
Emilia Romagna     300 mc          +10%         +100%
Lazio              450 mc          +10%         +100%
Marche             300 mc          +10%         +100%
Campania           150 mc          +10%         +100%
Puglia                             +10%
Sicilia                                          -50%
Sardegna           300 mc
E a proposito di condono edilizio i
l Presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto (nella foto) ha espresso soddisfazione per la recente decisione della Consulta: “Farsi dare ragione dalla Corte Costituzionale è sempre una soddisfazione per una Regione. Quanto la Corte ha stabilito in materia di condono edilizio conferma la correttezza dell’operato della Regione Puglia. Ma è bene non essere di memoria corta.  La nostra legge non solo è stata ineccepibile ma soprattutto è stata lungimirante. Infatti, per i suoi caratteri restrittivi ha bloccato quell’abusivismo dell’ultima ora che sempre produce i danni più gravi.
Eppure ci fu chi in quei giorni, in Consiglio Regionale, gridò allo scempio del territorio, indicando la strada intrapresa da altre regioni e sollecitando a impugnare la legge. Il risultato oggi è che avevamo ragione ma, per una sorta di “effetto collaterale”, quelle impugnazioni non solo hanno prodotto una fase di incertezza e quindi hanno potenzialmente consentito altri illeciti, non solo hanno, di fatto, prodotto una pur breve riapertura dei termini ma hanno reso meno restrittiva la norma, adottata dalla Regione Puglia, sugli “abusi minori” nelle aree vincolate.  Ora è opportuno che di tutto questo si discuta con il partenariato e soprattutto con l’Anci e gli ordini professionali”. E ultimamente l
a Giunta Regionale della Puglia ha approvato lo Schema di Disegno di Legge:  “Disposizioni Regionali in attuazione del decreto Legge 12 Luglio 2004 n. 168, convertito in nella legge 30 Luglio 2004 n. 191” che riguarda proprio il Condono Edilizio emanato dal Governo nel Novembre 2003.  La Regione Puglia, nel rispetto delle prerogative attribuite alle Regioni dal novellato Titolo V della Costituzione, emanò la L.R. n. 28 /2003 che conteneva alcune restrizioni nei tempi della presentazione delle domande di condono, escludeva dalla possibilità di condono alcuni abusi, cosiddetti “minori” se ricadenti in aree vincolate e incrementava del 10% l’oblazione vincolandone la destinazione alla progettazione e realizzazione di programmi di recupero urbanistico, ambientale e paesaggistico.  "Il contenzioso aperto da alcune Regioni presso la Corte Costituzionale - secondo una nota della Regione Puglia - si è concluso con la conferma dell’assoluta competenza dello Stato per quanto concerne il ricorso all’istituto del condono, alla sua sanzionabilità e alla determinazione dei principi in materia. La Corte ha comunque dato alcune indicazioni che hanno richiesto un rinnovo delle disposizioni da parte dello Stato.  La Corte Costituzionale ha altresì confermato il potere concorrente delle Regioni per taluni profili amministrativi, confermando - conclude la nota - indirettamente la correttezza dell’intervento della Regione Puglia in materia".
(red)

Mutui agli enti locali: in testa la Lombardia, seguita dal Lazio

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato) ha pubblicato una "Indagine sui mutui contratti dagli enti locali per il finanziamento degli investimenti. Anno 2002" (edizione Aprile 2004).
"Il quadro normativo - si legge nell'indagine - che ha disciplinato il finanziamento dell’attività di investimento degli enti locali nel corso dell’anno 2002 non ha registrato sostanziali modifiche rispetto a quello degli anni precedenti. Conseguentemente gli enti locali, per finanziare i propri investimenti, hanno potuto fare ricorso a fonti interne (entrate correnti destinate per legge agli investimenti, avanzi di bilancio, entrate da alienazioni, riscossioni crediti, proventi da concessioni edilizie e relative sanzioni), a fonti esterne (trasferimenti in conto capitale dell’Unione Europea, dello Stato e delle Regioni), all’assunzione di mutui con il canale pubblico e privato del credito e, infine, all’emissione dei prestiti obbligazionari.
Per quanto concerne l’assunzione di mutui, sebbene le relative modalità siano disciplinate in via legislativa con riferimento al sistema bancario (articoli 200, 203 e 204 del citato decreto legislativo n. 267/2000) e in via amministrativa con riferimento alla Cassa depositi e prestiti (Decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica 7 gennaio 1998 e successive modifiche ed integrazioni e Circolare della Cassa n. 1227 del febbraio 1998), l’assetto normativo evidenzia taluni principi fondamentali comuni ai due canali di credito.
In particolare, tali principi attengono:
- al rispetto del limite di indebitamento, che si sostanzia nella possibilità di deliberare nuovi mutui soltanto se l’importo annuale degli interessi sommato a quello dei mutui precedentemente contratti, a quello dei prestiti obbligazionari emessi e a quello derivante dalla prestazione di garanzie fideiussorie, al netto dei contributi statali e regionali in conto interessi, non supera il 25 per cento delle entrate relative ai primi tre titoli del rendiconto del penultimo anno precedente quello in cui viene deliberata l’assunzione del mutuo;
- all’obbligo di prevedere rate di ammortamento comprensive, fin dal primo anno, della quota capitale e della quota interessi;
- alla possibilità di utilizzare il mutuo soltanto sulla base di documenti giustificativi della spesa ovvero sulla base di stati di avanzamento lavori;
- alla decorrenza dell’ammortamento del mutuo dal 10 gennaio del primo o del secondo anno successivo a quello dell’assunzione del mutuo stesso;
- alla possibilità di ricorrere all’indebitamento solo dopo che sia stato approvato il rendiconto dell’esercizio del penultimo anno precedente e dopo che sia stato deliberato il bilancio di previsione nel quale siano incluse le relative previsioni;
- all’obbligo della redazione del piano economico-finanziario finalizzato ad accertare l’equilibrio economico e finanziario dell’investimento e della relativa gestione, anche in relazione agli introiti derivanti dalle tariffe, ove si rientri nelle ipotesi di cui all’articolo 46 del citato decreto legislativo n. 504/1992".
Anche nell’anno 2002 gli enti locali hanno potuto avvalersi della facoltà — introdotta dall’articolo 49, comma 15, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 di procedere, in ciascuno degli anni dal 1998 al 2005, all’estinzione anticipata di passività onerose derivanti da mutui in essere al 31 dicembre 1996 con le banche mediante la contrazione di nuovi mutai di importo non superiore al 25 per cento del residuo debito alla fine dell’anno precedente attestato dall’Istituto mutuante, fermi restando la durata originaria e l’ammontare del concorso statale eventualmente concesso sul mutuo.
Nel 2002 l’intervento erariale per il sostegno degli investimenti degli enti locali ha complessivamente fatto registrare un’ulteriore contrazione. In particolare, la dotazione del Fondo nazionale ordinario per gli investimenti (finalizzato alla realizzazione di opere pubbliche di preminente interesse sociale ed economico, secondo gli obiettivi generali di programmazione economico-sociale e territoriale fissati dalle regioni) è passata da circa 280 milioni di euro del 2001 a circa 192 milioni di euro del 2002 con una riduzione netta quantificabile in 88 milioni di euro(...)
Occorre evidenziare - si legge ancora nell'indagine - che, per incentivare la realizzazione di investimenti in settori ritenuti prioritari (ambiente, parcheggi, impiantistica sportiva, edilizia scolastica, espropri, ecc.), sono state emanate nel tempo numerose norme definite speciali che hanno previsto, per lo più, la concessione di mutui da parte della Cassa depositi e prestiti con oneri di ammortamento a integrale o parziale carico del bilancio statale. Si tratta, infatti, di opere ritenute di fondamentale importanza dal Legislatore nazionale che si serve, per così dire, degli enti locali per una più proficua realizzazione e gestione delle stesse. Con riguardo al complesso dei mutui concessi, i settori della viabilità e trasporti e dell’edilizia sociale mantengono le maggiori quote di finanziamento (rispettivamente il 30,3 % e il 16 %). Nel settore degli impianti e attrezzature ricreative, l’intervento della Cassa DD. PP. supera di poco quello dell’Istituto per il Credito Sportivo (53% contro il 43,9%). La Cassa Depositi e Prestiti ha contribuito nel 2002 al finanziamento di opere pubbliche per oltre l’81 %, mentre con riferimento al complesso delle finalità di investimento l’apporto si è attestato sul 79,9% circa, superando quindi i livelli di questi ultimi anni (Cfr. Tab. 6).
Sotto il profilo della distribuzione territoriale, la Lombardia si conferma la regione che assorbe la maggior quota del credito (15,7 % del totale nazionale), seguita dal Lazio (12.4 %), dalla Campania e dal Piemonte (ciascuna con una quota dell’8.6%) (cfr.
tabelle).

Formigoni, Galan, Illy, Martini promuovono iniziative europee

La pentola Europa bolle di iniziative che intendono promuovere la cooperazione e delle politiche solidali. E le regioni italiane sono in prima fila.
Venti regioni europee hanno partecipato a Praga al terzo meeting del 'Club delle Regioni'. E' stato firmato un protocollo per condannare il terrorismo internazionale e su proposta della Regione Lombardia e della Boemia centrale hanno deciso di costituire un fondo a favore delle vittime degli attentati terroristici. Saranno la Lombardia e la Boemia centrale ad elaborare le basi legali del fondo.
''Le regioni e gli stati riuniti a Praga - hanno scritto nel protocollo d'intesa - dichiarano il proprio supporto incondizionato alla lotta contro il terrorismo, in qualsiasi forma e con qualsivoglia giustificazione esso si manifesti. Ribadiscono la volontà di perseguire una politica di amicizia e di concreto aiuto verso tutti i popoli, mediante il rafforzamento di specifiche iniziative di cooperazione da parte di tutti i paesi impegnati per l'eliminazione della povertà e del sottosviluppo''.
Nel protocollo le regioni hanno quindi spiegato che le risorse destinate al fondo verranno utilizzate su scala mondiale per aiutare ''coloro che soffrono a causa degli atti di terrorismo''.
 "Il terrorismo è un nemico da abbattere - ha detto il Presidente Formigoni (nella foto) -per la sicurezza dei nostri cittadini e la garanzia di un futuro di pace per l'Europa e il mondo". Le risorse del fondo verrebbero destinate ai Governi regionali nel cui territorio si verificano degli atti terroristici. E gli stessi Governi assegneranno gli aiuti. Il compito di trovare la formula giuridica più adatta e' stato affidato alla Regione Lombardia e alla Regione della Boemia centrale. "Non siamo in presenza di un conflitto tra civiltà - continua Formigoni - e' vero invece che dobbiamo ingaggiare contro il terrorismo una battaglia di civilta', in cui l'affermazione della storia e identità culturale europea sia l'alveo di ogni possibile incontro. I Governi locali e le Regioni hanno un ruolo di primo piano nella promozione di un sano tessuto di convivenza sociale".
Il presidente della Lombardia ha inoltre sottolineato l'importanza della convenzione in materia di mobilità sostenibile che venerdì prossimo sarà firmata a Milano dalla Regione, dalla Commissione Europea con la presenza di Romano Prodi, e del Governo italiano. ''Abbiamo lavorato a
questa convenzione - ha detto Formigoni - seguendo l'indicazione data già nel 2002 dal presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e in armonia con le sollecitazioni e gli stimoli
raccolti nel libro bianco sulla governance. Dopo un lavoro istruttorio di oltre due anni questo e' il primo e unico esempio in Europa''.
''Questo di Praga - ha commentato al termine dei lavori Formigoni - è stato un incontro molto importante in quanto abbiamo ribadito il ruolo delle Regioni in Europa nel rappresentare gli interessi dei cittadini. Questa è una idea alta dell'Unione Europea, più alta di quella che queste istituzioni europee hanno oggi che vorrebbero fare dell'Europa una superburocrazia schiacciata sulla dimensione di Bruxelles''.
''Noi - ha concluso Formigoni - abbiamo una idea più alta di Europa, che non vogliamo incartapecorita''.
Anche al nordest si parla di unione di intenti e quindi d'Europa. Infrastrutture, trasporti e sanita' sono infatti i principali campi che si avvantaggeranno dell'accordo siglato ieri a Venezia, nella sede della Giunta regionale, tra i presidenti delle Regioni Veneto, Giancarlo Galan, e Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy. L'accordo è finalizzato alla realizzazione di un'Euroregione che, oltre alle due realta' citate, comprendera' i territori della Carinzia, del governo Sloveno, della Regione croata dell'Istria, litoranea e montana.
Galan ha rilevato che l'accordo ''rappresenta la risposta politica alta alla domanda che l'economia e la società del Nordest rivolgono alle istituzioni legislative e di governo e dunque anche alle regioni''. Sottolineando come il progetto abbia ''radici lontane'', Illy, che ha illustrato l'accordo assieme a Galan, ha ricordato che si rifa' alla convenzione di Madrid e mira a sviluppare la collaborazione per i rapporti economici, culturali e sociali dell'intera area.
Per quanto riguarda le infrastrutture, ha proseguito il presidente del Friuli Venezia Giulia, il riferimento e' innanzitutto alla realizzazione del Corridoio 5 e a quella della rete ferroviaria ad alta velocità, ma anche a quelle immateriali di comunicazione; per la sanità si potrà ad iniziare a realizzare un'area dove il cittadino possa scegliere, senza intralci burocratici, l'infrastruttura sanitaria dove farsi curare. ''Questo - ha detto ancora Illy - creerà anche una sorta di competizione fra le infrastrutture'' che non potrà che favorire la qualità delle prestazioni offerte.
Soffermandosi sugli aspetti formali della realizzazione dell'Euroregione, i presidenti Galan ed Illy hanno ricordato che qualche difficoltà è rappresentata dal fatto che il governo italiano, pur avendo ratificato la
convenzione di Madrid, ha però posto come condizione per l'avvio di rapporti tra Regioni di Paesi differenti che questi siano preceduti da collaborazioni tra i Paesi stessi. Lo stallo potrà probabilmente risolversi prossimamente, hanno osservato entrambi, con l'approvazione di un nuovo regolamento su questo tema che il Parlamento Europeo sta predisponendo.
Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini - che è intervenuto sul tema della Costituzione europea e in particolare - ha sottolineato che  ''Il vero problema attuale per il compimento dell' unità europea è vedere se la Costituzione verrà ratificata da tutti e 25 i paesi; solo così il testo sarà effettivo''.  ''La fase della ratifica e' molto importante'', ha aggiunto Martini: ''E' vero che c'e' un testo negoziato e concordato, ma è anche vero che finché tutti i 25 paesi non l'hanno ratificato non possiamo dire che il trattato sia in vigore''.  Per Martini ''e' importante superare lo scetticismo circolante sull'unita' europea informando i cittadini sugli esiti della convenzione e cercando di conquistare le molte persone che ancora vedono l'Europa come qualcosa di lontano, non chiaro e per certi aspetti ostile''. ''Il ruolo delle Regioni - secondo il presidente della Toscana - e' di far crescere dal basso uno spirito europeo unitario utilizzando tutti gli spazi di protagonismo che la nuova Costituzione europea affida alle stesse Regioni ed agli enti locali''. ''Tante iniziative fatte insieme fra più regioni europee, fanno crescere questo spirito, che altrimenti dall'alto non può venire''.
Infine o
ggi è uscito il numero di settembre-ottobre di Europei, il periodico bimestrale della Regione sui temi comunitari. Apre il giornale un editoriale del politologo Gianfranco Pasquino sulla nuova Commissione europea che entrerà in carica alla fine di questo mese, sulle sue caratteristiche e i principali impegni che l'attendono. Al centro del giornale, il dossier sulla Commissione: i nomi, i ruoli, le nazionalità e gli incarichi dei 25 Commissari e la prossima agenda politica del nuovo esecutivo
(gs)
 

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