periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  363 - Roma,  10 settembre 2004

Sommario

Federalismo: per Regioni urgente confronto con Governo

Storace: costituzionalizzare la Conferenza Stato-Regioni

Illy: Calderoli corregga aspetti critici

Terrorismo e Iraq: Martini presto mobilitazione in Toscana

Falsitta: prioritario il fisco federale

Biasotti non si ricandida

Federalismo: Regioni; indispensabile confronto con Governo

Regioni in trincea. il Governo ci senta, titola "il Sole24 Ore" (cfr.anche Riforme, si alla sussidiarietà fiscale).
Il ddl costituzionale sarà nuovamente all'esame della Camera il prossimo 13 settembre, e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni ritiene assolutamente indispensabile un confronto istituzionale con il Governo sulla riforma della Costituzione, prima che siano presentati gli emendamenti a Montecitorio.

Già in precedenza, in occasione dei confronti istituzionali avvenuti con i Presidenti di Senato e  Camera (cfr. Documento Regioni su Senato Federale), nonché in sede di audizione Parlamentare, i Presidenti delle Regioni hanno rappresentato problemi rilevanti relativi alla coerenza dell’impianto di riforma allora proposto, formulando anche specifiche richieste emendative.
Il modello di riferimento è sempre quello del Bundesrat tedesco, e centrale rimane comunque una contestualità forte: i senatori sono eletti con i consigli regionali e con loro decadono.

Le Regioni quindi ritengono che tale incontro è ora necessario ed urgente per chiarire gli strumenti con cui il Governo ha affrontato o intende affrontare tali problemi nel testo che è all’esame dell’Aula della Camera.

La Conferenza sottolinea la necessità che tale incontro con il Ministro per le riforme istituzionali avvenga prima che siano presentati gli emendamenti all’attenzione del Parlamento, in modo da permettere la possibilità di una reale interlocuzione istituzionale.
Per il presidente della Conferenza Regioni Ghigo la proposta emendativa del testo sulle riforme del ministro Calderoli  potrebbe contenere "elementi di novità di un certo peso''. La novità fondamentale, secondo Ghigo, sta nella contestualità: ''si lega il destino del Senato federale a quello dei governi regionali''.
''Un confronto istituzionale serio con tutte le Regioni continua a non esserci, quindi noi lo chiediamo. Ben venga, ma senza ricatti", ha detto il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani.
La riunione straordinaria aveva proprio come tema la riforma federalista e in particolare il ddl di modifica della parte II della Costituzione. Il presidente dell'Emilia Romagna ha sottolineato la volonta' della Conferenza di conoscere e discutere sui cambiamenti annunciati dal ministro Calderoli. ''Noi vogliamo essere informati e trovare soluzioni''. Inoltre Errani ha ribadito la necessità "dell'avvio del federalismo fiscale, senza il quale non e' possibile avviare il processo di riforma''.
Per Errani ''La legge che uscira' dal Senato - ha chiarito - ha un impianto preoccupante: di fatto costituzionalizza un conflitto istituzionale che il Paese non sopporterebbe. Bisogna invece costruire un assetto federale equilibrato. Ben venga un confronto serio; si deve discutere di una materia che riguarda tutti, senza ricatti''.
''Sono stati fatti alcuni passi in avanti rispetto a luglio - ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace - ma forti perplessita' rimangono sulla composizione del Senato federale. Se la previsione e' che vi siano due rappresentanti per Regione, di colore politico diverso, ve lo immaginate quel rappresentante che viene contraddetto dall'altro della stessa Regione? Il sistema non reggerebbe''.  E su Roma Capitale ha aggiunto: ''nessuno l'ha mai messa in discussione''.''L'ipotesi di legge ordinaria - ha chiarito - e' per le aree metropolitane''.
Per il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, e' necessario, dopo gli incontri che Calderoli ha avuto con Anci, Upi e con alcuni presidenti di Regione, una discussione collegiale. ''Si tratta di capire - ha detto Martini - se si tratta di un testo blindato o se c'è lo spazio e la disponibilita' per discutere. Le voci che ci arrivano ci fanno piu' inorridire che acconsentire... Ma e' bene, prima, vedere il testo. Noi non siamo disponibili a pasticci''.
Teme le formulazioni ambigue anche il presidente delle Marche, Vito D'Ambrosio. ''La mia preoccupazione - dice - e' che la maggioranza, pur di trovare un accordo sulla devolution, ricorra a formule vaghe ed ambigue che porteranno alla rissosita' istituzionale,  elevata a sistema di governo''.
''Determinati a contribuire in maniera leale affinche' la riforma del Titolo V della Costituzione corrisponda a un corretto funzionamento delle Regioni'', ha infine dichiarato il presidente della Basilicata Filippo Bubbico.
(gs)

 Illy: Calderoli corregga aspetti critici

"Mi auguro che Calderoli riesca a  correggere alcuni aspetti critici, consentendo all'Italia di fare un passo avanti verso il federalismo. Perche' qualche articolo della  riforma rischia di farci fare passi indietro, come quello che prevede di affermare l'interesse nazionale. Soprattutto se questa clausola interferisse con poteri che le Regioni hanno gia' acquisito in passato", ha affermato il presidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy (nella foto), in una intervista al quotidiano on line  affaritaliani.it
Per Illy la riforma costituzionale “Se venisse approvata così com'è uscita dal Senato, senza apportare cambiamenti, le Regioni a statuto speciale rischierebbero di perdere alcune prerogative. Alcuni poteri, che oggi sono esclusivi, diventerebbero materie concorrenti. I presidenti del consiglio delle Province e Regioni autonome hanno proposto ai ministri Calderoli e La Loggia cinque emendamenti che dovrebbero risolvere il problema. Sul rischio di perdere competenze, il ministro per le riforme ci ha dato ragione e contiamo sul suo appoggio per superare le difficoltà contenute nel testo attuale”.
Alla domanda sul  federalismo fiscale, Illy risponde che “Come Regione autonoma percepiamo il 45% dell’Iref, il 75% dell'Irpef e l’80% dell’Iva. E con questo sistema siamo interessati a sviluppare l’economia per avere sempre più risorse a disposizione. Intendiamo applicare lo stesso modello anche nel trasferimento delle risorse a Comuni e Province, che sono gli enti che erogano direttamente sul territorio”. 
(red)

 Falsitta : prioritario il fisco federale

Proprio mentre  la Camera si appresta ad esaminare un testo di riforma della Costituzione che prefigura un radicale riassetto istituzionale del Paese, si continua  a discutere attorno al "grande assente" del processo riformatore: il federalismo fiscale. "La trasformazione dell’Italia in “stato federalista’ (cd. devolution) - scrive su il Sole 24 ore - "La vera priorita' e' il fisco federale" - Vittorio Emanuele Falsitta (nella foto), responsabile fiscale di forza Italia - rende ancora più pericoloso il processo di realizzazione dell’autonomia impositiva dei governi locali già avviato con la riforma costituzionale, E ciò proprio perché l’Italia non è uno Stato federalista: non è la devoluzione  - sottolinea Falsitta - presupposto del federalismo fiscale, ma questo presupposto di quella. Sicché la concomitanza dei due processi di trasformazione implicherebbe gravi rischi di instabilità giuridica, politica e finanziaria. Solo la preventiva attuazione di una vera ed efficace autonomia impositiva dei governi locali (con tributi propri in senso tecnico) è idonea a migliorare l’attività di finanza pubblica, dunque, a creare la disponibilità di risorse per realizzare con consapevolezza e controllo i mutamenti giuridici delle istituzioni politiche: la devolution, appunto".
"Siamo dell’idea, inoltre - scrive ancora Falsitta - che mentre il governo centrale affronta il riassetto della finanza pubblica e del sistema tributario (i principi fondamentali di cui si è detto) i governi locali ben possono “portarsi avanti".
E ciò in due direzioni:
- esprimendo tutti i poteri di gestione dei tributi di loro competenza, oggi, in gran parte inerti (pensiamo, ad esempio all’articolo 52 della legge 446/97, in materia di riordino della disciplina dei tributi locali);
-  “convertendo” i tributi in prelievi tariffari o canoni, così da acquisire maggiore flessibilità (ad esempio, in relazione alla tassa sull’asporto dei rifiuti,all’imposta sulla pubblicità, alla tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche).
Si tratta di accentuare il “principio del beneficio” nella disciplina delle entrate (principio. questo, che regola tradizionalmente quel settore della finanza pubblica che la moderna dottrina definisce “corrispettiva” o “commutativa”, contrapponendola nettamente a quella di stampo ‘solidaristico” ricadente nell’alveo dell’articolo 53 della Costituzione); si tratta, insomma, di accentuare la “corrispettività” tra la contribuzione del cittadino ed il servizio prestato dal governo locale. Con il primo intervento, ovvero con la gestione autonoma dell’imposta, il soggetto impositore (Regione, eccetera) inizia a cimentarsi con gli” strumenti organizzativi” implicati dal tributo; con il secondo intervento, viceversa, rafforza nei confronti del contribuente la propria visibilità nell'amministrazione dell’entrata".
(sm)

 Storace: costituzionalizzare la Conferenza Stato-Regioni

Oggi pomeriggio è previsto un vertice a palazzo Chigi sulle riforme costituzionali. ''Al vertice di oggi con Berlusconi dirò che il tentativo di depotenziare il sistema delle Regioni e' sbagliato'', ha annunciato il presidente del Lazio, Francesco Storace (nella foto): ''Allora e' meglio lasciare le cose come stanno - spiega Storace - e costituzionalizzare la conferenza Stato-Regioni''.
Inoltre Storace pensa "alla scelta del capo del governo, al fatto che si sia riportato l'interesse nazionale tolto dall'Ulivo, penso ai poteri legislativi dati alla Capitale. Poteri fortissimi che trasformano Roma ladrona in Roma padrona di se stessa''.
''Ci sono quindi passaggi importanti - prosegue Storace - però il meccanismo va affinato perché se le Regioni manifestano inquietudine si potrebbe verificare quello che è già successo in passato con il referendum quando 12 governatori su 9 del centrodestra si schierarono con l'Ulivo''. Infine, sulla proposta dell'Udc circa la sussidiarietà del federalismo fiscale, Storace commenta: ''è una tesi affascinante, ma ancora non l'ho letta nel dettaglio''.
(red)

 Biasotti non si ricandida

''Sono sempre convinto che Biasotti debba ricandidarsi alla presidenza dela Liguria: glielo avevo chiesto un anno e mezzo fa e sono sempre della stessa idea. Biasotti pero' si decida presto e non si faccia pregare'', aveva detto il ministro per l'attuazione del programma, Claudio Scajola, che inoltre affermava: ''Siamo due persone diverse con due stili diversi''.
Ma il presidente Biasotti in una intervista rilasciata al "Secolo XIX" (Biasotti - no al bis candido Scajola; Scajola sfida Formigoni) ha annunciato che non si ricandida. Al suo posto suggerisce al Polo di scegliere un politico, il ministro Claudio Scajola, perché "e' l'unico capace di ricompattare la coalizione di centrodestra".
Biasotti pone sia delle ragioni personali a questa decisione: "sono stanco, per quattro anni mi sono impegnato a risolvere grandi questioni come IIT, terzo valico,Ferrania, Acciaierie, Finmeccanica" ma anche delle ragioni legate ad una disaffezione con il mondo della politica che non nega lo abbia deluso: "E' faticoso fare il governatore in un certo modo. Non c'e' classe politica matura per affrontare le questioni senza essere ostacolati dalla solita cupola".
(red)

Terrorismo e Iraq: Martini presto mobilitazione in Toscana

"Il terrorismo è inammissibile. Sempre. Tanto più dopo la tragedia di Beslan e il sequestro delLe due giovani donne italiane impegnate a portare la pace in Iraq. Diciamolo chiaro e forte e rilanciamo da qui il dibattito su come combattere la cultura della guerra. Giuliano Amato chiede che non ci sia ambiguità, né giustificazionismo. lo dico: benissimo e vorrei non fermarmi alle parole. Proporrò che in Toscana Regioni e Comuni dedichino una giornata alla lotta contro il terrorismo ed alla solidarietà con tutte le vittime, con manifestazioni in ogni città", ad annunciarlo è Claudio Martini con un intervento pubblicato oggi da l'Unità ("La politica dei fatti contro il terrorismo"). Saranno, scrive Martini (nella foto) "Manifestazioni aperte, a cui tutti possono aderire per testimoniare contro il terrorismo e la guerra, contro il disprezzo della vita umana. contro le logiche delle armi e della morte, Si potrebbe fare cosi in tutta Italia, dando vita ad una mobilitazione straordinaria non limitata solo alla condanna di quanto accaduto, ma per chiedere alla politica di costruire un futuro diverso, senza guerre o laceranti squilibri, per riaffermare il rifiuto netto della violenza e un maggiore impegno per la giustizia".
"Nessuno, neanche a sinistra - scrive ancora Martini - giustifica il terrorismo. Vedo che c’è chi cerca sempre semmai di comprendere il perché ci siano persone disponibili a sacrificare a propria vita per distruggere quella degli altri: e c’è chi rifiuta l’equazione ‘Islam uguale terrorismo”.
"Ci vuole un rilancio della politica, ma il punto è proprio questo: quale politica?" Molti ci dicono: di fronte all’attacco terroristico non si può allargare il fossato con gli Usa. Tralascio la domanda su chi in realtà l’ha creato e rispondo senza esitazione: sono d’accordo. Ma devo aggiungere: in concreto cosa significa? Politicamente vuol dire che dobbiamo allinearci? Che la politica di Bush è una variabile indipendente? O significa invece che dobbiamo trovare un punto di incontro nuovo, avanzato, dinamico, che produca una correzione reale sia dei loro errori sia del nostro immobilismo?
Certo, dovremo lavorare a trovare una nuova intesa con l'America anche se vince Bush, Ma è altrettanto ovvio che con Kerry si lavorerebbe meglio. Ero a Boston. alla Convention democratica: ho sentito delineare l’embrione di un nuovo dialogo mondiale che non chiede agli altri solo di associarsi, ma di condividere una visione responsabile. E lo stesso discorso vale per Putin. Dice il direttore del Corriere della Sera’:” non isoliamolo, può essere peggio”. Va bene, ma dovrà pur esserci un momento, una sede, un’occasione in cui discutere la linea oltranzista e irrealista di Putin".
"Mi auguro - conclude Martini - che da tutte le Regioni e le Città parta un’azione reale: dialogo multiculturale e multireligioso, isolamento della cultura terroristica, progetti di cooperazione, ma anche conoscenza, analisi seria e profonda. Se questo è un momento di emergenza straordinaria, straordinaria sia anche la nostra mobilitazione. In Toscana ci lavoreremo".
(sm)

 

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