periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  366 - Roma, 15 settembre 2004

Sommario

Regioni: giovedi' documento comune su federalismo

Rutelli: su riforme non rifaremo più errori

Calderoli: Regioni faranno pervenire indicazioni Conferenza

Gallo Giudice Costituzionale

Violante critico su riforma costituzionale

Emilia-Romagna: approvato Preambolo Statuto

Regioni: giovedi' documento comune su federalismo

"Domani sara' il giorno cruciale, l'incontro di oggi e' servito per chiarire ulteriormente alcuni aspetti: il testo non c'e' ancora, abbiamo riflettuto sulle considerazioni che il ministro Calderoli ha fatto", ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Pace.
Dopo l'incontro di ieri sera "senza testo" con i ministri Calderoli e La Loggia, e dopo aver letto oggi il provvedimento, le Regioni prevedono domani di elaborare un documento comune con degli emendamenti alla riforma costituzionale che istituisce anche il Senato federale. Oggi, infatti, sarà presentato alla Camera.
Sempre per domani è prevista quindi una riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni:
è convocata infatti  la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria per Giovedì 16 settembre 2004 (alle ore 12.00 presso la Segreteria della Conferenza dei Presidenti - Via Parigi, 11 – Roma), all'Ordine del giorno: 1)  Determinazioni in merito alle proposte emendative presentate dal Governo in relazione al Disegno di Legge costituzionale licenziato dalla I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati (AC 4862) recante “Modificazione di articoli della parte II della Costituzione”.
Questa sera - ha spiegato Ghigo - al termine della riunione  con i ministri di ieri - "non abbiamo assunto posizione, anche se e' emersa soprattutto sulla composizione del Senato federale una linea comune: giovedi' presenteremo un documento comune, una volta avuto il testo e visto gli emendamenti", ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni. Secondo Ghigo (Contratti pubblici, no dei sindacati al tetto del 2%, che oggi guiderà una delegazione della Conferenza delle Regioni al ministero del tesoro da Siniscalco), la richiesta di avere nel futuro testo di riforme costituzionali "la contestualita' secca e' una posizione che il governo sembra accogliere, e poi vogliamo discutere la composizione del Senato federale. Questa e' la partita ancora aperta".
''La proposta del Senato federale attualmente sul tappeto in Italia mi sembra un incredibile pasticcio'': ha dichiarato
Roberto Formigoni, presidente della Lombardia. Secondo Formigoni, infatti, sarebbe meglio
trasformare il Senato federale in una specie di Bundesrat, dove siedono gli stessi governatori, o comunque in una camera in cui i senatori siano eletti nella stessa scheda con cui si eleggono presidente e Consiglio regionale. ''Se anche questa strada fosse irrealizzabile - ha aggiunto il governatore lombardo - resterebbe una sola cosa da fare: costituzionalizzare la Conferenza Stato-Regioni rendendola un luogo di mediazione fra i due livelli istituzionali''.
Non solo la Germania, pero', secondo Formigoni, ma anche la Spagna e' un esempio che il federalismo puo' funzionare. Soprattutto la Spagna dimostra, infatti, che ''la differente gradazione assunta dalle Regioni non e' un fattore di divisione tra parti dello Stato, ma un potente meccanismo che responsabilizza le Regioni''.
E perche' anche in Italia le Regioni siano responsabilizzate completamente e' importante che si realizzi il federalismo fiscale rendendo il prelievo fiscale materia concorrente fra Stato e Regioni, legando le risorse alle reali competenze di Regioni, Comuni e Province, e premiando ''chi spende meglio - ha spiegato - non certo, come accade oggi, chi spende di piu' ''.
Il del Lazio
Francesco Storace ha spiegato:''Noi governatori abbiamo detto no all'ipotesi dei due rappresentanti delle Regioni nel Senato federale: fa ridere. La logica vorrebbe che fossero i presidenti delle Regioni a rappresentare il territorio in quella sede''.
L' art.3 della riforma, quello che prevede il Senato federale, ''va riscritto, perche' cosi' e' un pasticcio''. ''Lo abbiamo detto anche al ministro Calderoli, in queste condizioni le Regioni con il Senato federale rischiano di fare quotidianamente a pugni''. Il presidente ha detto anche di essere in attesa ''dei testi con la 'T' maiuscola che saranno depositati alla Camera''. C' e' una valutazione ''positiva sull' impianto generale della riforma, perche' penso che finalmente il cittadino potra' scegliere il leader e la maggioranza, il programma di governo''. E' stato ristabilito, sempre secondo Storace, ''il principio di unita' nazionale", inoltre, la riforma deve riconoscere ''alla capitale potesta' legislativa con devoluzione di poteri''. Positivo, infine, ''il principio stabilito della sussidiarieta' orizzontale''.
Tre sono le ipotesi in campo, ha infine sintetizzato Storace: il modello tedesco, il piu' gradito dai governatori; la rappresentanza nel senato federale dei presidenti delle Regioni (ipotesi che pero' non piace a molti governatori del centrosinistra); o, nel caso non vi sia alcuna presenza di rappresentanti degli enti locali, la costituzionalizzazione della conferenza Stato-Regioni.
''Sul rafforzamento dei momenti di incontro tra gli esecutivi, siamo tutti d'accordo'', ha detto il presidente delle Marche, Vito D'Ambrosio, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di costituzionalizzare la
Conferenza Stato-Regioni.
''Siamo anche tutti d'accordo - ha aggiunto - sul fatto che il senato federale deve essere contestuale in entrata e in uscita. Netta invece la divisione sulla presenza o meno dei presidenti delle regioni nel senato federale: il centrosinistra e' orientato per un secco no al loro ingresso''.

(gs)

Calderoli: regioni faranno pervenire loro indicazioni come Conferenza

''Ho raccolto le indicazioni rispetto alla composizione del Senato federale: mi sembra che l'idea prevalente sia quella di non prevedere la presenza dei rappresentanti regionali o degli enti locali ma affidarsi alla contestualita' assoluta introdotta dagli emendamenti nel testo, e attraverso la costituzionalizzazione delle conferenze'', ha detto il ministro delle Riforme Roberto Calderoli (nella foto) al termine dell'incontro con i presidenti delle regioni.
''Porteremo questa proposta al tavolo di maggioranza e verificheremo - ha aggiunto il ministro -. Oggi non c'e' la possibilita' di avere un testo che da domani sara' a disposizione; quindi le regioni faranno pervenire le loro indicazioni come conferenza e non solo come singoli''.
Quello di questa sera e' stato ''un confronto utilissimo, molto aperto. Ovviamente i presidenti hanno fatto le loro valutazioni esprimendo anche qualche dubbio'', ha dichiarato il ministro degli Affari Costituzionali, Enrico La Loggia.
''
Calderoli e la maggioranza - ha aggiunto - valuteranno bene i punti che sono emersi. Viene espressa qualche perplessita' in ordine al meccanismo'' di nomina dei rappresentanti degli enti locali nel Senato federale. ''Su questo - ha concluso - si dovra' continuare a discutere''.
Intanto la Casa delle Liberta' ha presentato al testo della devolution
38 emendamenti. Le proposte di modifica sono firmate dai capigruppo della Camera Elio Vito (FI), Luca Volonte' (Udc), Alessandro Ce' (Lega), Gianfranco Anedda (An), Giorgio Malfa (Pri) e Chiara Moroni (Nuovo Psi).
Nell'illustrare all'Aula quanto deciso dalla conferenza dei Capigruppo di Montecitorio sull'ordine dei lavori nell'esame del ddl sulle riforme, il presidente Pier Ferdinando Casini ha sottolineato che ''sono state accettate le richieste formulate dai colleghi della opposizione''.
''Non ho mai considerato l' attuale sistema Camera-Senato una padella: il mio ruolo di ex vicepresidente del Senato mi impone il rispetto delle istituzioni''. Lo ha detto il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, commentando con i giornalisti l' intervento del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini.
E il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, infine consiglia: "sulle riforme trovare ampie convergenze".
Il decentramento, afferma Ciampi, non e' in contrasto con l'unita' nazionale ''purche' sia sempre salvaguardato il principio dell'interesse nazionale, quale garanzia effettiva dell'unita' giuridica ed economica del Paese e con essa la fondamentale funzione istituzionale del Parlamento, espressione della volonta' politica del popolo italiano''.
Nel discorso agli amministratori di Piacenza, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha chiesto di definire ''in modo chiaro e puntuale la ripartizione delle competenze tra lo Stato e le Regioni, al fine di non aggravare ulteriormente il gia' pesante contenzioso per conflitti di attribuzione pendenti dinanzi alla Corte costituzionale''.
Questo contenzioso, ricorda, e' dovuto fra l' altro alla riforma del Titolo V e alla sua attuazione incompleta. Con la definizione puntuale delle competenze, afferma il capo dello Stato, ''si eviteranno sia aggravi burocratici in danno dei cittadini, sia disorientamento nelle nostre imprese, in gran parte di piccole dimensioni, sia l' aumento degli oneri finanziari per la Pubblica amministrazione che deriverebbe da una duplicazione di competenze o da una moltiplicazione delle strutture amministrative''.

(gs)

Violante critico su riforma costituzionale

''La vostra riforma non serve a ridisegnare l'ordinamento costituzionale, ma a cementare un patto politico nella maggioranza", ha affermato nell'Aula della Camera il capogruppo Ds Luciano Violante (nella foto) che, intervenendo nella discussione generale del ddl sulle riforme ha proposto ''un'Assemblea costituente eletta dai cittadini con voto proporzionale e con mandato limitato alla proposta di un organico progetto di riforma della forma di Stato, della forma di Governo e della forma del Parlamento''.
Violante cita Miguel de Cervantes: ''dopo aver ascoltato l'intervento del ministro Calderoli - dice - ci siamo sentiti come i mugnai di Don Chisciotte'' cui si chiedeva di riconoscere la bellezza di Dulcinea ''senza vederla, con un atto di fede''.
''La Camera - sostiene - ha perso ogni autonomia. Il Senato e' trasformato in un organo del tutto irresponsabile; il presidente del Consiglio ha nella Camera una colf e nel Senato una badante". Il funzionamento dello Stato centrale e' paralizzato a causa dello squinternato procedimento legislativo e degli anomali poteri del Senato nei confronti del governo. La devoluzione spacca in due il paese". 
Di tutt'altro avviso Pera: La riforma federale dello Stato e' partita. Ora va completata. E' un'occasione storica di fronte alla quale nessuno deve tirarsi indietro, dice
Marcello Pera, che da' il suo via libera al testo di riforma della Costituzione messo a punto dal ministro Calderoli.
''E' un momento storico - sottolinea il presidente del Senato - deve essere colto da tutte le forze politiche e sociali''. Per il presidente del Senato, ''sono state superate anche alcune incongruita', come con la tutela dell'interesse nazionale'', cosi' come sulla ripartizione delle competenze tra Stato e regioni.
La conferenza dei capigruppo ha stabilito che il termine per presentare subemendamenti alle proposte di modifica al testo delle riforme e' fissato per venerdi' alle ore 12. Lo ha detto il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante che ha riferito, inoltre, che l' Aula dovrebbe riprendere martedi' e che il Comitato dei Nove (organismo ristretto della commissione Affari costituzionali) dovrebbe riunirsi nelle giornate di venerdi' e lunedi'. L'aula di Montecitorio votera' domani quindi le pregiudiziali di costituzionalita' al disegno di legge sulle riforme istituzionali. Domani l'aula votera' l'articolo 1 del testo, al quale e' stato presentato soltanto un emendamento.
Presentazione dei subemendamenti spostato a venerdi' alle 12: Venerdi' si riunira' il Comitato dei nove e martedi' della prossima settimana dovrebbe riprendere l'esame in aula.
(red)

Rutelli: su riforme non rifaremo più errori

''Dobbiamo dire chiaro e tondo agli elettori che al governo non rifaremo 'pari pari' quello che abbiamo fatto anni fa''. Così Francesco Rutelli, ospite della Festa nazionale dell'Unita' parlando della riforma del federalismo: ''Non tanto perche' e' stata approvata a maggioranza dopo che lo stesso centrodestra l'aveva condivisa in bicamerale. Di quella riforma altre cose non andavano bene. Dire che la Repubblica e' fondata su Comuni, Province, Regioni e Stato e' un approccio discutibile''.
Subito dopo
Francesco Rutelli ha aggiunto che ci sono risorse, come per esempio quella dell'energia elettrica, che non possono essere ''spalmate'' tra gli enti locali perche' dal loro funzionamento dipende il futuro del paese.
Un'altra autocritica e' stata fatta da Rutelli sul conflitto di interessi: ''E' stato un errore - ha ammesso - non approvare questa legge nei primi cento giorni del nostro governo''.
(red)

Emilia-Romagna: approvato Preambolo Statuto

Governance di qualita' per l'Emilia, titola "Italia Oggi". Il Consiglio della regione Emilia-Romagna ha continuato l'esame del testo statutario e ne ha approvato il Preambolo (favorevoli ds, prc, verdi, pdci, ind. sin, pri, sdi e Graziano Pini della margherita; astenuti gli altri consiglieri della margherita; contrari fi, an, lega nord e udc). Il testo e' rimasto invariato rispetto alla prima lettura; sono stati infatti bocciati i 18 emendamenti presentati. 
(sm)

Gallo Giudice Costituzionale

Il Capo dello Stato ha nominato Giudice Costituzionale il Professor Franco Gallo che sostituisce il Professor Gustavo Zagrebelsky, scaduto dalle funzioni il 13 settembre 2004. Un esperto di diritto tributario tra universita' e professione. Franco Gallo, nominato da Ciampi giudice costituzionale, e' nato a Roma il 23 aprile 1937. Professore ordinario di diritto tributario presso la facoltà di giurisprudenza della Luiss, Gallo e' anche titolare dell'omonimo studio tributario con uffici a Roma e Milano. Prima della Luiss, dove ricopre anche l'incarico di direttore del dipartimento di scienze giuridiche, ha insegnato presso la facoltà di Scienze politiche dell'università di Napoli e quella di giurisprudenza dell'università di Parma e della II università di Roma.
Gallo, e' stato ministro delle finanze del governo Ciampi nel 1993-1994. Alla sua permanenza al dicastero si deve, tra l'altro, la prima regolamentazione degli studi di settore, la parziale detassazione della prima casa, l'adeguamento della normativa fiscale alla direttiva comunitaria sul bilancio, l'avvio della semplificazione fiscale a cominciare dal modulo della dichiarazione dei redditi, il famigerato 740 definito 'lunare' dall'allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Dopo la parentesi ministeriale Gallo e' tornato all'insegnamento e alla professione rifiutando sempre  incarichi e candidature politiche. Alla Consulta approda per scelta  del presidente Ciampi con cui Gallo ha mantenuto un saldo rappporto di stima e amicizia.
(sm)
 

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