periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n.  367 - Roma, 16 settembre2004

Sommario

Federalismo: oggi Conferenza regioni su riforma "Calderoli"

Riforme: Martini, Illy, Galan

Errani, Formigoni: Ciampi; ampia condivisione

Anticipi di Finanziaria

 Storace: no al creativo Calderoli

Turismo: in attesa della svolta di Genova

Federalismo: oggi Conferenza regioni su riforma "Calderoli"

E' convocata per oggi (giovedě 16 settembre 2004, alle ore 12.00, presso la Segreteria della Conferenza dei Presidenti: Via Parigi, 11 - Roma) una seduta straordinaria della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome.

All'Ordine del giorno della Conferenza delle Regioni le "Determinazioni in merito alle proposte emendative presentate dal Governo in relazione al Disegno di Legge costituzionale licenziato dalla I Commissine Affari Costituzionali della Camera dei Deputati (AC 4862) recante “Modificazione di articoli della parte II della Costituzione".
E' "ibrida" la proposta del ministro Calderoli sulla composizione del Senato federale. Cosi' il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo secondo il quale "una presenza ibrida da strapuntino che corrisponde ad una presenza in cui nessuno ha un ruolo non e' esattamente la risposta che volevamo. Allora e' meglio che non ce ne sia nessuno". Secondo Ghigo c'č "la necessita' di un miglioramento''.
Alcuni emendamenti sono in contraddizione con l'esigenza di razionalizzare il corpo dello Stato. ''Mi riferisco -
ha sottolineato Ghigo - all'emendamento che da' ai Comuni la possibilita' di ricorrere alla Corte costituzionale contro atti della Regione, prerogativa che fino ad oggi era riservata esclusivamente allo Stato e alla Regione. Clausole del genere - ha concluso - sono in netta contraddizione''.
''Dalla prima lettura degli emendamenti presentati dalla maggioranza emerge, purtroppo e in modo evidente, una grande confusione istituzionale''. E' il commento del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani , e vice presidente della Conferenza delle Regioni, al nuovo testo sulle riforme istituzionali.
''Cio' vale -
spiega Errani - per il Senato cosiddetto federale e per la partecipazione del tutto marginale ed inefficace, quindi inutile, di Regioni ed Enti locali. Ma vale anche per l'iter legislativo, che si presenta sempre piu' come un percorso ad ostacoli''. ''C'e' da essere preoccupati - conclude il presidente Errani - perche' con questi tempi e metodi di fatto si impedisce un serio confronto tra le istituzioni''.

(red)

Errani, Formigoni: Ciampi; ampia condivisione

''Il presidente della Repubblica ha detto cose molto importanti e pienamente condivisibili''. Cosi' il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ha commentato il discorso pronunciato da Ciampi a Piacenza Tre gli aspetti che Errani ha sottolineato, tutti collegati al tema del federalismo. ''Penso - ha detto -in particolare alle questioni dell'unita' del Paese, del corretto funzionamento dell'iter legislativo e dell'assoluta necessita' del dialogo e dell'ampia condivisione di una riforma costituzionale che riguarda gli elementi fondanti della nostra Repubblica''.
''Spero che le sollecitazioni di Ciampi - ha concluso il presidente dell' Emilia-Romagna e vice presidente della Conferenza delle Regioni - vengano accolte nella sostanza e non solo a parole''.
''Assistere, non coinvolti, a scelte unilaterali sulle riforme istituzionali e sui problemi finanziari non aiuta; non e' un contributo utile per il Paese; rinuncia all'apporto rappresentato da una cosa preziosa per l'Italia: il grande valore delle esperienze locali''. Errani ribadisce che ''dalle comunita' locali nasce una spinta positiva verso il futuro, nascono elementi di innovazione e buone pratiche. Qui cresce una classe dirigente diffusa per l'italia di domani: non riconoscerlo impoverisce il Paese''. 
Nel puntualizzare con fermezza il suo ''no a meccanismi a orologeria'' nello stilare le riforme istituzionali che dovranno dar vita al federalismo, Errani rileva la necessita' di ''chiamare ogni livello di governo della Repubblica a precise responsabilita', come richiesto dal nuovo titolo V della Costituzione''.
Ma ''nell'autogoverno delle comunita' locali, solo un forte contesto unitario nazionale puo' consentire una piena valorizzazione delle risorse locali in ambito locale e puo' consentire quella solidarieta' tra territori che - afferma Errani - e' base di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, capace di far camminare velocemente l'Italia e l'Europa''.
Anche Formigoni si dice d'accordo con il presidentem della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, affinche' prevalga l'interesse nazionale nella riforma federale. Roberto Formigoni ricorda "che fu proprio la riforma approvata dal centro sinistra nel Titolo V, che nel 2001 cancello' l'interesse nazionale. La riforma suggerita dal centro destra reintroduce il concetto di interesse nazionale. Noi abbiamo l'interesse che il Paese resti unito e che sisviluppi tutto. Come lombardi poi abbiamo l'interesse che laLombardia possa galoppare su primati che ha conquistato nelcorso di questi anni ma allo stesso tempo che possa trainarenello sviluppo anche le nostre regioni meno fortunate".
Per Ciampi ''E' indispensabile che la piu' attenta cura sia posta nell' adottare soluzioni che assicurino la coerenza e la funzionalita' del quadro costituzionale, nel suo insieme e in tutte le sue parti. Venendo poi a quel primario valore costituzionale che ho ricordato, l' unita' d'Italia, va detto che esso non e' in contrasto con il rafforzamento delle autonomie regionali e locali, purche' sia sempre salvaguardato il principio dell' 'interesse nazionale', quale garanzia effettiva dell' unita' giuridica ed economica del Paese e con essa la fondamentale funzione istituzionale del Parlamento, espressione della volonta' politica del popolo italiano''.
 ''E' altresi' necessario - ha proseguito Ciampi - che sia definita, in modo chiaro e puntuale, la ripartizione delle competenze tra lo Stato e le Regioni, al fine di non aggravare ulteriormente il gia' pesante contenzioso per conflitti di attribuzione pendenti dinanzi alla Corte costituzionale, dovuto in parte alla riforma del Titolo V della Costituzione, approvata nella precedente legislatura, e alla sua
incompleta attuazione. In tal modo si eviteranno sia aggravi burocratici in danno dei cittadini, sia disorientamento nelle nostre imprese, in gran parte di piccole dimensioni, sia l' aumento degli oneri finanziari per la Pubblica Amministrazione, che deriverebbe da una duplicazione di competenze o da una moltiplicazione delle strutture amministrative. Il dibattito politico, in corso ormai da anni, si arricchisce via via di ulteriori, utili approfondimenti, frutto di attente ricerche, di cui converra' tenere conto''.
   ''Va poi ricordato - aggiunge il capo dello Stato - che il principio di sussidiarieta', di fondamentale importanza per l' unificazione europea, stabilisce saggiamente compiti diversi ai
iversi livelli di governo: dalle amministrazioni locali, agli stati nazionali, alle istituzioni europee. La realizzazione, necessaria per il rilancio economico dell' Europa, di nuove infrastrutture, di vie di comunicazione continentali, di centri di ricerca avanzata, di istituti di formazione dei giovani, di iniziative industriali d' avanguardia, impone particolari responsabilita', oltre che alle amministrazioni locali, ai governi e ai parlamenti nazionali, come controparti delle istituzioni europee e come garanti delle misure che mirano a realizzare, nel progresso di tutti, la convergenza verso l' alto dei territori meno avanzati, obiettivo primario del processo di unificazione fin dai suoi primi passi. Il principio di solidarieta' si affianca cosi' a quello di sussidiarieta' come fondamento delle regole del buon governo, valide ovunque. I territori oggi meno avanzati costituiscono fonti di risorse potenziali immense per il vantaggio di tutti''.  

(red)

 Storace: no al creativo Calderoli

Non convince il presidente della Regione Lazio Francesco Storace ''il riformismo creativo del ministro Calderoli sul Senato federale''. Ed in un'intervista a ''La Repubblica'' (Storace- no al creativo Calderoli trasforma i governatori in clandestini) l'esponente di An afferma: ''Io non sono disposto a fare il clandestino''.
''La presenza dei presidenti di Regione nel Senato federale -dice Storace- e' stata derubricata a presenza a mezzo servizio: siamoeletti da milioni di cittadini ma sara' il regolamento del nuovo Senato a decidere quando possiamo alzare il ditino e su quali materie.Se dobbiamo andarci pero' in clandestinita', di nascosto, allora meglio niente''. E pur sottolineando che la riforma costituzionale non sia tutta da bocciare, Storace aggiunge ancora: ''Alcune cose sono assolutamente da cambiare. Alla Conferenza delle Regioni proporro' emendamenti''.
Storace non nega che ''l'impianto generale della riforma ha aspetti positivi'': ''In primo luogo -spiega in un'intervista a 'la Stampa'- la possibilita' di eleggere il governo daparte dei cittadini, poi l'ampliamento dei poteri legislativi regionali; infine l'attenzione all'interesse nazionale che l'Ulivo aveva cancellato''.
A preoccuparlo e' invece la possibilita' per Province e Comuni di fare ricorso alla Corte Costituzionale per conflitti istituzionali che li riguardano: ''Cosi' -dice- si arrivera' alla paralisi. Gia' ora, grazie alle norme del centrosinistra, e' un caos: e' aperto un grande contenzioso alla Consulta. E poi penso al ruolo del presidente della Repubblica, dopo che la Commissione bicamerale avra' deciso sulle leggi controverse: non puo' essere semplicemente un ruolo notarile''.
Infine il centrosinistra sostiene: a questo punto cambiamo solo il Titolo V; l
'emendamento sulla polizia locale presentato da An al testo sulle riforme ha lo scopo di chiarire che "si tratta di una polizia amministrativa" fa sapere il vicepremier, Gianfranco Fini.
(red)

Riforme: Martini, Illy, Galan

''Con questa riforma il federalismo fa un passo indietro e sprofonda''. E' il commento del presidente della Regione Toscana Claudio Martini  (nella foto) appena ricevuto il testo degli emendamenti presentato dal ministro Calderoli in Parlamento.
''Ricevo oggi - dichiara Martini - alle 13.30 le 46 pagine contenenti il maxi-emendameno al testo di riforma federalista che il governo ha presentato ieri in Parlamento e che ha inviato solo stamani (ndr. ieri) alle Regioni chiedendoci entro domani un nostro parere. Credo sia del tutto evidente che siamo in un clima surreale: il metodo della discussione proposto e' del tutto inadeguato all'importanza dell'argomento. Le Regioni non sono state coinvolte ne' messe in condizioni di svolgere un ruolo costruttivo''.
Da una prima lettura del testo Martini osserva che ''il Senato federale e' un assoluto pasticcio'' e che ''con questa proposta le Regioni vengono marginalizzate e ridotte al ruolo di semplice spettatore; il federalismo fiscale, vero motore della riforma, che doveva essere gia' partito nel 2003, viene rinviato di ben 5 anni. Si registra inoltre un confuso e sconclusionato ritorno a competenze esclusive dello Stato senza nessuna seria valutazione di coerenza e funzionalita'''.
   ''E che dire poi ţ osserva ancora Martini - dell'ulteriore frantumazione delle competenze proposta: alimentera' solo nuovi conflitti e tensioni, con il risultato di complicare anziche' semplificare. Persino nella tutela della salute si prospettano nuove soluzioni pasticciate. Per non parlare della devolution,
che prevede l'assegnazione di competenze esclusive alle Regioni in materia di assistenza e organizzazione sanitaria,
organizzazione scolastica, definizione dei programmi scolastici e formativi di interesse delle Regioni, polizia locale, con conseguenti rischi di creare nuove e ingiustificate differenze tra i cittadini in settori che riguardano diritti fondamentali.Mi sembra quindi che invece dell'annunciato storico passo in avanti del federalismo siamo caduti in una buca da cui rischiamo di non venir piu' fuori''.
Il testo concordato dalla maggioranza per la riforma federale non piace al presidente del Friuli Venezia Giulia,
Riccardo Illy. ''Non e' un granche': io ho sempre detto che il modello di riferimento deve essere quello del Bundesrat, ogni altro pasticcio non dovrebbe neanche avere il nome di Senato Federale''.
   ''Arrivo a dire che sarebbe meglio - prosegue Illy - lasciare anche le cose come stanno, cioe' un Senato eletto direttamente dai cittadini, senza nemmeno la contestualita' con le elezioni regionali. Cosa quest'ultima che non serve assolutamente a nulla, e non serve certamente a dare il senso del federale a quel Senato''. ''Il fatto poi che partecipino al Senato due esponenti di ogni regione - rileva ancora Illy - e' solo un contentino. Qualcuno dice che sarebbe meglio di niente, come dice il proverbio, ma io la penso in modo un po' diverso da altri miei colleghi: questa soluzione di due rappresentanti per le regione migliora forse un po' la cosa, ma alla fine ne esce una scelta pasticciata. E allora - conclude - o si va con piu' coraggio verso il modello del Bundesrat tedesco oppure e' meglio che ci teniamo il Senato come e' oggi, senza alcun collegamento con le regioni''.
''Nell'ambito del possibile, una soluzione molto buona''. Cosi' il governatore veneto
Giancarlo Galan commenta l'accordo trovato in maggioranza sulla riforma federale dello Stato.
   ''E' una soluzione che fa chiarezza sulle competenze concorrenti tra Stato e Regioni - spiega - che hanno finora arricchito gli studi degli avvocati e amministratori. E' inoltre il primo caso in Italia in cui si riduce il numero dei parlamentari e una Camera di fatto sopprime se' stessa: sono felice del fatto che siano le Regioni a dettare i tempi del Senato federale e non il contrario, nel senso che, se io decado, decadono anche i senatori eletti nella Regione''.
   ''Credo che Calderoli abbia fatto un lavoro assolutamente encomiabile - aggiunge Galan - perche' faticoso e complicato, ma in cui lui ha tenuto conto di tutte le esigenze. Non avrei poi mai pensato che si potesse ottenere quel principio di federalismo fiscale''.
   Quanto al giudizio dato invece dal suo collega Riccardo Illy, che ha definito questo Senato federale un pasticcio, ''sono d'accordo con lui - risponde Galan - e tutti lo siamo, compreso Calderoli. Siamo d'accordo sul fatto che il Senato avrebbe dovuto essere espressione solo delle Regioni. Ma come avremmo potuto trovare un Senato pronto a suicidare se' stesso? La questione e' che mentre negli Usa e  in Germania  il Senato e' nato con lo stato federale, qui dobbiamo inserire nello Stato centralista un impianto federalista''.

(gs)

 Anticipi di Finanziaria

Le Regioni potranno decidere di mettere mano alla leva fiscale. Lo ha confermato il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, al termine dell'incontro con il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco sulla finanziaria. Si tratta, tuttavia, di un meccanismo 'estremo' a cui potranno fare ricorso le Regioni nel caso in cui dovessero sforare la spesa sanitaria. ''Si tratta di una possibilita' - ha spiegato Ghigo-, un meccanismo cioe' di penalizzazione per eventuali sforamenti. Si tratta di una prospettiva, quella di ricorrere alla leva fiscale, ma e' chiaro che per le Regioni si tratta di una cosa negativa''.
Quanto alla possibilita' di introdurre un ticket sui farmaci, Ghigo ha confermato che ''e' una possibilita' che non esiste. Non ne abbiamo proprio parlato''.
Il tetto del 2%, previsto per la spesa della P.A., non dovrebbe riguardare i rinnovi contrattuali. Le Regioni intanto potrebbero veder sbloccata la possibilita' di metter mano alle aliquote locali per contenere eventuali sforamenti di spesa oltre il tetto del 2% che invece per loro varra'. Il Governo, di contro, si impegna ad aumentare la dotazione del Fondo Sanitario (dovrebbe essere di circa 90 miliardi di euro per l'anno prossimo).
 Tra le proposte rispunta un 'bonus' per chi tiene gli anziani in casa; uno per gli incapienti, maggiori facilitazioni per ottenere prestiti mentre dovrebbe essere tramontata l'ipotesi di un ticket sanitario nazionale. Per quanto riguarda i rinnovi contrattuali del pubblico impiego parla oggi il vicepremier, Gianfranco Fini, che, dopo le proteste dei sindacati di ieri annuncia: ''Credo che per il rinnovo del contratto del pubblico impiego l'eccezione debba essere considerata''.
Ghigo afferma: ''ci sara' di nuovo la possibilita' di vedere le aliquote locali. L'incremento del fondo sanitario sara' di una certa consistenza e noi dovremo impegnarci a stare entro il tetto del 2%. Ma se non ci riuscissimo potremmo ricorrere alla leva fiscale. Anche se e' chiaro che nessuno vorrebbe farlo''.
Il tetto del 2% varra' anche per la spesa sanitaria delle Regioni ma il Governo si impegna ad aumentare il Fondo sanitario che nel 2005 dovrebbe essere intorno ai 90 miliardi (cioe' piu' degli 82 del consuntivo 2004). Se comunque le Regioni dovessero sforare dovranno recuperare mettendo mano alle aliquote locali.

(red)

Turismo: in attesa della svolta di Genova

''Abbiamo cominciato bene la conferenza nazionale di Genova'' Lo ha detto il presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni Enzo Ghigo (nella foto) lasciando alle 21,30 di ieri sera Palazzo Chigi.
Ghigo si e' detto piacevolmente sorpreso della partecipazione al vertice con le Regioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dell'Economia Domenico Siniscalco.
''La riunione e' andata bene. Da parte di tutti c'e' stato un plauso per il fatto che il governo abbia assunto questa iniziativa - ha detto Ghigo - Mi sembra di poter dire che siccome c'era anche presente il Presidente del Consiglio, cosa del tutto inattesa. Si e' detto che da questa riunione inizia la conferenza Nazionale di Genova (in programma dal 20 al 21 prossimi ndr.)''.
   ''Credo che inizi finalmente - ha aggiunto Ghigo - una interlocuzione tra governo e Regioni per tentare di dare quelle risposte alle problematiche che il turismo oggi pone sul tavolo: cioe' una perdita di competitivita', la necessita' di creare una Agenzia di promozione pubblica sul modello di altri paesi e tanti altri aspetti''.
   ''Abbiamo iniziato bene - ha aggiunto il presidente della
Conferenza de presidenti delle regioni - adesso dovremo proseguire dopo Genova. Il governo ha detto 'da Genova ci aspettiamo di avere delle proposte, queste proposte poi nel tavolo successivo verranno valutate'. La cosa che posso notare di novita' e' che questa problematica viene assunta dallaPresidenza del Consiglio. Percio' il tavolo sulle problematiche del turismo si svolgera' a Palazzo Chigi guidato dal sottosegretario Letta tra governo e Regioni''.
(red)
 

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