Regioni, modificare la proposta di bilancio pluriennale - Approvata la risoluzione del CdR in difesa della Politica di coesione. Sit-in di fronte alla sede del PE

giovedì 16 ottobre 2025





Il Comitato europeo delle Regioni respinge la proposta di Bilancio pluriennale 2028-2034 presentata dalla Commissione Ue lo scorso luglio e approva, all’unanimità, una risoluzione in cui chiede di rivedere il piano sui fondi destinati ai partenariati nazionali e regionali.

I rappresentanti locali e regionali invitano Consiglio e Parlamento europeo a sostenerne la revisione affinché il futuro Quadro Finanziario Pluriennale resti ancorato ai principi di coesione, sussidiarietà e governance multilivello, salvaguardando il ruolo delle Regioni nella gestione dei fondi strutturali e per lo sviluppo agricolo e rurale.

La risoluzione è stata presentata giovedì 15 ottobre con una voce sola dai gruppi Ppe, Pse, Renew Europe, Ecr, Ae e Verdi durante la plenaria del Comitato delle Regioni, tenutasi questa volta nell’ambito della Settimana europea delle Regioni e delle città.

Nel testo si ricorda che la coesione è la principale politica dell'Ue per competitività, sviluppo sostenibile e inclusione sociale.

Il nuovo schema rischia, secondo le Regioni, di aggravare il deficit democratico e di prestare il fianco a un’ulteriore centralizzazione nelle mani della Commissione e a una pericolosa nazionalizzazione della Politica di coesione, della Politica in materia di pesca e della Politica di sviluppo agricolo/rurale.

Pertanto, nella risoluzione le Regioni chiedono di definire un capitolo di bilancio specifico per la Politica di coesione e, a livello dell'Ue, di assicurare che le dotazioni regionali avvengano sulla base dell'attuale metodologia consolidata, che tiene conto degli indicatori sociali ed economici.

Il nostro punto di vista sulla Politica di coesione era già stato espresso in modo chiaro durante l’incontro del 10 luglio scorso con Kata Tüttő, presidente del Comitato europeo delle Regioni, presso la sede della Conferenza delle Regioni e prima ancora con i Commissari Fitto e Serafin negli incontri del 5 e del 27 marzo 2025.

In definitiva, come si legge anche nella risoluzione adottata, si afferma l’importanza del ruolo che le Regioni rivestono nella coesione e nello sviluppo agricolo e rurale.

 

IN SIT-IN AL PARLAMENTO UE

“Non lasciate che Regioni e città vengano messe a tacere”. Con questo slogan rappresentanti locali e regionali di tutta Europa si sono riuniti, come Cohesion Alliance, davanti al Parlamento europeo di Bruxelles e hanno manifestato l’opposizione dei territori alla riforma del prossimo quadro finanziario.

La protesta simbolica si è svolta nella giornata del 15 ottobre e rappresenta una delle tante iniziative che il Comitato europeo delle Regioni sta conducendo per far pressione su Parlamento europeo e Governi nazionali affinché intervengano sulla proposta di Quadro Finanziario Europeo intervenire sul QFP portando a rivedere le scelte eseguite sulla Politica di coesione.

In esito alla manifestazione, l’Alleanza ha approvato un manifesto in 7 punti che definisce l’attuale proposta della Commissione europea come inadeguata e si può leggere qui.

La Cohesion Alliance nasce nell’ambito del Comitato delle Regioni europee nel 2017 ed è andata avanti con 12.000 persone tra partner, associati, istituzioni, membri del Parlamento europeo, città, governi regionali, tutti impegnati nella definizione di un Bilancio dell’Ue che consenta una Politica di coesione più forte, più efficace e visibile.

 

LA DICHIARAZIONE DI KATA TÜTTŐ, PRESIDENTE DEL CDR

"Esortiamo la Commissione europea a rivedere l'architettura stessa e il quadro di riflessione della sua proposta di bilancio a lungo termine. In effetti, non fornisce chiare garanzie giuridicamente vincolanti che gli investimenti della Politica di coesione saranno modellati e attuati con le Regioni e le città. Non vi è alcuna garanzia che tutte le regioni abbiano accesso alla Politica di coesione. Inoltre, la fusione dei fondi di coesione e agricoli in un'unica dotazione nazionalizzata senza chiari criteri di assegnazione mette gli agricoltori in concorrenza con le comunità locali e disconnette l'Ue dalle sue regioni e città. Il Parlamento europeo e il Consiglio devono ora assumersi la responsabilità di porre fine a tali piani ed evitare un aumento dei conflitti istituzionali e del caos."

Per approfondire, leggi la news sul sito del CdR

       

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