Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Sviluppo rurale: Regioni su proposta di legge

giovedì 8 luglio 2010


 in allegato il documento in formato pdf

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

10/068/CR10/C10

VALUTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE RECANTE “DISPOSIZIONI PER L’ADOZIONE DEL PROGRAMMA NAZIONALE DI SVILUPPO RURALE”

In relazione all’iniziativa del Parlamento (proposta di legge C. 3472 Paolo Russo), all’esame

della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, concernente la possibilità di far

confluire in un unico Programma Nazionale di Sviluppo Rurale le dotazioni finanziarie dei

programmi regionali già approvati, le Regioni italiane, pur condividendo la necessità di

salvaguardare gli interessi nazionali derivanti dalla partecipazione dell’Italia all’UNIONE

Europea e di evitare l’applicazione della regola del disimpegno automatico di cui all’articolo 29

del regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio del 21 giugno 2005 (c.d. n + 2), esprimono le

seguenti perplessità:

1. le modifiche ai Programmi di Sviluppo Rurale vanno sempre concordate con la

Commissione Agricoltura Europea; allo stato non abbiamo informazioni che la stessa sia

stata interpellata ed abbia manifestato disponibilità ad una modifica siffatta. Tutt’altro. La

Commissione, e per essa i suoi organi tecnici, ha infatti discusso, concordato ed

approvato 21 programmi regionali ed i successivi aggiornamenti (gli ultimi al 31

dicembre scorso).

Per tali ragioni, si manifestano seri dubbi sul fatto che la sola somma dei 21 programmi

regionali, accompagnati da una sola tabella finanziaria, sia conforme all’art. 16 del

regolamento CE n. 1698/2005 che disciplina la formulazione dei programmi medesimi;

2. sotto il profilo normativo e regolamentare l’approvazione di un PSR nazionale

costituisce, sia pur come risultante di una “mera” sommatoria degli attuali singoli PSR,

un nuovo atto, che richiede l’espletamento dell’intero procedimento approvativo da parte

della Commissione (Negoziato, Parere Comitato per lo Sviluppo Rurale, Decisione del

Collegio dei Commissari). Una prima conseguenza sarebbe, quindi, che il periodo di

tempo necessario alla conclusione dell’iter procedimentale non si configurerebbe

“breve”, anche tenendo conto, sul piano operativo, che l’ipotesi di “confluenza” dei

programmi regionali in quello nazionale potrebbe necessitare della messa a punto di una

serie non semplice di norme ed intese Regioni-PA/Governo finalizzate alla attuazione

delle misure così come attualmente previsto dai singoli PSR. Contestualmente i PSR

dovrebbero cessare la propria efficacia mediante sostituzione delle rispettive decisioni di

approvazione della Commissione con la decisione CE di approvazione del PSR

nazionale;

3. a norma del citato reg. CE 1698/2005 art. 74 e del reg. CE 1290/2005 art. 6, ad ogni

programma corrisponde un organismo pagatore. Pertanto con la proposta di legge si

dovrebbe annullare l’operatività degli organismi pagatori regionali, anche quelli diversi

da Agea, sovraccaricando quest’ultima di ulteriori oneri, con il rischio aggiuntivo di un

complessivo aumento dei costi amministrativi. Questo tema di rilevante importanza non è

stato debitamente affrontato nell’articolato normativo proposto;

4. il passaggio dai programmi regionali a quello nazionale comporta l’apertura di un fronte

amplissimo di problematiche giuridiche, tecniche e gestionali e quindi di possibili

contenziosi con il rischio di produrre un ulteriore rallentamento della spesa anziché una

velocizzarla;

5. la somma a rischio di disimpegno automatico “n+2” potrebbe risultare assai più modesta

di quella apparsa sui giornali, in quanto negli articoli non si tiene conto di quanto le

regioni hanno impegnato e delle previsioni di pagamento che potrebbero realizzarsi entro

l’anno, già trasmesse alla Commissione europea. In più negli importi dichiarati ai giornali

si ricomprendono le quote di cofinanziamento nazionale che non possono essere

considerate a rischio disimpegno;

6. nelle premesse della proposta si richiama, erroneamente, l’esperienza del precedente

periodo di programmazione sostenendo che nel periodo 2000/2006 vi era un unico

programma nazionale, che permetteva compensazioni in termini di pagamento. In realtà,

invece, anche la precedente programmazione era basata su programmi regionali, ma con

un unico quadro finanziario nazionale perché previsto dai regolamenti di allora;

7. le cause reali delle difficoltà incontrate da alcune Regioni nell’erogazione dei fondi del

PSR non vengono esaminate e affrontate dalla proposta di legge. Ci si riferisce, in

particolare, alle maggiori difficoltà manifestate dal settore ad accollarsi investimenti in

un periodo di gravissima crisi, ma anche alle enormi anomalie evidenziate dal sistema

Agea nello assolvimento delle proprie funzioni;

8. l’assenza di una effettiva garanzia dell’annullamento del rischio di perdita dei fondi

comunitari fino al 2015, tenuto conto che senza la contemporanea attivazione di un

overbooking nazionale, non vi è alcuna certezza del rispetto degli obiettivi di spesa.

Infatti, assumendo che non sarà possibile un immediato e reale trasferimento di fondi

dalle Regioni in ritardo di spesa, a quelle più in linea con i predetti obiettivi, non vi può

essere per queste ultime nessun aumento degli impegni, oltre l’attuale assegnazione di

fondi dei loro PSR. Si consideri inoltre che le risorse a rischio di disimpegno riguardano

in gran parte le Regioni ad obbiettivo convergenza che un piano nazionale, attraverso un

semplice riparto interno, non può orientare verso Regioni ad obbiettivo competitività;

9. il mancato rispetto delle prerogative riconosciute alle Regioni dalla Costituzione, in

materia di agricoltura.

Per tutte le motivazioni innanzi elencate, le Regioni ritengono che la proposta di legge in

argomento non rappresenti un valido ed idoneo strumento per scongiurare il pericolo di

disimpegno automatico delle risorse finanziarie attribuite al Paese. Allo scopo di contribuire,

unitariamente, alla definizione di un percorso finalizzato al comune obiettivo di raggiungimento

della spesa programmata, le Regioni propongono:

1. di eseguire entro il 31.12.2010, il pagamento per intero, da parte dell’organismo pagatore,

di tutte le annualità fino al 2009 dell’anticipo del 75% dell’annualità 2010, relativamente

alle domande per le misure a superficie. Questa azione, già concordata con AGEA,

potrebbe ridurre immediatamente il rischio di disimpegno di complessivi euro

371.142.473,96 di quota FEASR, rispetto all’obiettivo di spesa al 31 dicembre 2010, pari

ad euro 561.156.833,89;

2. di porre in essere ogni misura utile ad agevolare il rilascio delle fideiussioni bancarie o

assicurative, a fronte di una richiesta di anticipazione; ovvero agevolare l'accesso al

credito per la quota di investimento privato, mediante l'intervento di Ismea, secondo una

ipotesi già concordata, in linea di massima, nelle riunioni del 7 e del 16 giugno 2010;

3. verificare la possibilità di negoziare con la Commissione Europea un allungamento a 3

anni dell’attuale regola N + 2, così come si è fatto con il FESR, proprio in virtù della

grave crisi economica in corso;

4. per le medesime ragioni del punto precedente, verificare la possibilità di ripartire negli

anni finali del periodo 2007-2013 una quota parte di risorse attualmente assegnate ai

primi anni, come è previsto da una bozza di regolamento del Fondo Europeo per lo

Sviluppo Regionale (FESR);

5. pur con le perplessità esposte nella prima parte del presente documento, come ipotesi

residuale - previa verifica di compatibilità tecnica con i contenuti dell’attuale

Regolamento comunitario - di ricorrere ad uno strumento di “mera compensazione” tra

Regioni, per le somme non spese al 31 dicembre 2010, nell’ambito di un unico quadro

finanziario nazionale, subordinando tale ipotesi al sostegno da parte del governo dei

processi di spesa a livello di singola Regione, così come prospettati nei precedenti punti

da 1 a 4.

Le Regioni manifestano, comunque, la loro completa disponibilità ad un confronto con il

Parlamento ed il Governo sulle proposte sopra indicate e su qualsiasi altra ipotesi di risoluzione

della problematica disimpegno automatico al fine di scongiurare il rischio di perdita di risorse

finanziarie per il Paese, fatta salva naturalmente la impostazione dei 21 PSR regionali, già

oggetto di accordo tra Governo, Regioni e Commissione Europea.

Roma, 8 luglio 2010

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