Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - TV: digitale e piano nazionale frequenze, documento su problematiche

giovedì 23 settembre 2010


in allegato il documento in formato pdf

CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME

10/090/CR07b/C1

PROBLEMATICHE INERENTI IL PIANO NAZIONALE DI ASSEGNAZIONE DELLE FREQUENZE

Per le Regioni le emittenti locali rappresentano un importante patrimonio per la loro identità culturale ed economica, indispensabile per un sistema radiotelevisivo pluralistico e democratico. Pertanto è indispensabile garantire la loro sopravvivenza, proprio in attuazione dei principi di "massimo grado di pluralismo del sistema televisivo a livello locale" e "la massima efficienza allocativa" citati in premessa dal Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (PNAF), approvato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) il 15 giugno 2010 con delibera 300/10/CONS – pubblicata il 28 giugno 2010 - ma che di fatto non trovano nella stessa adeguata attuazione.

Il PNAF individua 25 reti televisive nazionali digitali terrestri e almeno 13 frequenze, in ciascuna area tecnica, per le emittenti locali (art. 3, c. 5.1 L.249/97). Le frequenze destinate alle emittenti nazionali sono quelle assegnate, a livello internazionale, in via esclusiva all’Italia, quindi frequenze effettivamente utilizzabili, mentre l’utilizzo di quelle destinate alle emittenti locali non è garantito, in quanto tali frequenze sono da reperire tra quelle già assegnate, sempre a livello internazionale, agli Stati esteri affacciati sull’Adriatico, dunque a rischio di interferenze.

Per l’area adriatica il reperimento delle frequenze deve necessariamente tenere conto degli accordi internazionali (Ginevra 2006) e delle frequenze effettivamente disponibili a livello nazionale per il passaggio dal sistema televisivo analogico a quello digitale terrestre, da completare in Italia entro il 2012. Pertanto le frequenze destinate alle emittenti locali devono essere verificate sul loro effettivo utilizzo a seguito dei rapporti con i vicini Stati esteri (Croazia, Slovenia, Bosnia, Albania, Montenegro). Dunque, la delibera dell’Agcom relativa al PNAF doveva necessariamente tenere conto di questa situazione nel ripartire le frequenze tra emittenti nazionali ed emittenti locali.

L’assegnazione alle sole emittenti nazionali delle frequenze che in sede internazionale sono destinate all’uso esclusivo dell’Italia fa fortemente preoccupare le Regioni e le televisioni locali, in quanto proprio queste ultime sono così a rischio di sopravvivenza. Senza garanzie concrete di utilizzo delle frequenze a loro assegnate, le emittenti locali si troverebbero ad affrontare nuovi investimenti con il rischio di interferenze. Né è agevole ipotizzare un cambio di orientamento delle antenne, in quanto tale operazione comporterebbe un grosso sforzo economico senza alcuna garanzia effettiva di non interferenza con i segnali esteri.

Il Coordinamento nazionale dei Comitati per le Comunicazioni delle Regioni e delle Province autonome il 2 luglio scorso, facendo seguito all’appello pervenuto da emittenti locali di varie regioni dell’Adriatico, ha approvato un documento che sottolinea l’assoluta necessità di garantire alle emittenti locali la riserva di almeno 1/3 delle frequenze pianificabili effettivamente

fruibili, in modo da rispondere alle esigenze di tutte le emittenti delle regioni che si affacciano sull’Adriatico.

Anche le organizzazioni di categoria delle emittenti televisive hanno preso posizione in merito, segnalando difficoltà per le aree di confine. In particolare, risulta che nella Regione Veneto l’emittente "Rete Veneta", il 19 luglio 2010, ha presentato ricorso al TAR contro la delibera 300/10/CONS dell’Agcom, denunciando il potenziale danno che l’attuazione della delibera arrecherebbe.

La situazione relativa alle frequenze appare pertanto delicata e urgente, dal momento che il piano di transizione al digitale terrestre è già avviato e coinvolgerà tutte le Regioni della fascia adriatica dal II semestre 2010 al I semestre 2011, con conseguente rischio di scomparsa per le emittenti locali di queste aree.

Alla luce di queste considerazioni, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sottolinea la necessità di manifestare presso le sedi istituzionali la forte preoccupazione per la situazione venutasi a creare. Decide, pertanto, di costituire un tavolo tecnico delle Regioni adriatiche e di quelle eventualmente interessate per affrontare in modo condiviso e coordinato la questione dell’assegnazione delle frequenze alle emittenti locali, e di chiedere un confronto immediato a livello politico tra Governo e Agcom per rivedere la delibera e assicurare garanzie alle emittenti locali sull’uso effettivo delle frequenze.

La Conferenza evidenzia, infine, la possibilità di fare un intervento ad adiuvandum in relazione al ricorso presentato al TAR da parte dell’emittente "Rete Veneta" o ad altri analoghi.

Roma, 23 settembre 2010

230910digitterrestre.pdf