[Comunicato stampa Giunta regionale Piemonte]
ANNIVERSARIO REGIONI, LA RICETTA DELL’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’ DEL PIEMONTE E COORDINATORE NAZIONALE DELLA COMMISSIONE SALUTE PER MIGLIORARE IL MODELLO DI ASSISTENZA, DALLA PREVENZIONE ALLE LISTE DI ATTESA

martedì 4 agosto 2020


 

Prevenzione, rete territoriale nel rapporto con la rete ospedaliera, sanità digitale e telemedicina, modello diffuso di medicina d’iniziativa, svecchiamento delle procedure di investimento, aggiornamento DM 70/2015 e requisiti d’accreditamento, campagne promozionali su vaccinazione e corretti stili di vita, recupero delle liste d’attesa accumulatesi a causa del Covid.

Sono i principali temi affrontati questa mattina dall’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore della Commissione Salute alla tavola rotonda sul Welfare nell’ambito della giornata di studio promossa dalla Conferenza delle Regioni all’Hotel “Le Naiadi” di Roma, in occasione delle celebrazioni per il  cinquantesimo anniversario delle Regioni.

L’assessore ha sottolineato che il rapporto fra territorio e ospedale va definito nella necessaria collaborazione fra il Ministero e le Regioni, evidenziando come gli eventi di questi mesi abbiano confermato quanto la prevenzione, con un focus sul paziente, debba essere data-driven e legata a un modello assistenziale diffuso e pluri-attore (medico di medicina generale, infermiere di famiglia, farmacista, operatore socio sanitario, eccetera) atto a gestire in modo integrato tutti gli interventi necessari.

In particolare, l’assessore piemontese e coordinatore nazionale della Commissione Salute ha richiamato l’attenzione sulla necessità di semplificare enormemente le modalità tecniche per effettuare gli investimenti, superando i modelli di cui all’ormai storico articolo 20 della legge 67/1988 per essere in grado di realizzare le opere sanitarie che potrebbero beneficiare anche dei fondi europei.

In chiusura, l’assessore ha ribadito la richiesta di un innesto di risorse nazionali per consentire di intervenire efficacemente sulle liste d’attesa accumulatesi nel periodo di pandemia, per evitare di lasciare una traccia di “mancata assistenza” e “nuova cronicità ingenerata” nella popolazione.