[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Immigrazione: Fedriga, ripensare politiche di controllo dei confini

lunedì 9 novembre 2020


Trieste, 9 nov - "È necessario un ripensamento delle politiche
di controllo dell'immigrazione irregolare e dei confini. Nel
Friuli Venezia Giulia stiamo subendo costanti arrivi di
irregolari che prima di raggiungere la nostra regione
attraversano altri Paesi europei. Se non riusciamo a mettere in
campo tutte le misure necessarie per presidiare i confini
finiremo per abdicare al nostro ruolo". 

Lo ha affermato oggi il governatore del Friuli Venezia Giulia
Massimiliano Fedriga durante una audizione informale in
videoconferenza della I Commissione Affari costituzionali della
Presidenza del Consiglio nell'ambito dell'esame del disegno di
legge C. 2727, di conversione del decreto legge n. 130 del 2020,
recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione,
protezione internazionale e complementare.

"Siamo preoccupati da diversi aspetti presenti nel provvedimento
approvato dal Governo - ha sottolineato Fedriga - a partire
dall'introduzione della protezione speciale. Se è vero che la
dottrina specifica che questa misura andrebbe a riguardare
profili dettagliati, è anche vero che già a suo tempo la
protezione umanitaria doveva occuparsi di casi limitati ma di
fatto venne utilizzata in modo molto diffuso. Questo rischia di
avere effetti devastanti sul territorio per quanto riguarda il
numero di persone accolte".

"Sembra esserci poi un ri-potenziamento della cosiddetta
accoglienza diffusa - ha aggiunto il governatore - che può
rendere sempre più difficile garantire il controllo del
territorio e la sicurezza dei cittadini. Pare si voglia
restituire centralità agli enti locali anche per quanto riguarda
le forme di protezione allargata, rivolta quindi non solo ai
minori stranieri non accompagnati che hanno diritto alla
protezione internazionale, ma anche ai richiedenti asilo e ai
titolari di permesso di soggiorno che possono ottenere appunto
protezione per cure mediche, per condizioni sociali, per violenze
domestiche, per calamità naturali, per particolare sfruttamento
lavorativo, per atti di particolare valore civile e per casi
speciali".

"Se prendiamo in considerazione anche il numero di minori
stranieri non accompagnati è chiaro come la situazione diventi
insostenibile soprattutto in termini di spesa per gli enti
locali. Lo Stato garantisce al singolo Comune 45 euro al giorno
per ogni minore straniero non accompagnato - ha ricordato Fedriga
-, ma queste risorse non sono sufficienti. La Regione -
nonostante non sia sua competenza - solo nel secondo trimestre
2020 ha garantito ai Comuni 2 milioni di euro in più per i minori
stranieri non accompagnati. Quasi 300mila euro sono stati
stanziati invece per i neomaggiorenni e quasi 200mila euro per
l'emergenza sanitaria che ha sancito per queste persone il blocco
degli spostamenti durante il lockdown".

"Già è difficile garantire l'accoglienza diffusa in una
situazione di normalità, lo è ancora di più oggi che stiamo
vivendo una grave crisi di carattere sanitario. Inoltre abbiamo
visto che chi è entrato irregolarmente sul territorio nazionale
molto spesso ha una scarsa propensione al rispetto della
quarantena o ancor peggio delle regole di isolamento in caso di
positività".

"Il controllo in una situazione di accoglienza diffusa spalmata
su diversi comuni diventa molto complicato perché, di fatto, le
forze dedicate a questo non sarebbero mai sufficienti. Il
risultato sarebbe quello di non controllare chi riesce ad entrare
irregolarmente nel nostro Paese, fatto ancor più grave in un
periodo di pandemia".

"Sui 545 minori stranieri non accompagnati che abbiamo registrato
complessivamente fino a giugno 2020, ben 401 avevano 17 anni,
mentre nessuno aveva una età compresa fra 0 e 11 anni - ha
spiegato Fedriga -. Esiste pertanto un problema serio nel
definire la minore età di chi entra in Italia. Questo aspetto va
considerato in sede di conversione del decreto, approvando misure
più stringenti al fine di individuare veramente i minorenni che
hanno diritto a una maggiore tutela. Così come un'altra criticità
del provvedimento del Governo è data dal nuovo obbligo di
iscrizione all'anagrafe e dal rilascio della carta d'identità che
graverebbe sull'operato dei Comuni".

"Purtroppo i dati del 2020 sugli ingressi nel Friuli Venezia
Giulia, aggiornati al 18 ottobre, segnano un forte aumento a
partire dal mese di aprile per un totale di 9935 rintracci e 4535
arrivi. Numeri molto consistenti soprattutto se parametrati a una
popolazione di 1 milione e duecento mila persone. Le reimmissioni
sono state 1321, mentre le espulsioni sono state 1124 molte delle
quali, come noto, non si riescono a effettuare. Per questo - ha
rimarcato il governatore - viviamo una situazione di costante
allarme".

"Non va scordato quanto accaduto alla Caserma Cavarzerani di
Udine con gli interventi delle forze dell'ordine dopo che il
Comune di Udine aveva dichiarato la quarantena per alcuni casi di
Covid. Sono strutture dove bisogna fare particolare attenzione
per fermare la diffusione del contagio - ha affermato Fedriga -.
In questa occasione la Regione ha collaborato in modo molto
stretto con le forze dell'ordine. Per il controllo della caserma
è stata utilizzata, infatti, la Protezione civile del Friuli
Venezia Giulia che si è occupata dello sfalcio attorno alla
struttura e ha installato telecamere intelligenti per poter
individuare immediatamente chi avesse tentato di allontanarsi".

"Infine ricordiamo che oggi il confine con la Slovenia è chiuso
per gli effetti della diffusione del Coronavirus nel Paese.
Nonostante questo il flusso di immigrati, però, non si è fermato
e il presidio degli oltre 200 chilometri che separano l'Italia
dalla Slovenia continua a presentare forti criticità. In
precedenza gli irregolari utilizzavano i sentieri del Carso. A
causa del potenziamento negli anni scorsi dei controlli sui
confini e della possibilità di reimmissioni immediate in
Slovenia, frutto di un accordo con il Paese vicino, negli ultimi
tempi sono aumentati gli ingressi con i mezzi. Fenomeno che - ha
spiegato il governatore in conclusione - ha portato al
rintracciamento di immigrati irregolari in territori più distanti
dalle aree di confine".
ARC/RT/pph