Commissione 9ª - Interrogazione: Fauna selvatica

giovedì 28 ottobre 2021


Legislatura 18ª - 9ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 204 del 27/10/2021

SINDACATO ISPETTIVO 

Interrogazione   

            Il sottosegretario CENTINAIO risponde all’interrogazione n. 3-02872, presentata dal senatore Bergesio e da altri senatori, rilevando che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali condivide le preoccupazioni dell'interrogante sulle ripercussioni che il proliferare della fauna selvatica può avere sull’attività economica e la sicurezza dei cittadini.

            La gestione della fauna selvatica è da tempo all’attenzione del Governo, del Parlamento e delle amministrazioni regionali, anche in considerazione dell’emergenza causata dalla diffusione in tutta Europa della peste suina africana (PSA) e del grande rischio di espansione dovuto al proliferare della specie di cinghiali, riconosciuti come principali vettori della malattia.

            A tal riguardo giova ricordare che il Ministero della salute, nell’ambito del Piano nazionale di sorveglianza per la peste suina africana, ha adottato specifiche linee guida per la gestione dei campioni e del flusso informativo, condivise dal Ministero, aventi ad oggetto misure di sorveglianza che si aggiungono a quelle previste dalla normativa nazionale ed europea.

            Sulla base di tali linee guida è stato anche elaborato un manuale operativo, con l’intento di fornire istruzioni puntuali da seguire in caso di conferma della PSA nella popolazione di cinghiali, per un’applicazione tempestiva delle misure di intervento e al fine di contrastare la diffusione della malattia.

            Le misure in parola hanno evidenziato come un’azione immediata, tempestiva e coordinata di monitoraggio e controllo risulti fondamentale per avere maggiori probabilità di contenere il contagio, atteso che, la diffusione della malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, può dipendere dalla densità delle popolazioni di cinghiali, oltre che dalla presenza di corridoi che consentono di superare eventuali barriere geografiche.

            A ciò si aggiunga che, con una nota congiunta dei Ministeri della salute, delle politiche agricole alimentari e forestali e della transizione ecologica del 21 aprile scorso, è stato trasmesso alle Regioni un documento di indirizzo tecnico denominato "Gestione del cinghiale e Peste Suina Africana: Elementi essenziali per la redazione di un piano di gestione" che si prefigge di fornire uno specifico supporto alla redazione e all’aggiornamento dei singoli piani regionali di gestione del cinghiale.

            In ogni caso le Regioni, laddove necessario, possono già provvedere al contenimento delle popolazioni di cinghiale, applicando le disposizioni contenute nell’articolo 11-quaterdecies, comma 5, del decreto-legge 30 settembre n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, per effettuare piani di abbattimento selettivi senza limiti temporali.

            Segnala inoltre che, per quanto concerne la problematica del risarcimento danni, è possibile procedere all’indennizzo attraverso gli aiuti in regime de minimis. In tale contesto, il regolamento UE 2019/316 (che modifica il regolamento UE 1408/2013) ha consentito di innalzare a 25.000 euro, nel triennio, il limite di tali aiuti per impresa unica.

            Infine, con specifico riferimento alle modifiche normative alla legge n. 157 del 1992 che consentano di intervenire per ripristinare il corretto equilibrio tra fauna selvatica, uomo e ambiente circostante, segnala che la Corte costituzionale, pronunciandosi con la sentenza n. 21/2021 sulla legittimità dell’articolo 37, commi 3, 4, 4-ter e 4-quater della legge regionale Toscana 12 gennaio 1994, n. 3, per interventi di tutela della produzione agricola e zootecnica sembra aprire alla possibilità di utilizzare altri soggetti (cosiddetti coadiutori), a condizione che questi ultimi abbiano frequentato appositi corsi di preparazione organizzati dalla Regione sulla base di programmi concordati con ISPRA.

            Conferma quindi, per quanto di competenza, la piena disponibilità del Ministero delle politiche agricole ad avviare una collaborazione sinergica e strutturale con le Regioni, allo scopo di individuare e definire soluzioni mirate e differenziate per le singole aree geografiche del territorio nazionale, anche attraverso un intervento di revisione normativa della legge n. 157 del 1992 che, in un’ottica di salvaguardia della biodiversità, tuteli maggiormente il mondo agricolo e la salute pubblica.

            Assicura l'interrogante che si continuerà a seguire con estrema attenzione la tematica segnalata, al fine di pervenire ad una rapida definizione della questione.

     Il senatore BERGESIO (L-SP-PSd'Az) ringrazia il Sottosegretario anche per la tempestività della risposta e si dichiara soddisfatto. Dopo aver fatto presente di aver già presentato in passato altre interrogazioni sullo stesso argomento, evidenzia che le norme di riferimento in materia risalgono purtroppo a diversi anni fa e necessiterebbero pertanto di un aggiornamento. Sottolinea come il proliferare dei cinghiali desta sempre più preoccupazione nel Paese sia per il numero crescente di morti e di incidenti che questi provocano sia, più in generale, per il senso di insicurezza che la loro diffusione provoca. Dopo aver ricordato che purtroppo alcune Regioni provvedono ai rimborsi per i danni causati agli agricoltori con estrema lentezza, auspica che il Governo possa intervenire in tempi rapidi per risolvere la problematica in oggetto.

 

Il presidente VALLARDI dichiara concluso lo svolgimento dell’interrogazione.